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Autore: Clappy    07/04/2010    3 recensioni
I protagonisti della mia storia sono Damon e Bonnie, la mia coppia preferita. Nella mia storia leggerete di un Damon diverso, o meglio di un Damon che conosce cosa sono i sentimenti... Inoltre, io ho letto la saga fino a "scende la notte" perciò quello che leggerete non sarà attinente al libro. Spero che la mia storia vi possa piacere, fatemi sapere che ne pensate! Buona lettura a tutti!
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Damon raggiunse il fratello alla pensione, naturalmente Stefan era con Elena.

Senza troppi giri di parole gli disse che se ne andava, andava per sempre.

<< Ma perchè? Adesso che andavamo più d'accordo... >>

Disse Stefan triste e in modo dispiaciuto.

Era vero, da quando avevano sconfitto il malach e Stefan era riuscito a tornare finalmente in città, il loro affiatamento era aumentato, ma era anche per la vicinanza di Bonnie, aveva su Damon un effetto positivo.

<< Fratellino io e te non andremo mai d'accordo, sappilo! Addio, magari un giorno ci rivediamo, chissà! >>

Disse e si trasformò in un corvo, l'animale che diventava grazie ai suoi poteri da vapiro, volò via senza nemmeno aspettare la risposta di Stefan. Non pensava quello che gli aveva detto, anche se tra loro non c'era mai stato un rapporto, era felice che pian piano si erano riavvicinati, per lo meno non desiderava più ucciderlo come quando era arrivato a fell's church.

Prima di volare via in qualche città, sempre da corvo, andò di nuovo sulla finestra di Bonnie. Lei era nel letto, dormiva ma il suo sonno era agitato, quello che stava facendo non era di certo un bel sogno, no quello era decisamente un incubo.

Damon la guardò e ne rimase incantato, era bella dolce nonostante il suo incubo e con la mente gli mandò un messaggio.

 

La luce del giorno fece capolino nella stanza di Bonnie, non aveva dormito bene, aveva fatto un terribile incubo, ovviamente centra Damon: lui le succhiava via quasi tutto il sangue e poi scappava con Elena, dicendoli che lei non contava niente per lui e che gli aveva lasciato un po' di sangue in corpo per poterlo vedere allontanarsi con la vera donna della sua vita. Poi però quel brutto sogno era passato quando nella sua mente era arrivato un messaggio da parte di Damon.

Cercò di concentrarsi per ricordarsi quello che Damon gli aveva detto, ma non ci riusciva, quel mal di testa allucinante le impediva di concentrarsi a pensare a quel messaggio, magari era stato un altro sogno, ed era per questo che non si ricordava nulla.

In pomeriggio i suoi amici la raggiunsero preoccupati perchè non si era fatta sentire.

<< Bonnie ehi, è successo qualcosa? >>

<< Ehm... no, sto bene, solo che ero un po' stanca stamane. >>

Doveva mentire, non avrebbe voluto farlo, ma era l'unico modo per non prendersi la ramanzina.

<< Volevo chiederti solo se stasera ti va di venire alla pensione, dobbiamo tirare su di morale Stefan >>

Tirare Stefan su di morale? Bonnie non riusciva proprio a capire il perchè.

<< Perchè che ha fatto Stefan? >>

<< Damon se ne è andato e ha detto a Stefan cose poco carine >>

Bonnie rimase paralizzata, Damon, il suo Damon, se ne era andato? Andato per sempre? Allora forse quel messaggio non era un sogno, lui probabilmente gli aveva detto addio.

<< Se ne... andato per sempre? >> Chiese mentre sentiva il suo cuore fermarsi, avrebbe preferito una pugnalata.

<< Si, ha detto che se ne sarebbe andato per non tornare più >>

Disse Elena, ma non riusciva a spiegarsi come mai le importava così tanto sapere di Damon.

<< Bonnie ma stai bene? >> insistette Elena. Voleva sapere perchè la sua migliore amica era così giù di morale, non era più un angelo bianco, ma conosceva Bonnie e sapeva che stava male, lo poteva capire dal suo sguardo spento.

<< Sto bene, mi gira solo un po' la testa, naturalmente stasera ci sarò! >>

<< Tu non stai per niente bene, per caso hai la febbre? >>

I suoi amici erano seriamente preoccupati, ma lei non poteva dirli come stavano le cose, poi ora come ora non riusciva a parlare, era troppo scossa. L'amore della sua vita se ne era andato per sempre e lei non l'avrebbe più rivisto. Come se non bastasse non riusciva a ricordarsi il messaggio che lui le aveva lasciato e... c'era solo un modo per poterlo scoprire; Bonnie lo conosceva bene, anche se andare in trance come sempre la terorizzava. Aveva paura che entrando in quel mondo magico non ne sarebbe più uscita e poi ogni volta che il suo stato di trance terminava lei era sempre troppo scossa. Questa volta l'avrebbe fatto, costo quel che costo.

I suoi amici non insistettero oltre, però si erano assicurati che Bonnie si rimetesse a letto per riposare ed essere in forma per quella sera; ma come poteva esserlo se il suo vampiro preferito l'aveva lasciata per sempre? Molto probabilmente anche per colpa sua e per quello che era successo tra loro.

Appena fu di nuovo sola si concentrò per entrare in trance e ascoltare quel messaggio. Ci riuscì. Ascoltò quel messaggio e rimase sconvolta, delusa, ferita. Sarebbe voluta tornare indietro nel tempo e non averlo mai ascoltato. Gli diceva che quello che era successo tra loro era solo uno sbaglio, che lui non aveva mai provato niente per lei,che desiderava solo il suo sangue e che doveva dimenticarlo, cosa che sicuramente lui avrebbe fatto presto. Ma la cosa che aveva lasciato più sconvolta Bonnie, era che alla fine di quel discorso crudele, lui aveva avuto il coraggio di dirle: << Sogni d'oro, mio piccolo uccellino! >>. Aveva anche il coraggio di dire che era sua e chiamarla uccellino.

Quando tornò alla realtà, sudava e aveva il volto ricoperto dalle lacrime. Preferiva combattere tremila malach, a vere a che fare con altrettanti vampiri antichi e potenti, nonostante lei non fosse mai stata coraggiosa, pur di non avere quel dolore lacerante , insopportabile nel cuore. Non sapeva che si soffriva così tanto per amore, quasi a voler morire.

 

Damon era arrivato lontano da quella cittadina vuota e senza alcun divertimento per un vampiro come lui. Adesso era nella movimentata e caotica New york, piena di ragazze bellissime a cui poter portare via il sangue e con cui divertirsi.

Si era avvicinato a una ragazza in un bar, stava parlando con lei e con i suoi poteri di vampiro, stava cercando di impossessarsi della sua mente, quando sentì la voce di Bonnie nella sua testa e si paralizzò.

La sentiva piangere e supplicare di tornare, di non lasciare Stefan per colpa sua, che lei se ne sarebbe fatta una ragione e non l'avrebbe più cercato, ma che doveva tornare.

Damon sentendo quelle parole, ma soprattutto sentendo piangere la sua streghetta, si allontanò dalla ragazza del bar, senza preoccuparsi del fatto che una volta finito l'effetto ipnotico lei avrebbe notato la sua assenza; ma in quel momento non gli importava risultare un maleducato.

I suoi occhi improvvisamente furono umidi, le mancava la sua piccola Bonnie, il suo uccellino... le mancava tanto, ma voleva allontanare il pensiero di lei dalla testa, non poteva permettersi di piangere per colpa di una donna, per giunta umana, fragile e vulnerabile come lei. Damon Salvatore, non era il tipo di vampiro che si commuoveva per sciocchezze simili, come un umano qualsiasi. Lui non era così e doveva fare qualcosa per non pensare più a lei... ma quella sera voleva averla in mente, sentirne il profumo, immaginare i suoi capelli rossi e ricci, i suoi occhi marroni, il suo viso a forma di cuore, per l'ultima volta.

   
 
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