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Autore: dragoargento    04/04/2010    3 recensioni
Pharnasius è un'indomita e temeraria dragonessa viola, in lotta per cercare di salvare le briciole di un mondo morto da tempo, appassito sotto le perverse grinfie del malvagio Oscar. Una serie di avvenimenti la coinvolgerà in una battaglia che si sta svolgendo in un mondo che non le appartiene, dove la sua e l'altrui lotta del bene contro il male si fonderanno assieme, assumendo pieghe inaspettate.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pharnasius e Loki

Pharnasius e Loki

 

Quella stessa mattina del giorno in cui venne esiliata, Pharnasius sonnecchiava beatamente tra le esili braccia di Loki, suo collega e compagno.

Come ogni volta, alle 6:30 del mattino, il suono martellante della sveglia fece sgarbatamente irruzione nel monolocale, svegliando all'istante Loki e lasciando Pharnasius stordita e borbottante.

-Su Pharnasius! Op-op!- era solito stuzzicarla Loki, aprendole a forza le palpebre degli occhi e punzecchiandole i fianchi con un artiglio.

-Cosa devo fare con te? Forse una bella secchiata d'acqua...-

-Non ci provare Loki, sai che non ti conviene...-

Tempo addietro il gracile drago dorato aveva avuto la brillante idea di mettere in pratica le sue minacce, rovesciandole addosso qualche decina di litri d'acqua gelida e ricevendo in cambio una furiosa zampata in pieno muso, che lo aveva fatto schiantare sull'attrezzatura sottostante il soppalco dove avevano il giaciglio.

Loki ebbe un sussulto, portandosi istintivamente la zampa al lato destro del muso, dove quella spiacevole avventura gli aveva lasciato un brunastro ematoma che lo aveva accompagnato per settimane.

Così puntò con decisione i posteriori a terra, cercando invano di spingere verso il bordo della piattaforma la massiccia mole della compagna, che benché fosse della sua stessa altezza, lo superava nettamente in fatto di massa muscolare.

Pharnasius lo lasciò fare per un po', divertendosi al gioco, prima di decidere di alzarsi e cominciare la giornata; non senza aver dato un affettuoso bacio di saluto all'affaticato Loki.

-Sai... dovresti fare un po' di esercizio fisico, invece di sprecare tutto il tuo tempo collegando i neuroni alle macchine...-

-Non basta quel che facciamo a letto? Forse hai ragione, dolcezza, ma ci deve pur essere qualcuno che tenti di far saltare i circuiti a quei dannati mostri meccanici mentre tu fai da esca...-

-Da esca, solo? Caro, senza di me verresti spappolato in meno di un nanosecondo!-

-Urca! Guarda qua! Finalmente lo abbiamo beccato!-

I due si trovavano tra la disordinata accozzaglia di apparecchiature che Loki aveva miracolosamente ricavato dalle carcasse di computer e macchine obsolete.

Pharnasius aveva allungato il collo per scrutare una lucina rossa che lampeggiava sullo sfondo verdastro di un vecchissimo monitor, che ancora utilizzava uno schermo materico.

-Non ci posso credere! È proprio il bambinone a cui stiamo dando la caccia!-

-Già, una caccia durata anni...-

Tutto era iniziato quando Loki aveva ottenuto udienza presso il Consiglio degli Anziani,che da tempo immemore teneva in mano le redini della metropoli sotterranea.

Pharnasius si trovava là assieme agli altri sette guerrieri che costituivano la scorta dei tre centenari draghi che sedevano imperiosamente sui loro preziosi cuscini di rappresentanza.

Lei poteva avvertire la freddezza di quegli sguardi che divoravano il giovane ricercatore mentre esponeva con entusiasmo le proprie teorie, che suscitarono biasimo da parte dell'assemblea ma che rapirono i sogni e le speranze di Pharnasius.

Egli affermava che esisteva un modo per combattere il dominio delle macchine e riemergere alla luce del sole, raccontò di come una volta fosse riuscito ad entrare in contatto con il sistema operativo di uno di quei colossi facendo una scoperta sconvolgente: qualcuno li controllava.

Loki era riuscito a sfiorarne la mente prima che quest'ultimo se ne accorgesse e reagisse; soltanto la grande abilità ed esperienza di Loki avevano impedito al misterioso burattinaio di ghermirlo bruciandogli i neuroni.

-Dietro tutto questo vi è un drago in carne ed ossa, proprio come noi. Questo significa che potremmo combatterlo e sconfiggerlo! Non so dove si nasconda, questo non ha importanza, ma possiamo colpirlo attraverso il collegamento che unisce il suo cervello alle macchine che controlla-

-Basta, abbiamo sentito troppo...-

-No, Ascoltate! Devo solo trovare la Macchina Madre ed il gioco è fatto, ma per fare questo ho bisogno del vostro appoggio!-

-Apprezziamo i vostri buoni propositi ma non abbiamo intenzione di ascoltare ulteriori baggianate: le macchine esistono fin da quando la nostra civiltà ha memoria e lei, uno “scienziato”, affermerebbe che un drago possa vivere così a lungo?-

-Fatemi almeno provare...-

-Guardia, scortalo fuori...-

Da soldato ligio al dovere, Pharnasius aveva saldamente ghermito il ricercatore per le spalle e le ali, trascinandolo via dalla Sala del Consiglio, impassibile di fronte alle sue proteste e patetici tentativi di divincolarsi.

Una volta fuori, Loki perse ogni energia, afflosciandosi come un pupazzo di pezza, lasciando che la guardia lo conducesse lungo il corridoio verso l'uscita.

-Sai scricciolo, credo che tu non abbia tutti i torti, dopotutto...-

Aveva commentato di punto in bianco la guerriera viola, approfittando della solitudine del corridoio e prendendo in contropiede il giovane.

-... quei muffosi vecchi draghi si sono impigriti! A loro non interessano i cambiamenti, ma non per questo devi mollare! Sappi che se dovessi aver bisogno di aiuto, sono pronta ad appoggiarti.-

Pharnasius aveva pronunciato le ultime parole a cuor leggero, più per sollevare il morale di lui che per una reale intenzione di collaborare al suo progetto.

Tuttavia Loki prese le parole alla lettera e qualche giorno dopo si presentò negli alloggi di lei con un sorrisetto soddisfatto tutto zanne, che gli arrivava da corno a corno.

A qual punto la dragonessa viola non potette tirarsi più indietro.

Ebbe così inizio la loro collaborazione:

Loki, un magrissimo maschio dorato, le cui striature rosse ed arancio lo facevano somigliare ad una fiamma, era solito muoversi con l'agilità di un bradipo; ma una volta che il suo cervello entrava in connessione con un'apparecchiatura elettronica, si trasformava in un falco: uno spietato cacciatore capace di penetrare nel sistema centrale di qualsiasi macchina, riuscendo così a carpirne i più intimi segreti.

Di contro Pharnasius aveva un controllo ferreo sul mondo concreto.

Forte, agile e temeraria, sapeva tener testa ad ogni mastodontica macchina distruttrice che vagava sulla superficie del pianeta.

I due formarono così una squadra capace di combattere ed abbattere gli esseri di metallo che decidevano di colpire, nel tentativo di scovare la Macchina Madre che li avrebbe condotti al “burattinaio”.

Ogni loro trofeo era un passo in più che li avvicinava al vero obbiettivo e finalmente, quella stessa mattina, la lucetta rossa lampeggiante aveva annunciato che il momento era arrivato.

 

  
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