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Autore: Eynes    04/03/2010    5 recensioni
Rebecca ha 16 anni e conduce una vita quasi normalese si toglie il fatto che è una motociclista professionista di New York.A causa di un imprevisto sarà costretta a tornare a Sidney per stare con suo fratello Alec di 18 anni. A casa Rebecca incontrerà però una persona che susciterà in lei emozioni mai provate prima.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ero pronta con mezz'ora di anticipo. Jace e Isabelle volevano accompagnarmi all' aeroporto, ma sfortunatamente dovevano recarsi alla pista per gli allenamenti mattutini. Io ero appoggiata allo stipite della porta, con le braccia strette al petto per darmi forza.

< Bè allora... Fai buon viaggio... > Isabelle aveva la voce rotta dal pianto. < Chiamaci appena arrivi > Jace era impassibile, ma sapevo che cercava di mascherare le sue emozioni. < Non vi preoccupata... Non vi libererete così facilmente di me! > La situazione iniziava a diventare troppo pesante e non riuscivo a sopportare quella tensione. < Non era nostra intenzione! > Jace aveva ripreso il solito tono di sempre. Rimasi lì a fissarli per un po'. Chissà fra quanto tempo li avrei rivisti. < Promettetemi una cosa... > dissi < … appena avrete qualche giorno di riposo verrete a trovarmi a Sidney. E non ammetto scuse! > .

Ero irremovibile, non li avrei lasciati andare via così facilmente.

< Certo Bec. Come hai detto tu “ non ti libererai di noi!” >. Isabelle, ormai non piangeva più, anzi, stava addirittura sorridendo. Era arrivato il momento degli abbracci. Isabelle mi saltò letteralmente addosso e per poco non ci ritrovammo sul pavimento. Quello di Jace, invece, era più sostenuto. Jace non è mai stato un tipo che fa trapelare le proprie emozioni; come diceva sempre lui “Io ho una reputazione da difendere”.

Quattro ore più tardi, mi ritrovai nell' aeroporto di Sidney, leggermente scombussolata dal volo. In mezzo alla folla cercavo disperatamente la figura di mio fratello. In fondo sarebbe dovuto venirmi a prendere. Ero ancora immersa nei mie pensieri, quando qualcuno mi prese per le spalle e mi fece girare. Riconobbi subito la figura che si stagliava di fronte a me. < Demy!! > < Becky non urlare, ci stanno guardando tutti! > disse con un misto di ironia e sarcasmo. < Sono davvero felice di rivederti >. Mi era davvero mancata molto durante questi mesi.

Non era cambiata nemmeno di una virgola; era sempre la solita Demetra, la ragazza a cui non importava cosa dicesse il mondo intero, quella che se vedeva un amico in difficoltà non esitava un momento e correva subito in suo aiuto. Ci siamo conosciute da bambine e ancora oggi la considero più che una semplice amica. Lei è la complice ideale delle mie pazzie. Semplicemente è la mia unica e inimitabile gemella.

< Dove sono le tue valigie?Mia mamma ci sta aspettando nel parcheggio! >. Demetra era impaziente di andarsene dalla sala d'aspetto. Non amava i luoghi affollati.

< No aspetta un attimo, fammi capire. Mi sei venuta a prendere tu? E quell' idiota di mio fratello che fine ha fatto? > iniziavo ad arrabbiarmi sul serio. < Non ho idea di dove sia tuo fratello, comunque non ti scaldare. Ho detto io ad Alec che ti sarei venuta a prendere. E ora andiamo in macchina >. Detto questo mi trascinò nel parcheggio da sua madre.

< Rebecca da quanto tempo. Come stai? >. La mamma di Demetra aveva già messo in moto la macchina e ci dirigevamo a folle velocità verso la mia casa. < Benissimo Lorelay. E' un piacere rivederti >. < Demetra ti ha detto che domani sarai nostra ospite? >.

< Mmmm... credo che si sia dimenticata di avvertirmi, vero Dem? >.

< Dettagli mia cara >.

< Ok ragazze non litigate. Siamo arrivate a casa, Rebecca. Scusaci se non ti aiutiamo a disfare le valigie ma io devo andare a lavoro e Demetra deve fare da baby- sitter ai suoi cugini >.

< Certo non vi preoccupate. Ci vediamo domani allora. E grazie per avermi accompagnata >.

< Ti chiamo stasera Bec. Ciao >.

< Ciao baby- sitter! >.

Entrai in casa e lasciai le valigie a terra.

< Alec dove sei? Ti sei suicidato nel water? >

Nessuna risposta. Strano. < Alec ci sei? >. Ancora niente. Andai in cucina e vidi un biglietto attaccato al frigo.” Sono andato a fare la spesa. Ci vediamo dopo. Un bacio Alec”. Wow. Non ce lo vedevo Alec a fare la spesa. Un vero peccato non poter assistere a quella scena. Iniziai a disfare le valigie. Improvvisamente mi ricordai che non avevo ancora avvisato Jace e Isabelle; così inviai loro un messaggio “ Sono arrivata a casa. Vi chiamo stasera. Vi voglio bene Bec”.

Dopo un'oretta mi ritrovai senza nulla da fare. Decisi così di preparare la torta alla crema di cacao con granella di nocciole. Il dolce preferito di Alec.

Non feci in tempo ad uscirlo dal forno, che sentii aprirsi la porta d'ingresso.

< Che buon profumino. Mi hai preparato il dolce, sorellina? >.

Non riuscivo a credere ai miei occhi. Era lui, non lo vedevo da secoli, ma non era cambiato di una virgola. Ok, forse era un po' più alto, più abbronzato e muscoloso, ma era pur sempre Alec. Lasciò a terra le buste della spesa e mi venne incontro abbracciandomi. Restammo in quella posizione finchè una voce non ci interruppe.

< Potevi dirmelo che c'era la tua ragazza. Non sarei venuto! >.

< Justin non è la mia ragazza. Lei è Rebecca, mia sorella, la motociclista >.

< Sei sicuro che sia tua sorella? E' troppo bella per essere una tua parente. Comunque io sono Justin, piacere >.

< Piacere Rebecca >. Non rispondevo più delle mie azioni. Ero rimasta talmente imbambolata che a malapena riuscivo a capire cosa succedeva intorno a me. Sapevo solo che quando vidi quel ragazzo, il mio cuore perse un battito e quando mi rivolse la parola, temevo di potermi sciogliere di fronte al suo sguardo.



  
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