~ Di Notte ~
Di Notte ~ Pierdavide Carone (*1)
“Quella
è la tua macchina?!” chiese stupito Harry vedendo
l'unica auto
ancora posteggiata nel parcheggio verso il quale si stavano
dirigendo.
Pansy,
avvolta nel suo giubbettino di pelle, abbinato a un paio di jeans
slavati a vita bassa e degli stivaletti con un accenno di tacco,
ridacchiò della sua espressione.
“Ma
quanti soldi guadagni scusa?! Una Porsche! Cioè, io guido
una
semplice Mini e tu hai quel gioiellino!?!” esclamò
prima di
correre letteralmente a vedere da vicino l'auto della mora.
Lei
lo osservò sorridendo. Sembrava quasi un bambino che
guardava con
invidia un amichetto che aveva una scopa migliore della sua.
Con
il suo solito passo lento e felpato lo raggiunse.
“Non
la fissare troppo o la fai arrossire. La mia Bimba è
timida.”
scherzò carezzando il cofano della macchina.
“Altro
che timida! Questo bolide decisamente ti rispecchia... Ha tutte le
curve al punto giusto.” esclamò senza pensare a
ciò che usciva
dalle sue labbra visto quanto era intento a osservare gli interni
dell'auto.
Accortosi,
qualche istante dopo, di ciò che gli era sfuggito,
arrossì appena,
ma fece bellamente finta di nulla. In cuor suo, però,
meditava su
ciò che aveva detto. Sapeva per certo che Pansy fosse una
persona
combattiva. E poi aveva quel lato trasgressivo, da diva, da
pantera... E l'animo Serpeverde... Come quella fantastica Porsche.
Scrollò
la testa cercando di non continuare su quei ragionamenti
imbarazzanti.
Doveva
essere colpa dell'orario... Forse era stanco. Infondo la notte di
lì
a poche ore avrebbe lasciato posto al mattino.
Di notte le
emozioni sembrano più dense, di notte
Di
notte nascono le melodie più intense, di notte
“Avanti,
sali. Dobbiamo andare dall'altro lato della
città.” disse Pansy
mentre apriva l'auto e saliva al posto di guida.
“Devo
fidarmi della tua guida? Sai, non vorrei mai ritrovarmi schiantato
addosso al guard-rail...”sussurrò
salendo anche lui con una reverenza enorme per quell'auto da favola e
un po' di timore verso la guidatrice.
La
ex Serpeverde gli lanciò un'occhiataccia.
“Attento
a quel che dici, Sfregiato. Potrei sempre decidere che non ho
più
voglia di darti quel passaggio che mi hai chiesto. E poi sono una
brava attrice. Ci metterei un attimo a farti arrestare per molestie
sessuali.” sibilò con cattiveria.
Odiava
che gli uomini credessero che non fosse in grado di guidare la sua
Bimba.
“O-ok
ok, scherzavo.” ridacchiò allacciandosi le cinture.
La
mora mise in moto e, come faceva sempre, per prima cosa
sistemò la
radio su una stazione che mandasse qualcosa di decente.
Harry
la osservava affascinato. Era strano vedere una Purasangue gestire
così bene qualcosa di Babbano.
“Da
quanto tempo vivi tra i Babbani?” le chiese dopo un po'.
“Che
domanda stupida Potter...” borbottò lei abbassando
il finestrino
per godersi l'aria fresca. “Lo sai che sono cinque anni. Dopo
il
processo ai miei, mi sono quasi subito trasferita tra i Babbani.
All'inizio stavo in una specie di palazzo in cui il Ministero della
Magia aveva messo i ragazzi e le ragazze come me, che potevano
essere integrati con i Babbani con un po' di pazienza, come
ci
definivano loro. Poi, dopo un paio di mesi, siamo diventati un costo
inutile a detta del Ministro così ci hanno lasciati in mezzo
a una
strada.” raccontò fissando con attenzione il
leggero traffico
notturno davanti a sè.
Sembrava
non le importasse poi molto di quello che stava narrando, ma Harry
vide nel suo sguardo una certa rabbia nei confronti dei Maghi.
Ancora
una volta il moro provò una punta di compassione nei suoi
confronti
e percepì un leggero senso di colpa.
Infondo
era un Mago anche lui, anzi, una personalità rilevante tra i
Maghi.
Se c'era qualcuno, escluso il Ministro della Magia, che poteva fare
qualcosa, quello era lui.
E
fa male quando dici che stai male e non sto con te
E
fa male col dolore che t’assale e non sto con te
E
fa male quando non sono all’altezza di star con te
Mi
fa male quando nonostante tutto, tu scegli me
“E
dopo?” chiese fingendo di non essere interessato.
Pansy
sospirò.
“Mi
vergogno un po' a dirlo, ma ho dovuto accontentarmi di fare lavori
davvero umili, a mio parere ben più umilianti di quello di
cubista.”
Il
moro la osservò mentre arrossiva appena.
Pensò a cosa ci potesse
essere di più degradante del suo attuale lavoro, ma l'unica
cosa che
a suo parere lo era, era la prostituzione.
“Cioè?”
chiese quindi sentendosi sempre più in colpa.
Lei
si mordicchiò il labbro.
“Ho
dovuto fare la domestica.” sussurrò.
Dopo
qualche istante Harry scoppiò a ridere.
“Non
c'è nulla di divertente!!! Forse tu pensi che non sia
umiliante
quanto quello che faccio ora, ma per me che sono sempre stata
abituata a essere servita, servire era la cosa più
disgustosa che
potesse capitarmi! Ma che potevo fare?! Almeno così avevo un
tetto
sulla testa e qualcosa da mangiare!”
L'Auror
continuava a ridere e, dopo qualche minuto, sorrise leggermente anche
lei.
E rideremo ancora, come sempre come ora
“Scusa.
Non ridevo di te Pansy. Ridevo di quello che ho pensato io.”
borbottò asciugandosi le lacrime.
La
mora, sentendosi chiamare per nome da lui, sentì un brivido
a fior
di pelle.
Era
una bella sensazione. Le era sconosciuta, e un po' la spaventava. Ma
era piacevole.
“Ah.
Cioè?” chiese curiosa.
“Ehm...
Una stupidaggine. Lascia perdere” disse lui imbarazzato.
“Continua
a raccontare. Sono curioso.”
Pansy
lo osservò, cercando di capire se la stesse prendendo in
giro o
meno, ma poi ripensò al suo nome pronunciato dalle labbra
carnose
del moro, così decise che lui era sicuramente sincero. O
ubriaco, le
suggerì la vocina Serpeverde nella sua mente.
“Ho
fatto la serva per quella famiglia per quasi due anni. Mettevo da
parte quei pochi soldi che mi davano come stipendio e quando sono
riuscita a trovare un lavoro migliore sono andata a vivere con una
vecchia conoscenza.” continuò sorridendo
leggermente al ricordare
quel periodo.
“Una
vecchia conoscenza?” domandò Harry.
“La
conosci anche tu. Veniva ad Hogwarts anche lei. Mi è stata
vicina
anche quando eravamo a scuola e durante il periodo dei processi.
Credo che sia l'unica vera amica che ho guadagnato dai sette anni
passati a scuola.”
“Non
mi dire che è la Greengrass!?” esclamò
perplesso l'ex Grifondoro.
Ricordava
che lei e la bionda erano inseparabili a scuola. Se ne andavano
sempre in giro a braccetto, spettegolando su tutto e tutti.
Però non
poteva credere che la Regina di Ghiaccio, quello il suo soprannome ai
tempi della scuola, potesse essere un'amica nel vero e proprio senso
della parola.
“Si
è lei. Ma non è come tutti credevate che
fosse.” ridacchiò
Pansy. “A scuola si comportava così
perchè c'erano... delle spie
che la controllavano, diciamo così. Daphne era la figlia
maggiore e
suo padre era un po' ossessionato dal fatto che una buona dama si
dovesse comportare sempre come se nulla la toccasse, come se non
avesse sentimenti. Così spesso sembrava che non le
importasse di
niente e nessuno. Ma in realtà lei è una ragazza
simpatica,
affettuosa e comprensiva. Anche timida a volte. Se non fosse stato
per lei probabilmente sarei ancora una squallida cameriera da Fast
food.” si interruppe per osservare meglio la
reazione del
moro.
Lui
se ne stava ad occhi spalancati osservandola incredulo.
La
ballerina sorrise della sua espressione.
“Non
fare quella faccia Potter. Daphne per fortuna aveva una camera
blindata intestata a lei e il Ministero le permise di tenersi quello
che essa conteneva. Cambiò tutto l'oro che aveva in sterline
e ci
comprò una casa. Non se la sentiva di lavorare con i Babbani
quindi
all'inizio era convinta che sarebbe riuscita a vivere della rendita
che le stanze in più che aveva in casa le avrebbero dato.
Peccato
che ogni volta ha beccato l'affittuario sbagliato.” disse con
un'espressione non più sorridente.
“Cosa
intendi?”
“Il
primo, un uomo senegalese sui quaranta, è vissuto con lei
per cinque
mesi e non le ha pagato l'affitto neppure una volta così si
è
arresa a cercarsi un lavoro. Fin cui nulla di male. Poi, quando
finalmente è riuscita a sfrattare quel cretino, ha sperato
di
trovare qualcuno di più corretto ma le è andata
peggio di prima.
Lei pensava fosse un tipo apposto. Era solo uno studente
universitario, aveva la nostra età, e Daphne credeva che
visto che
lavorava le avrebbe pagato quel che le spettava. Invece dopo due
settimane quello è sparito dopo averle svaligiato
casa.” sbottò
furiosa. “Il colpo di grazia è arrivato col terzo
affittuario.
Quello peggiore dei tre. Daphne ha vissuto un anno di inferno ma non
aveva il coraggio di denunciarlo.”
“Denunciarlo?
Che vuoi dire?” chiese stavolta davvero preoccupato.
Gli
occhi della mora erano pieni di rabbia e dolore.
Si
vedeva che per lei Daphne era come una sorella.
“La
picchiava e la stuprava. E lei non faceva nulla. Un giorno, quando
ancora non abitavo con lei, si è presentata nella casa in
cui facevo
la domestica alle tre del mattino. Ci eravamo incontrate poco tempo
prima al Fast food dove
faceva la
cameriera, ma non mi aveva detto nulla di quello che le faceva
quello. Quando l'ho vista coperta di lividi ovunque e in lacrime ho
desiderato ardentemente poter avere la mia bacchetta per torturare a
morte quel pezzo di merda.”
Harry
rimase in silenzio ad osservare la lacrima che silenziosa solcava il
viso della ragazza che continuava a guidare nonostante avesse la
vista un po' offuscata.
Di notte il tuo dolore già mi sta uccidendo, di notte
[…]
E
fa male quando dici che stai male e non sto con te
E
fa male col dolore che t’assale e non sto con te
E
fa male quando non sono all’altezza di star con te
Mi
fa male quando nonostante tutto, tu scegli me
Con
una forte stizza si asciugò le lacrime e continuò.
“Quella
notte me ne sono andata da quella casa con le poche cose che avevo.
La prima cosa che facemmo fu denunciare quello stronzo alla polizia.
Poi vendemmo la casa. Daphne non ce la faceva proprio a stare in quel
posto. Ci trovammo un piccolo appartamento un po' più
spostato verso
la periferia, in un posto tranquillo, dove lei potesse riprendersi da
quell'esperienza terribile. I primi mesi furono i più duri.
Poi
finalmente le cose iniziarono a girare per il verso giusto quando
un'altra vecchia conoscenza è sbucata fuori dal
nulla.” disse
tornando a sorridere serena.
Lo
osservò per un attimo, poi continuò.
“Stavolta
non puoi indovinare chi è perchè neppure io e
Daphne pensavamo che
lui sarebbe entrato nella vita della mia migliore amica diventando la
sua ancora di salvezza. In realtà forse dovresti saperlo
visto che a
scuola lo conoscevi meglio tu che noi.” borbottò
sorridendo
all'espressione pensierosa di Harry.
“L'abbiamo
incontrato quando siamo andate in vacanza in Scozia, sotto le feste
di Natale. Lui era nel nostro stesso albergo ma mentre io e Daphne
volevano solo sciare un po' e goderci qualche vizio che ci
concedevamo quando eravamo ancora ricche, lui era lì per
lavoro.
Cercava erbe rare...” buttò lì
ghignando mentre osservava la
faccia del moro.
Le
fu impossibile trattenersi dal ridere.
“Dovresti
vedere la tua espressione Harry” riuscì a dire tra
le risate.
“Stai
scherzando vero? Dai, non può essere Neville. Io non ce lo
vedo lui
che parla con te e Daphne.” disse perplesso. (*2)
“Ti
devi ricredere invece” sussurrò quando smise di
ridere “Stavamo
facendo colazione e lui si è avvicinato perchè
gli sembrava di
conoscerci. A noi è preso un infarto quando abbiamo capito
che era
Paciock. Sembrava un'altra persona. Apparte per il suo essere
impacciato e timido, ovviamente. Però fisicamente era
totalmente
cambiato. Abbiamo fatto colazione insieme chiacchierando come stiamo
facendo noi ora. Di argomenti meno personali però. In
effetti, mi
chiedo perchè ti sto raccontando la mia vita.”
chiese un po' a sé,
un po' a lui.
Harry
sorrise.
“Forse
hai solo bisogno di parlare con qualcuno e io sono l'unica persona
con cui puoi farlo in questo momento.”
Pansy
non rispose. Rimasero in silenzio per qualche istante.
Lei
lentamente si fermò.
“Siamo arrivati. Portobello Road.” disse
osservando fuori dal finestrino.
“Non
ho voglia di tornare a casa.” borbottò lui dopo
qualche istante.
La
mora si voltò a guardarlo sorpresa.
“Voglio
sentire il resto della storia. Te l'ho detto. Sono molto
curioso.”
Lei
sorrise facendo segno di diniego con la testa.
“E
se invece mi offrissi da bere? Tutto questo parlare mi ha fatto
venire sete.” propose lei ghignando.
Di notte il mondo è giusto perchè sta dormendo, di notte
*****
“Bella
casa.” aveva commentato Pansy varcando la soglia della
villetta in
cui viveva Harry.
“Mi
sa che comunque è più modesta di casa tua...
Siediti pure. Ti porto
una Burrobirra. Sono sicuro che non ne bevi una da una vita.”
disse
quando arrivarono in salotto per poi sparire in cucina.
L'ex
Serpeverde però non si sedette. Osservò invece le
foto appoggiate
sopra alla mensola del camino che stava di fronte a due divani in
pelle bianchi.
C'erano
alcune foto dei tempi di Hogwarts in cui c'era il Trio Miracoli, poi
alcune foto di quando Harry giocava a Quidditch, una foto di quelli
che sembravano i genitori di Harry, una in cui c'era un gruppo di
persone, che decretò essere l'Ordine della Fenice, e infine,
inaspettata, una foto di un ragazzo che le ricordò
tremendamente
Piton e quella che sembrava la madre di Harry da giovane.
“Che
guardi?” chiese lui avvicinandosi a lei porgendole la
bottiglia.
“Oh.”“Ma questo... è
Piton?” sussurrò guardandolo.
Lui
annuì.
“Mia
madre lo conosceva quando era giovane. Questa foto l'ho trovata in
uno scatolone di roba che mia zia teneva nascosta alla sua famiglia.
Sai, il fatto che lei fosse Babbana e mia madre Strega l'aveva spinta
ad odiare mia madre, ma quando lei stava per andarsene di casa ha
ammesso la verità e si sono riconciliate. Finché
non è morta si
sono anche mandate lettere di nascosto da mio zio. Quando io sono
stato affidato loro lei ha dovuto fingere che non le importasse nulla
di me. Poi quando finalmente la guerra con Voldemort è
finita sono
tornato da loro. Per quanto mi avessero trattato male erano stati la
mia famiglia per 16 anni della mia vita. In quell'occasione mia zia
mi ha dato le cose di mamma e ho capito che infondo mi considerava
parte della famiglia almeno lei.” (*3)
Pansy
aveva continuato a fissare Harry che osservava con affetto la ragazza
che nella foto rideva felice dell'espressione buffa di Piton dovuta a
chissà quale motivo a loro ignoto.
“Questa
foto è stata scattata al loro primo anno di scuola.
C'è una nota
scritta da mia madre dietro. Ci tengo particolarmente.”
“Credevo
tu e Piton vi odiaste.” sussurrò timidamente lei
dopo un po'.
Stavolta
l'espressione di Harry era triste e malinconica.
“In
realtà lui mi odiava e mi amava allo stesso tempo. Vedeva
nei miei
occhi quelli di mia madre, ma per il resto ero uguale a mio padre. E
lui le aveva portato via la donna che amava quindi... Era abbastanza
normale che provasse del rancore. Però per anni mi ha
protetto e ha
sacrificato la sua vita per me e per mia madre. Quindi, nonostante
abbia sbagliato tante volte con me, mi ci sono affezionato, anche se
troppo tardi.” (*4)
Rimasero
in silenzio per un po', poi Harry poggiò la foto,
sospirò e la
invitò a sedersi.
“Stai
sviando, comunque. Parlavamo di te prima. Non mi hai ancora finito di
raccontare quello che è successo in Scozia.” ruppe
lui il silenzio
tornando sereno.
Pansy
si tolse il giubbotto e si sedette anche lei.
“Già...
Dopo quella mattina Daphne ha insistito perchè Neville
facesse
colazione con noi tutte le mattine, poi lo invitò anche a
pranzo e
infine una sera anche a cena. Io mi ero accorta che tra loro stava
succedendo qualcosa così una sera le ho fatto credere di non
sentirmi bene, così li ho lasciati soli. E ho fatto bene.
Quando
siamo tornate dalla vacanza in Scozia lui è venuto a
trovarci ogni
volta che il lavoro glielo permetteva e Daphne lo ha convinto anche a
comprarsi un cellulare così potevano sempre tenersi in
contatto.
Alla fine si sono innamorati.”
“Wow...
Non me l'aspettavo. Cioè, loro sono così
diversi...” borbottò
l'ex Grifone.
La
mora ridacchiò.
“Meno
di quel che pensi invece. Prima che si confessassero quello che
provavano ci è voluto quasi un anno. Poi alla fine si sono
svegliati
un po' e io li ho pure convinti a vivere insieme. In quel modo
però
mi sono praticamente buttata fuori di casa da sola. Non mi andava di
fare il terzo incomodo, così ho iniziato a cercare un posto
dove
vivere da sola. Però il mio stipendio non bastava neppure
per un
monolocale in affitto quindi Daphne mi ha aiutata a trovarmi un altro
lavoro.”
“Capisco.
Quindi è stata lei a trovarti il posto come cubista al
Baddest?”
chiese.
“In
un certo senso... Diciamo che è stato grazie a lei. Dopo
averci
messo un anno per capire che erano innamorati i due piccioncini hanno
affrettato un po' le cose. Stavano insieme da tre mesi quando una
mattina Daphne è entrata in cucina urlando come una pazza e
mi ha
detto che si volevano sposare. Così per festeggiare il
sabato sera
l'ho portata al locale. Volevo fare un'ultima uscita con lei prima
che iniziasse a pensare al matrimonio e diventasse una ragazza con la
testa a posto e la fede al dito.” rise ripensando a quella
serata.
“Ne abbiamo combinate di tutti i colori quella notte. Vedendo
quel
palco vuoto vicino al DJ abbiamo ben pensato di scatenarci
lì come
ragazzine ubriache con tutti che ci guardavano. E il proprietario,
invece di mandarci via, ci ha offerto di lavorare per lui. Daphne gli
ha detto di no e anche io all'inizio lo avevo fatto. Poi
però lei
era tornata lì di nascosto un pomeriggio per parlare col
proprietario. Sapeva che avevo bisogno di soldi per andarmene e con
quel lavoro avrei guadagnato bene, ma voleva mettere in chiaro il
fatto che io non avrei fatto la prostituta. Così, quando
quella sera
sono tornata a casa dal mio schifoso lavoro di cameriera del
McDonald, l'ho trovata che
mi faceva i
bagagli e diceva che dovevo andare a lavoro al Baddest quel
sabato.”
terminò lei bevendo un sorso dalla bottiglia che teneva in
mano.
Le
era mancato il sapore dolce della Burrobirra. La birra Babbana non le
era mai piaciuta.
“Ha
un bel caratterino la Greengrass... Neville si è trovato una
tipa
tosta. Chi se lo immaginava... lui e Daphne che si stanno per
sposare... Ehy, a proposito, quando si sposano?”
“Non l'hanno
ancora deciso. Sono mesi che organizzano ma ogni volta che decidono
una data succede qualche imprevisto col lavoro di Daphne. Da quando
lavoro al Baddest lei fa l'hostess. Un po' la invidio.”
borbottò
giocherellando con un ciuffo di capelli.
“Perchè
dovresti? Ormai fai una vita decente anche tu, no?” chiese
Harry.
La
mora chinò il viso.
“Sì,
però fa un lavoro di cui può andare davvero
orgogliosa, che non le
fa guadagnare spesso l'epiteto di puttana...”
sussurrò con
tristezza.
“Ed
ha un uomo che la ama...” aggiunse dopo un po' bevendo quello
che
era rimasto nella bottiglia.
Di notte esce la forza di non dirmi che hai bisogno di me
Harry provò il forte impulso di abbracciarla, consolarla... Farla sentire amata. Almeno per una volta. Almeno per quella notte.
Stanotte ti amerò come se non potessi farlo mai più
“E
tu Harry? Che hai combinato in questi cinque anni?” gli
chiese
interrompendo i suoi pensieri.
Lui
sospirò sorridendo.
“Niente
di particolare. Sono diventato Auror, ho comprato questa casa, passo
i week end con Ted, il mio figlioccio... Vivo finalmente una vita
tranquilla.”
Pansy
sorrise. “Tranquilla e monotona...”
commentò lei.
“Sì,
preferisco godermi un po' di tranquillità. Ho avuto una vita
agitata
per un bel po' di anni quindi mi godo la pace finché me
n'è
concessa.” ridacchiò lui.
“E...”iniziò
incerta “Tu e la Weasley? So che stavate insieme ad
Hogwarts...”
Stavolta
fu Harry ad assumere una espressione triste.
“Forse
per noi non era destino. Ci siamo rimessi insieme alla fine della
Guerra ma... Il tempo passato distante da lei aveva mutato quello che
provavo in un semplice amore fraterno quindi l'ho lasciata... Lei se
l'è presa. Credeva che avessi un'altra... Non ci parliamo
più da
quando abbiamo rotto.” ammise.
“Ah...
scusa, non volevo toccare un argomento che... ecco... insomma, non
pensavo che... lascia perdere” borbottò a disagio.
Harry
pensò che era davvero carina quando si preoccupava e
vedendola a
capo chino mentre giocherellava nervosamente con la bottiglia vuota,
gli fece di nuovo venir voglia di abbracciarla.
Stavolta
però prese coraggio e, sperando che lei non lo respingesse,
le tolse
la bottiglia di mano poggiandola a terra insieme alla sua.
Poi
le si avvicinò, le prese il volto e la guardò
negli occhi per
qualche istante.
Era
bella... Bella da togliere il fiato.
Gli angeli vivono in cielo, ma tu resta qua con me
E
poi non ce la fece più. Era tutta la sera infondo che lo
voleva e
quando finalmente le loro labbra si incontrarono in un bacio
delicato, sentì il cuore balzargli in gola come non gli
succedeva da
un sacco di tempo.
Anche
Pansy sentì il suo cuore risvegliarsi. Nessuno l'aveva mai
baciata
con così tanta dolcezza e non pensava che mai qualcuno lo
avrebbe
fatto.
Eppure
stava accadendo davvero. Harry la stava baciando come Neville faceva
con Daphne... come un uomo bacia la donna che ama... come un marito
bacia sua moglie.
Di
notte un bacio vola verso l’infinito, di notte
Di
notte scopri la dolcezza di un marito, di notte
Fu
un bacio dolce e breve ma a Pansy era parso durasse una vita.
Poi
lui si era distanziato e si era alzato in piedi a disagio.
“Scusa...
non dovevo” prese le bottiglie vuote e andò in
cucina, cercando di
nasconderle il rossore sulle guance.
Lei
si passò le dita sulle labbra...
Già
le mancavano quelle di Harry.
Di notte il verbo amare è un tempo al passato, di notte
*2 a me piace molto la coppia Daphne/Neville e penso che dopo quello che è successo a lei, lui sia la persona giusta per dimenticare il passato e cominciare una vita nuova. Senza contare il fatto che io adoro accoppiare i Serpeverde e i Grifondoro quindi... xD
*3,4 ho sempre pensato che infondo Petunia volesse bene a sua sorella e mi è dispiaciuto che non si fossero mai riconciliate. A me piace pensare che invece fosse successo e che Petunia in realtà volesse almeno un po' di bene a Harry. Anche Piton, dopo la sua morte, secondo me, diventa una persona importante per lui. Io credo che alla fine si trovi a volere almeno un po' di bene a Severus.
Spazio dell'autrice
Che
dire. Pensavo di metterci più tempo per scriverlo, invece ho
approfittato delle vacanze di Pasqua e ci sono riuscita in appena tre
giorni di lavoro. So di avervi lasciati a metà proprio sul
più
bello ma per stavolta vi dovete accontentare. Nel prossimo capitolo,
che dovrebbe essere l'ultimo, ci sarà anche una scena un po'
più...
come dire... va beh, avete capito.
Rispetto all'altro capitolo
questo è meno lungo ma anche più ricco di
informazioni. Forse è
anche un po' più noioso ma era necessario introdurre tutto
questo ai
fini della trama. Ehm... che dire... niente, come sempre.
Passo alle risposte ai commenti:
-erigre:
grazie per avermi fatto pressione, è servito molto xD Sono
felice
che l'idea ti sia piaciuta. Spero questa seconda parte non ti abbia
delusa
-Auron_san:
lo so che l'inizio è simile, anche questa parte infondo lo
è solo
che è più articolata, ci sono più
dettagli. Insomma, c'è più
trama. Sarà che forse sto maturando come scrittrice... Bah,
questo
dovreste dirmelo voi in realtà xD Grazie mille comunque per
il
commento. E anche per i complimenti che mi hai fatto sia per questa
storia che per la one-shot.
Ok,
ringrazio infine chi ha letto, aggiunto la fic ai preferiti o alle
seguite o a quelle da ricordare, e in particolare ringrazio coloro
che sono arrivati a leggere fino a qui. Ne avete di coraggio!!!
xD
Baci, Lizzy.