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Autore: LunaNera17    02/04/2010    4 recensioni
Cosa prova il cacciatore vampiro Zero Kiryu dopo aver perso il suo amore e tutto ciò in cui credeva? E se fantasmi dal passato venissero a tormentarlo per svelargli qualcosa di ignoto? Non tutti sono veramente come mostrano essere, e questa grande realtà rischia di sconvolgere la vita di molte, troppe persone...
Non so ancora dove porterà questa storia, ma spero che vi piaccia!Potrebbero esserci alcuni spoiler qua e là.
... vedevo il mondo come in una vecchia foto in bianco e nero, sfocato, irreale, senza vita...
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Yuki Cross, Zero Kiryu
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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 Salve! Mi scuso tantissimo per il ritardo spropositato di questo capitolo! E siamo solo al secondo sob ='( Come avrete capito sono lenta nel postare, i mille impegni e l'ultimo anno di Liceo non mi permettono di dedicarmi molto alla scrittura... per lo meno spero che questo nuovo capitolo vi piaccia, almeno l'attesa non sarà stata vana ;-) 

Auguro a tutti coloro che aspettavano il mio post, a coloro che hanno scoperto ora la storia e anche a quelli a cui non gliene frega proprio nulla... una buona lettura e Buona Pasqua! 

P.S. grazie a tutti per le recensioni!

Voci dal passato

 

In fondo alla via si intravedeva la figura di una ragazza, snella ed elegante, con capelli castani molto lunghi che la circondavano, coperta da una veste bianca molto semplice. Tutto intorno a lei sembrava come evanescente, dai contorni indefiniti e vaghi, ma paradossalmente anche nitido, reale. La sua camminata cadenzata e decisa era inconfondibile, non poteva trattarsi altro che di lei.

Voltai la testa, non volevo incontrarla. Feci qualche passo per nascondermi dietro il primo muro disponibile, ma dopo aver percorso si e no un metro sentii un leggero tocco sulla spalla, che mi fece voltare.

“Non fuggire” mi disse con la voce sottile come un soffio di vento.

Come diavolo aveva fatto ad essere già così vicina? Chiusi gli occhi inspirando.

Mi ero dimenticato di quante capacità possedeva la sua stirpe.

Tuttavia, sordo a qualsiasi preghiera, mi incamminai per la mia strada, senza degnarla di uno sguardo.

“Zero Kiryu” sillabò, stavolta in modo perentorio. Inspiegabilmente percepii un inflessione diversa nel suo tono, ma non ci feci caso. Mi concentrai invece sul mio nome, pronunciato per intero, il che voleva dire solo una cosa: aveva davvero bisogno di parlarmi.

“Non mi scocciare” borbottai, sempre guardando fisso avanti a me. Sapevo che mi aveva già raggiunto e mi stava osservando con la coda dell’ occhio, come se temesse di disturbarmi. Tipico di lei.

“Non mi vuoi proprio ascoltare?” chiese.

“No… senti non so perché tu sia qui” sbottai, decidendomi a guardarla in faccia, la quale era tornata dolce come sempre, “e neanche il motivo per cui mi stai parlando come se niente fosse”.

“Beh se vuoi te lo spiego” mi disse, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Piegò la testa da un lato, guardandomi in tralice.

Mi stavo innervosendo sempre di più, ero in una situazione assolutamente irragionevole, stavo dialogando tranquillamente con una persona che avrei dovuto uccidere senza esitazione.

Ma… sinceramente… non avevo voglia di adempiere alla promessa che mi ero fatto… non quella notte. ‘Povero Zero’ mi commiserai ‘non hai neanche la forza di recidere i tuoi legami passati. Per cosa poi… un ricordo a cui aggrapparsi? Vale così poco la vendetta della tua intera famiglia?’

“Non fare l’idiota.” le sibilai contro “Non voglio parlare con te… vattene Yuki, io farò come se non ti avessi mai incontrata. Ho cose più importanti da fare stasera.”

Non era vero. In realtà era la serata più noiosa che avessi trascorso nell’ultimo mese.

Con mia grande sorpresa il viso di Yuki, che mi aspettavo di vedere mortificato e deluso, si aprì in una grande risata. Felice, cristallina.

Ero a dir poco allibito, ma niente a confronto di quello che provai ascoltando le parole che mi disse:

“Si, il fraintendimento è comprensibile” proferì appena ebbe finito di ridere “in effetti mi dicono che io e mia figlia ci assomigliamo molto. Ciò nonostante sono spiacente di deluderti, ma io e Yuki non siamo la stessa persona”.

Restai a bocca aperta, senza accorgermi di risultare molto ridicolo. Cosa diavolo stava dicendo quella donna? Chi era?

‘… mia figlia’ pensai ‘questo vuol dire che… ma un momento, Yuki mi ha parlato della sua famiglia, sua madre aveva sacrificato la propria vita per trasformarla in umana…’

Guardai meglio la giovane che mi si parava davanti. In effetti, pur essendo molto somigliante, differiva un poco da Yuki: di poco più alta, la postura era più imperiosa ed elegante; gli occhi infine brillavano di una luce mistica, fosca, ed erano quasi impenetrabili, al contrario dei grandi occhi espressivi che conoscevo bene.

“Juuri? Juuri Kuran? Ma tu non dovresti essere..”

“Morta?” finii lei per me. Mi sorrise. “Oh si, lo sono. Ma si da il caso che io sia qui a parlare con te. Non è una contraddizione se ci pensi bene.”

Ero confuso. Ricordai che anche lei era una Puro Sangue e feci qualche passo indietro, comunque troppo incuriosito per andarmene.

“E quindi cosa saresti? Una specie di fantasma?” le chiesi.

“Non proprio, è qualcosa di più complicato di un fantasma. La forma in cui mi trovo adesso è una sorta di rievocazione del mio corpo passato, una proiezione di ciò che ero, ma posseduta dall’anima di ciò che sono”.

Non udendo commenti da parte mia, continuò la sua spiegazione.

“Devi sapere che quando un vampiro lascia questo mondo, non cessa completamente di esistere, come potrebbe sembrare. Certo, il suo corpo scompare, polverizzato, ma la sua essenza rimane intatta. L’anima del vampiro, dopo aver lasciato il corpo, si ritrova in quella che noi chiamiamo ventunesima dimensione… Non è niente di scientifico o razionalmente raggiungibile” aggiunse in risposta alla mia faccia perplessa. “Semplicemente si tratta di un luogo dove non esiste il concetto di tempo, quindi neanche di eternità, niente di tutto ciò che conosci in questo mondo può essere visto identico laggiù.”

“Ma io ora ti ve…” non riuscii a finire la frase perché un dito guardingo mi sfiorò le labbra.

Nel mentre due uomini nerboruti uscirono dal pub lì vicino, sbandando per l’alcool ingerito e cantando canzoni sconce in mezzo alla strada. Uno spettacolo pietoso.

“Che c’è? Non sono mica pericolosi…”

“Non è quello. Solo… in questo momento mi puoi vedere unicamente tu.”

Aggrottai le sopracciglia.

“E perché mai?”

“Perché io ho deciso di mostrarmi a te. Pensi che sia venuta a fare una chiacchierata per divertimento?”

Effettivamente il motivo della sua visita non mi era ancora chiaro.

“No, ma…”

“Bene allora stammi a sentire” tagliò corto. L’ autorità nel modo di fare, il carisma e anche la bellezza di quella donna erano veramente impareggiabili. Mi sentivo totalmente ipnotizzato dalle sue parole.

“Io, Juuri Kuran, sono uno dei pochi esseri eletti che hanno goduto del privilegio di conservare il proprio corpo e usufruire di esso in alcune occasioni. Questo perché ho deliberatamente sacrificato la mia vita per proteggere mia figlia, sangue del mio sangue, e per concederle una vita normale quanto potevo.

Quindi considera un onore, Kiryu, che io abbia lasciato la mia dimora per venire a parlare con te, stanotte”.

Ecco, la superbia e la saccente presunzione dei Purosangue che ancora una volta si mostrava in tutta la sua imponenza. Io in fondo non ero altro che un misero suddito.

“Oh io credo che tu sia molto più di questo” dichiarò Juuri, svelando i miei pensieri. Era un’altra delle sue numerose capacità?

“Zero, so che ti senti perseguitato dalle sciagure” mi disse in tono grave “e so anche che desideri ardentemente distruggere tutti quelli come me”.

Chinai il capo, sentendomi snudato e totalmente privo di protezione. Che diritto aveva di frugare nei miei pensieri come fossero di dominio pubblico?

Rabbia, frustrazione, vergogna mi assalirono.

“Smettila di frugare nella mia testa, mi irriti. Non importa chi tu sia, i miei pensieri non sono alla mercé di nessuno, neanche del sommo capo dei Purosangue” sibilai, alzando un po’ la voce.

“Chiedo scusa. Non posso farne a meno, è nella mia natura”. Un Purosangue che si scusa? Scossi leggermente la testa, credendo di aver sentito male.

Juuri sorrise, ma non commentò oltre. La sua espressione rivelava chiaramente che aveva intenzione di trattare un argomento estremamente serio, perciò Zero si mise in ascolto.

“Ti chiedo di ascoltarmi fino in fondo, prima di intervenire. Ti voglio raccontare una storia, risale a molto tempo prima che tu nascessi, a un tempo in cui anch’io ero giovane e spensierata. Poco dopo essere diventata una vampira indipendente, durante un mio viaggio sostai in un paesino nascosto tra le montagne, in una valle a più di mille metri di altitudine. Era un luogo silenzioso, quasi surreale, e poco distante da esso vi era un monastero, che decisi di visitare. Quando mi affacciai alla porta rimasi incantata” fece una pausa, rivisitando con piacere i particolari di quel ricordo.

“Un’ampia volta in legno, odore di incenso, morbidi cuscini in cerchio e monaci in profonda meditazione. Anche un semplice respiro sembrava poterli disturbare”.

Più il racconto proseguiva più mi chiedevo cosa avesse a che fare con me.

“All’improvviso uno di loro parlò. Fu allora che ascoltai per la prima volta la Profezia.”

Mi guardò per testare se le sue parole avessero cominciato a intrigarmi, ma non le detti questa soddisfazione e rimasi immobile a fissare il vuoto.

“Allora non sapevo che mi avrebbe riguardato così da vicino, ma rimasi comunque colpita. Parlava di una vampira, nata da un’unione non programmata dal destino, che avrebbe serbato nel suo corpo poteri immensi, senza sapere però come sprigionarli. Ma non solo, nella Profezia era nominato anche un umano, o forse un vampiro, o forse… un cacciatore. Una persona che in sé racchiudeva il seme di entrambe le razze. Un uomo destinato a proteggere colei che è divenuta Principessa.”

Spalancai gli occhi allibito. Di cosa accidenti stava parlando?

“Loschi complotti avverranno in quell’era, l’eterno male dominerà sul mondo. La Principessa sarà salvata dall’orrore, solo l’uomo dalla bifida origine le potrà donare la forza” recitò la donna a memoria.

“Vedi queste parole non hanno mai avuto senso per me, finché non ho lasciato questo mondo. Non conoscendo più spazio e tempo, dalla dimensione in cui mi trovo passato, presente e futuro sono una cosa sola… ora finalmente capisco” sospirò “Zero, per favore proteggi mia figlia”.

“EH?” mi scappò un’esclamazione di sorpresa. Niente aveva senso in quel discorso.

“Co-cosa c’entra tua figlia?”

“Lei è in pericolo… non sa quello che le si sta muovendo intorno, enormi ingranaggi di potere e predominio hanno cominciato a lavorare.”

“Non vedo perché dovrebbe essere un mio problema… ci penserà Kuran a proteggerla” cercai di dissimulare la preoccupazione alla sola idea che Yuki potesse trovarsi in pericolo.

“Proteggerla da se stesso?” sussurrò Juuri serrando gli occhi. “Ma non capisci… l’essere dalla bifida origine, sia uomo sia vampiro, un cacciatore che proteggerà la Principessa. Zero Kiryu, Yuki incontrerà la tua strada nuovamente, che tu lo voglia o no”.

Un corvo gracchiò lontano, tra i fitti rami della foresta. Camminando eravamo infine giunti al limitare del paese. Inspirai l’aria notturna più e più volte, cercando di calmarmi e riordinare le idee. Yuki, la mia Yuki, la vampira Yuki, la compagna del mio nemico più odiato… un desiderio bruciante mi invase la gola e il corpo.

Ero appena venuto a sapere che la mia vita era inscindibilmente legata alla sua… Dannazione!

Lanciai un sasso con violenza contro il fusto di un albero, sconvolto.

“Non ci credo!” urlai “Non voglio! Non mi importa nulla di voi vampiri e dei vostri stupidi litigi! Siete degli esseri spregevoli che approfittano della vita altrui!”

Juuri lo guardò tristemente.

“Mi dispiace portare ulteriori sconvolgimenti nella tua vita. Non meriti di soffrire oltre Zero. Se potessi ti direi di più… ti spiegherei… ma il tempo concessomi qui non è per questo, il tempo seguirà il suo corso senza intercessioni”.

La scrutai con odio, ma vedendo il suo viso sofferente non riuscii a non provare pietà e partecipazione.

“Ti prego, promettimi di impegnarti nella realizzazione del tuo compito..”

“Non posso…”

“Anche se tu non lo vorrai, il tuo destino resterà sempre lo stesso…”

“Non mi importa..”

“Finirai lo stesso coinvolto nel piano di Kaname prima che te ne possa rendere conto.. e a quel punto sarà troppo tardi”

“Che piano? Cosa vuole fare?”

La figura di Juuri cominciò piano piano a diventare sfocata, a svanire.

“Ho già detto troppo. Non posso più restare qui, cacciatore. Prometti… salva Yuki, aiutala…”

“Ma…”

“Salvala!” la sua voce un po’ più lontana era disperata e supplicante.

“Va bene! La aiuterò, ma non chiedermi di più!”

“Il mondo te ne sarà grato Zero Kiryu. Sei coraggioso e generoso” Juuri era ormai diventata un contorno luminoso. Feci appena in tempo a sentire un ‘Addio’ che pareva sussurrato dal vento, poi mi ritrovai a fissare l’aria tersa di fronte a me.

Quasi meccanicamente mi passai una mano tra i capelli, indugiai sulla fronte, sulla quale una goccia di freddo sudore stava lentamente scivolando. Mi girava la testa, mi sentivo instabile, emotivamente e fisicamente.

Ingurgitai qualche pillola di sangue sintetico per calmarmi un po’, senza risultati.

Ripercorsi con la mente la conversazione appena avvenuta, le rivelazioni, la promessa che avevo fatto.

Dovevo essere impazzito.

Le gambe mi cedettero, caddi carponi, tremando. Perché doveva essere sempre tutto così complicato?

Sferrai un pugno al terreno mollo, facendomi tuttavia un po’ male contro una roccia appuntita.

“Yuki… perché non posso vivere in pace?” sussurrai. Ma tu, lontana e ignara di tutto, non sapesti darmi una risposta.

  
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