II.
La barriera incorporea dell’oricalco palpitava intorno a noi:
era stata questa la prima, prevedibile, mossa di Dartz, che subito dopo pose un
mostro coperto sul terreno. Non fece altro; così la mano passò a Yami.
Il faraone, che era alla mia destra, non sembrava contento
delle carte che aveva pescato, glielo leggevo nella sfumatura nervosa che aveva
sul viso. O forse era preoccupato per il duello? In ogni caso, mise in campo
l’Elfo Antico in posizione di difesa.
Poi toccò di nuovo a Dartz, che con la sua solita schifosa
vanità sacrificò il suo mostro per evocare una specie di animale molto potente
che, disse, aveva come effetto il bloccare l’attacco di qualunque mostro non di
tipo drago.
Era il mio turno. Guardai le cinque carte che avevo pescato:
schifezza delle schifezze, non avevo neanche un mostro per difendermi. Pescai
un’altra carta, sperando con tutto il cuore che fosse un mostro. In effetti lo
era, era una splendida fata di nome Megami.
Ma era un mostro a cinque stelle….
Un soffio gelido mi fece congelare. Mi spaventai di colpo; se
non mettevo nessun mostro in campo, nel turno successivo Dartz mi avrebbe
attaccato sicuramente i punti vitali, togliendomene più di metà. Mi pentii di
non essere fuggita via come mi aveva detto Yami: nel caso io avessi perso la
partita, lui e gli altri avrebbero dovuto consegnare la loro anima per colpa
mia.
Sentivo gli sguardi curiosi di tutti su di me. Per evitarli,
chinai la testa sulle mie carte, e rimasi stupita: prima non me n’ero accorta,
ma avevo in mano una trappola il cui effetto era quello di “trasformare tutti
i mostri dal tuo lato del campo in mostri di tipo drago nel turno in cui viene
attivata”. D. Tribù. Mai sentito, ma faceva proprio al caso nostro. La
giocai coperta e passai il turno, sperando che quel vanesio non volesse
rischiare di attaccarmi pensando ad una trappola; ma Dartz non si lasciò
incantare e mi attaccò. Sarei stata finita, se Yami non avesse usato il suo Elfo
per proteggermi…
Il disgustoso mostro di Dartz lo distrusse sprigionando una
potenza tale che il faraone fu spazzato a terra. Mentre Joey si vendicava del
suo amico con altri mostri e altre carte, io corsi da Yami, sentendomi sempre
più in colpa. Un freddo oscuro si insinuò nel mio cuore, gelandolo. Presi a
tremare senza controllo. Il vento gelido mi schiaffeggiava la pelle, e a volte
era così forte che mi toglieva persino il respiro.
Raggiunsi Yami, combattendo contro il mio malessere
sconosciuto: lui sembrava, anzi era arrabbiato con me, e ne aveva tutte le
ragioni di questo mondo.
“Perdonami” gli dissi, sinceramente dispiaciuta.
“Fa nulla” replicò lui piatto, senza guardarmi negli occhi.
Manteneva tutta la calma e il sangue freddo possibile; ma era visibilmente teso.
Non volle che lo aiutassi a rialzarsi, allora mi chinai io vicino a lui e, prima
che potesse proferire parola, gli dissi velocemente all’orecchio: “Qual'è la
potenzialità d'attacco dei mostri che hai? Posso trasformarli in mostri di tipo
drago per attaccare quello psicotico".
Lui alzò la testa di scatto e mi guardò come sorpreso, ma con
un gesto mi fece capire che non aveva pescato delle carte abbastanza potenti.
Scosse la testa. Poi mi disse: "Non capisco perché tu abbia accettato di
combattere insieme a noi. Non ti rendi conto di quanto sia pericoloso? Sei
semplicemente matta, o hai voglia di vedere il nostro mondo distrutto?".
Accettai come una bambina quel rimprovero, anche se di solito
odio essere trattata in questo modo. Tutti e due notammo che mentre Seto tirava
fuori un mostro molto forte dal suo deck, Dartz ci osservava con la coda
dell’occhio. Forse credeva che stavamo preparando un piano d’attacco; cercava di
afferrare qualche stralcio della nostra conversazione. Per evitare che ci
riuscisse, Yami mi venne vicino: sentii il suo respiro caldo sul mio orecchio, e
un brivido mi percorse tutta la schiena. In tono flebile e vagamente incerto,
continuò: “O forse lo hai fatto…perché ci vuoi bene?”
Ora le sue labbra mi sfioravano quasi il lato del viso. “Tea,
tu…mi vuoi bene?” mi soffiò all’orecchio, con la sua voce bassa e provocante.
Io sgranai gli occhi per la sorpresa e l’emozione; non
riuscivo assolutamente a credere né a realizzare queste sue ultime parole. La
mia mente era come inceppata....lo guardai: il suo viso perfetto era sempre teso
in quell’espressione fiera e impassibile…ma i suoi occhi…quelli erano lo
specchio dei suoi pensieri. Riflettevano una luce esitante, ansiosa. Sentivo il
suo respiro sulla mia pelle, avevo paura che lui avvertisse i battiti convulsi
del mio cuore e capisse. Eravamo così vicini…
Di colpo, tutto il mondo intorno a me scomparve. Davanti a me
c’era solo Yami: lui era il mio universo, e io non avevo bisogno d’altro per
esistere. Lui era così bello…quell’aria seria lo rendeva così dannatamente sexy.
“No, Yami…” pensai, poggiando la testa sul suo petto “Angelo
nero nel mondo, io non ti voglio bene, io ti amo. Quanto vorrei poterlo urlare,
che ti amo, ti amo davvero. Mi hai rubato il cuore, ed ora appartiene a te, a te
solo, mio faraone…io…so che tu hai brillato per l’Egitto, e che ora la tua luce
deve illuminare il mondo, eppure…ti vorrei solo per me. Tu sei la mia luce, la
mia vita, tutto il mio mondo. Ti amo per la tua fierezza, il tuo coraggio,
perché sei sempre accanto a me per proteggermi…amo i tuoi occhi, la tua
anima…tutto di te…” sorrisi “Ti amo, Yami. Ti amo, semplicemente”.
Mi strinsi di più a lui. Non avevo più freddo. Quel contatto
con il suo corpo caldo mi soggiogava, il suo profumo intenso era come una droga
per me. Provai un impulso irresistibile di baciarlo…cercai di tornare in me e
allontanarmi da lui, prima che le cose degenerassero.
Ma eravamo davvero troppo vicini.
Alzai la testa per perdermi un’altra volta nei suoi occhi
meravigliosi, poi chiusi i miei e lo baciai sulle labbra, piano, più piano e più
dolcemente che potei, perché volevo imprimere quel momento nella mia memoria,
assaporarne ogni istante e ogni sensazione.
Lui non rifiutò quel gesto, ma non fece neanche altro. Cosa
avrebbe dovuto fare? In fondo, era solo il dolce bacio di un’amica. Già,
un’amica…
Mi sciolsi da lui, e gli accarezzargli tristemente i capelli
dietro l’orecchio. Lo baciai di nuovo, ma stavolta mi staccai quasi subito,
perché sapevo che tutto ciò non mi era concesso.
Feci per allontanarmi da lui, ma lui me lo impedì
sollevandomi il mento con la mano e costringendomi ad alzare la testa per
guardarlo. Era serio e aveva uno sguardo penetrante, mentre io mi accorsi di
essere molto rossa in viso, e dovevo avere anche un’aria ridicola, perché mentre
d’un tratto, mentre continuava a fissarmi, vidi dipingersi sulle sue labbra
disegnate un sorriso impercettibile.
Quasi pensavo che sarebbe scoppiato a ridermi in faccia,
invece lui chiuse gli occhi e mi baciò con quelle sue labbra eccitanti, ed io
sentii uno sfarfallio crescente dalle parti dello stomaco. Il vortice di
sensazioni e pensieri che fino a poco fa mi avevano tormentato annegò nel
sentimento d’amore che travolse entrambi. Chiusi gli occhi e ricambiai quel
bacio pieno di passione, mi persi in lui, e continuammo a baciarci con tale
ardore che sembrava volessimo scambiarci l’anima.
Sentii il fruscio delle sue adorate carte da gioco che
cadevano a terra. Le mie le avevo abbandonate da tempo. Le sue braccia forti mi
circondarono e mi strinsero, mentre lui continuava a baciarmi per tutto il viso.
Mi baciò vicino agli occhi, sulla guancia, fino agli angoli delle labbra, piano,
senza fretta, e io sentivo il sangue ribollirmi nelle vene. La sua stretta era
proprio come l’avevo sempre immaginata, forte, calda, rassicurante. E
passionale. Lui era un tipo tremendamente passionale…
“Faraone” gli sussurrai, carezzandogli i capelli, mentre lui
scendeva a baciarmi il collo, deliziata da quel trattamento divino. Mi mossi per
cercare le sue labbra con le mie, avida di quel contatto così intimo e
travolgente. Già sentivo il suo respiro ansante sulle mie labbra, quando lui si
staccò di scatto da me.
Io lo guardai, disorientata, e lui scosse velocemente la
testa, atterrito. “Tea…io…non posso…io…” balbettò, deglutendo, gli occhi vitrei,
improvvisamente sconvolto, come se si fosse appena ricordato di una cosa
importantissima. “Io amo…io amo Dartz” disse.
Mi sentii crollare le braccia. “C-Che COSA?!?!”
Yami annuì, e mi afferrò le mani che strinse fra le sue. “Mi spiace! Mi
spiace tanto, ma sai, oscurità con oscurità, non posso resistere…! E…e poi…c’è
anche Joey…cioè, io dico solo che è il mio migliore amico, però in realtà lui mi
piace un sacco…anche Duke non è male…Seto poi, mi fa impazzire…ma anche Yugi…!”
cominciò ad enumerare Yami, scuotendo le mani con aria sempre più entusiastica.
Io non riuscivo a crederci…il ragazzo dei miei sogni…il
salvatore del mondo…era gay?!
“E vogliamo parlare di quel figo di Bruchido?”
“MA YAMI! TU NON PUOI ESSERE GAY!” strillai, e riaprii gli
occhi, mollandogli un ceffone sulla guancia. Lui quasi perse l’equilibrio, colto
com’era di sorpresa. Mi rialzai e uscii dalla macchina, allontanandomi il più
possibile da lui, sconvolta. Respirai l'aria fredda della notte per calmarmi.
Lui, imitando il cane qual'era, mi tenne dietro con aria da ingenuo innocentino.
"Tea…Tea, cosa...?"
“Sei un IDIOTA!” gli gridai in faccia, stravolta “POTEVI
DIRMELO PRIMA, ALMENO!”
“MA CHE VAI DICENDO?! CHE DOVEVO DIRTI?!” replicò lui,
altrettanto fuori di sé, toccandosi il petto con una mano.
”ME LO POTEVI DIRE CHE ERI GAY!”
Rebecca, Duke e Tristan, intanto, erano usciti dal camper per
guardare la tempesta in atto, chiedendosi il perché di quei tuoni così violenti.
Afferrate le mie ultime parole, Rebecca scosse la testa e tornò dentro. Duke e
Tristan invece si guardarono prima fra loro e poi puntarono gli occhi su di noi.
“Ma…tu sapevi che Yami era gay?” mormorò Duke.
“No, questa mi è nuova…” rispose Tristan.
“Finitela!” troncò Yami, rosso in faccia “Io non sono gay!”
sbottò, scocciato, nella loro direzione. Poi si girò verso di me: “Tea, sei
impazzita, forse?”
"Non provare più a riavvicinarti a me! Stupido!" gli urlai di
rimando, asciugandomi le grosse lacrime che avevano cominciato a sgorgarmi dagli
occhi.
Invece di arrabbiarsi ancora di più per quest’ultima offesa,
Yami divenne improvvisamente calmo. “Tea” disse, in tono convincente “Io non
sono gay. Stavi solo sognando…credo”.
Tristan scoppiò in una risatina. “Ma che…Tea sogna che Yami è
gay?” esclamò fra le risate.
Solo in quel momento mi accorsi davvero della sua presenza.
E, ora che notavo, anche Dartz era scomparso….e Seto…e anche Joey…
Improvvisamente, mi resi conto di quanto fosse sottile il
confine fra sogno e realtà.
“Io…non stavo sognando…" tentai di difendermi "C’era Dartz
e…”.
“E cosa…?” mi incitò Duke, anche lui parecchio divertito
dalla mia cretinaggine.
Yami mi prese da parte e mi allontanò da quei due impiccioni.
"Senti, è successo così: eravamo seduti in macchina aspettando…tu…ti sei
assopita un momento sulla mia spalla…faceva freddo e siccome stavi tremando un
po’ dal freddo e io ti…ti ho preso fra le braccia per riscaldarti..." mi spiegò,
non senza imbarazzo.
“Ah” constatai io. Mi voltai verso di lui, che evitava
accuratamente il mio sguardo, sperando che non notassi il velo di rossore che
gli coloriva graziosamente le guance. In quel momento, una parte di me pensò che
se fino ad ora avevo avuto una minuscola opportunità con lui, adesso l’avevo
distrutta; l’altra però, quella dominante, fissava il giovane faraone
chiedendosi se davvero mi stava dicendo la verità, e fino a che punto il mio
sogno era stato reale. I suoi baci mi bruciavano ancora sul viso....erano stati
davvero solo uno stupido sogno, o mentre io dormivo lui…?
Yami si girò di scatto verso di me, e i nostri occhi si
incatenarono per qualche istante. Lui si era ricomposto un po', e mi squadrò con
quel suo solito sguardo penetrante e misterioso, che sembra riesca a leggerti
ogni singolo pensiero dell'anima. Poi mi diede le spalle, e disse semplicemente:
"Vado a vedere se Rebecca è riuscita a trovare Joey".
Solo in quel momento mi tornò in mente la situazione che
stavamo vivendo: in quello stesso istante Joey stava combattendo contro
qualcuno, forse Mai, forse lo stesso Dartz o qualche suo seguace: era in serio
pericolo, e noi dovevamo trovarlo.
Si, Yami doveva essere davvero preoccupato per il suo
migliore amico…
Anche io lo ero: volevo molto bene a Joey, ma improvvisamente
desiderai che perdesse lo scontro e l’anima. Cercai di scacciare quello sciocco
pensiero dalla testa, eppure non mi riusciva; non riuscivo a dimenticare le
parole del faraone nel sogno. Mentre lo guardavo allontanarsi da me e scomparire
nel camper di Rebecca, tutto ciò che riuscii a provare fu soltanto una fitta di
crudele, profonda, istintiva, amara, insensata, illogica...
…gelosia....
Owari!XD
Grazie per aver letto fino alla fine ^_^
Come premio per il vostro sacrificio, in anteprima ecco la versione wmv del mio
primo amv
su Yu-Gi-Oh. XD
Per favore, lasciatemi un commentino! Me piassono tanto ç.ç