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Autore: BuryIt    03/04/2010    2 recensioni
Una misteriosa ragazza, ricercata dall'impero, che per un brutto scherzo del destino (e a lei ne capitano davvero tanti!) si ritrova nella tana del lupo... e non si tratta del castello di Galbatorix! Una piccola ff, per favore recensite in tanti!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I due giorni seguenti passarono in una monotonia esasperante.
Passavo le mie ore di veglia a osservare il vapore che si sollevava in strane volute dal calderone sempre acceso. Angela non c’era quasi mai, tornava solo all’ora dei pasti o per aggiungere qualche ingrediente a quel dannato calderone, che iniziava ad apparirmi incredibilmente sospetto. Il gatto invece sembrava divertirsi molto a fissarmi. Sentivo costantemente i suoi pungenti occhi gialli sul viso. Inquietante? Niente affatto.
Ero relegata in una tenda. Con l’unica compagnia di un gatto oltremodo antipatico.
La situazione aveva un qualcosa di comico, se avevi un particolare senso dell’umorismo.
Mi rimaneva solo di fissare il soffitto, oppure fingere di dormire.
-Non puoi rimanere a letto tutto il giorno. Dovrai alzarti prima o poi.- mi diceva Angela, impegnata ad intrecciare un paiolo di vimini
.

Costringimi
, pensavo, chiusa nell’ermetico silenzio su cui mi intestardivo da giorni. Forse avrei dimenticato come si parlava.
La sentii sbuffare, rassegnata.
-Posso entrare? Il Cavaliere a detto che posso, a patto che non mi lasci sfuggire niente.-
Mi girai di scatto, riconoscendo quella voce. Un lembo di tenda si era scostato lasciando entrare la figura di Iris, sorridente come sempre, con un’espressione interrogativa rivolta ad Angela. Mi sentii subito in colpa, dal mio risveglio mi ero come dimenticata di lei, presa dalla mia situazione e troppo impegnata a macchinare un piano di fuga... o semplicemente a fissare il soffitto. Impiegai qualche secondo prima di rendermi conto che lei poteva
andare dove voleva: io invece no. Da imbarazzata com’ero sentii un’ondata di furia calda crescermi in petto. Dopotutto era anche colpa sua se ero una prigioniera. Quando si voltò verso di me, non poté fare a meno di ritrarsi sotto il mio sguardo arrabbiato. Il sorriso le abbandonò il volto e abbassò gli occhi, consapevole del perché della mia rabbia.
-Bene, credo che andrò a raccogliere funghi.- disse Angela ad un tratto, battendosi le mani sulle ginocchia, prima di alzarsi e uscire silenziosamente dalla tenda.
-Ciao.- Si sedette accanto a me sulle coperte.
La guarda
i con rimprovero, mentre cincischiava giocherellando con un buchetto sui lenzuoli. -Come stai?-
-Potrei stare meglio, sai com’è.- risposi gelida.
-Sarebbe molto più facile, se ti lasciassi leggere la mente.-
- Anche tu?- con mio disappunto non potei fare a meno di sentirmi pizzicare da un lieve sentimento di tradimento. -No.-
-Ma perché?- mi disse, quasi esasperata, incapace di capire.
-Perché sono fatti miei!- mi trattenni a stento dall’urlarle in faccia tutto il mio sdegno. -Non mi conosci, non
potresti capire.-
Adesso anche il suo sguardo si era fatto freddo: le sue iridi grigie erano diventate come due specchi. Tuttavia non disse niente. I suoi occhi caddero sulle mie mani contratte.
-Non indossi più l’anello.-
Le mie dita corsero in un gesto automatico dove avrebbe dovuto essere il mio anello, come per rigirarmelo intorno al dito in un gesto nervoso.
-L’ho tolto. Non apparteneva a me.- Adesso ero io a poter leggere il senso di tradimento e completo stupore
che traspariva da tutta la sua espressione.
-Sarà difficile farti uscire da qui.- commentò Iris fredda, prima di andarsene a grandi passi.

Non mi importa
, pensavo testarda.
-Non mi fissare.- borbottai in direzione del gatto. Lui rispose facendo le fusa

################# 

Il Cavaliere tornò a farmi visita nella tenda.
Doveva essere un giorno speciale, due visite in un solo giorno.
Questa volta mi trovò in piedi a contare i passi dal letto al tavolo, e ancora e ancora. Dopo che Iris se n’era andata non riuscivo a stare ferma.

Solo quando mi voltai, impassibile, mi accorsi che non era solo. Mi fermai in mezzo alla stanza, inconsciamente divaricai appena le gambe in una posizione che mi dava stabilità, come se fossi pronta all’azione. Il Cavaliere sembrò accorgersene mentre si faceva da parte per rivelare chi vi fosse alle sue spalle, perché sorrise. Mi apparve una donna, piccola sebbene l’aura di importanza che le aleggiava intorno la facesse sembrare più imponente di quanto fosse. La sua carnagione era scurissima, molto più che abbronzata dal sole, e in un flash mi parve di vedere una figura con una pelle simile alla sua vicina a mio padre. Si fece avanti lentamente, squadrandomi con interesse e sospetto; dietro di lei c’erano delle figure che avevano tutta l’aria di essere una scorta armata e pericolosa. Quelli laggiù erano Urgali...? Quello spazio iniziò a sembrarmi incredibilmente piccolo e caldo.
-E’ lei, mia Signora Nasuada- sentii dire Eragon formalmente. L’istinto mi aveva detto giusto, era sicuramente un pezzo grosso. Se non fosse stata una donna, avrei pensato...
-Lo vedo, Eragon. C’è solo lei qui dentro.- rispose quella, secca.
Sia io che Eragon sorridemmo involontariamente sotto i baffi, anche se credo per motivi diversi.
Nasuada continuò a osservarmi a lungo prima di rivolgermi la parola.
-Persisti ancora nella tua testardaggine, rifiutando di farti esaminare la mente? Sei prigioniera e ti sarà impossibile scappare, abbiamo posizionato guardie tutto intorno alla tenda. Tuttavia, non possiamo stare dietro a una ragazzina cocciuta. Siamo sotto attacco e dobbiamo muoverci. - La mia mente soffiò di rabbia all’insulto.
-La ringrazio, Signora- la chiamai, sebbene dovesse avere più o meno la mia età. - Ma credo che la mia mente resterà mia ancora per un po’.-

Lei sollevò un po’ il mento. -Benissimo, ma in questo caso, sebbene Iris abbia garantito per te, potremmo fare davvero poco per la tua situazione. Non credo tu ti renda conto di quello che rischi. Siamo reduci da una dura battaglia, non è un momento in cui possiamo permetterci debolezze.-
Si voltò in un fruscio di abiti e scatti metallici e la piccola processione di uomini (e Urgali e nani) la seguì fuori dalla tenda. Seguii la sua uscita con un piccolo inchino di scherno. Eragon sparì per ultimo dietro i tendaggi, lasciandomi di nuovo sola nel mio silenzio.

###################

 
La mattina dopo fui svegliata da un’esplosione.

**************************

Note:

non mi dilungherò in scuse per aver abbandonato questa ff. Non so ancora se la continuerò ma oggi mi andava di scrivere. Chiedo venia XD
Ringrazio in anticipo chiunque la segui ancora. Lo apprezzo moltissimo e sicuramente non me lo merito.

   
 
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