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Autore: Bl4d3    15/04/2010    1 recensioni
Questa è una storia di spider-man che ha luogo in un contesto diverso dalla continuity originale impartita dalla Marvel. A livello temporale, per chi segue il fumetto della Panini Comics, dovrebbe trovarsi dopo "Nuovi Modi Di Morire" e quindi tutto ciò che accade dopo nella storia marvelliana non avrebbe più senso. Buona lettura a tutti ^^
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un nuovo giorno era giunto, le prime luci dell'alba illuminavano il volto nero cenere dei pompieri che avevano finito da poco di mettere in sicurezza il palazzo sventrato dall'esplosione. Di li a poco il proprietario dell'ufficio distrutto sarebbe arrivato, ma non era un proprietario qualunque, si tratta di Norman Osborn, ex pluriomicida di cui si credeva che fosse morto, ma erano voci infondate, se la passa molto meglio del nostro Peter.

Norman arrivò nel suo ufficio, ex Oscorp, verso le 9 del mattino trovandosi di fronte qualche pezzo bruciato, che si presume fosse o una libreria o una scrivania.

>> Ma che c$%&o è successo qua? << Disse Normie guardando dentro l'ufficio dallo squarcio che dava sulla strada.

Rimase, incredulo, a fissare la scena per qualche minuto e senza pensarci un secondo di più chiamò il suo tirapiedi preferito dei Thunderbolts, il gruppo di ex criminali che aveva eccellentemente servito la madrepatria durante l'invasione aliena degli Skruul, ovviamente si tratta di Venom, un simbionte alieno con una sfrenata passione per la carne umana.

>> Porta subito il tuo culo nel mio ufficio, entro 5 minuti devi essere qui o giuro che ti faccio ingoiare gli occhi! << Disse Norman con un tono di voce piuttosto incazzato.

Venom arrivò in tempo all'appuntamento con il suo capo, ma non riuscì a trattenersi e scoppio in una grassa risata.

>> Shashashashasha chi può essere quell'idiota che può solo penssssare di fare uno ssssscherzo proprio a te? << Venom riuscì a malapena a finire la frase prima di continuare a ridere per la scena che aveva davanti agli occhi.

Difatti la scena era piuttosto comica, uno era riuscito a entrare, in modo molto plateale, e a distruggere il mondo di uno psicopatico che fino a qualche anno prima girava su un aliante e elargiva zuccherini esplosivi a forma di zucca a chiunque incrociasse per strada, ancora meglio se era l'uomo ragno. I due si fecero strada nelle macerie dell'ufficio ma Norman notò subito qualcosa che nessun altro poteva notare.

>> Come c$%&o hanno fatto a trovare il mio nascondiglio? << Norman prese la prima cosa che gli capitò a tiro e la frantumò sul muro, non che sia stato poi così difficile, era totalmente carbonizzata.

I due entrarono immediatamente nel nascondiglio di Normie, o del Green Goblin (dipende come volete chiamarlo), e Venom vide per la prima volta tutta l'attrezzatura del dopo-lavoro del suo capo, alianti a motore, guanti che scaricano raffiche ad alta tensione, sacchi pieni di bombe zucca, e qualsiasi altro gadget da combattimento del goblin più famoso degli ultimi vent'anni.

>> Molto bene, non solo mi ha distrutto l'ufficio e ha trovato il nascondiglio, si è anche servito come se fosse in un supermarket di oggetti da scienziato pazzo. A rapporto mancano un aliante, una cinquantina di bombe zucca e ben tre fiale con il siero del goblin. MALEDIZIONE! << Norman non l'aveva presa benissimo.

Norman era furente, era da anni che non era in quelle condizioni. Della roba preziosa, non per il suo valore monetario visto che comunque è uno degli uomini più ricchi e potenti di tutta New York, gli era stata sottratta da uno dei suoi covi, e nelle mani sbagliate quegli oggetti potevano portare alla nascita di un altro psicopatico omicida che avrebbe infastidito i sonni degli abitanti della grande mela.

>> Ehi segugio, non ti ho chiamato per sbavare sui miei giocattoli personali, ma per sfruttare quelle narici portentose che ti ritrovi. Metti in moto il tuo aspiratore portatile e trovami una scia che mi conduca da quel pezzo di m&%$a! << Questi furono gli ordini di un Norman incazzato come poche volte nella sua vita.

>> Lo faccio sssolo ssssse mi prometti che la paga sssssarà un blocco di cinque tagliagole fressschi frssschi della nossstra amata prigione. Adoro la carne dei condannati a morte, ha quella sstagionatura da cella buia e umida che gli da un gusssto particolare. << Replicò Venom assicurando una lauta cena post lavoro.

Quel lavoro non era qualcosa di troppo difficile per il simbionte alieno, e ovviamente Normie accettò così aiutava le amministrazioni pubbliche a liberare qualche posticino nelle carceri di massima sicurezza. Cinque minuti, il tempo servito a MacGargan, colui che ospita il simbionte nero nel suo corpo, a trovare una traccia del ladro che si era intrufolato la notte scorsa.

>> Normie caro devo dire che quessssto lavoro mi sssta mettendo più fame del previsssto, ho trovato la traccia che mi avevi chiessto e guarda un po', ha il tuo stesso odore, ma la direzione è ancora piuttosto chiara. Ho sssempre ssssognato di assssaggiare la tua carne, dev'essssere molto succulenta visssto la quantità di sssangue con cui ti ssei macchiato le mani. << Questo fu il respondo della “perizia” di Venom, il quale stava cominciando a leccarsi le labbra eccitato dall'idea di acciuffare il ladro.

Ovviamente non aveva idea che la caccia grossa sarebbe spettata al capo, quindi per le sue mandibole non c'era lavoro. Norman si fece dare la direzione verso cui si era diretto il colpevole e congedò il suo sottoposto con un pezzo di carta da consegnare al direttore del carcere di Manhattan:

Egregio Direttore,

con il comunicato seguente le comunico che i cinque peggior criminali che in questo momento sono gentilmente ospitati nel suo carcere, giovedì prossimo dovranno essere portati in una sala e legati ciascuno ad una sedia. Di tali personaggi se ne prenderà cura un mio collaboratore, si chiama MacGargan. Per la fattura della pulizia straordinaria del locale, perchè ce ne sarà sicuramente bisogno, mi invii la fattura a cui aggiungerò 500.000$ per il disturbo.

Con l'occasione le porgo i più distinti saluti.

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Norman Osborn”

  
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