Attraversò velocemente
il piccolo androne soffermandosi
più sul marmo del pavimento che sui capelli cotonati della
portinaia.
Quest’ultima, per altro, la guardò con i suoi
occhietti piccoli e acquosi
mentre sorseggiava avida il suo caffè.
“Buon giorno” Le disse Rebecca ma non si
curò nemmeno di
sentire la sua risposta, se mai arrivò. Al contrario, si
diresse spedita al
secondo piano estraendo dalla borsa le chiavi e inserendole come
d’abitudine
nella serratura. Lo scatto familiare non tardò a farsi
sentire e la porta si
aprì cigolando appena.
Non era grande come l’ufficio dell’ispettore capo,
ma ci
si faceva l’abitudine e dopo un po’ quella vecchia
scrivania non sembrava poi
tanto male, come il vecchio computer comprato chissà a quale
svendita
promozionale era
meglio di niente. Una
cosa però catturò la sua attenzione. Proprio
accanto al monitor del pc c’era un
caffè e, sotto il bicchiere, un biglietto scritto
frettolosamente…
Ho
parlato con
Taylor, appena arriva fatti dare le chiavi dell’archivio.
Ricordati: sezione 12
in alto nello scaffale a destra: Meggy Carson. Vedrò di
raggiungerti nel tardo
pomeriggio, sole permettendo.
ps ti
dovevo un
caffè.
Era ancora tiepido,
pensò Rebecca aprendo il beccuccio e
sorseggiandolo lentamente. Macchiato amaro. Le ritornarono in mente le
parole
di Joan “Magari lui ti va a prendere
un
caffè, anzi, sa che lo prendi amaro…”
John era davvero perfetto. In
più c’era da considerare
che non sono molti gli uomini premurosi che si incontrano ormai e lui,
così
dolce, simpatico, bello come quello stesso sole la cui vista non era in
grado
di sopportare, sarebbe stato davvero il compagno ideale.
Gettò il bicchiere di plastica nel cestino con
più forza forse
del necessario. Ma da quando i vampiri sono gay? Nulla da ridire,
ovviamente,
ma...
“Siamo
pensierose sta mane?”
Si voltò all’istante. Era talmente assorta nei
suoi
pensieri che non lo aveva nemmeno sentito entrare.
Due occhi azzurri incontrarono i suoi e un bellissimo
sorriso la illuminò.
“S-simon! Scusa, non mi ero nemmeno resa conto tu fossi
entrato!”
“In effetti sembravi più interessata a prendertela
con il
cestino della carta.”
Arrossì e lui se ne accorse, anche se lei cercò
di non
darlo a vedere.
Simon si schiarì la voce prima di parlare.
“Mi chiedevo se avessi visto Kimberly?”
“Chi?” Gli chiese Rebecca.
“Kimberly, la signorina Porter?”
Ora tutto era estremamente più chiaro.
Era venuto a chiederle se sapeva qualcosa della nuova
segretaria. Rebecca sentì i muscoli irrigidirsi e strinse i
pugni per trattenere
la rabbia.
“No, non la vedo da ieri pomeriggio. Ora se vuoi scusarmi
devo andare da Taylor.” Disse con voce stretta dirigendosi
verso la porta.
“Vuoi che ti accompagni?” Le chiese ma lei non gli
diede
nemmeno il tempo di finire.
“Conosco la strada e poi, non voglio che Kimberly
senta troppo la tua mancanza,
sarebbe sicuramente devastante per lei tra una telefonata e
l’altra.” E così
dicendo prese a scendere velocemente le scale fino al pianterreno, dove
Taylor
la stava già aspettando.
Osservando la sua espressione alterata Taylor non poté
fare a meno di sogghignare.
“È proprio vero che il buon giorno si vede dal
mattino.” Le disse porgendole una lunga ma sottile chiave in
ottone insieme a un
foglio.
“Grazie Taylor” Rispose Rebecca firmando nella
parte in
basso a destra del foglio. In alto invece, scrisse nella voce CAUSALE “omicidio” e
nel riquadro SOGGETTO
“Margaret Elizabeth Carson”.
Gli occhi di Taylor si soffermarono su quest’ultimo
punto.
“Arrivi tardi, ispettore.”
L’apostrofò sbattendo sulla
sua scrivania il quotidiano di quella mattina. In prima pagina un
titolo
scritto il lettere cubitali diceva:
Giaceva accanto al fiume
abbandonata. I testimoni affermano di non aver visto nessuno. Rinvenuto il
corpo della bambina scomparsa La polizia
indaga ma i risultati tardano ad arrivare. Lo strano caso di Meggy
Carson sembra destinato a restare nell’ombra. |
A fianco una foto in bianco e nero
ritraeva una bambina
dal viso gentile e dagli occhi sorridenti. L’articolo
riassumeva con scarsa
attendibilità quanto fin’ora successo e si
concludeva con l’annuncio e la data
dei funerali nella chiesa locale della città.
“Sembra tu non abbia tempo da perdere, ispettore.”
Disse
Taylor tornando a leggere il giornale.
No, non poteva sprecare altro tempo prima di ricevere il
resoconto del medico legale.
Fu così che aprì la porta in ferro e si diresse
spedita
verso la sua destinazione: sezione 12 in
alto nello scaffale a destra, Meggy Carson. Superò
alti scaffali colmi di
pratiche, verbali, cartelle e documenti vari.
La sezione omicidi irrisolti era contrassegnata dal
numero 12, A, B, C finalmente.
In alto, scaffale di destra. Fece scorrere il dito
dall’alto verso il basso fin quando, quasi a metà
strada, trovò il nome che
stava cercando, Margaret Elizabeth Carson.
Tirò fuori un fascicolo piuttosto pesante e lo pose sulla
prima scrivania che le vide. Controllò che la fotocopiatrice
fosse
perfettamente funzionante prima di sedersi ad esaminare il materiale.
Diede uno sguardo veloce alla scheda generale per poi
soffermarsi più attentamente sui verbali precedenti il
ritrovamento del
cadavere e sulla denuncia della scomparsa.
Tale deposizione è
confermata dai vicini di casa della famiglia Carson.
Ora della presunta
sparizione: 23:54.
Non sono stati
trovati oggetti mancanti per tutta l’abitazione, una volta
effettuato il
sopralluogo…
Alla domanda “Pensate
possa essere stato un nemico della vostra famiglia?” entrambi
rispondono di
non avere persone avverse nei loro confronti in città.
Considerato
poi il
trasferimento recente dei Carson in suddetta città si
escludono le prime
ipotesi di rapimento e riscatto..
Dopo quasi due ore di ricerche e
studio su quei documenti
Rebecca si vide costretta ad abbandonare la speranza di trovarvi
qualcosa di
utile per proseguimento delle indagini.
Fotocopiò solo qualche dossier riportante le informazioni
generali su Meggy e i suoi genitori. In mancanza di prove o indizi non
restava
altro da fare se non procedere con gli interrogatori e le deposizioni
prima ai
genitori, poi ai vicini fino ad arrivare agli insegnanti e ai compagni
di
scuola. Guardò di sfuggita l’orologio appeso alla
parete di fronte.
Le lancette segnavano le 9:45 del mattino. Non avrebbe
dovuto attendere ancora per molto il rapporto del medico legale. Forse
i
documenti la stavano già aspettando sulla sua scrivania.
Forse si sarebbe
gettata una qualche luce sul caso, sulla morte della piccola Meggy e
sul suo
assassino.
Rebecca ricontrollò l’ora, ma non le porto molto
consiglio. Fu così che raccolse le sue cose e, attraversato
di nuovo quel labirinto
di alti scaffali, chiuse a chiave la porta dietro di sé.
“Grazie Taylor” Gli disse porgendogli la chiave in
ottone.
“Di nulla, ispettore.”
Ma Rebecca aveva già superato la prima rampa di scale,
diretta al secondo piano, nel suo ufficio. Rimase piacevolmente stupita
nel
trovare sulla sua scrivania un piccolo fascicolo imbustato con sopra il
suo
nome.
Nel scartarne la fodera capì che si trattava del rapporto
sull’autopsia e subito iniziò a leggere:
Rapporto
del medico
legale
- Soggetto:
Margaret Elizabeth Carson;
- Età:
anni 6;
- Statura:
1,27 m;
- Peso:19,4
kg;
- Occhi:
castani;
- Capelli:
castano scuro;
- Segni
particolari: //
- Causa
del decesso: annegamento post-trauma cranico a livello
dell’encefalo.
Non sono stati
riscontrati segni di lotta o violenza sul cadavere, che si presenta
pressoché
intatto se non per un eccessiva rigidità muscolare
trascurabile, considerato il
periodo di permanenza in acqua.
La presenza poi
dell’acqua all’interno dei polmoni rivela che la morte sia avvenuta per
annegamento. Il trauma
cranico riportato, piuttosto profondo, è causa probabile di
una possibile
perdita di conoscenza, seguita o contemporanea alla caduta nel fiume e
all’annegamento passivo.
Sebbene queste
siano le cause probabili del decesso, il corpo presenta
all’altezza dei polsi e
della parte inferiore del collo segni di morsi con probabile perdita di
sangue.
Il cadavere verrà
custodito per le prossime 42 ore per poi essere consegnato ai parenti
della
vittima.
In fede…
Un vampiro, non c’era altra spiegazione.
Un vampiro…
John aveva ragione e aveva capito tutto fin da subito.
Cosa potevano fare adesso?! Aspettare fin quando un'altra
bambina fosse stata ritrovata morta?!
Nonostante fosse costretta ad attendere l’arrivo di John,
decise di sfruttare il tempo a sua disposizione per cercare nuovo
materiale.
Accese allora il computer e digitò sulla tastiera la voce
vampiri, tra gli schedari della
polizia internazionale, ma scarse erano le notizie riguardanti casi di
omicidio
effettivamente implicanti l’azione di uno o più
vampiri. Per ciò abbandonò
questo iniziale tentativo e, scelto rapidamente uno dei tanti motori di
ricerca,
digitò nuovamente vampiri.
I primi risultati furono deludenti mentre
il tempo scorreva senza che Rebecca ne
avesse nozione alcuna.
Il vampiro
è una figura mostruosa presente, sotto le
più varie forme, nel folclore di tutti i
continenti. È, quasi sempre, un non-morto che per varie
ragioni ritorna dalla
tomba per tormentare e uccidere i vivi, molto spesso succhiando loro il
sangue…
I vampiri, come tramandato dalla tradizione, sono morti
che tornano dalla tomba per succhiare ai viventi l'essenza
vitale…
…chiamati vampir
in Serbia,
wampyr in Bulgaria,
upiór
in Polonia, upyr' in Russia,
si
distinguono non solo per i nomi, ma anche per caratteristiche e modus operandi…
Difficilmente, però,
Rebecca riuscì a risalire a una
qualche fonte attendibile finché non
s’imbatté nel
risultato “Sui
Vampiri” a cura del professore Aldous
Wordsworth.
E s’immerse nella lettura…