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Autore: Chloe Dreamer    19/03/2010    2 recensioni
Sono sempre stata una grande sognatrice. Da piccola, immaginavo me stessa su un cavallo bianco, al fianco del mio principe azzurro, mentre varcavo le porte del mio immenso castello di cristallo. I miei sogni erano naturalmente cambiati con il tempo. Al posto del principe azzurro sognavo un vampiro dannato e tremendamente bello, al posto del cavallo una limousine e il castello si era trasformato in un attico a Manhattan. Tutto sommato, l’essenza del sogno era la stessa. Essere felice. Felice e innamorata.
E' la mia prima fanfiction, spero vi piaccia! E miraccomando, mi servono le vostre recensioni e consigli per migliorarmi!
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CHLOE
sono contentissima delle vostre recensioni per l'altro capitolo e vi ringrazio infinitamente per i complimenti. Questo capitolo è bloccato a metà, nel senso che non sapevo bene come dividerlo, e anche se questo taglio può conferire alla storia un aspetto banale. (lei che si innamora di lui, il ragazzo più bello) non vi preoccupate: non è così. Aspetto tante altre recensioni mi raccomando. Grazie.
Chloe chloe! Non ti immagini..chi è arrivato a scuola..
Venni assalita da Amanda e Celine, le mie quasi amiche, nel senso che erano semplicemente compagne di avventure, non qualcuno con cui mi potessi confidare sul serio.
Chi è arrivato a scuola?
Domandai con un sorriso nervoso, fingendomi interessata. Intanto raggiungemmo l’entrata della scuola, e individuai una massa di studenti attorno a qualcosa o qualcuno, che pareva essere la cosa più spettacolare al mondo.
Si chiama Carter Nathan Hinchinghooke. E’ il ragazzo più figo che abbia mai visto.
mi rivelò Celine, accennando con il capo  alla massa di persone che affollavano l’atrio. Il ragazzo più figo del mondo. L’avevo già sentita tremila volte quella frase. Ogni volta che arrivava un nuovo ragazzo a scuola, quello era il ragazzo più figo del mondo. A quest’ora avrei dovuto essere circondata da bellezze disumane. Ma non era esattamente così.
Non so chi sia questo diavolo di Carte Nathin..insomma come si chiama, so solo che devo correre dal professor Wilkinson prima che mi metta un'altra D in storia!
Dissi velocemente, e le salutai con un cenno della mano mentre mi dirigevo ad affrontare i fans di quel Carter Higinch..quel che era. Spintonai quante più persone possibili, ma per quanto potessi essere forzuta, sembrava che i miei sforzi fossero totalmente inutili.
Scusate devo passare..scusa..oh cielo mi dispiace..
Avevo schiacciato il piede di Jennifer McAdams, in persona. Bionda, altissima, snella. Una top-model anche senza volerlo. Mi avrebbe uccisa con le sue mani in altre occasioni, ma era evidentemente troppo impegnata ad ammirare quel tipo nuovo. Io non avevo proprio tempo per farmi firmare autografi, e dopo una strenua lotta contro quella massa di gente, riuscii a raggiungere l’aula di storia.
Professor Wilkinson!
Dissi con un sorriso nervoso e insieme dolce e compassionevole.
Ecco qui la relazione che mi ha chiesto..
Continuai poi, dato che sembrava essersi improvvisamente ammutolito, cosa strana per quell’uomo che aveva sempre e comunque qualcosa da dire. Appoggiai il fascicolo sulla sua cattedra, e aspettai una risposta. Il suo sguardo era rivolto fuori dalla porta, e non sapevo come richiamare la sua attenzione. Ma non mi fu necessario.
Signorina Davis..cominciò, lo sguardo sempre verso il corridoio..mi può spiegare cosa diavolo succede là fuori?
Disse, girandosi di colpo verso di me alle ultime parole.
E’ per quello nuovo. Spiegai pazientemente. Carter Nathan Higin..oh non mi chieda di ripeterlo per favore! Comunque è per quello lì…dissi indicando noncurante fuori dalla porta. Il professore non si girò nemmeno. Fece una faccia rassegnata, e appoggiò la testa sul gomito, goffamente. Poi disse stanco:
Signorina Davis, può andare.
Fui molto felice di quel congedo, e mi dileguai velocemente nel corridoio, sparendo alla vista offuscata del professore. Il corridoio era ancora affollato, ma al suono della campanella, furono tutti risucchiati nelle classi rispettive, me compresa.
Entrai nell’aula di storia insieme al massiccio gruppo della squadra di football, e tra questi individuai una folta chioma riccioluta e bionda, che riconobbi come quella di Mattew. Lo lasciai chiacchierare con i suoi amici: avevamo deciso che era meglio evitare di invaderci reciprocamente gli spazi. Raggiunsi in fretta il mio banco, in quarta fila, e, dopo aver appoggiato la mia borsa sul tavolo, mi sedetti velocemente perché non avevo intenzione di ascoltare né i pettegolezzi di Jennifer e delle sue compari, né tantomeno le discussioni sul football di Mattew e gli altri. Estrassi il mio diario dalla borsa, e ne osservai la copertina lucida e consumata prima di aprirlo. Attraverso quel libricino consumato io parlavo con Bertha. O meglio, il mio diario era Bertha e Bertha..il mio diario. Iniziai a scrivere, il professore non era nemmeno entrato e a nessuno importava ciò che facevo, quindi, mi dedicai solo ed esclusivamente a Bertha.
“Cara Bertha..mi sento sola. So che inizio tutte le volte con questa frase, ma è così. E’ la verità. La pura verità. Mattew non capisce. Dice che è solo un sentimento da adolescente, che lo provano tutti e che non è niente di che. Ma io so che non è questo il mio problema. Il mio problema è che sono circondata da miliardi di amici eppure..mi sento infinitamente sola. Sola. Sola. Sola. Sola.
In più, credo di essermi allontanata ancora di più da Matt. Ci salutiamo per i corridoi, ci chiediamo “come va?” a mensa e basta. Non parliamo più come una volta. Ricordi..? Eri gelosa perché pensavi ti stesse sostituendo. Bhè non ti preoccupare. Nessuno ti può sostituire.
Oggi è arrivato un ragaz..”
Hey è libero il posto?
Fui interrotta da una voce. Profonda, cristallina, limpida. Sensuale, aggressiva, provocante. Era una voce maschile. Alzai lentamente lo sguardo, timida e un po’ intimorita.
Oh mio dio. Era davvero il ragazzo più figo del mondo.
  
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