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Autore: ellephedre    31/03/2010    10 recensioni
Un anno e mezzo dopo la battaglia con Galaxia, Ami Mizuno ha davanti a sé una lunga vita, un destino da guerriera Sailor e paure che preferirebbe dimenticare. Ma incontrerà chi la costringerà ad affrontarle. A vincerle.
"Ami Mizuno aveva capelli tanto scuri e lucenti da aver passato il limite del nero. Erano blu i fili corti che le adornavano la testa, schiariti da un sole che aveva deciso che il colore della notte era troppo cupo per lei. Una spiegazione romantica, a giustificare la differenza con le chiome corvine dei suoi genitori.
Sailor Mercury aveva il colore dei capelli di sua madre. Un poco più scuri, una differenza quasi irrilevante. Il taglio degli occhi era identico: grandi occhi dolci, le avevano detto le sue amiche, con lunghe ciglia e palpebre vispe che non si sarebbero mai azzardate a pesarle sullo sguardo. La bocca. Le era sempre piaciuta. La luce artificiale faceva brillare il rosa scuro delle sue labbra come un frutto maturo e delicato; il sole le donava la tonalità di un bel fiore in boccio."

Oltre il quarto capitolo la storia continua con delle scene.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ami/Amy, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Oltre le stelle Saga' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Acqua viva
Acqua viva

Autore: ellephedre

Disclaimer: i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.


Febbraio

Simmetria.
Trasformazione senza variazioni.
Particolare ordine.
Ami osservò l'esempio davanti a lei, quindi l'operazione sul foglio. Creò la simmetrica della matrice quadrata e contemplò il risultato. Era bello.
Alzò gli occhi. Sì, proprio bello.
Per quale ragione la simmetria attirava l'attenzione?
Aveva letto da qualche parte che nemmeno gli animali erano immuni dall'effetto... beh, stava considerando una differenza inesistente: gli esseri umani erano animali.
Che fosse centrale o assiale, la simmetria spingeva l'occhio a concentrarvisi. Forse era per questo che le caratteristiche esterne erano simmetriche più spesso di quelle interne. L'origine della simmetria era da ricercarsi nella necessità degli organismi di darsi una forma semplice e utile alla vita. Forse l'esaltazione delle caratteristiche di simmetria nelle conformazioni esterne era soprattutto una conseguenza di criteri di funzionalità, tuttavia poteva anche trattarsi del frutto di una selezione evolutiva. La simmetria, percepita come buona, era diventata bella, desiderabile.
Ami fissò lo sguardo sull'esempio davanti a lei e, per testare la teoria, iniziò a eliminare i colori.
Prima mandò via il castano chiaro dei capelli che accarezzavano la fronte di Alexander. In un supermercato, passando per caso per il reparto di tinte per capelli, aveva scoperto che per la tonalità di lui non c'era un nome preciso: variava dal biondo scuro al castano chiaro dorato, a seconda delle marche. Si era domandata se lei non vedesse il biondo per via del colore più intenso dei capelli di Usagi e Minako, ma aveva lasciato perdere allora come lasciò perdere in quel momento. Passò ad eliminare il verde-azzurro degli occhi di lui, abbassati sul libro, e proseguì col misto di rosa-giallo-marrone che era semplicemente pelle chiara. Le labbra di Alex erano di una tonalità più scura, ma quelle la distraevano perciò le lasciò stare.
Dunque... simmetria. Sì, alla base c'era quella.
Sul viso di lui era tutto regolare: una linea assiale gli divideva il volto in due, passando dal naso, rispecchiando sia a destra che a sinistra quasi la stessa immagine. Mento normalmente curvo sulla punta, con un'ombra un poco sopra a indicarne la profondità; linea precisa della mascella, che si univa al collo alla stessa altezza sia a destra che a sinistra. Bocca con labbro inferiore e superiore del medesimo spessore tranne che ai lati, dove il primo rientrava creando un angolo appena alto, più vivo che allegro; narici basse, lievemente ampie e quasi senza curve, punta del naso tra il triangolare e il rettangolare che proseguiva in maniera regolare su un fusto di cartilagine che si stringeva di poco nel fermarsi in mezzo agli occhi, ricadendo precipitosamente e morbidamente di lato per tutto il percorso; accanto vi erano zigomi alti ben visibili e, appena più in alto, occhi equidistanti dal naso, infossati al punto giusto sotto sopracciglia spesse all'inizio che si assottigliavano verso l'alto sulla fine, in una linea più dritta che curva, quel tanto che bastava a creare un'ombra interessante.
Hmm.
Non era forse più interessante il fatto che tutta quella simmetria sparisse nel momento stesso in cui Alexander cominciava a parlare? Sia da serio che da allegro, lui aveva sempre qualcosa di sollevato o abbassato, che fosse l'angolo della bocca, la palpebra di un occhio o un sopracciglio.
Ami riportò l'attenzione sul foglio: la matrice era bella, ma per lei era più divertente lavorare su un insieme in cui una sequenza non risultasse immediatamente evidente. Lo stesso era nei visi umani, in un certo senso.
Alzò di nuovo lo sguardo sull'esempio e le fu naturale cominciare a fare un paragone.
Occhi chiari incrociarono i suoi. «... Cosa c'è?» .
«Guardo.» Non spostò l'attenzione da dove la teneva. Forse avrebbe dovuto, perché il viso di lui si deformò in una risata.
«Me?»
Non proprio. «Riflettevo sulla simmetria. Oggettivamente, è attraente.»
Alexander fece una brevissima pausa. «Simmetrico mi piace come complimento.»
«Alla fine però ho concluso che la percezione della bellezza non si basa necessariamente su basi simmetriche.»
Lui rimase perplesso. «No?»
«Ho pensato a Yamato-kun.» L'amico di lunga data di lui, che le era stato presentato circa un mese prima.
Le sopracciglia di Alexander si sollevarono un poco, del tutto simmetricamente.
Lei continuò. «Lui non è così regolare. Alla base sì, ma non nei particolari.» Indicò la propria bocca, il naso e la zona generale degli occhi. «Eppure sono proprio quelli a renderlo notevole.»
L'espressione di Alexander si fece neutra, guardinga.
... gli aveva detto qualcosa di strano?
«Lo hai osservato bene» le disse lui.
«Beh, sì. È tuo amico.» Perciò era stato naturale osservarlo, studiarlo.
«Già.»
Il viso di Alexander era tornato a rilassarsi. Prima era stato... teso.
Ma... «È tuo amico.»
«Sì» si limitò a confermare lui, incerto sull'obiezione.
«Voglio dire che non puoi essere geloso. E poi era solo un'osservazione.»
Alexander si prese un attimo di silenzio. «Lo so. Infatti non ho detto niente.»
Invece le aveva fatto un'annotazione, per quanto generale. «Non dovrebbe proprio darti fastidio, è questo che intendo dire.»
«Penso che sia... naturale. O forse sono solo io, ma per me è naturale.»
Era proprio una cosa sciocca.
Alexander unì le labbra in una piega divertita su un lato e lievemente risentita sull'altro. «Se per te non è lo stesso, almeno potresti tentare di non giudicarmi.»
«È solo poco intelligente.» Non pensava male di lui, ma niente le avrebbe tolto quella convinzione.
Alexander la fissò negli occhi per un lungo momento. Poi anche nel suo sguardo
si accese una luce. «La tua amica Minako... è proprio bella.»
Come?
«L'ho pensato sin dalla prima volta che l'ho vista.»
Sentirlo sottolineare il concetto la irritò.
Lui rimase in silenzio, a guardarla.
Ami spostò gli occhi sulla grande vetrata accanto al tavolo e rimase così.
Passarono due secondi. Tre. Quat-
«Ti ha infastidito quello che ho detto o la vendetta in sé?»
Per lei parlò una rabbia sottile. «Tutte e due.» Si accorse che avrebbe voluto dire 'solo la seconda', per non dargliela vinta.
Udì il suono della sedia che si sollevava da terra, che si avvicinava. Si trovavano in biblioteca.
«Allora mi dispiace per tutte e due.» Alexander aveva appoggiato i gomiti sul tavolo, vicino a lei. «Per la prima cosa e anche per la seconda.»
Ami restò in silenzio, ma solo perché non seppe scegliere tra le cose da dire.
Alexander si era avvicinato ancora. «Penso che Minako sia bella come tu pensi che Yamato sia notevole. Cioè, non me ne importa niente.»
Sbagliato. «Se non ti fosse importato, non ti saresti vendicato.»
«Quella è stata la reazione stupida a te che mi dicevi che ero poco intelligente.»
Lei voltò la testa di scatto. «Non lo penso.»
«Lo so, per questo il mio era un attacco stupido.»
Il ragionamento filava liscio come l'olio. Allora perché erano finiti in quella situazione? Qualunque cosa fosse successa, a lei non era ancora passata.
Si sentì prendere una mano, il tocco delicato. «So sorry. Lo sono, davvero.»
Va bene.
... sì, certo che andava bene.
Alexander aveva inclinato la testa, incrociando lo sguardo che lei aveva fissato sul tavolo. «Sai una cosa? Credo che tu sia più che simmetrica.»
Fu inutile tentare di nascondere il sorriso.
Un dito di lui si appoggiò sul suo naso. «Perché simmetrica lo sei. Da qui» l'indice di Alexander si fermò sulla punta, «a qui.» Il polpastrello cadde sulle sue labbra provocandole un brivido. «E ci sono anche questi» lui appoggiò la fronte contro la sua, fissandola negli occhi, «che sono grandi e totalmente speculari al naso.» Strofinò il proprio naso contro il suo, più sfiorandolo che toccandolo. «Ma alla fine, per me sei solo... freschezza. Ti vedo e penso all'aria o all'acqua. Al fatto che sei pace e la cosa più bella che abbia mai visto.»
Ami si lasciò invadere da una felicità sciocca: aveva proprio avuto bisogno di sentirglielo dire.
Ora era contento anche lui. «È importante: non solo 'ragazza' o persona, proprio cosa. Competi con lo spazio intero e lo batti.»
Lei gli accarezzò la bocca con le labbra. Così iniziò un bacio e finirono i pensieri, per lunghi momenti. Poi lui le appoggiò una mano su un ginocchio, lei sussultò e Alexander si ritrasse di scatto.
Ami avvampò. «Ah... scusa.» Lui si era solo appoggiato per stare più comodo, perché si era innervosita?
«No, è... Niente, va bene.»
Eppure lui le sembrò molto più attento quando, tornando a toccarla, le prese solo le mani. «Sai, lo pensavo anche prima: per oggi basta studiare, andiamo da qualche parte.»
Beh, erano le tre del pomeriggio di sabato ed era una bella giornata. Gli esami erano ancora lontani. «Sì.»
A lui bastò l'assenso per alzarsi e cominciare a rimettere a posto le proprie cose, felice.
Ami si alzò in piedi a sua volta, lasciandosi colpire solo in quel momento da un'idea naturale. Le diede voce non prima di aver scelto le parole giuste, per non essere troppo banale. «Per me... tu sei il migliore.»
Attirò l'attenzione di lui.
«D'aspetto, in tutto quanto.»
Alexander non trattenne il sorriso. «Il 'tutto quanto' l'hai aggiunto dimenticandoti di poco fa. Dev'essere proprio amore.»
Lei fece finta di pensarci. «Anche. Forse.»
Lui ne fu più sereno che divertito. «Allora sarai love.»
Per un momento lei non lo seguì.
«Mine and yours.» Il mio e il tuo. «Love, ti chiamerò così.»
Il sentimento faceva quasi male da quanto era bello.
Sì, era proprio amore.

FINE



NdA - grazie mille per le recensioni al precedente capitolo!
Ecco le risposte.
- Himechan: oh sì, questi due pensano troppo, Ami soprattutto. Non può farne a meno, ma sciogliersi le piace ugualmente :) (ad Alexander poi piace un sacco). Per certi versi sono ancora un pochino ingenui e non del tutto maturi (ho voluto farlo vedere qui per ciascuno di loro due), ma le loro personalità mi piacciono, sono adatte a questa fase della loro vita ;) Un abbraccio a te.
- pingui79 - anche a me fa uno strano effetto tornare indietro nel tempo :D Poi mi metto semplicemente nei panni di questi che il futuro non lo conoscono e la scena viene via che è un piacere :) Sono contenta che tu abbia gradito, grazie per avermelo fatto sapere.
- akane_val - tu Alexander lo hai capito benissimo, stava pensando esattamente quello che hai scritto ;) Qui più che risposte sagaci c'è stata un'annotazione cattivella e poi tanto love. :D Sono veramente tanto felice che il mio personaggio originale ti piaccia tanto, mi commuove *_* Ciao!
- chichilina - sì, mi parlasti della tua intenzione di stampare ciò che scrivo. Lo revisiono talmente tanto volte ('Verso l'alba' in particolare) che ti devo proprio dire che è meglio se aspetti :D Ma soprattutto, ovviamente, che sono onorata. La nota sul fatto che ti pare di conoscere questi due è un grandissimo complimento, specie perché lui l'ho inventato da capo e quando sono partita a delinearlo è stato faticoso. Grazie mille!
- Nicoranus83 - mi inginocchio io a te che leggi tutto quello che scrivi e commenti sempre. Un grazie enorme! Riuscire a non scrivere papiri mi riempie di soddisfazione (:D) e sono contenta di sapere che trasmetto qualcosa anche così. Ciao!
- ggsi - Oh sì, Ami gioca sempre per vincere quando ha davanti una scacchiera. I tre aggettivi che ti sono piaciuti e il successivo ritmo mi venuti un po' dal nulla, ogni tanto ho queste illuminazioni (per tutto il resto la riflessione è lunga e dolorosa... :D:D). Come facevo dire a Minako nell'ultimo capitolo di 'Verso l'alba', Alexander è tanto un bravo ragazzo, gentile e perso di Ami, ma non è che sia immune da qualche piccolo e fastidioso difetto, tipo quella sottile vena vendicativa che non ama critiche alla propria intelligenza. Sono contenta che il precedente pezzo ti sia piaciuto tanto, grazie della sempre precisa opinione :)
- amayuccia - ma sai che mi hai fatto tornare in mente che c'era anche da descrivere questo anniversario loro? :D Cioè, non ci stavo pensando più di tanto (sta succedendo troppa roba in 'Verso l'alba') :D Mi sa che lo farò arrivare un po' come una sorpresa anche per loro.
Hai ragione, Ami conosce cosa sia il sacrificio dei pedoni (anche quando lo è lei stessa), è molto logica in questo.
Ami si innervosisce anche solo quando lui le tocca il ginocchio, Alexander sta imparando a capire che quella parte lupo la deve tener nascosta per un bel po' (ma è una fortuna che in questo momento non sappia per quanto, altrimenti si dispererebbe :D)
Io lo avevo detto che lui era infame (veramente lo diceva lui stesso di sé, in Interludio scena 4) e sì, parlava della questione del capitolo 8 di 'Verso l'alba'. Per quanto riguarda la mentalità delle ragazze giapponesi, so che i giapponesi in genere sono molto meno lanciati degli europei o americani, ma si stanno evolvendo da quando sono entrati in contatto con la cultura occidentale (poveri loro) e non penso che le ragazze siano tutte come negli shoujo-manga ;)
A parte questo volevo rendere il contesto un po' più realistico e moderno da questo punto di vista.
Hiii, alla fine ho deciso di saltare la scena dell'incontro Ami-Yamato, però in compenso credo proprio che scriverò qui quello di Mamoru e Alexander: mi è venuto in mente come strutturarlo e la lunghezza di queste scene dovrebbe adattarsi bene.
La caratterizzazione è ciò che mi impegna di più e provare a immaginare ogni volta cosa provano o pensano anche personaggi che non ho creato (come Ami e Rei) ma che ho amato, mi esalta :)
Ciao e non preoccuparti per la brevità di questi scritti, i mega capitoloni di 'Verso l'alba' sono sempre dietro l'angolo :D
- maryusa - addirittura non riesci più a immaginare la serie senza Alexander (rossore e imbarazzo). Grazie :) E sono contenta che 'Acqua viva' ti sia piaciuta tanto, è stata una storiella con un parto difficile (lui era il mio primo personaggio originale) che non è venuta tanto male :) Grazie tantissime per la recensione!

Alla prossima,
ellephedre
   
 
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