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Autore: eclinu    12/04/2010    4 recensioni
Avevo promesso che ti avrei ricambiato il piacere, ci ho messo un bel pò, ma l'ho fatto *w*
Questa shot la dedico a _ Mrs. Cold *-*
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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sunset,
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«Ranma!»  Urla, cercando di raggiungermi per pestarmi con la sua scopa preferita. «Fermati maledetto!» Ribadisce per la quarta volta.
«Fossi matto! Se vuoi che mi fermi, posa l'ascia di guerra» dico, correndo per il giardino di casa Tendo. «A proposito: prima di crepare posso sapere cosa ho combinato stavolta?» Domando, voltandomi e iniziando a correre all'indietro.
«Ecco cosa hai fatto!» Afferma fermandosi e lanciandomi un sasso coperto da un foglio che va a finire dritto sul mio viso: il naso rischia di essere risucchiato dal volto ma, per fortuna, sono abituato a ricevere colpi di questa portata.
Mi fermo cadendo col fondo schiena a terra ed il sasso cade sull'erba, fra le gambe: Akane si avvicina ed incrocia le braccia sul petto, osservandomi con sguardo omicida.
«Aiah...» mormoro toccandomi il naso; abbasso lo sguardo verso il foglio e lo prendo per poi leggerlo: la calligrafia è elegante e precisa, sembra quella di una ragazza.
Il testo dice: "Caro Ranma, ti aspetto al parco per un pic nic domenicale davvero romantico con tanto di tramonto sul laghetto e chissà, magari con l'aria romantica ci scappa anche un bacio appassionato. Ti aspetto.
Firmato: la tua Shampoo"
Alzo gli occhi verso Akane «Perchè ti arrabbi così tanto? Non sarai mica gelosa?» Mi alzo in piedi e mi pulisco i pantaloni per poi arrotolare il foglio: lo lancio fuori casa, so che lì c'è un bel bidone per la raccolta dei rifiuti.
Riporto i miei occhi su Akane che è ancora infuriata con me: ma cosa c'entro io?
«Non sono gelosa! Figurati!» Risponde a volume ancora alto. «Sono solo urtata dal fatto che la tua Shampoo abbia distrutto la finestra di camera mia per spedire un messaggio a te facendomi saltare dal letto!»
«Dai Akane, cosa vuoi che sia? La finestra di camera tua è praticamente sempre distrutta.» Faccio spallucce come per dargliene atto. «Quanto al risveglio poco delicato: non credo che per te faccia differenza se vieni svegliata con un carezza o con una cannonata; da maschiaccio quale sei, dovresti essere abituata a cose ben peggiori» Non termino neanche di parlare che mi ritrovo con la faccia spiaccicata al suolo e due, tre bernoccoli che spuntano fra i capelli neri.
«Come siamo vitali di mattina!» La voce di Nabiki proviene dalla porta della sala da pranzo che affaccia sul laghetto -praticamente dove sono steso.
Mi alzo e noto che in spalla ha uno zainetto di quelli che di solito si portano per andare in gita.
Il signor Tendo passa alle sue spalle, anch'egli con uno zainetto e lo stesso mio padre mentre Kasumi, seduta alla tavola, infila qualcosa nella cesta da pic nic che ha fra le mani.
«Stiamo andando da qualche parte?» Chiedo a Nabiki.
Lei mi guarda e mi risponde con una delle sue risa isteriche «Noi andiamo alle terme oggi. Kasumi ha vinto quattro biglietti per le terme ad un concorso al supermercato e così ne approfittiamo prima che scadano.» M'informa.
La guardo con tanto di occhi da fuori «Hai detto quattro?»
Lei annuisce. Questo vuol dire che se ne sono quattro, il quarto biglietto non va ad Akane ma a mio padre perchè anche lui aveva uno zainetto sulle spalle.
Nabiki mi viene in contro e si appoggia con fare cospiratorio alla mia spalla: «Ebbene sì mio caro Ranma: tu ed Akane soli per un'intera giornata, nella stessa casa.» Mormora per poi ridere. Si allontana da me e si avvicina a Kasumi dicendole qualcosa; la prima delle sorelle Tendo si alza e sorridendomi mi dice «Ranma ho lasciato qualcosa facile da cucinare nel frigo, se ti viene fame sai dove trovarlo» e mi saluta con un inchino per poi urlare nel corridoio d'uscita «Papà! Signor Saotome! Andiamo?»
Rimango nel giardino a lungo, ad osservare la casa semi vuota.
Ma Akane sapeva di questa gita? Perchè non ha protestato? O al massimo perchè non mi ha avvertito?
La mia rabbia sale alle stelle e con passo pesante decido di scambiare quattro parole con la mia fidanzata.
Salgo le scale per dirigermi in camera sua e una volta fuori la porta busso in modo violento.
«Avanti» Dice tranquilla.
Entro sbattendomi la porta alle spalle «Akane! Si può sapere perchè non mi hai detto niente della gita di oggi?» La mia voce è davvero alta.
Lei, che stava cercando di sistemare come poteva la finestra, si volta verso di me con le sopracciglia corrugate dalla rabbia «Perchè tu non stai mai a sentirmi! Te l'avevo detto ieri! Ma tu eri troppo impegnato ad amoreggiare con Ukyo per ascoltarmi!»
«Io non amoreggio con nessuno!»
«Oh, sì che lo fai!»
«Non è vero! E poi non è vero che me lo hai detto, ti avrei ascoltata!»
«Ah, davvero?» Il suo tono sembra di sfida «E dimmi Ranma, cosa ti ho detto ieri mattina prima di andare a scuola? Era una cosa importante»
La guardo un pò sorpreso. Cosa mi aveva detto di importante ieri mattina?
Rimugino a lungo ma non riesco a raccapezzarmi. Incrocio le braccia cerco di concentrarmi ma niente, non riesco a ricordare.
«Ecco lo vedi? Sei uno stupido» La sua grinta sembra svanita e così mi scansa per poi uscire dalla stanza e scendere.
Resto da solo nella sua camera ed osservo le pareti colorate: è davvero così? Davvero io non ascolto Akane quando mi parla?
«Aaaaah!» Urlo grattandomi la testa ed uscendo da quella camera; scendo le scale e mi dirigo in sala pranzo: Akane sta guardando la tv mentre sgranocchia dei biscotti.
Mi siedo dall'altra parte della tavola, opposto a lei e la vedo con uno sguardo un pò perso mentre osserva un programma di cucina.
«Tanto non riuscirai mai a fare qualcosa di simile» Le dico, cercando di farla arrabbiare: mi sembra giù. Che sia per causa mia ormai mi è evidente.
«Lo so» Risponde stranamente accondiscendente.
La guardo e storcio la bocca: stavolta l'ho fatta grossa. «Posso prendere un biscotto?» Chiedo.
«No» Risponde, sgranocchiando il suo.
Mi allungo e le rubo la ciotola dalle mani, lei si volta irritata e si allunga per riprenderla ma non ce la fa, così si alza e mi viene in contro: io allungo il braccio all'indietro per non farla arrivare; Akane appoggia una mano sulla mia spalla e allunga l'altra verso la ciotola, cercando di raggiungerla. Mi stendo a terra e lei mi cade addosso.
Viso contro viso arrossisco e l'immagine di lei che mi dice «Sai, domani resteremo da soli tutta la giornata» mentre arrossiva, mi torna alla mente.
La vedo arrossire da quell'improvvisa vicinanza e le sussurro «Scusami, hai ragione, me lo avevi detto.»
Akane si mette a sedere di fronte a me e le sue gote restano di un delizioso color porpora; i suoi occhi brillano per poi tornare tristi «Però non ti sei ricordato di ciò che ti ho detto ieri, vero?»
Mi metto a sedere anche io e nego con la testa, sinceramente dispiaciuto.
Lei sospira e approfitta del mio essere in sovrappensiero per riprendersi i biscotti: torna al suo posto e continua a guardare la tv come se nulla fosse accaduto.
Resto ancora un pò seduto lì, cercando di ricordare ma esausto di pensare, decido di andarmi ad allenare.
Indossata la mia tuta mi dirigo nel dojo ed inizio la mia sequenza di esercizi; dopo essermi riscaldato abbastanza, decido di combattere però non avendo mio padre in casa, l'unica persona disponibile è Akane, anche se non credo voglia allenarsi con me.
Ma, in fondo, provare non costa nulla, no?
Esco di corsa dal dojo e trovo Akane in tuta proprio nel corridoio esterno.
Anche se non lo dirò mai ad alta voce, vederla con quella tuta addosso mi fa impazzire: la cintura stretta in vita le mette in risalto i fianchi e il lungo scollo della parte superiore mi fa annullare la salivazione.
«Akane, vorresti combattere contro di me?» Le chiedo.
Lei prima mi guarda a lungo, poi annuisce senza proferire parola.
Messi entrambi in posizione di difesa uno di fronte all'altro, ci guardiamo negli occhi pronti per capire chi dei due faccia la prima mossa; la prima a sferrare l'attacco è lei. Si avvicina velocemente a me ed inizia con una sequenza di pugni che riesco facilmente ad evitare; dai pugni passa ad un poderoso calcio che evito saltando.
Faccio una rotazione in aria e atterro alle sue spalle, Akane si volta sempre in posizione di difesa e aspetto che attacchi lei per prima: eccola che corre di nuovo verso di me e stavolta le blocco entrambi i polsi, prima che mi colpisca, con un piede le faccio uno sgambetto; chiude gli occhi pronta a ricevere il colpo della caduta, ma prima che ciò avvenga, l'affero per un fianco e la lascio cadere sul mio braccio, mentre con l'altra mano le tengo entrambi i polsi.
Apre gli occhi ed arrossisce della posizione, dei nostri corpi vicini forse, ma subito cambia espressione e con un piede fa sì che io perda l'equilibrio e cada rovinosamente su di lei.
Mi alzo tenendomi con entrambe le mani sul pavimento, ai lati della sua testa, ed apro gli occhi: siamo vicini, forse troppo vicini.
Un uragano di emozione si impadronisce di me e colora di rosso le mie guance, come anche le sue; sento il mio cuore battere all'impazzata, come se stesse prendendo a pugni il mio petto per poter uscire, preme sul suo seno e posso sentire che anche il suo cuore ha la stessa velocità del mio.
Quindi non sono l'unico a sentirmi così strano. Tutto ciò sarà dovuto al fatto che tra me e lei c'è sempre stata una certa attrazione e che siamo praticamente soli in casa.
La vedo deglutire ed inumidirsi le labbra, espira quasi temendo di farlo ed io perdo la ragione: c'è il suo viso colorato di rosso ed un desiderio mai provato prima. Schiudo le labbra, e cerco di non pensare a ciò che sto per fare, altrimenti, a causa della mia timidezza, non riuscirei a proseguire.
Lentamente mi chino verso di lei, non pensando a nulla e guardandola negli occhi: le sue mani prendono il mio viso e mi accarezzano le guance come ad invitarmi a proseguire.
Manca poco ormai, ma con mio grave imbarazzo, il mio stomaco brontola e così lei volta la testa, spingendo lontano la mia.
Sospiro e mi alzo dal suo corpo, sedendomi accanto a lei, con la faccia in fiamme «Perdonami» Le dico e forse non sa che mi riferisco al fatto di aver distrutto il momento.
Akane si alza senza dire una parola e va via.
«Aaaaaaaaaaaaah! Stupido! Stupido! Stupido!» Mi do dello stupido finché il mio stomaco non brontola ancora e così decido di alzarmi ed andare in cucina: lì vi trovo Akane; si è cambiata e adesso sta infilando un grembiule.
«Che fai?» Le chiedo.
«Cucino»
Un brivido mi corre lungo la schiena «Ma no... se lo fai per me, non preoccuparti, ci penso io» Rido, cercando di nascondere il malcontento.
«Sto cucinando per me» Chiarisce gelida. Che non abbia apprezzato il mio gesto in palestra?
Ma è chiaro, io ad Akane non piaccio neanche un pò, la insulto continuamente e non le mostro mai un minimo di gratitudine quando si mostra gentile con me.
Sono un cretino.
«Per farmi perdonare, posso cucinare io... se vuoi...anche se è poco virile» Borbotto rosso dalla vergogna.
«O lo fai per non morire avvelenato?»
Rido nervosamente, beh, anche per quello in effetti.
Akane sospira e si sfila il grembiule, andandosene in sala da pranzo.
Sospiro anche io e mentre cerco di ricordare cosa diavolo mi abbia detto il giorno prima, metto a bollire l'acqua e a far riscaldare l'olio con un pò di aglio. Prendo delle erbe aromatiche dal frigo ed una fetta di prosciutto, infilo gli spaghetti nell'acqua e intanto faccio a pezzettini il prosciutto e trito le erbe.
Quando la pasta è quasi cotta, la scolo e la verso nella padella dell'olio con il prosciutto e le erbe e faccio saltare tutto finchè non è pronto. Impiatto il tutto e lo porto nella sala da pranzo dove Akane ha apparecchiato per due.
Le metto il piatto davanti e lei lo guarda apprezzandolo «Sembra ottimo» Commenta.
Io le sorrido e prendo le bacchette iniziando a mangiare; lei fa il primo assaggio e si porta una mano alla guancia, assumendo una strana espressione beata.
«Che c'è? Non ti piace?» Le domando; a me sembra buono.
«Anzi, è perfetto. Complimenti Ranma, sei un cuoco provetto» Continua a mangiare per poi dire «Che vergogna, cucini meglio tu che io»
Rido «Beh, con un padre che sa cucinare solo riso mi sono dovuto adattare»
Continuiamo a mangiare in silenzio e alla fine lei mi ringrazia e si dirige in cucina a lavare i piatti.
Non sapendo cosa fare, la seguo e la osservo mentre sbriga le faccende domestiche.
«Lanma! Dove sei finito! Lanma!»
La voce di Shampoo mi fa sobbalzare e mi giro per poi ritrovarmela di fronte, infuriata nera.
«Shampoo! Chi ti ha fatto entrare?!» Le chiedo agitato e guardo Akane che ci osserva apatica mentre stringe un piatto gocciolante fra le mani.
«Sono entlata con la folza! Lanma, perchè non sei venuto all'appuntamento? Ti stavo aspettando» domanda attaccandosi al collo e strusciando la faccia sul mio petto.
Guardo Akane che nel frattempo ci ha dato le spalle.
«Beh ecco...io...stavo facendo compagnia ad Akane» Dico, cercando una scusa e nello stesso tempo di non offenderla.
«Pelchè?»
«Siamo solo noi due in casa e non era carino lasciarla da sola, non credi?» Rido, grattandomi dietro la testa.
«Se ci tenevi tanto potevi anche andarci Lanma» La voce di Akane è dura come la roccia. «So badare a me stessa»
«Che bello! Lanma, amole, possiamo lecupelale! Andiamo!» Shampoo inizia a tirarmi verso il corridoio di uscita.
«No! No ferma! No Shampoo! No!» Le urlo, per poi liberarmi. «Non mi va di uscire con te oggi, va bene?»
«Ma...ho plepalato il pic nic...» I suoi occhi si riempiono di lacrime ma stringo i denti e ribadisco che non mi va di uscire. Akane è già arrabbiata con me per qualcosa di molto più grave della finestra rotta e non voglio che mi tenga il muso per una settimana anche perchè sono uscito con Shampoo.
Shampoo corruga le sopracciglia e promettendo vendetta, se ne va.
«Oggi è stato facile liberarsene» mormoro.
Akane mi passa accanto e sale le scale per dirigersi in camera sua, sento la porta chiudersi e poi più niente.
Credo che passerò il pomeriggio da solo. Mi avvio nella sala da pranzo ed una volta steso a terra resto fermo a guardare il cielo.
Cosa mi aveva detto? Ricordo solo che io le avevo risposto "Sì, sì certo, me lo ricorderò" e poi avevo iniziato a litigare con mio padre.
Niente. Vuoto totale.
Però, per arrabbiarsi  a questo modo era qualcosa di davvero importante per lei. Ma cosa poteva mai essere?
Valuto tutte le ipotesi ma nessuna sembra la risposta giusta.
Non so quando durante la catena di pensieri, mi addormento.

Mi risveglio che è tardo pomeriggio e decido di salire sopra da Akane per chiederle cosa mi avesse detto e chiederle scusa.
Arrivato fuori la porta di camera sua, busso ma non ottengo risposta, così entro e trovo la finestra aperta: che fosse scappata?
Esco dalla finestra e salto sul tetto, per fortuna la trovo seduta lì che guarda il tramonto mentre si stringe le ginocchia al petto.
Mi siedo accanto a lei e per un pò restiamo in silenzio, aspettando che il sole cali.
Quando mi faccio coraggio inizio a parlare: «Akane, ti chiedo scusa. Sono uno stupido è vero, ma non so per quale motivo ieri non ti abbia ascoltata e non ci sono nemmeno scuse per questo. So che questo non è un caso isolato, ma sono fatto così, non è colpa mia, ho più difetti che pregi e credo che tu questo adesso lo abbia capito. Però...però quando mi ci metto d'impegno ti rendo felice, come a Natale, ricordi? Ricordai tutti i regali che volevi e te li comprai. Scusami, davvero.»
Lei si volta verso di me e dice «Sei un vero cretino, non ti chiedevo niente di impossibile, ma tu proprio quella cosa dovevi dimenticare! Stupido! Stupido! Non me ne faccio niente delle tue scuse!»
Un nervo sulla fronte inizia a pulsare: io le chiedo scusa e lei dice che delle mie scuse non se ne fa niente?
La guardo negli occhi e mi domando come possa piacermi un maschiaccio del genere, senza un minimo di tatto o di bontà, senza neanche un pò di sex appeal con...con quelle labbra rosa e piccole...quegli occhi così grandi e lucidi, così belli al tramonto...con quella pelle liscia e pallida...
La mia mano si posa sulla sua guancia e stavolta senza indugiare, la guardo serio avvicinandomi al suo viso. Il rosso delle sue guance si mischia con il riflesso del sole e dopo aver inumidito le labbra, le appoggio piano sulle sue, chiudendo gli occhi per godermi meglio il momento.
Le sue labbra sono lisce e morbide come le immaginavo, dolci e buone.
Improvvisamente ricordo cosa mi aveva detto il mattino precedente: mi allontano dal suo viso e aspetto che apra gli occhi prima di parlare.
Quando i suoi occhi lucidi si perdono nei miei le sussurro «Buon compleanno, Akane»
I suoi occhi si riempiono di lacrime ed io ne approfitto per regalarle un altro bacio al tramonto.

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QUESTA E' PER TE FRANCYYYYYYYYYYYYYYYY! *O*
Scusatemi, non ho mai scritto su Ranma anche se mi piace molto -come tutti gli anime tratti dai manga della Takahashi ù.ù *nota nickname ewe*- spero che la shot sia piaciuta ^-^
Avevo promesso che ti avrei ricambiato il piacere, ci ho messo un bel pò, ma l'ho fatto *w*
Questa shot la dedico a _ Mrs. Cold *-*
Sperando che ti sia piaciuta *O*
   
 
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