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Autore: Mina7Z    25/03/2010    2 recensioni
Il primo capitolo di questa storia è stato pubblicato tempo fa su un altro sito.
Adesso è arrivato il momento di proporvi la storia completa che ho tenuto chiusa in un cassetto per molti anni.
Che Oscar e Andre siano morti proprio nel momento in cui la loro felicità iniziava è sempre stato per me troppo doloroso e  per alcuni versi inaccettabile.  Ho quindi pensato di  immaginare un seguito della storia dove  il destino riservi loro  altre mille avventure……..
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Margot

 

I giorni trascorsero senza che   avessero l’occasione di incontrarsi da soli.

Lei avrebbe tanto voluto spiegargli che in realtà quello che aveva detto le era uscito involontariamente dalla bocca solo perché Alain l’aveva esasperata e provocata e che i suoi sentimenti erano molto diversi. Ma non trovò il coraggio. 

Del resto, lui evitava persino di incrociare il suo sguardo e si era chiuso in un mutismo assoluto. “Andrè oggi abbiamo la giornata libera, andiamo a Parigi a divertirci, farà bene a tutti e due.”propose Alain. “Va bene Alain, hai ragione andiamo”.

Si prepararono e uscirono. I momenti di libertà erano così pochi che valeva la pena non sprecarli in inutili tormenti.

Giravano per un mercatino affollato. Faceva molto caldo e videro un banchetto dove si vendevano angurie.

Due belle ragazze servivano i clienti. “Ragazzi prendetene due pezzi, sono fresche e dissetanti” Si grazie rispose Andrè timidamente. “Siete nuovi di queste parti! Non vi abbiamo mai visto” chiesero le giovani. “No, siamo soldati della guardia di Parigi. E’ che non abbiamo molto tempo per divertirci!” scherzò Alain.

“Beh è un vero peccato” risposero le ragazze ridacchiando. “Io mi chiamo Camille e lei è mia cugina  Margot.”

“E io mi chiamo Alain e il mio amico Andrè, piacere ragazze!”. Camille era una bella ragazza  castana dagli occhi scuri.

Margot era bionda e aveva meravigliosi occhi verdi e un sorriso dolce. Avevano entrambe un aspetto curato. Il banchetto è della nostra famiglia e noi lavoriamo qui tutti  i giorni.  Veniteci a trovare ogni tanto” esclamò Camille.  “Ci fa sempre piacere conoscere dei bei giovanotti!. “In realtà  oggi abbiamo tutta  la giornata libera.” Dissè Alain con aria maliziosa. “Davvero? Tra poco arriva la zia a darci il cambio, potremmo fare una passeggiata!” ribattè Camille. “Va bene” e  iniziarono aridere.

Con l’arrivo della zia si incamminarono per le vie della città. Alain e Camille sembravano subito essere in sintonia. Andrè eMargot erano più taciturni. Poi però iniziarono a scherzare raccontando aneddoti sulla vita da caserma.

La giornata trascorse velocemente e si salutarono con la promessa di rivedersi appena possibile.

“Andrè hai visto come ti guardava! Le piaci, si vede!”. Andrè arrossi. “Ma si” pensò “un po’ di distrazione non può farmi male”. E poi Margot è davvero carina.  I capelli biondi le ricordavano quelli di Oscar ma l’espressione e l’atteggiamento erano davvero molto diversi. Era sensuale, femminile, procace. Il suo seno era strizzato nel corpetto aderente.

Si rincontrarono dopo qualche giorno in occasione di un permesso di qualche ora. Andrè aveva pensato a lei qualche volta. Si sforzava di sostituire l’immagine della ragazza a quella di Oscar che gli procurava tanto dolore.

Fecero una passeggiata lungo la Senna e Alain e Margot  rimasti in disparte iniziarono a  flirtare.  “Margot fissava Andrè con aria interrogativa. “A cosa stai pensando?” gli chiese. “Penso che sono con un ragazza molto bella e mi sento un po’ impacciato. Sai, la vita del soldato ti fa perdere certi piaceri della vita”. Si sorprese di se’ nel dire quelle parole. Ma cosa voleva fare?  Era forse quello il modo di dimenticare Oscar? Forse no, ma quella sera non voleva pensarci. 

“Conosciamo un posto dove si può stare più tranquilli” disse Camille “ ci andiamo?” “Per me va bene, tu che dici Andrè?” “Va bene Alain” rispose.

 

Raggiunsero una casa e vi entrarono  forzando il portone.

“ E’ disabitata” spiegò Camille “ ogni tanto veniamo  qui per stare da sole”.

“Beh, fantastico”. Notarono  che nella casa vi erano due piccole camere dove vi erano dei letti malridotti. Camille e Alain sparirono in una di queste camere. Andrè e Margot rimasti soli iniziarono a guardarsi negli occhi e si baciarono teneramente. Ben presto i baci si fecero più focosi e si trovarono distesi sul letto.

La mente di Andrè era completamente svuotata, si sentiva libero da ogni pensiero. Continuò a baciarla e accarezzarla fino a che, ritrovandosi quasi completamente spogliati,  i loro corpi si unirono in un atto di amore.  

Si ritrovò  poi a tenerla tra le braccia  accarezzandole i capelli sciolti. Era stato davvero bello, ne aveva bisogno. Dopotutto era un uomo, no? E gli uomini hanno le loro necessità.

 

Quando si ritrovarono i quattro capirono che l’esito della serata era stato lo stesso per tutti. 

Le riaccompagnarono a casa e si promisero di vedersi il prima possibile.

Non aveva mai pensato ad Oscar in quei momenti. Risentiva liberato e sollevato.

“Amico mio hai seguito il mio consiglio!” scherzò Alain. “Forse inizia una nuova vita”.

 

 

Dopo qualche giorno però Andrè fu assalito dai dubbi e dal rimorso.

Come posso cancellare il tuo ricordo nelle braccia di un’altra donna?  Questo mi farà stare meglio? Ne dubito purtroppo”.

Alain era però entusiasta e Andrè si fece coinvolgere  dall’euforia.

Seguirono altri incontri furtivi nei momenti in cui era loro permesso uscire dalla caserma. 

Ma presto Andrè si trovò a pensare ad Oscar anche quando era tra le braccia di Camille e a tratti odiandola perché non era lei. E si sentiva anche in colpa per non essere sincero con la ragazza che gli donava il suo amore senza chiedergli nulla in cambio.

Una volta lei aveva colto un’espressione triste nel volto di lui e aveva chiesto la ragione. “Non vi è nessuna ragione piccola indovina, pensavo alla mia vita e a quanto sono stato spesso stupido.” “Per amore?” ribattè lei. “Mah, anche”.

“Andrè chi è Oscar? Ti ho sentito pronunciare quel nome mentre dormivi. E’ un tuo amico?”.

Andrè risentì le lacrime salire dal profondo del suo animo sino agli occhi. “Si, una persona alla quale tengo molto.  Ma è una persona troppo complicata, è un’anima libera  che è stata chiusa in gabbia per troppo tempo. E temo che non ci sia più la possibilità per lei di ritornare sui suoi passi.   “ In che senso?”

“Non ne parliamo ti spiace?”

“Va bene, come vuoi”sembrò rassegnarsi lei.

 

Avevano passato la notte insieme e al mattino presto  lui doveva tornare i caserma.

 Lei  insistette per accompagnarlo sino all’edificio. 

Quella mattina Oscar rientrava in caserma dopo un soggiorno a casa Jarjayes. Mentre raggiungeva a cavallo il cancello della  caserma vide una scena  alla quale no riusciva a credere. 

Andrè si avvicinava dalla parte opposta alla sua in compagnia di una bella ragazza bionda. I due scherzavano allegramente e giocavano a rincorrersi.

Rimase impietrita e si sentì gelare il sangue nelle vene. Chi diavolo era quella donna? Cosa faceva con Andre? Sentiva il cuore pulsarle nel petto e la testa le girava. Andrè non la vide e lei si precipitò in caserma.

L’aveva perso dunque? Era stata così stupida da rifiutarlo e umiliarlo  e ora l’aveva perso.

Ora lui aveva una donna con la quale magari era felice.

Forse lei non era più nel suo cuore e nei suoi pensieri. E la colpa non era certo di Andrè.

Persa tra questi pensieri senti delle voci provenire dal corridoio. “ Certo che Alain e Andrè se la stanno spassando da un po’ di tempo!. Magari capitasse anche a noi”.

Si chiuse nel suo ufficio e iniziò a piangere disperatamente cercando di soffocare ogni singhiozzo per non farsi sentire. Si sentiva sola, inutile, stupida.

Si era comportata come la peggiore delle donne.  Si era fatta sopraffare dalla sua codardia, dalle convenzioni  sociali,dal timore della reazione del padre. Ma soprattutto dal rifiuto di essere donna. E ora era troppo tardi. Lo aveva perso.

 

Andrè non si accorse di nulla e continuava a crogiolarsi nei suoi tornenti.

Non amava Margot. Amava Oscar e questo era fuori discussione.

Venti anni di  amore e devozione non si dimenticano. Oscar non si dimentica.

Non poteva cancellare i lunghi capelli  il cui colore faceva invidia al sole,  gli occhi azzurri profondi, intensi e cristallini come il più limpido degli oceani.

Non poteva scordare il suo corpo perfetto, le lunghe gambe, le mani affusolate. La sua risata allegra, i pianti disperati.  I suoi tormenti e le sofferenze per  le imposizioni del padre. La sua profonda intelligenza, la bontà d’animo, il coraggio, la lealtà.

Non dimenticava la gioia che la sua semplice presenza aveva il potere di infondergli.  

Ma non poteva neanche dimenticare che lei lo aveva respinto e che non avrebbe mai potuto amarlo. Non poteva scordare che lei non sarebbe mai stata sua.

 

Nonostante il tentativo  di rimanere impassibile,  Alain notò che Oscar era particolarmente triste da qualche giorno.  Aveva gli occhi rossi e sembrava essere indifferente a tutto.

“E’ strana  da qualche giorno  il comandante” disse Alain rivolgendosi ad  Andrè.

“Non lo so, ormai non riesco più a capirla. Vedrai che non è niente. La situazione a Parigi sta precipitando e la decisione di sciogliere gli Stati Generali  ha aggravato la situazione. Il popolo reagirà in modo incontrollabile.”

“Cosa faremo se ci fosse la rivoluzione Andrè? Le resterai vicino Andrè?”.

“Vedi Alain, molti anni fa Oscar offrì  la sua vita in cambio della mia e io decisi che un giorno, se fosse stato necessario avrei  fatto la stessa cosa. Quello che è successo tra di noi con cambia nulla”. “Capisco” sospirò Alain.

“E nonostante tutto continui ad amarla vero?”

“Si Alain, non potrei vivere senza di lei”.

“Quindi neanche la dolce Margot è riuscita a farti rinsavire” lo sbeffeggiò Alain.

“E  una cara ragazza e io non merito il suo affetto. Non potrò mai ricambiare  il suo amore e penso che l’abbia capito.”

 

   
 
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