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Autore: Illidan    25/04/2010    13 recensioni
-O la borsa o la vita!- gridò il brigante. Ma non sapeva di essersi scelto male la sua vittima: infatti era un filosofo! Brevi storielle dove un povero brigante si trova a fronteggiare di volta in volta i maggiori esponenti del pensiero filosofico occidentale. Nota: ho deciso di aggiungere i filosofi antichi, quindi tutti i nuovi capitoli postati saranno messi prima dei precedenti.
Genere: Comico, Commedia, Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Un giorno Hegel incontrò un brigante

Un giorno Hegel incontrò un brigante.

-O la borsa o la vita!-

-Il vero è l’intiero. Ma l’intiero è soltanto l’essenza che si completa mediante il suo sviluppo. Ne convenite, altro da me che in effetti siete me stesso sebbene insieme siate diverso in modo conforme all’evoluzione dialettica?- rispose il filosofo placido.

-Io convengo a cosa?- domandò il brigante molto confuso abbassando l’archibugio.

-Intendo dire che dell’Assoluto devesi dire che esso è essenzialmente risultato, che solo alla fine è ciò che è in verità; e proprio in ciò consiste la sua natura, nell’essere effettualità, soggetto o divenir-se-stesso. Per essere se stesso totalmente deve contenere un divenir-altro che deve venire ripreso, ossia una mediazione. È la riflessione che eleva a risultato il vero, ma anche che toglie questa opposizione verso il suo divenire; giacché il divenire è altrettanto semplice e quindi non diverso da quella forma del vero, la quale fa sì che esso, nel suo risultato, si mostri semplice; esso è, per meglio dire, l’esser ritornato nella semplicità. Ora vi è tutto, nella sua totalità assoluta dialetticamente altra eppure identica a sé, chiaro?-

-Ehm... Ecco... No.- mormorò il brigante che cominciava a sentire un forte mal di testa.

-Presentate proprio un intelletto ancora fermo all’in sé più completo, alla sensazione più semplice e grossolana! Prendete con me in esame lo Spirito della nostra condizione: voi presumete di essere un brigante e di volere rapinarmi e suppongo che siate convinto anche, nel vostro egoismo da coscienza non ancora autocosciente, che io sia diverso, altro da voi e soprattutto che sia voi che io esistiamo realmente, che la nostra essenza sia ricavabile dall’esperienza empirica e sensibile. Ma dovete farvi dialettico se vorrete comprendere appieno la vera essenza del nostro essere, giacché io e voi altro non siamo che pensiero, due concetti nati nella mente di un’autocoscienza sui diciotto anni vivente in un borgo lombardo la cui evoluzione dello spirito ha prodotto in lui l’idea, che personalmente ritengo assai frivola, di scrivere grigio su grigio brevi storie in cui fanno fugaci apparizioni i più eminenti filosofi dal momento dello spirito che si è estraniato da sé insieme a un masnadiere perseguitato dall’in sé e per sé della cattiva sorte. Capite dunque che dobbiamo giungere attraverso la mediazione alla negazione del nostro sé e comprendere la verità del per sé, cioè che siamo solo personaggi di quella che lo spirito attuale chiama fanfiction. Ma anche questa verità è tuttavia incompleta: solo con la sintesi, momento dell’in sé e del per sé, arriveremo a conoscere la vera essenza, il nostro concetto e dunque capire la conclusione che la razionalità al nocciolo di queste storie impone.-

Il brigante rimase per una buona mezz’ora assorto a riflettere su quello che aveva appena sentito. Poi disse con fare esitante:- Perciò, se ho capito bene... Ora voi dovreste prendermi a pistolettate come mi è già successo le ultime tre volte?-

-Assolutamente no!- esclamò Hegel indignato -L’essere segue la dialettica e quindi la sua dinamica esclusivamente triadica. Dunque dopo tre fasi deve cominciare una nuova triade, che in realtà era già contenuta nella precedente, sebbene sia una migliore esplicazione dell’Assoluto.- Detto questo, prese un fucile e cominciò a far fuoco contro il brigante, che fuggì come al solito, sebbene dovette ammettere con se stesso che quella volta c’era stato in effetti un cambiamento consistente.

 

 

Le parti in corsivo sono citazioni letterali da opere di Hegel. Il momento dello spirito che si è estraniato da sé è il modo astruso che usa il filosofo per indicare l’età moderna. Se molte altre cose vi sembrano incomprensibili non temete: non sono impazzito, è Hegel che scriveva così.

 

Risposte ai commenti:

 

Sk8erWithLove: Forse non si nota molto perché è fra le storie originali...

 

Suikotsu: Di Rambo no, io credo che però sia il progenitore di molti scrittori fantasy. Immaginavo che avresti apprezzato quella frase...

 

Mizar19: Eh, temo di no: dopo Hegel ci sono ancora Schopenhauer, Feuerbach, Marx, Nietzsche...

 

Livin Derevel: No, perché questo sarebbe contro lo Spirito della fanfiction!

 

Prof: Ecco, ora l’ha incontrato: c’è da piangere o da ridere?

 

Evening_star: Sì, uno francese ci sarà fra un po’...

 

Mizushipping: Un po’ tutti e due: amo la filosofia, ma mi piace molto scherzare sui sistemi filosofici più astrusi o sulle conseguenze più paradossali.

 

Lady Amber: Hegel era meglio stesse da solo, incomprensibile com’è... Feuerbach verrà tra poco.

 

Sere_86: Devo dire che io con Hegel ho uno strano rapporto: lo odio eppure ora che ho capito la sua logica non posso che apprezzarlo. Non c’è niente da fare: con lui si deve sempre essere dialettici!

 

Hikary: Ciao Alessandra! Sì, che mi ricordo! Come stai? Beh, sì, fai bene a leggere solo quelli che conosci, altrimenti gli altri non ti farebbero ridere troppo.

 

   
 
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