Requiem for a dream
I will save your eyes
Medico,
dottore, chirurgo, chiamatemi come volete. Sono il dottor John Michael
Stiles, cardiochirurgo del Caduceus Hospital.
Ho scelto questa vita perchè mi piace vedere il sorriso
sulle labbra altrui, sentirmi dire grazie, anche solo un rantolo che
accenna ad un ringraziamento, e per combattere la sofferenza e la paura.
Essi sono i due spettri contro i quali lotto ogni giorno. Grazie a loro
sono sempre un passo più vicino alla morte, fredda ed
inevitabile.
Nessun medico
può fermarla, ma solo rallentarla facendole lo sgambetto.
La rassegnazione è l'ultima parola che deve passare nella
mente di un medico, chi desidera questo amaro nettare non è
degno di indossare un camice, ma, prima o poi, tutti ne accolgono
l'abbraccio consolatore.
Quando il tuo paziente perde la vita a causa tua, se non reagisci, i
sensi di colpa t'umiliano e ti travolgono. In quel momento assaggi la
rassegnazione, sapore di sofferenza, e ne desideri altra.
Gli uomini e le donne che fino a quel tremendo giorno avevo salvato,
aiutato o semplicemente consolato, dimostravano la loro voglia di
vivere, l'allegria e la gioia di una vita nuova.
Raccontarvi la storia
di come assaporai la rassegnazione sarebbe una crudeltà, ma
non mi sentirei in pace se non lo facessi... forse aiuterò
chi sta per fare lo stesso pasto o chi deve ancora sedersi al tavolo
della disperazione.
Non c'era nulla di insolito quel giorno. M'alzai inconsapevole che la
mia vita sarebbe cambiata, mi lavai di
dosso lo stress notturno e, indossando il mio amato camice bianco, mi
recai all'ospedale. Un caffè tetro per iniziare la giornata
e visite.
Nulla di distorto, ma un uomo, afflitto da lancinanti dolori al petto,
doveva essere immediatamente operato.
Hugh Foolish aveva problemi cardiaci. Necessitava di un trapianto.
Era nella lista d'attesa per i trapianti da molto tempo e ricordo bene
i commenti sgradevoli che aveva mosso contro tutto il personale che
l'aveva seguito, le polemiche e i rifiuti a causa di cuori 'impuri'
perchè non erano di uomo 'normale'.
Che differenza c'è tra il cuore di un uomo dalla carne
'bianca' e quello di un uomo dalla carne 'nera'? Era sufficiente che i
test di compatibilità dessero l'ok per il trapianto...
Io ero il chirurgo, con il punteggio più alto e maggior
esperienza, reperibile in quel momento.
Il primario del reparto di cardiochirurgia mi ordinò di
prepararmi e mi scelse gli assistenti.
Pregai Asclepio, il dio greco della medicina, affinchè
guidasse le mie mani... vi sembrerò fanatico, ma per un
medico è importante credere in qualcuno o qualcosa...
Prima di iniziare, infilai il camice sterile. Delle infermiere mi
diedero aiuto con i guanti in lattice. Coprì il capo con la
cuffia e la bocca con la mascherina. Altrettanto fecero gli
specializzandi alle mie spalle.
Eravamo pronti per essere accolti dalla S.O..
Mr. Foolish venne anestetizzato. Il gas penetrò nei suoi
polmoni cullandolo nel dolce sonno.
Il cuore nuovo era su un tavolino metallico nella sala, chiuso nel
contenitore refrigerante.
Le luci della sala operatoria si spensero e l'enorme lampada sulle
nostre teste illuminò la zona da operare.
Io e i ragazzi cominciammo.
Disinfettai la superficie toracica dell'incisione, afferrai il bisturi
ed incisi. Il sangue iniziò a sgorgare copioso senza
fermarsi, mentre la lama affilata del mio strumento tagliava crudamente
la carne e le ossa.
I miei specializzandi ne tirarono i lembi con gli uncini e le piastre.
Il suono che uscì avrebbe fatto gelare il sangue a chiunque.
In alcune zone la carne iniziò a stracciarsi, per fortuna di
poco, risuonando come un soffio metallico.
Fioccava il sangue rosso. Le costole si flettevano e scricchiolavano.
Con le pinze mi feci spazio nella cavità che avevo creato
aprendogli il torace.
Tutto era vivo. Il cuore palpitava e i polmoni ai suoi fianchi si
gonfiavano e si svuotavano d'aria.
Incredibile la chirurgia... hai le mani all'interno di un uomo mentre
questo respira. Ti senti vivo, quasi un dio, ma è qui che
si vede la differenza tra te e Dio... non puoi sempre salvare la vita
che è nelle tue mani...
I tubi drenanti scesero sul torace ed entrarono nella cavità.
Li collegai ai vasi sanguini. Il
sangue che inghiottivano veniva rimesso in
circolo dalla macchina della circolazione extracorporea.
L'aria aveva un sapore metallico quando recisi le vene e le arterie.
L'operazione durò circa sei ore. Le più lunghe
della mia vita.
I miei specializzandi inspiravano profondamente e chiudendo le pesanti
palpebre sugli occhi, si lasciavano sciogliere liberando l'aria.
Il piacere che provammo
nel vedere il primo battito del nuovo cuore fu immenso. Mai tanta gioia
scosse un animo umano.
Gli applausi
riecheggiavano nel buio della sala. Strette di mano, complimenti e
lacrime mielate.
Quel cuore palpitava e
i suoi battiti erano percepibili da qualsiasi orecchio. Infondevano
calore e gratitudine.
Suturai gli ultimi
punti cardiaci ed infine richiudemmo il torace.
Ago e filo per la
carne, disinfettante per la ferita e una benda per la pelle.
Il nostro paziente era
salvo... poteva tornare a sorridere alla vita.
Continua...
PURA FINZIONE SCARLATTA
J.