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Autore: _ki_    05/04/2010    4 recensioni
Lily vive da quattordici anni in un orfanatrofio ai confini di Londra, con la migliore amica Emmie e la severa suor O'Brey. Ma qualcosa sta cambiando. Lily litiga con Emmie, incontra uno strano ragazzo, scopre di essere una maga... Cosa c'è che non va nella sua vita? Chi sono i suoi genitori, chi sono i suoi veri parenti? E, soprattutto, chi sono le strane creature che vogliono ucciderla?
Genere: Generale, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Weasley, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Lilian Luna Potter

Cap. 1

Lilian Luna Potter

«Lilian Luna Potter!», la voce fastidiosa della suora risuonò per l’intero dormitorio femminile.

«Ma chiudi il becco...» fu la risposta dell’assonnata ragazzina, distesa sullo scomodo letto che la ospitava da ormai quattordici anni.

Il viso smunto della suora, a quelle parole, esplorò varie ed interessanti tonalità di viola. Se Lily Potter fosse stata del tutto cosciente, si sarebbe sicuramente messa a tremare. E per un valido motivo.

«Signorina Potter!», l’urlo irato della suora, da quanto possente, fece tremare le solide mura dell’orfanatrofio. Inutile dire che per la povera ragazza, che si trovava a meno di un metro dalla suddetta suora, l’urlo fu capace di svegliarla dal suo lungo sonno. Quasi balzò in aria, mentre spalancava gli occhi e si rendeva conto della persona che aveva davanti. Quindi fu il turno del suo viso di diventare paonazzo.

«S-signora O’Brey… B-bella giornata, non le pare?» squittì, i grandi occhioni nocciola che cercavano disperati una via di fuga. Adamina O’Brey la guardò con uno sguardo di fuoco.

 «Non mi pare proprio, signorina Potter. Per lei particolarmente, direi, dato che l’aspetta un mese intero in punizione» e ghignò, malefica come solo una servitrice del Signore può diventare.

Lily balbettò, la faccia stramente simile a quella di un pesce fuor d’acqua.

«Un... un... un mese?» esclamò, esasperata. Era da quattordici lunghi anni che finiva in punizione, ma non era mai arrivata ad un intero mese. Suor O’Brey annuì vigorosamente. Lily sbiancò.

«Ora le conviene vestirsi e scendere per la colazione, quindi si presenterà nel mio ufficio al termine delle lezioni, per incominciare la sua punizione» e, dette queste ultime parole, se ne andò, fiera come una leonessa, temibile come una serpe velenosa.

Lily Potter si lasciò sfuggire un gemito dalle labbra fini. Si guardò intorno, constatando con terrore che era rimasta l’unica ragazza nel dormitorio. Quando il suo sguardo virò verso l’orologio, poi, si sentì mancare: erano le otto meno un quarto. Mancava un quarto d’ora all’inizio delle lezioni.

Scese veloce dal letto, rischiando di cadere faccia a terra grazie a quelle terribili coperte che durate la notte le si erano avvinghiate alla caviglia, quindi, inciampando e imprecando -a bassa voce, per non farsi sentire dalle telecamere che sorvegliavano diligentemente tutto l’orfanatrofio- giunse fino al bagno, si sciacquò veloce il viso, si pettinò ostinatamente i capelli per farli tornare lisci e lucenti, si lavò i denti e si precipitò ad infilarsi la divisa.

Dieci minuti dopo era scesa a mensa, dove incontrò i suoi compagni che si dirigevano verso l’ala scolastica. Prese velocemente dalla tavolata più vicina una fetta di pane tostato, se lo ficcò per bene in bocca e si aggregò alla massa di ragazzi, verso il suo patibolo personale: le lezioni.

*

«Signorina Potter, vuole rendere partecipe la classe della sua conversazione con la signorina Weasley?».

Lily sobbalzò, alzando lo sguardo verso la professoressa.

«No, professoressa, preferirei di gran lunga evitarlo», rispose, cercando di sembrare allo stesso tempo decisa e sottomessa. La professoressa Baatz la fulminò con i suoi occhi scuri.

«Io invece vorrei proprio sentire quello che le stava raccontando», ribatté la donna, donando a Lily la convinzione che in quel luogo fossero tutti contro di lei.

Sospirò, in cerca di una via di scampo, e la trovò osservando la lavagna.

«Le stavo chiedendo, signora, cos’è in realtà quello che io vedo come una specie di gatto deforme, disegnato sulla lavagna».

La professoressa si voltò per vedere quello che stava indicando Lily e la ragazza approfittò del momento per far sparire con abilità il pezzo di carta che le passava l’amica.

Dietro di lei, Juan Talledo sghignazzò sottovoce.

La Baatz si girò, rossa in volto.

«È una pecora, Potter, e se lei avesse seguito la mia spiegazione l’avrebbe capito senza il bisogno di chiederlo a Weasley».

Lily inarcò le eleganti sopracciglia, fintamente sorpresa.

«Oh, mi scusi davvero, professoressa. Ora mi spiego perché non c’era la coda» e sorrise, sfidandola a ribattere. La professoressa Baatz le donò un’altra occhiataccia, quindi riprese la sua spiegazione. La classe, intanto, sorrideva.

Lily si guardò bene dal distogliere lo sguardo dalla professoressa, fingendo di ascoltarla, finché non fu lei a rivolgere l’attenzione su qualcun’altro. A quel punto, Lily tirò fuori il bigliettino di Emmie e lo spiegò per bene.

 

Non posso credere che tu abbia detto a suor O’Brey “chiudi il becco” e se l’hai fatto sei davvero stata stupida. Comunque ho incontrato un ragazzo, a colazione. Vuoi sapere cos’è successo?

 

Lily squadrò l’amica, diventata di un incredibile rosso fuoco. Aveva la sua stessa età, erano simili come sorelle, ma ancora faticava a capirla, a volte: credeva davvero che avrebbe trovato la sua anima gemella in quel posto squallido che erano costrette a chiamare “casa”?

Comunque, la sua voglia di pettegolezzi era una cosa che non poteva frenare, quindi scrisse con decisione “Sì” nel bigliettino e lo passò ad Emmie.

«Signorina Potter, è ancora distratta?» Lily sobbalzò, virando il suo sguardo verso la professoressa.

«No» decretò, convinta.

«Allora sarà di certo in grado di ripetere quello che ho appena detto, giusto?»

Lily sospirò, affranta. Possibile che non ci fosse un attimo di riposo, in quell’orfanatrofio?

«No».

Attese un attimo, incerta. Il viso della professoressa era sempre uguale, impassibile, ma vedeva una venuzza pompare energica sulla sua tempia. E l’uragano esplose, per la seconda volta in una sola mattinata.

«Lilian Luna Potter, fuori dalla porta!»

Lily sospirò, maledicendo a caso uno dei suoi genitori, da cui doveva aver ereditato la pessima abitudine di rispondere ai professori.

Hola a tutti!

Bene, allora... Lo so! So che ho già due storie in corso che non mi decido ad aggiornare, e so anche che probabilmente la vostra fiducia in me è calata a picco come un sasso nell’oceano, però... Insomma, guardate che storia! Sinceramente, a me piace troppo. Troppo troppissimo. E non potevo non scriverla!

Annuncio, però, che questa volta non mi troverete impreparata, Ho già scritto 19 capitoli di questa storia (ecco perché non aggiorni le altre... NdVoi) e prometto di aggiornare come minimo ogni tre giorni!

Ora... Che ve ne pare? Come ho già detto, a me ispira un botto. È semplicemente... fantastica! Voi che dite? Lo so, lo so, il capitolo è un po’ corto, e non vi posso dire che gli altri siano più lunghi, però... L’importante è il contenuto, no? ^_^

Bene, dai, smetto di stressare.

   
 
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