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Autore: Shadowolf    14/04/2010    2 recensioni
La fanfic è ambientata qualche mese nel futuro, intorno a Gennaio 2011, periodo in cui secondo fonti ufficiali dovrebbero cominciare le riprese del film sugli Avengers (I Vendicatori).
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Bussa alla prima porta, la apre, niente. Prosegue. Seconda porta. Stesso risultato. La terza è di fronte, idem. Finalmente la quarta è quella giusta, più o meno. Dentro la stanza, peraltro enorme, trova seduti intorno al tavolo Jon (che collabora al film in qualità di produttore artistico) ed un altro uomo che non conosce, ma che come lo vede si alza e si affretta ad andargli a stringere la mano. È alto, robusto, leggermente stempiato, di età indefinibile, probabilmente compresa tra i trenta e i cinquanta. No, davvero, come fai a dirlo con certezza?

“Oh, Mr. Downey, it’s a great pleasure to finally meet you!”

“Hi, how you doin’?” blatera in risposta, ricambiando la stretta; il momento dopo quello gli si getta tra le braccia e comincia a dargli grandi pacche sulla schiena. Lo prende alla sprovvista, cerca lo sguardo di Jon oltre quella montagna di uomo che letteralmente lo sovrasta, lo trova, gli chiede aiuto con gli occhi (e magari anche qualche spiegazione, se non è di troppo fastidio, grazie). Jon se la ride ancora per qualche momento, dopodiché si alza e li raggiunge, e con quanta più delicatezza possibile li divide.

“Robert, I’d like to introduce to you Mr. Silver, he’s gonna direct the second unit.”

Grandioso, Mr. Silver! Continuano i riferimenti ai Fantastici Quattro noto con piacere.

“Hi, nice to meet you. You look pale, man, are you alright?”

“Oh yes, Mr. Downey… I’m just a little nervous, it’s my first time as a second unit director, and I’m so excited to have the chance to work with you!”

No, non lavorerai con me, lavorerai con gli stunt.

“You’re gonna be great, just relax, okay? Uh, Jon, can I talk to you for just a moment, please? Outside…”

“Sure! Have a seat, Brian, we’ll be right back.”

Lo precede fuori, rifà tutto il corridoio, scende i gradini, apre la macchina, si siede al volante ad aspettarlo, tamburellando nervosamente sopra il manubrio; dopo pochi secondi Jon lo raggiunge e prende posto sul sedile del passeggero.

“Tell me this is a fucking joke.”

“Oh, c’mon, what’s wrong with you?”

“I don’t know exactly what to tell you. Beside, of course, it’s like 10:15 in the morning and nobody else has shown up here except me. Ah, and we’re gonna have a first-time-round director behind the second unit camera. Am I forgetting anything?”

“Listen, I’m gonna ask you a little favor, alright? I mean, friend to friend.”

“Go ahead.”

“Try and be patience, okay? This is just the first meeting after all, everybody’s gonna be edgy, you know that. It’s a big movie, big budget, big chances as well. And you know pretty well how it’s like being on a turning point of your own career. You want to make a move, but you’re afraid of where it could be taking you, and you don’t even know if it will turn out right or wrong, in the end. So, be nice please, Mr. Stark.”

“You know, Jon, I like you more when you’re Hogan, he doesn’t make me feel like an idiot even though it’s exactly what I look like.”

Proprio in quel momento sopraggiunge un’altra auto nello spiazzo; lui alza lo sguardo e vede tramite lo specchietto retrovisore che è arrivato il regista. Se ne accorge anche Jon, che gli lancia un ultimo sguardo di avvertimento misto ad un’espressione da “We have a dial” prima di uscire dalla sua macchina e andare incontro al nuovo arrivato. Se ne rimane ancora qualche istante seduto, poi si alza a sua volta, chiude la macchina e si appoggia al cofano anteriore, le braccia incrociate, ad aspettare i due. Di bene in meglio, abbiamo qui l’ammazzavam...

“Mr. Downey! You look so great! How you doing?”

“Hey, Mr. Whedon! I’m fine, thanks. Can’t wait for the meeting to start!”

Anche se tiene gli occhi fissi sul regista, non può non avvertire su di sé lo sguardo leggermente omicida di Jon, poco dietro di loro.

“Me too, me too… So, does anybody else come out yet?”

‘Già’!? Che cazzo vuol dire ‘Già’? La riunione era fissata alle dieci zero zero, sono le dieci e venti, per la miseria! Dovrebbe essere un ‘Non ancora’, non un fottuto ‘Già’!

“No, there’s nobody else inside except that guy who’s gonna direct the second unit… or something like that…”

“I’m sure they’ll be here in a few minutes. Shall we go inside anyway?”

“Of course! You go first…”

Fa quasi un mezzo inchino, l’altro fortunatamente non sembra cogliere il suo sarcasmo, gli sorride compiaciuto e lo precede sulle scale, prima di sparire oltre la porta esterna. Fa per seguirlo ma una presa alquanto ferrea sul braccio gli impedisce di completare il passo, bloccando l’altra metà del suo corpo e facendolo così oscillare leggermente all’indietro; nell’attimo che intercorre tra i due movimenti capisce già che cosa gli sta capitando, così è abile ad approfittarne e a lasciarsi completamente andare nella stessa direzione, convinto non a torto che il proprietario della mano che lo ha tenuto fermo non lo lascerà comunque capitolare per terra, cosa che puntualmente avviene. Si ritrova letteralmente tra le braccia di Jon, alza lo sguardo verso la sua faccia, gli sorride sornione.

“Yes, my dear?”

“Don’t fool around with him.”

“I wasn’t fooling ‘round…”

“Robert… please!”

“Am I supposed to shut up and say nothing all the meeting long? If there’s gonna be a meeting, of course…”

“I-I’m not saying you don’t have to speak, just… don’t make an idiot out of him in a way he can’t be aware of, alright?”

“Okay, okay. I’m gonna be the sweetest and nicest superhero in the world, I promise on my Iron Man suit.”

“Good boy. Let’s go inside, come on.”

Lo spinge leggermente in avanti, lui si rimette in piedi e lascia che sia l’altro ad andare avanti. Da quando sono arrivato qui non ho fatto altro che andare avanti e indietro per questo maledetto corridoio. Ci dev’essere qualcosa di perverso in tutto questo, non è normale.

Una volta tornati nella stanza trovano i due registi che parlano a bassissima voce tra loro, come se stessero organizzando chissà quale riunione segreta; non appena li vedono entrare comunque smettono immediatamente di farlo (come se stessero parlando di me), si voltano entrambi verso di lui e simultaneamente gli sorridono. Un sorriso (anzi, due) che parte da un orecchio e finisce all’altro. Questi due mi spaventano, e non poco. Si lascia andare sulla prima sedia libera che trova (tu guarda la combinazione, la più vicina alla porta e la più distante dal capo dove sono seduti loro), poggia i gomiti sui braccioli, distende le gambe, incrocia le mani sul petto e comincia a spostare lo sguardo dall’uno all’altro, lasciando da parte Jon che nel frattempo ha preso posto all’esatta metà del lungo tavolo. Se tutti sorridono come degli allucinati, sono capace di farlo anch’io, mi riesce molto bene. Vediamo chi la spunta.

Passano sì e no due minuti che Whedon gli rivolge la parola, allungando ancor di più se possibile quella smorfia che spaccia per sorriso sul suo volto.

“So, Mr. Downey… We didn’t have so many chances to talk before, did we?”

”Well, we could do it now, while we’re waiting for the rest of the cast, don’t you think?”

“Yeah, it’s a great idea. You know, I saw you on both the Iron Man movies, you did a hell of a job, really…”

“Yep, that’s true. You know how it’s like, when you work with people you can trust and who you know will set themselves on fire for you, then it’s…” lancia uno sguardo furtivo a Jon, che lo fissa senza fare un singolo micromovimento, non sbatte neanche le ciglia, “… a lot easier. For me, I mean. Obviously I always like acting, so I guess it doesn’t really make any difference to me, after all.”

Pfiuuu, salvo all’ultimo momento. Jon torna a concentrarsi sui fogli che tiene davanti a sé.

“I see. And what do you think about this project?”

Ah, ma non credere che non sappia dove vuoi arrivare, amico. Non riuscirai a farmela.

“Oh, that’s such an amazing idea! I was really looking forward to this movie since they called me for the very first time and said they were working on a script for The Avengers… Then they asked me if I was interested in being Tony Stark again, which I answered something like: ‘You kidding me? Sure I am interested! I love being Tony, I wouldn’t ever let anyone else playing him!’. And then you got confirmed, and I was like: ‘Oh, he’s gonna be great, he’s a tremendous director, such an amazing choice!’. So yep, I’m really, really excited about this movie, we’re gonna make it astounding!”

Whedon lo fissa per qualche attimo, è evidente che sta decidendo se fidarsi di quel che gli ha appena finito di dire oppure no, ma d’altronde come fai a dargli del bugiardo? Ha sempre una faccia così angelica... Passa qualche secondo, lui continua a sorridergli, dopodiché concentra la propria attenzione su Jon, il quale avvertendo lo sguardo dell’altro su di sé si limita per tutta risposta a rivolgergli una scrollata di spalle e un’occhiata da “If he’s saying so…”. Il regista torna a fissarlo, ancora ben poco convinto della persona di cui sta cercando di decidere se potersi fidare o meno. È evidente che dev’essere successo qualcosa tra il momento in cui si sono visti per la prima volta nel parcheggio e quando è tornato nella stanza, e quel qualcosa quasi certamente risponde alla chiamata di Brian Silver, che ora guarda caso ogni qualvolta ci riesce prende a fissarlo con uno sguardo che è ha metà tra l’impaurito e il “I know which game you’re playing”.

“So, it seems we’re gonna get along pretty well, aren’t we, Mr. Downey?”

‘I feel like you’re driving me to court martial, this is crazy, what did I do?’

“You bet it, Mr. … (non ammazza-vampiri, non ammazza-vampiri, idiota, non chiamarlo ammazza-vamp) ... Whedon.”

Si alza e gli va a stringere la mano. Giocando così, tra una mossa difensiva ed una d’attacco, gli è tornato in mente Stark, il che vista la situazione e per come si stanno mettendo le cose è solo un bene. Se è nella parte gli viene tutto più sopportabile (e anche un po’ più divertente a dirla tutta), perché lui è Iron Man, cazzo, è un fottuto supereroe!

Mentre ancora gli sta stringendo la mano bussano alla porta; si girano tutti quanti in direzione del suono, e l’attimo dopo una testa quasi rasata a zero fa capolino nel varco che si è appena aperto. Sorride anche il nuovo arrivato (ma perché si comportano tutti come se ci fossero dei fottuti fotografi qui dentro!?), entra, si piazza in una posizione in cui tutti lo possono guardare, divarica leggermente le gambe, si mette le mani sui fianchi, porta il petto in fuori (ma che cazzo...?) e poi saluta.

“Good morning, folks! Ready to save the world?”

Oh dio santo. Ditemi per favore che è un fottuto scherzo...

   
 
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