Videogiochi > Final Fantasy VIII
Segui la storia  |       
Autore: Ashbear    25/04/2010    1 recensioni
Rinoa e Squall. Una storia per tutti coloro che non avrebbero mai voluto che la storia d'amore finisse. Nella buona e nella cattiva sorte, questa storia segue i primi quattro mesi della loro relazione. È il viaggio della scoperta, il viaggio che insegna.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

DANCING IN TIME
scritto da Ashbear, tradotto da Alessia Heartilly e Shu
~ Capitolo II: Tempo di pace ~

16 marzo

Camminava per i lunghi, familiari corridoi del Garden di Balamb, come faceva tutti i giorni da tredici anni. Col tempo era cambiata la lunghezza dei suoi passi, ma non la determinazione che guidava ognuno di essi: era come se avesse costantemente voluto spronarsi ad essere migliore... non migliore dello studente dopo di lui, ma migliore di ciò che era stato il giorno prima.

Da quando era stato nominato Comandante la sua vita era stata rovinata da protocollo e politica. Adesso passare tranquillamente per i corridoi, da quella banalità che era, si era trasformato in quella cosa trascendentale per parecchi di quelli che stavano in giro. Metà della popolazione lo idolatrava per le sue imprese, e l'altra metà si prendeva gioco di lui per il suo successo. Sentiva addosso gli sguardi avvelenati di questi ultimi, e a volte non avrebbe desiderato altro che mettersi a urlare. Urlare al mondo di lasciarlo in pace, urlare così da poter ritornare al suo rifugio di silenzio... urlare anche solo per assicurarsi di non essere perso in un vuoto deserto. Ma non era da lui... e così, confinava tutto in una diga emotiva.

Forse se fosse riuscito ad accettare tutto quello che era successo il resto si sarebbe sistemato da solo. Una parte di lui si tratteneva ancora dal crederci, aspettandosi che succedesse qualcosa... un'altra strega, un'altra guerra, un'altra persona nella sua vita che se ne sarebbe andata senza nessuna spiegazione.

Entrò nell'ascensore e premette rabbioso il pulsante per il terzo piano. Il Comandante poggiò la fronte contro la consistenza fredda del vetro e sospirò, pensando a quanto era monotono il suo lavoro. Ancora a due mesi di distanza dalla sconfitta di Artemisia poteva dire che il suo futuro non consisteva in altro che un oceano senza fine di scartoffie e riunioni. Come fortuna aveva voluto, la sola interruzione che aveva avuto in quella noia era stato il campo di sopravvivenza di qualche settimana prima... e ovviamente il suo weekend a Deling.

Era un certo sollievo trovarsi lì da solo, mentre le porte si richiudevano... e, come da buona vecchia tradizione immancabile in ogni film, una mano s'inserì a bloccare le porte. La mano fu presto raggiunta da un'altra e i vetri furono lentamente costretti a riaprirsi, finché l'idraulica non fece il resto.

"Eddai, Squall, potevi premere il tasto 'aprire la porta'!" disse Zell, sarcastico, mentre entrava nell'ascensore sprizzando il suo solito entusiasmo.

"Potevo," rispose asciutto il Comandante, senza spostare la testa dal suo appoggio.

"Vai al terzo piano?"

"Già, Zell – è per questo che è illuminato il tre."

"Mamma mia, non eri così irascibile da... oh, scusa, non hai ancora novità da lei?"

Se avesse avuto un GF in junction e una magia 'Stop' a portata di mano, la successiva parte della conversazione sarebbe stata un lontano ricordo. Ma, come ogni altra cosa, una semplice salita in ascensore doveva diventare il modo imbarazzante della conversazione di fare capolino con la sua brutta faccia.

"Ha telefonato una volta e ha scritto diverse lettere, ma negli ultimi giorni nulla."

"Non ne avete parlato quando sei stato a Deling?"

Beh, aveva nominato per sbaglio la cosa, ma aveva lasciato cadere immediatamente l'argomento, come fosse stato un passo falso: quel giorno era troppo importante per rovinarlo con una risposta. Specialmente con una che sapeva già, nella mente e nel cuore, di non essere pronto ad accettare. Aveva realizzato che per nessuna ragione lei sarebbe mai entrata nella SeeD. Non faceva per lei... semplicemente, non era una di loro. Certo, faceva parte del gruppo; ma non era tipo da farsi ingaggiare per denaro, no. Eppure lui non si sarebbe aspettato nulla di diverso, dati i suoi valori e la sua morale, ed era questa la terribile ironia della situazione. Cid le aveva presentato l'offerta prima che partisse per Timber, incluso un allenamento intensivo per quando fosse ritornata. Squall sapeva che era per questo che non aveva avuto notizie da lei, perché aveva preso la sua decisione... e non aveva il coraggio di confrontarsi con lui.

L'ascensore fece udire il suo segnale e le porte si aprirono. I due ragazzi uscirono nella sala d'attesa dell'ufficio del preside, e Squall serrò le dita sul manico del suo gunblade, desiderando più di qualunque altra cosa quella magia 'Stop' al momento. Qualsiasi cosa sarebbe stata meglio del vedere 'quello sguardo', quello che riceveva troppe volte quando i suoi amici gli chiedevano di Rinoa... Lo stesso che aveva ricevuto da loro quel giorno fatale in cui lei era stata portata via dai soldati di Esthar sotto il cielo del deserto.

"No." Sperò che la risposta fosse sufficiente.

"E beh, non le hai scritto niente di questo fatto? Penso che poteva essere più facile per iscritto."

Più facile per iscritto? Al diavolo, non c'era cosa più lontana dal vero... le parole "Squall, mi dispiace – non posso diventare una SeeD" non gli avrebbero certo pesato di meno sul cuore se le avesse viste nero su bianco.

"Non le ho mai scritto... né di questo fatto, né di nessun altro argomento... non le ho proprio mai scritto."

"Ma come, lei non ti ha scritto almeno quattro volte a settimana?"

"Più o meno," e il tono si abbassò, questa volta.

Zell decifrò l'espressione sul volto dell'amico... si imparava in fretta, a crescere in compagnia di Squall Leonhart... Non era l'espressione da 'hai rotto lasciami in pace', quella che era stata la norma per lui fino a due mesi prima. L'esperto di arti marziali e il resto del gruppo non avevano mai dubitato che Rinoa sarebbe ritornata al Garden, ma in qualche modo la loro fiducia non rispecchiava mai quello di cui era convinto il loro leader. Zell sapeva bene che era meglio provare a cambiare argomento, e così tirò un paio di parate basse nell'aria, come a bloccare pugni immaginari.

"Vieni alla mia festa domani sera? Sono settimane che Selphie la sta organizzando, stavolta ha ingaggiato una band vera... non noi che tentiamo di sembrarne una."

"Niente tip-tap vero?"

Zell ridacchiò al ricordo di Fisherman's Horizon e del loro tentativo praticamente comico di metter su uno spettacolo. "Naah... a meno che Irvine non beva troppo." Il Comandante sollevò un sopracciglio a quel commento. "Ehm... non che ci sarà alcool alla festa, ovviamente, signore."

Squall sospirò; doveva ammettere che l'idea di una bevanda alcolica in quel preciso momento aveva i suoi pregi... almeno avrebbe reso un po' più degna di essere ricordata la sua riunione bisettimanale con Cid. "Zell, sei abbastanza grande da decidere da solo: non ho intenzione di farti da cane da guardia ogni volta che ci vediamo."

"Quindi vuol dire che vieni, vero?"

"Ci sarò."

"Wow, ragazzi, sarà grandioso!"

Squall annuì educatamente per congedarsi. "Adesso sono in ritardo per una riunione." Si diresse alla porta del preside, bussò e poi attese il permesso per entrare.

Zell si voltò e balzò di nuovo dentro all'ascensore, per scendere al secondo piano. Girato l'angolo per andare verso la classe, perse per un attimo l'equilibrio quando Selphie gli saltò in braccio e si aggrappò stretta al suo collo.

"Ma cosa cavolo...? Che diavolo ti prende?" riuscì ad articolare mentre le allontanava le braccia allargando un po' la sua stretta praticamente mortale.

"Zell!" strillò, e il suo entusiasmo non passò certo inosservato per quelli che erano lì intorno. "Non indovinerai mai chi è tornato!"

*~*~*~*~*

"Avanti."Cid spostò una pila di carte da una parte all'altra della scrivania, coprendo alcuni documenti. Alzò gli occhi e, vedendo entrare Squall, gli fece un sorriso rassicurante. "Allora, Comandante Leonhart, come andiamo oggi?"

"Tutto bene, signore, grazie... e lei?"

"Io sto benissimo, e sono contento di vedere che stai migliorando in questi convenevoli, tieni duro un altro po' e potrebbe perfino darsi che ti cominceranno a piacere."

Squall decise di ignorare il commento, deviando invece la conversazione su un tono più professionale. "C'è qualche novità su cui mi voleva informare, prima che torni nel mio ufficio?"

Cid si sentì un po' deluso per la piega presa dalla conversazione, negli ultimi mesi aveva sperato che il giovane uomo avrebbe confidato almeno un po' in lui. Erano successe così tante cose a quel ragazzo che il preside pensava che la sua guida avrebbe potuto fargli del bene. Loro due avevano tanti legami... uno di una figura paterna nei confronti di un figlio, uno nel campo del codice di un soldato, e, più importante di tutti, quello di una storia straordinaria che era stata posata solo sulle spalle di pochi... l'onore di essere un cavaliere.

L'uomo più anziano prese un paio di occhiali da lettura dal tavolo e li inforcò. Poi si allungò a prendere un taccuino rilegato in pelle, e ne sfogliò le prime pagine.

"Allora, ho ricevuto l'ultimo preventivo dell'appaltatore... i lavori andranno avanti come previsto, in tutto la costruzione non dovrebbe durare più di tre mesi. Ho richiesto che si cominciasse dalle vecchie camere del corpo docenti del Garden, con un po' di fortuna la tua rientrerà nei primi gruppi ad essere completati."

"La mia?"

"Figliolo, non lo sapevi? Scusami, devo averlo dato per scontato... quando ho parlato del fatto di spostare gli istruttori in camere più grandi, intendevo tutto il personale amministrativo della SeeD. Come Comandante, tu avrai un appartamento tutto per te. Tieni a mente che non sarà niente di straordinario, ma avrà perlomeno un salottino a parte, una stanza da letto e una piccola zona cucina."

"Signore, io non ho bisogno di una camera più grande, quella del dormitorio che ho adesso è più che adeguata."

L'uomo rise candidamente, mentre scarabocchiava qualche nota sul suo foglio. "Oh, ne avrai." e la sua risposta fu quasi inaudibile in mezzo alle risate.

"Prego?" Squall non capiva bene cosa ci fosse di divertente: lui non vedeva di certo nulla da ridere in quella discussione. Capendo che la cosa gli avrebbe portato via più tempo di quanto avesse originariamente previsto, il Comandante si sedette su una delle poltroncine di pelle bordeaux che stavano di fronte alla scrivania.

L'uomo agitò la mano per lasciar perdere la domanda del Comandante, ma dentro di sé pensava Certo, provaci a vivere con una donna e un cane in una singola di un dormitorio... come no, ragazzo.

C'erano cose che aveva capito meglio Cid che non la persona confusa che gli sedeva di fronte... ci sarebbe voluto del tempo, ma sarebbe successo. Era destino, ed entrambi i Kramer si erano ormai arresi a questo fatto. Non c'era nessun modo di interrompere il legame una volta che aveva preso il via; la coppia con più esperienza poteva solo preparare i due alle prove che li attendevano... sia a quelle fisiche che a quelle emotive. No, non sarebbe successo la prossima settimana, o mese, o forse neanche anno... ma non c'era dubbio, sarebbe accaduto – e quando quel momento fosse arrivato, loro due avrebbero avuto un appartamento.

"Mmm... non è importante questo ora come ora, Squall. Oh, il primo gruppo di studenti per il 'Progetto Ricostruzione Trabia' partirà... ehm... accidenti, non riesco a leggere la mia stessa scrittura. Penso sia il diciannove di marzo."

"Sì, signore, è così. Selphie e Irvine sono stati inseriti nella prima unità."

"Non sarà la stessa cosa senza avere lei qui intorno, vero?" Accorgendosi che la sua osservazione poteva avere un doppio significato, Cid si affrettò ad ampliare la frase. "I documenti definitivi per il trasferimento di Irvine sono giusto giusto arrivati in questa montagna di 'inferno della burocrazia' qui da qualche parte... adesso passerà i prossimi due mesi a Trabia, e se vogliamo parlare di coincidenze... io potrei impiegare lo stesso tempo a ritrovare le sue carte."

Il preside abbassò lo sguardo sulla caotica superficie e ne prese un raccoglitore; lo aprì appena, scartabellando tra vari manuali che si trovavano al suo interno. "Volevo informarti che, a mio parere, è divenuto necessario assumere alcuni dipendenti civili, non solo militari. Certe posizioni erano quelle che teneva il corpo docenti del Garden, e certe altre si sono fatte essenziali per il processo di cambiamento."

Il Comandante annuì, capiva che qualche aiuto dall'esterno sarebbe sempre stato indispensabile. Il Garden aveva dozzine di impiegati che non erano SeeD: i bidelli, i lavoratori del bar, e anche gli uscieri.

"Squall, la settimana dopo che avrai dato la tua approvazione definitiva due tecnici da Fisherman's Horizon saranno assunti con un contratto a tempo pieno. Ora che il Garden è mobile avremo bisogno di meccanici e motoristi qualificati. Hanno accettato di venire a bordo, dato il nostro nuovo status militare; però, se accetteremo lavori che rimandino alla nostra passata reputazione di 'mercenari', con tutta probabilità se ne torneranno a FH. Gli assegneremo alcuni cadetti più giovani come apprendisti, in modo che alla fine potremo cavarcela con personale interno... ma potrebbe volerci un bel po' di tempo."

"È comprensibile... è tutto, signore?"

"No, non proprio. Stavo pensando a altre due figure... prima dell'attacco, avevo sottovalutato l'importanza di avere un medico di riserva sul campo... quindi per il prossimo semestre sto considerando la possibilità di assumere un altro dottore per aiutare la dottoressa Kadowaki, sollevarla da un po' dei suoi incarichi. Ho già in mente una candidata: una ragazza che ha lasciato la SeeD per seguire una carriera nell'ambito medico. Con la sua esperienza passata avrà già una conoscenza di come si lavora al Garden, e penso che quest'idea mi sia sempre rimasta in mente, in sottofondo, da quando questa ragazza se ne andò."

"Sarebbe una mossa molto sensata, e sono sicuro che la dottoressa Kadowaki apprezzerebbe un po' di pausa."

"È un eufemismo... non ricordo che quella donna si sia mai presa una vacanza." Cid s'interruppe, chiudendo il raccoglitore; poi abbassò lo sguardo sul suo tavolo come per sottolineare un punto. "E, Squall, ho intenzione di prendere anche un collaboratore per me. Qualcuno che mi aiuti a tenere tutto in ordine; magari per una volta riuscirò a trovare qualcosa in questa tana di topo."

"Intende dire una segretaria?" Squall si piegò in avanti nella sua sedia, non gli piaceva dove stava andando a parare la discussione. Tutti i documenti che Cid supervisionava erano di solito cose importanti, e dare un accesso simile a un estraneo poteva essere pericoloso.

"No, no, no... penso non sia per niente una definizione appropriata. Non cerco qualcuno che mi vada a prendere il caffè o mi metta a posto... okay, forse mettere a posto, un pochino... ma qualcuno che sia per me un vero e proprio assistente. Gli chiederei pareri su varie questioni, e gli affiderei compiti anche quasi da mediatore in certe occasioni. Forse se questa persona non fosse un SeeD avrebbe una visione delle cose un po' differente. Per giunta, io non riesco neanche a leggere la mia stessa calligrafia... una persona che usi un computer e un programma di scrittura sarebbe una mano santa, qui dentro."

"Preside, non sono sicuro che questa idea mi piaccia troppo. Se si fosse trattato di qualcuno per rispondere ai telefoni, e sistemare gli appuntamenti, sarei stato d'accordo... ma potrebbe correre un grosso rischio con quello che sta proponendo. Nessun estraneo dovrebbe vedere i suoi appunti... per quanto illeggibili siano."

"Hai mai sentito la storia che c'è dietro alla 'd' maiuscola in 'SeeD'?"

"Sì, signore," rispose Squall, cercando di tenere un'aria indifferente. Era un po' seccato per quell'improvviso cambio di argomento, si sentiva come se Cid stesse tentando di proposito di distogliere la sua attenzione senza dargli una risposta chiara e precisa.

"Beh, dimentica qualsiasi storia ufficiale che tu possa aver sentito. Vuoi quella vera?"

"Suppongo di sì." Era una scelta, quella, o una qualche lezione di vita che non aveva altra opzione se non ascoltare?

"Ti farò capire quanto potrebbe servirmi questo aiuto. Vuoi sapere quanto orribile sia sul serio la mia scrittura? La prima volta che a Edea e me venne questa idea del Garden e della SeeD... buttammo giù una lista di possibili interessati ad un investimento per il capitale iniziale. Io dovevo ordinare tutto il materiale di cancelleria, così riempii il modulo, lo inviai via fax, e tre settimane dopo eravamo ufficialmente le 'Forze Mercenarie Speciali Seecl'. Si scoprì che il tizio dall'altra parte aveva preso la 'd' per 'cl' - non era riuscito a leggere nella mia scrittura."

"Edea non fu molto contenta di questa cosa, visto che le sue ultime parole prima che io inviassi il modulo erano state 'battilo al computer per favore, la tua scrittura non si distingue dai graffi che fanno i chocobo'. Beh, ma nella mia fretta avevo semplicemente riempito a mano il maledetto stampato... non volevo rompermi la testa per scriverlo al computer. Dopo questo errore, mandai un altro fax al tipo, una lettera con un po' di parole grosse, nel tentativo di discolparmi... ci scrissi 'Non è 'cl', è una 'D'', e ovviamente lo sottolineai per mettere in chiaro per bene il punto della questione. Questa volta lui telefonò per verificare, e io gli dissi che sì, era esattamente come nel fax... bene, tre settimane dopo eravamo la SeeD... visto che avevo scritto una 'D' maiuscola in quel modulo. Ero furioso, ma Edea mi fece calmare, lei ha sempre trovato il modo di riuscirci. Qualche giorno dopo, il nome ci suonava bene. E quindi, ad ogni modo, è così che siamo diventati la SeeD."

Squall fu molto sorpreso di aver trovato davvero qualcosa di divertente in quella storia. "Beh, signore, per quanto mi riguarda, io sono orgoglioso di essere un Seecl."

"Molto spiritoso, Leonhart."

"Lo immaginavo." Il Comandante sorrise appena, prima di ritornare a esporre i suoi dubbi. "Onestamente, non vedo la necessità di inserire un civile nell'organizzazione, soprattutto per una posizione così importante."

"Beh, questa persona che mi assisterà viene sotto ottime raccomandazioni, e non credo che la fiducia sarà mai un problema, con lei."

"Signore, non intendo mancare di rispetto... ma la fiducia è sempre un problema, nella SeeD. Se adesso ci stiamo concentrando soprattutto sull'allenamento e la sicurezza, come facciamo ad essere certi che un estraneo non tradirà la nostra fiducia? Io penso che promuovere qualcuno che è già all'interno potrebbe essere una soluzione molto più praticabile. Che ne pensa di Shu, o di Quistis? Avevo l'impressione che si occupassero delle questioni amministrative di tutti i giorni."

"Beh, Quistis ha aiutato durante il conflitto, ma ora che insegna di nuovo questo sarà il suo impegno primario. Shu si dedicherà al reclutamento e alla sezione Risorse Umane – questi compiti prima erano controllati esclusivamente dagli interessi di Norg."

"Allora perché non fare una promozione dall'interno?"

Cid sospirò, strofinandosi la radice del naso. "Squall, questo si basa su una mia decisione. Anche Edea ha incontrato questa nuova persona che mi assisterà e non potrebbe essere più contenta del risultato. Posso prometterti che la fiducia non sarà mai un problema."

Come fa a prometterlo? Squall tenne il commento per sé, anche se ancora non riusciva a seguire il ragionamento del preside. Voltò appena la testa, per non guardare l'uomo negli occhi, e finalmente cedette. "Ricevuto, signore."

"Squall... a volte..." L'uomo esitò nelle sue parole, la voce che rifletteva il suo rimorso. "A volte, non si può sempre aver fiducia su chi è all'interno... una persona non la conosci mai." 

Seifer. Ancora a quasi due mesi dalla sconfitta di Artemisia Cid non era riuscito a parlare con nessuno del ragazzo. I due restarono seduti in un silenzio imbarazzato, un silenzio che Squall non aveva il coraggio di spezzare... o le parole per sanare. L'uomo sospirò profondamente, poi prese un fascicolo dal tavolo. Squall guardò il preside che apriva con difficoltà la cartellina: le emozioni trasparivano dalle sue azioni.

"Comunque, Squall, qui c'è il manuale di benvenuto, con la storia della SeeD. C'è anche una presentazione video da far vedere, che praticamente copre, più in breve, tutto quello che è contenuto nel libretto."

"Signore, perché sta dicendo a me queste cose?"

"Oh, perdonami... immagino avrei dovuto essere più chiaro sulla situazione. Vorrei che tu illustrassi al nostro nuovo acquisto il manuale, le regole, l'ordinamento, questo genere di cose."

"Non dovrebbe farlo Shu? Mi sembra che rientri in quelle che proprio lei ha appena definito le sue competenze."

"Normalmente dovrebbe, ma ho paura che oggi non sia disponibile, e dal momento che tu potresti lavorare a stretto contatto con chi mi assisterà, ho pensato che fossi la scelta più logica."

"Oggi, signore? Intende dire che questa persona comincerà oggi?" A questo punto, Squall non riusciva più a nascondere i suoi sentimenti... aveva sempre cercato disperatamente di sentirsi parte di quell'organizzazione, e a volte gli pareva di essere un estraneo. Si alzò dalla sedia, tentando di non far cedere la sua diga emotiva proprio allora. "Mi sembra che questa fosse una cosa che mi si doveva comunicare. So che lei ha l'ultima parola su quello che è meglio per il Garden, ma visto che si suppone che io sia il Comandante, penso che un controllo del background di questa persona e un colloquio formale con me sarebbero stati il minimo che si poteva fare."

"Ascoltami, Squall... lo capisco. In circostanze normali, saresti stato il primo a saperlo, e sarei stato addirittura io a insistere perché tu fossi presente dai primi agli ultimi colloqui. Per gli altri incarichi da affidare a civili, ti chiedo di controllare la fedina penale prima che comincino ufficialmente a lavorare. Per questo, però, si tratta di una scelta che ho fatto io, e su cui non ho intenzione di tornare indietro."

*~*~*~*~*

Non era mai stato uno che metteva in discussione gli ordini. Non era mai stato uno che metteva in discussione l'autorità, ma in un certo senso gli sembrava che tutta quella situazione gli fosse stata scaricata addosso a forza. Cid non aveva mai usato prima un subordinato in quella maniera, con la rilevante eccezione di Shu, e anche lei aveva avuto i suoi incarichi durante il conflitto. Forse la mancanza di un assistente, in passato, era dovuta alla presenza di Norg e all'alto livello di segretezza che andava mantenuto tutti i giorni... ma perché adesso... perché porre tutto nelle mani di un estraneo?

Il Comandante mise da parte le sue riserve ed entrò nella piccola sala conferenze. Le tende scure erano tirate e le luci abbassate per la presentazione video introduttiva. Un televisore mostrava chiaramente lo stemma bianco e nero della SeeD, l'unico bagliore a illuminare lo stretto spazio. Lasciando cadere la cartellina su di un tavolo, cercò di non far trapelare, nella voce, nemmeno un goccio della sua diffidenza o di poca sincerità.

"Sono il comandante Squall Leonhart, e da parte dello staff e degli studenti vorrei darle il 'benvenuto' al Garden di Balamb. Ci auguriamo che la sua collaborazione sarà produttiva e soddisf--"

Sentì qualcuno aggrapparsi da dietro alla sua vita, e rispose come ogni soldato ben allenato avrebbe fatto in quella stessa situazione. Il suo corpo si mosse in automatico, e in un solo gesto fluido afferrò le braccia del suo aggressore, torcendole sul suo fianco destro. Con un'immediatezza che era quasi grazia, si gettò l'assalitore dietro le spalle, finché il corpo ormai inerme atterrò sul pavimento con un sonoro 'thud'. Con entrambi i polsi dello sconosciuto nel pugno, gli piantò un ginocchio nello stomaco, rendendolo praticamente inoffensivo.

"Ouch," esalò una voce.

L'adrenalina della breve battaglia gli correva nelle vene, ma il suono di quella voce fece deviare la sua mente in una direzione totalmente inaspettata. Direzione che, un quarto d'ora prima, avrebbe potuto spiegare le risposte elusive del preside. Conosceva quella voce: abitava tutti i suoi sogni...

"Cazzo, Rinoa?"

"Uh... huh." Il tono basso era più di dolore, questa volta.

Squall allentò la presa serrata sulle mani di lei, e  le tolse il peso dall'addome cadendo in ginocchio.

"Scusami... io non... stai bene?" Si piegò su di lei, posandole la mano sulla spalla. Solo il contorno scuro dei suoi capelli si distingueva nell'oscurità, ma sapeva che era lei – il suo cuore glielo diceva.

"C'è un'assicurazione per gli infortuni sul lavoro?" Sorridendo appena nonostante il dolore, restò a guardare i tratti in ombra di lui rischiarati dal riverbero dello schermo. I capelli gli coprivano un po' i lineamenti, la cicatrice solo un'ombra furtiva sul viso. Ma gli occhi riflettevano la luce come un faro che fiammeggiasse in mezzo alle tempeste di novembre. Rinoa rabbrividì per un attimo accorgendosi che doveva aver letto qualche romanzo d'amore di troppo dopo aver lasciato l'ospedale.

Cercò di riprendere a parlare, ma voce e risoluzione le restarono intrappolate in gola. In quel momento, le settimane di vuoto sembravano svanire nel passare del tempo. Con la mano adesso libera si allungò ad accarezzargli il viso, sorpresa lei stessa della sua audacia. Si concesse il piacere quasi proibito di toccare la sua guancia. "Sto bene, Squall."

Lui si tese al contatto, meravigliandosi di non essersi tirato indietro. Sollevò la mano a incontrare le dita della ragazza, scostandole lentamente dal suo viso; ognuna di esse pareva un'entità a sé, ognuna di esse era qualcosa che aveva solamente sognato per le ultime due settimane.

Lasciò andare dopo poco la mano di lei, e si tirò su, comportandosi come se non fosse successo nulla fuori dal normale. "Riesci ad alzarti in piedi?"

"Penso di sì... non sembra esserci niente di rotto."

"Meno male... odio tutte quelle maledette scartoffie." Si chinò verso di lei, offrendole la mano; Rinoa accettò l'aiuto, ma quando fu in piedi traballò un po' in avanti perdendo l'equilibrio.

Sentì una fitta acuta irradiarsi dalla parte bassa della spina dorsale, e sussultò dentro di sé cercando di nascondere il dolore. Nessuno poteva certo dire che Squall Leonhart non fosse sempre pronto per la battaglia, e lei ora aveva ferite di guerra a dimostrarlo.

Squall non si era fermato a ripensare al perché all'inizio fosse entrato in quella stanza. Sembrava concentrato su una cosa sola, e nell'oscurità si ritrovava ad essere meno cosciente del fatto di starla a guardare. Ed ed era proprio quello che stava facendo...

Rinoa se n'era accorta, e si rese conto che non aveva voglia di spezzare quel silenzio sereno. L'unico suono nella stanza era il mormorio basso in sottofondo dell'impianto audiovisivo. Infine, Squall fece un piccolo passo indietro, era palese che cominciava a sentirsi a disagio, e la cosa le faceva quasi venire da ridere... c'era così tanta innocenza dentro quell'imbarazzo.

"Rinoa..." esitò un poco prima di farle la domanda che aveva temuto; ma in qualche modo, nel buio trovava la forza di chiedere l'impossibile. "Starai qui al Garden?"

"Ti va bene?"

Certo che sì, accidenti! Okay, non sarebbe stata la risposta diplomatica 'da Squall', così si decise per un, "Se è quello che vuoi."

Lei sorrise appena prima di portarsi una mano alla fronte, con aria quasi imbarazzata. "Sì... è che non ho altro posto dove andare e..." si bloccò, stava cercando di inventare scuse per la vera ragione per cui voleva stare lì. Si tolse la mano dalla fronte e lo guardò con più sicurezza. "Voglio stare qui."

Quelle parole gli diedero un certo senso di euforia, ma cercò di rimanere impassibile in sua presenza; anche se capiva che era una battaglia persa. Doveva dire qualcosa...

"Timber?"

Beh, sì, la conversazione con Squall Leonhart poteva essere un po' tendente al sintetico, aveva ben presente questo punto. Almeno di buono c'era che poteva parlare senza essere sotto pesanti sedativi, questa volta.

"A Timber tutto bene, grazie. In queste ultime due settimane hanno organizzato una struttura governativa di base senza l'influenza di Galbadia: la maggior parte dell'amministrazione è temporanea o ci lavorano dei freelance fino alle elezioni in autunno. Beh... okay, tutto questo non è successo solo nell'ultimo paio di settimane, ma l'ultima volta che ti ho visto le elezioni non erano nella top ten dei nostri argomenti, quindi ti ho solo fatto un riassunto."

"Scusa, avrei dovuto chiedertelo prima."

"No Squall, non dovevi affatto... per favore, non ti dispiacere."

Ma è una cosa importante per te... è chiaro che avrei dovuto chiedertelo, pensò tra sé e sé, e poi si ripromise che non avrebbe più fatto quell'errore. "Come stanno le tue tonsille? O meglio... la tua mancanza di tonsille."

Si spostò un po' di ciuffi di capelli dietro le orecchie. "Se ne stanno felici e contente da qualche parte, che non è nelle vicinanze della mia gola. È stato meglio così per la nostra relazione."

"È bello sentirti di nuovo." Squall rabbrividì rendendosi conto che suonava come uno slogan pubblicitario... Oh, accidenti... ti prego, non pensare che questa fosse proprio idiota.

"Anche sentire te," rispose lei in tutta sincerità, mettendo in pace i suoi pensieri.

"Cid..." riprese infine con difficoltà. "Cid voleva che io spiegassi un po' di cose al suo nuovo..." Riusciva a vedere il sorriso di lei, e quello illuminava la stanza buia con la stessa intensità del Megaflare di Bahamut. E poi lo colpì un pensiero, per la prima volta da quando era entrato lì dentro sciorinando il suo discorso ipocrita di benvenuto. Il suo senso di colpa, a guardare la cartellina gialla che giaceva sul tavolo, gli fece spezzare quella serenità. "Rinoa... ne sei sicura? Le norme, i regolamenti... non è tanto da te. Sei sicura che vuoi davvero lavorare qui?"

"Squall, tu ne sei sicuro?"

La risposta lo prese totalmente alla sprovvista. Mai, neppure una volta l'aveva messa a parte dei suoi precedenti dubbi – sui suoi sentimenti, o i suoi scrupoli. Non avrebbe mai potuto vivere in pace con se stesso lasciando che Rinoa mettesse in discussione i suoi valori, per qualcosa di così insignificante come... beh, come... qualsiasi cosa fosse il motivo; la sua mente ancora si rifiutava di comprendere che era per lui.

"È meglio, adesso." La risposta eludeva la sua domanda - ma era lo stesso sincero, questo era un altro degli argomenti che aveva evitato quando erano a Deling. "Volevo dirtelo prima, adesso che Norg non controlla più gli interessi del Garden, Cid si sta concentrando sul portarci in una direzione diversa, che ci allontani dalla reputazione di mercenari."

"Mi aveva detto qualcosa a proposito di cambiamenti in meglio l'altro giorno, ma poi spiegò che qualcuno mi avrebbe illustrato tutto quando sarei tornata."

"...Quando saresti tornata," ripeté Squall con appena un filo di voce, stupito di quanto meravigliosa suonasse ogni sillaba a pronunciarla.

"Eh?"

"Niente, Rinoa, solo... niente. Comunque, insomma, la SeeD si sta distaccando dallo status di mercenari. Tutti i Garden hanno contratti per lavorare con i governi locali, per aiutare nell'addestramento delle loro reclute nelle operazioni base di difesa e sicurezza. Potremo ancora essere ingaggiati da singoli, ma solo per scopi di difesa... niente più uccidere per denaro, ma solo proteggere – perdere una vita umana sarà solamente l'ultima spiaggia. Inoltre ci si concentrerà di più sulla negoziazione degli ostaggi, e sulle operazioni speciali di recupero."

"Quindi, se adesso avessi cercato di ingaggiarvi, la SeeD non avrebbe aiutato i Gufi del Bosco?"

"Allora... in teoria... no, ma avremmo potuto aiutare a proteggervi se Vinzer Deling avesse minacciato la vostra vita."

"Buono... questo mi piace," rispose la ragazza, avvicinandosi di un piccolo passo mentre vedeva il corpo teso di lui cominciare pian piano a rilassarsi. "Quindi suppongo che voglia dire che posso assoldarti per far smettere ad Irvine di provarci con me."

"Beh, tecnicamente questo rientra nella 'protezione' di interessi umani... e ci sono un paio di articoli che permettono anche metodi più notevoli e persuasivi. Quando non puoi assumere la SeeD per combattere, penso che io sarei disposto a lavorare in maniera indipendente se la situazione fosse così estrema da giustificarlo."

"Oh, adoro quando parli tutto formale. Adesso spiegami nel dettaglio la storia del procedimento di junction."

"Davvero?"

"No!" rispose giocosa, dandogli un colpetto sulla spalla. Era così carino quando restava confuso per le sue battute. Oh cavolo, l'aveva di nuovo definito 'carino': giurò di piantarla subito con quell'abitudine. "Uhm, Squall, non lo sapevi davvero che io ero qui, giusto?"

"No, Cid sembra aver omesso qualche informazione importante sul suo nuovo assistente."

"Non pensavi che sarei proprio ritornata al Garden."

Si allontanò da lei di un altro passo, spostando lo sguardo sullo schermo. Odiava la sensazione di essere, come si dice, con le spalle al muro. Non c'era nessun modo di rispondere correttamente a quell'affermazione, cosa che gli stava succedendo troppe volte di recente. "No, Rinoa, non lo pensavo."

Nel buio, la ragazza riusciva a vedere i suoi occhi umidi che brillavano come cristalli, e capì il tormento interiore che stava attraversando. Tornò verso di lui, e questa volta gli circondò dolcemente la vita con entrambe le mani. "Squall, so che prima non ero mai stata d'accordo sul fatto di venir pagati per combattere le battaglie di qualcun'altro. Ma ricordati che io vi ho ingaggiati. Ho sempre pensato che la SeeD avesse il suo scopo, ma sono contenta di vedere che vi state muovendo in una direzione diversa. Ero onorata dell'opportunità di diventare una SeeD, e l'ho considerato seriamente... ma alla fine, non è quello che sono. Quando ho parlato con Cid l'altro giorno è stato lui a suggerire il ruolo da assistente... disse che sapeva già che avrei rifiutato l'offerta di diventare una SeeD."

Rinoa chiuse gli occhi, gli posò la testa sul petto. "Ancora non credi in me, non è vero? Squall, ti prometto che non me ne andrò da nessuna parte. Non ho mai messo in dubbio che sarei ritornata, l'unico problema era in quale veste. Come ti ho già detto, Timber è stato un capitolo della mia vita... uno che rimarrà per sempre davvero speciale... ma è il momento di cominciarne un altro."

Lui abbassò la guancia sui suoi capelli morbidi, e finalmente si concesse di ricambiare l'abbraccio. Cercò di ignorare quella voce dentro di sé, quella che da sempre gli portava angoscia. È questo tutto quello che sarò per lei, un capitolo? Quando avrà finito con me, ricomincerà da capo di nuovo?

"A cosa stai pensando, Squall?"

"A niente d'importante."

"Certo, e io ci credo, come no. Non ti preoccupare, non mi aspetto che tu capisca subito, ci vorrà del tempo, ma ti prometto che un giorno non dubiterai mai più quando ti dico che sarò sempre qui... io non me ne vado."

"Rinoa, io non dubito di te... dubito di me."

"Guardami." La voce tenera di lei gli fece correre un improvviso brivido giù lungo la schiena. Con un dito sotto il suo mento, Rinoa lo costrinse a guardare nella sua direzione. "Basta. Smettila di dubitare, senti e basta."

Si arrese ai suoi sentimenti, e si abbassò a premere le labbra sulle sue. L'ospedale sembrava lontano anni, e il balcone molte eternità. Se la strinse ancora più vicino, se possibile fisicamente, perché non voleva lasciar finire quel momento; per la prima volta si sentì abbastanza coraggioso da lasciare che la sua mano vagasse su per la schiena di lei, assaporando ogni millimetro del suo corpo.

"Comandante Leonhart, se è così che dai il benvenuto a tutti i nuovi ospiti, immagino che il nostro organico femminile triplicherà entro la fine della settimana."

Lo shock fu terribile, entrambi si interruppero immediatamente. Rinoa, con una mano sulla bocca, si lisciava con l'altra le pieghe dei vestiti; l'imbarazzo che Squall aveva provato all'ospedale era nulla in confronto all'avere Cid lì davanti a guardarlo. Balzò immediatamente sull'attenti presentando il saluto militare all'uomo.

"Hyne, ragazzo, tranquillo... aaaah, stavo solo scherzando. Anche se ho seri dubbi sul fatto di lasciarti dare il benvenuto ai due meccanici di FH la prossima settimana, l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno in questo momento è una bella azione legale."

"Mi scuso per il mio comportamento signore, è stato molto inappropriato."

"No, è stato inappropriato da parte mia non bussare. Credetemi, so cosa vuol dire stare separati..." Il preside sospirò, sapeva che poteva dire qualsiasi cosa, ma Squall non avrebbe mai pensato a lui come a nient'altro che un superiore. Eppure sentiva lo stesso il bisogno di continuare, se non per il ragazzo, almeno per Rinoa. "Giusto perché lo sappiate, capisco cosa state passando più di qualsiasi altra persona qui. Squall, mi fido di te, so che non lasceresti mai che la tua relazione si immischiasse con i tuoi doveri al lavoro, come so che non lasceresti mai che che il lavoro si mettesse in mezzo ai tuoi doveri di cavaliere. Posso farti una domanda? E vorrei che tu mi rispondessi sinceramente."

"Certo, signore."

Cid si tolse gli occhiali, e tenendoli in mano fissò lo sguardo sul ragazzo. "Squall, nel mio ufficio, quando ti ho parlato del fatto che avrei assunto un assistente, perché eri così ostinato a non volere che lo facessi? Onestamente, qual è stato il tuo primo pensiero?"

Queste sono due domande, obiettò Squall mentalmente, ma sapeva che in quel momento doveva la verità a entrambe le persone che si trovavano in quella stanza. "Il mio primo pensiero..." Non era sicuro se essere imbarazzato o orgoglioso per questo, specialmente avendo lei lì accanto. "...è stato per Rinoa. Non mi piaceva l'idea che qualcuno potesse avere accesso a informazioni personali su di lei, inclusa qualsiasi debolezza che possa avere. So che è preoccupata del fatto che le persone possano avere paura di lei... e semplicemente non volevo che un estraneo sapesse che è una strega. Ma ero comunque anche preoccupato per il Garden in generale, così tante cose potevano venire compromesse."

"Bene."

"Mi scusi, signore?"

"Hai risposto sinceramente, e, cosa ancora più importante... come avrei voluto che tu rispondessi. Posso dirti una cosa... che nessun altro nel Garden sarebbe stato d'accordo col tuo pensiero. Il loro ragionamento sarebbe stato: sei il Comandante, e per questo, i tuoi primi e più importanti doveri vanno alla SeeD. Non ci sarebbe un altro superiore in nessuno dei Garden che capirebbe la tua risposta, tranne me. Qualsiasi cosa tu faccia, ricorda sempre cos'è più importante... perché fa soffrire le pene dell'inferno se fai la scelta sbagliata."

Rinoa fece qualche passo da dove si trovava, dietro Squall, avvicinandosi al preside. "Edea?"

"Non è importante, cara. Alla fine tutto si è sistemato... penso."

"Preside," si fece avanti Rinoa, e gli sembrò più adulta dei suoi diciotto anni. "So che tutto quello che ha fatto era necessario. Lei è riuscito a proteggere Ellione, e alla fine è stato quello l'importante. Forse siete stati separati, ma forse doveva essere così: alla fine avete avuto fiducia nel carattere l'uno dell'altra, e per questo ne siete usciti più forti."

"Rinoa." Squall disse il suo nome per cercare di farla tacere. Anche se credeva a tutto quello che stava sostenendo, trovava ancora difficile accettare il suo dire sempre quello che aveva nella mente, e con qualcuno in una posizione così importante poi.

"No Squall... è tutto a posto. Questa è una delle ragioni per cui voglio Rinoa qui... è distaccata dalla SeeD, e pur mostrando rispetto, non ha paura però di dire quello che pensa." Si rinfilò gli occhiali, grattandosi la nuca. "C'era un motivo per cui mi sono presentato qui, e non era quello di mettervi in imbarazzo... anche se mi è riuscito maledettamente bene, eh? Rinoa, stavo inserendo i tuoi dati personali nel computer, e sono stato sorpreso di veder spuntare nel nostro database una "Rinoa Caraway" studentessa al Garden di Galbadia dodici anni fa."

"Oh, sì..." Rinoa distolse lo sguardo da Squall e dal preside, quasi si vergognasse di quel fatto.

Per un istante i due uomini si scambiarono un'occhiata, non sapendo bene come interpretare la situazione. Infine Squall fece un passo in avanti, le mise una mano sulla spalla. "Rinoa, di che si tratta?"

La ragazza si voltò di nuovo, con un sorriso imbarazzato. "Nulla, in realtà... sì, ero io. Ma non ho mai frequentato, sono stata solo ammessa; non ho fatto subito il collegamento col Garden, ero così piccola... ed è stato una vita fa." Prese un respiro profondo, sembrava che il ricordo le portasse sofferenza. "Quando avevo sei anni, quasi un anno dopo che morì mia madre... beh... papà non era in sé. Alla fine andò via per una missione parecchio lunga, e mi iscrisse ad una scuola militare. Davvero, tutto quel periodo è nebbia per me, mi ricordo di un tipo che venne alla villa a parlare con me. Non so di preciso cosa successe, ma in un modo o nell'altro finii per stare dai miei nonni per due anni... non ho mai veramente frequentato."

"Bene, questo spiega la mancanza di informazioni, non capivo bene cosa stesse succedendo... ero solo sorpreso che fosse venuto fuori qualcosa. Vi lascio tornare a... ehm... alla storia della SeeD."

L'uomo lasciò la stanza, e la mano di Squall rimase con dolcezza sulla spalla di lei. "Rinoa, so che non sono fatti miei, ma mi sono accorto che lo hai chiamato 'papà' proprio un attimo fa."

Sollevando la mano per incontrare la sua, la ragazza intrecciò le dita con quelle di Squall, ricacciando indietro le lacrime. "Beh, immagino che... era 'papà' per me, a quell'epoca. Penso che quando mi abbandonò per tutto quel tempo sia stata l'inizio della fine per noi due... in quel momento, io avevo bisogno di lui. Ed è stato questo che lo ha trasformato in Caraway."

"Stavi... con i tuoi nonni?"

"Sì, abitavano a Timber... i miei nonni materni. Ti ho mai detto che lei era nata a Timber? Si trasferì a Deling per sfondare, era il suo sogno."

"No, non lo sapevo." Adesso buona parte del suo desiderio di aiutare a liberare Timber acquistava senso. Non era solo perché la città era stata occupata: era una parte della sua storia. Aveva vissuto lì per due anni, ed era diventata per lei una seconda casa... e, supponeva, era stata più quella una casa che non Deling City dopo la morte di Julia. E in più, era anche la storia di sua madre, e forse Rinoa sentiva di combattere per il suo ricordo.

"Senti, Squall, non voglio continuare a parlarne. La storia della SeeD comincia a sembrarmi veramente interessante."

Se c'era una cosa che poteva capire era quando un argomento dava fastidio a una persona, e quella non voleva davvero più parlarne. Era cosciente che Rinoa aveva il suo passato, proprio come lo aveva anche lui... se un giorno avesse voluto raccontarglielo, sarebbe stato lì.

"Vieni qui," sussurrò, eppure la sua voce la raggiunse, l'attirò a lui. La ragazza posò di nuovo la testa sul suo petto, nella sensazione confortevole di essere nascosta dalle ombre della stanza.

Chiuse gli occhi, godendosi semplicemente l'incredibile tranquillità delle sue braccia intorno a lei, che la proteggevano dai ricordi che ancora faticava ad accettare. "Sai, Squall... sto cominciando a pensare che il mondo sia contro di noi."

"Che?" Non avrebbe voluto suonare così sorpreso, ma il suo commento l'aveva proprio preso alla sprovvista.

"Beh, all'ospedale entrarono Zone e Watts, e adesso è stato Cid."

"E non dimentichiamoci del balcone, quando Selphie è corsa a chiederci se 'potevamo rifarlo' perché si era persa la prima scena."

Rinoa rise al ricordo. "Già, quella è stata un po'... fastidiosa per te, sono sicura."

"Giusto un attimino..."

"Oh, un giorno non sarà così fastidioso... ti ci abituerai."

"Ci sto provando." disse, con un filo di voce. Nello stesso istante si guardarono negli occhi, e lei gli scoccò uno sguardo malizioso mentre Squall si chinava a finire il bacio che avevano iniziato poco prima. E di nuovo, il fato pose un altro ostacolo sulla loro via... quattro, per essere precisi. Stavolta Squall sentì la porta aprirsi, e finì praticamente per spintonare via Rinoa nel tentativo di mettere distanza tra di loro; lei alzò le mani ammettendo la sconfitta mentre le luci illuminavano con energia la sala.

"Rinoa!" Zell schizzò nella stanza e la sollevò da terra, facendola volteggiare come senza peso. "È proprio vero, sei qui!"

"Sì, sono davvero io..."

Quando lui la rimise giù, Rinoa aspettò che passasse il leggero capogiro e che la vista si riabituasse alla luce, e poi distinse le quattro persone, correzione: quattro amici, che si trovavano di fronte a lei. Con una piccola risata si avvicinò al resto del gruppo. Quistis fu la seconda a salutarla, attirando la più giovane in un abbraccio. "Mi sei mancata, sai."

"Anche tu," rispose con sincerità mentre si separava da lei.

Selphie si lasciò sfuggire un gridolino nell'abbracciare l'amica. "Ti avevo vista prima che camminavi in corridoio! Dovevo assolutamente trovare tutti, e poi alla fine abbiamo chiesto a Cid dove eravate!"

"Ce ne stavamo qui, a guardare degli emozionanti video di benvenuto."

"Oh lo so! Mi hai vista? Quelli sono stati tutti fatti a Trabia, quando ero ancora lì. In varie riprese sono sullo sfondo... e faccio l'attrice nella scena 'come usare il sistema delle chiavi elettroniche'. Ero quella che continuava a beccarsi la luce rossa perché passavo la mia tessera troppo in fretta!"

"Sì, sì... ho notato. Le tue doti di attrice sono eccezionali, sono stata davvero in pena per te quando non riuscivi a entrare in quella stanza," la prese in giro scherzosamente, abbracciandola per la seconda volta.

"Non abbiamo interrotto qualcosa, vero?" Irvine lanciò un sorrisetto in direzione del Comandante, abbassandosi il cappello da cowboy sugli occhi. "Squall laggiù mi sembra un po' zitto... e piuttosto scocciato."

"È a posto, Irvine... non più scocciato del suo solito, e non avete interrotto nulla. Sono contenta di vederti."

"Anch'io, carissima, non è più lo stesso qui senza quel meraviglioso sorriso, e quegli splendidi occhi scuri color del cioccolato." Irvine si inchinò a catturarle la destra, che sollevò alle labbra e baciò con delicatezza dicendo, dolcemente, "è sempre un piacere trovarsi in compagnia di una giovane donna così incantevole."

"Oh-per-favoreee," si intromise Zell. "Squall, mi sto sentendo male, non c'è qualche regola al Garden contro le frasi 'sdolcinate' da rimorchio? Specialmente sul paragonare il colore degli occhi al cibo."

"No, ma dovrebbe," soggiunse sarcastico il Comandante.

Selphie tirò a Irvine una gomitata nello stomaco. "Dai ragazzi sto solo scherzando, mi conoscete."

"Sì, appunto, ed è questo che ci spaventa," dichiarò Quistis.

"Ehi Rin, domani sera c'è la mia festa di compleanno! Selphie la sta organizzando da un sacco di tempo, ci sarà una vera band, un sacco di musica, e di cose da mangiare... sarà uno spettacolo. Ci sarai, vero?"

"Certo Zell, non me la perderei per niente al mondo."

Squall era rimasto a distanza e guardava conversare il gruppo intorno a lui. Per loro era così semplice, così naturale. Persino Quistis stava scherzando e sorridendo, un lato del suo carattere che non aveva praticamente mai visto, fuori dalla sua consueta immagine professionale. Irvine aveva messo il braccio intorno alle spalle di Selphie, che la prima volta se l'era scrollato di dosso... ma l'insistenza alla fine aveva premiato, e ora lei non respingeva più i suoi approcci, anzi stava appoggiata contro di lui. Zell andava avanti e indietro, incapace di rimanere fermo in un punto per molto tempo... era come una fontana inesauribile di energia che nessuno chiudeva mai.

E poi c'era Rinoa, ovviamente non riusciva a smettere di guardarla, anche se stava cercando di non farlo apparire troppo evidente. Era lì: era tornata davvero... tutti gli altri erano convinti che l'avrebbe fatto, eppure lui aveva nutrito dei dubbi.

"Ancora non credi in me, non è vero? Squall, ti prometto che non me ne andrò da nessuna parte.

"Sei a casa adesso," sussurrò, più piano di un respiro. "Sei a casa."

*****
Nota delle traduttrice: secondo capitolo :) Vi ricordo che potete anche leggerlo come oneshot, ma che la storia funziona meglio, a mio parere, se vista come storia a capitoli^^
Vi ricordo come sempre la newsletter e che ogni commento verrà tradotto & inoltrato ad Ashbear. Alla prossima! - Alessia Heartilly

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Final Fantasy VIII / Vai alla pagina dell'autore: Ashbear