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Autore: Akira14    14/08/2005    2 recensioni
Aspettando una nuova serie di "Grandi Domani", rimpiangendo "Paso Adelante"...Godiamoci la telenovela che fu l'adolescenza del nostro adorato Lord!(in omaggio nel pacchetto gossip sulla sua vita moderna!Ed una gigantografia di Severus Snape mentre scrive il suo best seller 'Cento colpi di spugna prima di andare a morire'...La volevate, eh?) PS: Il rating "R" é solo per sicurezza, ma nn é più spinta dei TF citati qui sopra.
Genere: Parodia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tom Riddle/Voldermort
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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Le Avventure del Giovine Lord - 2a puntata

Le avventure del giovine Lord

 

Per la gioia dei telespettatori oggi abbiamo anche la sigla...Cantano Bellatrix Lestrange e Lucius Malfoy, che così realizzano qualcosa senza far danni:

Bella: "Quando a Voldy va...Che strane cose fa...
...Lui può ammazzare tutti col pensiero...Di tutti tutto sa...Poiché legge nel pensiero!
Ohohoohohohhhh, è proprio magia... Ohohoohohohhhh, è proprio magia...
Se a Voldy gira e va...Che strane cose fa...Lui ti sveste con la forza del pensiero...Ci riesce per davvero!
Chissà poi come fa...Ma che affascinante è Vooooldy...."

Lucius: "...un Lord che ancora Dio non é....
Caro Voldy...Tutto questo è come una battaglia...E tu lo sai...
Caro Voldy...La tua grinta come un lampo tutto abbaglia...Ma come fai?
Caro Voldy...Tu combatti con destrezza e non ti arrendi mai...Nella mischia la la tua bacchetta brilla più di un galeoneeeeeeeeeeee....
Caro Voldy...Caro Voldy...Chissà se un giorno tu lo massacrerai...Dovrai riuscire sai, a non distrarti...Non distrarti proprio mai..."

Bella: "...Voldemort vorrà tanto ammazzare lo Sfregiato più sfregiato che c'é...Ma per ora è soltanto apprendista Lord Oscuro perché...Ogni giorno c’è, qualche cosa da imparare…Più si va giù, e più dopo si ritorna suuuu…
Non si può dir di no al destino visto che sottomette pure meeeee...Nel segno del destino sai...C'è l'immensità...Della tua beltà."


- Fine sigla per cantanti Schiantati -


Il Lord rimpianse per quasi tutto l'anno di non essere riuscito, neanche con un Imperius o con la sua espressione più pucciosamente tenerosa di quelle che gli sarebbero state rubate dal cucciolone Blacky Black (per gli amici Sirius) per addolcire il suo dolcissimo e indifeso mannaruccio Remy o da Drake Il Terribile condurre lo Sfregiato sulla strada di un'erotica perdizione.
A nulla gli servì sbatacchiare le sue leziose ciglia o mostrare i suoi occhini lucidi di lacrime. I manici di scopa erano off-limits.
Niente Quidditch fino all'anno successivo.
Lo smacco fu grande e probabilmente provocò nella sua turbata mente un rifiuto per quello stupido sport che sarebbe durato per tutta la sua vita.
Non dimentichiamo però la parola "arrendersi" non fa parte del suo vocabolario (comprare edizione più aggiornata...Sì, ho segnato mio signore) e intanto si allenava per le selezioni dell'anno prossimo. Questo quando la bibliotecaria non l'osservava. Eh sì, perché mai si sarebbe permesso di entrare in campo tutto sbilenco, manco avesse la gobba. O quel passo da scaricatore di porto. No, no...Lui doveva conquistare il pubblico ben prima che ci fosse il fischio d'inizio.
Così si metteva una dozzina di libri sulla testa e preparava la sua entrata in campo. Un passo deciso e signorile, un sorriso a destra ed uno a sinistra. Leggeri sfarfallii delle sue dita ed un bacio soffiato alle ancelle in adorazione del loro Dio (che non era altri che lui, no?).
Una volta raggiunto un risultato soddisfacente, passò a studiare come non perdere il minimo tocco di fascino sul manico da scopa. Passò serate, nottate intere davanti al suo fidato ventilatore, a scegliere le migliori angolazioni per scompigliare le sue ciocche di seta nera.
I suoi compagni di Dormitorio non osarono interromperlo in questi suoi mistici esercizi, ma anche in loro stava nascendo un sentimento che riscaldava il cuore a vedere la dedizione di quel ragazzino per la Bellezza.

Alle sue delusioni sportive corrisposero quasi di riflesso degli ineccepibili risultati scolastici. Soprattutto in Difesa Contro Le Arti Oscure era così bravo che durante le lezioni si dedicava a letture più edificanti.
"Come farla vostra in dieci mosse...Rendetela vostra schiava d'amore.", "Come slacciare un reggiseno con il pensiero", "Dubbi e dilemmi sull'incantesimo Engorgio: quello che non avete mai osato chiedere al Dottor Shagwell." E per concludere l'intelligentissimo test "Casalinga Pantofolaia o Padrona Castigatrice? Scoprite qual'è la donna migliore per voi!"
Sarebbe forse inutile dire che truccava le risposte per avere il profilo che riteneva più consono al suo sconfinato ego.

Per raggiungere tali vette di conoscenza in qualsiasi materia, perfino un tipo come lui doveva ridursi a studiare.
Adibì Nott e Rosier, due tipi che non gli si erano staccati da quando era entrato a Scuola, a girargli le pagine, per non rischiare di macchiare la sua pelle lattea con l’inchiostro dei vecchi libri e con la sua abilità negli Incantesimi, non gli ci volle a far sì che la penna scrivesse senza che lui potesse mettere a repentaglio la salute del suo polso.

Gli toccava ancora usare le posate, toccate da chissà chi prima di lui(magari pure infettate dai germi degli Elfi Domestici!), ancora non era ovvio per lui che si potevano utilizzare esserucci di dubbia utilità, come le bruttarelle della Scuola, che si sarebbero accontentate anche di legargli i lacci della scarpe pur di stargli vicino.

Sebbene cercasse di avere il massimo con il minimo sforzo, come si confà a chiunque abbia un minimo di sale in zucca e non si dica che al Lord ne mancasse…Tra gli estenuanti esercizi per esaltare il suo innato fascino, lo studio e il perfezionamento della sua dizione Serpentese, atta ad essere l’Erede Serpeverde più cool nei secoli dei secoli nonché ad evitare di sputacchiare per la Sala Comune quando avrebbe terrorizzato tutti con la sua parlata, le sue giornate erano riempite dalla mattina alla sera, e in men che non si dica l’anno ad Hogwarts era volato.
Intorno a sé aveva raccolto altri accoliti, tra cui anche Avery, Dolohov e Lestrange…Avevano un buon gusto nel scegliere gli abiti, nell’azzerbinarsi ai professori tanto da uscire sempre dalle loro malefatte con le mani pulite, ed oltretutto il loro scarso fascino non faceva che esaltare quello di Riddle…Cosa poteva volere di più dai suoi servi?
Come in ogni Scuola che si rispetti, erano state scoperte gravidanze indesiderate, rapporti tra lo staff dei professori e il marasma degli studenti, ed alcune ragazze per avere la precedenza non solo si dichiaravano amanti di Voldemort, ma perfino figlie segrete.
Thomas, però, era ancora cieco a questi intrighi ed Hogwarts gli pareva il luogo più idilliaco che potesse esistere.
Non che all’orfanotrofio facesse una brutta vita, e tutta la magia che aveva usato in quegli anni contro gli altri bambini ivi ospitati rendeva la sua parola molto più temibile di qualsiasi bacchetta, solo che era circondato da una tale bruttura…A cominciare dall’edificio, che non possedeva certo l’affascinante decadenza del Castello, ma poi anche l’arredamento...Le divise…Le suore…Che accozzaglia di pessimo gusto!
Al solo ripensarci gli veniva il voltastomaco, tanto che gli Zabini dovevano sostenerlo.
Zabini…Ah, Zabini…Non prestate orecchio alle illazioni di una certa babbana inglese che li vorrebbe piccoli e neri come Calimero. Vittorio, Biagio e Sveva Zabini erano dei nobili traboccanti della bellezza mediterranea, di una sensibilità edonistica che solo gli italiani sapevano possedere senza risultare volgari.
Li aveva ascoltati dialogare con piacere, il suo orecchio sopraffino aveva finalmente imparato a farsi strada oltre le fastidiose chiacchiere delle femmine, su questioni di cui lui non capiva proprio una cippa ma che a sentirle uscire dalla loro bocca parevano quanto di più bello avesse mai stato percepito dal suo augusto padiglione auricolare.
Manco a dirlo, come ogni antagonista che si rispetti, anche loro si contendevano i favori dei professori e l’ammirazione di tutti gli allievi, Serpeverde e non.
E nonostante tutti i suoi tentativi di metterli in cattiva luce, non era riuscito a trovare un modo in cui non ci andasse di mezzo pure lui…Il loro intelletto era troppo sopraffino, il loro omino nel cervello doveva lavorare più alacremente di un Elfo impiegato per saziare Slughorn.
Così, aveva finto di darsi per vinto.
Verso aprile aveva con loro aveva un rapporto quasi paritario, secondo l’antica massima “Se non puoi sconfigge il nemico, alleati con lui.”
Eh già, per ora erano un trio dalla sfolgorante e irraggiungibile bellezza ed intelligenza. L’avevamo già detto forse, beh se così fosse ci scusiamo…
Perfino Mary Sue e Gary Stu Doe si sentivano persone qualunque in confronto a loro.
Le Charlie’s Angels gli avrebbero fatto un baffo, e James Bond pareva un vecchio barbone se messo a paragone con l’eleganza degli Zabini.
Per ora doveva tenerseli buoni, ma già s’immaginava sotto i riflettori della Sala Grande, vestito di una tutina rossa e una maglietta con su scritto “Sfida” (le nuove idee progressiste dell’insegnante di Arte Del Duello…)
Lui che poteva, li avrebbe sfidati tutti e tre e poi avrebbe passato mesi, anni o forse l’esistenza intera a vantarsene.
 “Non dolertene Thomas, tra poco più di una sessantina di giorni ci rivedremo…” Vittorio gli aveva detto prima di salutarlo, l’ultimo giorno di Scuola. Già immaginava come potesse essere per il primino ritornare a casa, lontano dai suoi amici, per lui era stato lo stesso due anni prima.
 “Vedrai che capirai perché ci sono liste d’attesa lunghe una vita per la Torre di Divinazione e d’Astronomia…E qual’è la vera utilità della Stanza delle Necessità…” Biagio gli sorrise sornione, come uno che avesse capito tutto dalla vita. Ed in effetti, fece rabbrividire Vittorio da quanto questa affermazione fosse fuori luogo sulle labbra di un ragazzino di 12 anni appena.
Solo a noi che abbiamo già veduto il Babbano di Capeside parlare come un quarantenne a quindici anni questo non farà né caldo né freddo, ma immaginatevi a quei tempi…Era normale che il fratello ne fosse un po’ scompensato.
Ma lasciamo queste tragedie famigliari, per ben più importanti questioni. Abbandoniamo gli Zabini.
C’era stato un avvenimento che aveva dato da pensare al Lord, da quella mattina fino quanto non aveva rimesso piede a Londra.
Mentre preparava il baule per tornare all’Orfanotrofio, aveva trovato una boccetta dalle indubbio contenuto color latte. In effetti, l’etichetta recitava “Latte d’oliva.
Perché si trovava sul suo letto? E soprattutto, come si prendeva il latte da un’oliva? Era una questione di vitale importanza a cui non riusciva a dare risposta. Aveva notato poi che era in coppia con un’altra boccetta, “Olio di Cocco”.
Con orrore, aveva alzato gli occhi verso il muro. La crema più pastosa, il latte d’oliva, recitava un messaggio minatorio.

 

“Sarai mio, Tommy Delicious.

 

  
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