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La
mia principessa
“Si signore appena
finisco con il giardino mi occuperò di aggiustare il letto di vostra moglie”,
abbassando la testa mi concedo dal mio signore e mi dirigo verso l’ennesimo
cespuglio di rose. È tutta la mattina che sono indaffarato a sistemare questo
assurdo roseto, i miei signori non lo visitano mai e tanto meno se ne prendono
cura, è stato uno stupido vezzo che la padroncina, Tanya, ha voluto togliersi
da quando l’ha visto nella tenuta estiva
della cugina e posso giurarci che l’ha visto solo 5 minuti di sfuggita ,
commentandolo con un sorrisetto furbo che la diceva lunga, viziata.
Per me fin da subito
questo roseto ha significato lavoro in più, tempo prezioso sprecato per poter
far altro. La potatura di queste piante richiede attenzione , il taglio del gambo
deve essere leggermente obliquo per permettere alla pianta di germogliare in
primavera. Le sue foglie sono preziose , come lo stesso fiore, sono parte
integrante della pianta e ne contribuiscono alla loro bellezza. Il mio lavoro,per
questo, deve essere curato nei minimi dettagli, anche se a controllare non
verrà mai nessuno.
Finisco di annaffiare e
corro verso le camere dei signori, prima però mi do una ripulita sbattendo
ripetutamente le mani sui pantaloni per far andare via almeno un po’ di terra,
non sia mai che distrugga il lavoro della mia dolce metà.
Ogni volta che salgo in
questa parte della casa, ne rimango stupito: le colonne come le scale sono di
un pregiato marmo bianco con rifiniture di un altrettanto prezioso marmo verde
acqua. Sulle colonne spesso ci sono delle rifiniture color oro che rendono il
tutto ancora più spettacolare .
Busso due volte prima
di entrare nella camera padronale e non ricevendo nessuna risposta entro
all’interno, non mi è stato mai concesso di entrarvi, non ho mai dovuto
riparare niente all’interno di essa , ma ho sempre sentito parlare della sua
spettacolarità e adesso che sono dentro , posso ben dire che tutti racconti
sono più che veri.
Al centro esatto della
camera c’è un soppalco dove è posizionato il letto a baldacchino, dovrei
dirigermi immediatamente verso di esso, per svolgere il mio lavoro ma mi
intrattengo a osservarmi in giro. Le finestre sono circondate da un marmo più
scuro di quello che si trova nel corridoio , ma se è possibile è anche più
bello, qui non c’è l’oro ad abbellire ma dei fantastici disegni molto simili
alla carte da parati che ricopre l’intera camera. Sono affascinato da tutta
questa bellezza ed eleganza, se penso alla mia camera mi riesco ad invidiarli
anche un po’.
Mi affaccio nella camera
da bagno, mi blocco prima ancora che il piede sinistro raggiunga quello destro.
Quello che ho davanti è in assoluto il bagno più grande e bello che abbia mai
visto. La vasca in marmo bianco è ornata da disegni in oro e ogni accessorio
della rubinetteria risplende di un giallo mai visto hai miei occhi. Mi immagino quella vasca piena di acqua e
sapone e all’interno , all’interno mia moglie che si gode un po’ di meritata
pace.
Una finestra che sbatte
mi riporta alla realtà e al mio dovere. Il signore ha parlato di un anta rotta
che non gli permette di fare sonni tranquilli, lo farei dormire sul mio letto. Mi
sdraio completamente sotto il letto per cercare quale assurdo danno potrà mai
essere causa di tale disturbo, la fievole luce della candela non mi aiuta
affatto, ma alla fine lo trovo.
Nella tersa anta del
letto c’è un piccola crepatura che fa curvare tutta il resto. Ringraziando il
mio buon senso , non dovrò scendere a prendere la cassetta degli attrezzi visto
che l’ho portata con me. Però prima devo togliermi un vezzo, così mi sdraio sul
letto. Mi giro, mi rigiro, mi metto seduto,mi sdraio di nuovo. E quello che immaginavo accade, non sento
assolutamente niente, quella piccola crepa non crea nessun fastidio, nemmeno si
sente.
Mi rificco sotto il
letto e in poco tempo aggiusto l’anta. Cerco di pulire alla bene in meglio e
scendo di nuovo in cortile.
“buon giorno ,
signorina Tanya”, dico appena davanti a me si para la ragazzina più viziata
della storia. “buongiorno Edward” , non mi guarda nemmeno negli occhi e con la
sua aria strafottente risale nelle sue stanze.
La mattinata è quasi
giunta al termine, ma per me c’è ancora tanto lavoro da fare, ora mi aspettano
gli animali. Danno molta più soddisfazione loro che i miei signori. I miei
signori non sono maleducati, ma non si accontentano mai e spesso vogliono il
meglio da chi già lo sta dando. Spesso mi sono trovato ad avere a che fare con
le loro fissazioni maniacali da vecchi signori ricchi, ma ogni volta, come è
giusto che sia, ho dovuto abbassare il capo e accontentarli, hanno loro il
coltello dalla parte del manico e io non sono nessuno per contraddirli.
Mentre raggiungo le
scuderie i suoi occhi incrociano i miei, mi regala uno splendido sorriso e si
rimette a lavoro. Arrivato alle
scuderie, Jacob lo stalliere mi accoglie come se fossi appena entrato in una
taverna per bere. In una mano infatti ,ha una fiaschetta di vino rosso e
nell’altra un mozzo di pane.
“caro Edward, dovreste
accettare ogni tanto i miei omaggi. Mi servo del miglior vino della contea e il
pane me lo faccio portare caldo ogni mattina dalla sguattera della signora Rosalie.
Non sapete cosa vi perdete”.
Il suo alito mi da la
conferma che ha assaporato a lungo il suo vino. “mio Jacob, io assaporo ogni
mattina il pane che la mia stessa moglie prepara con le sue mani e per il vino,
sapete già quanto mi rincresce negare quella bontà anche questa volta”.
Mi dirigo verso il
rastrello e comincio a pulire la prima stalla, “allora , sapete cosa vi dico?
Berrò alla vostra salute un altro sorso di questa meraviglia”, mi dice Jacob
appoggiato alla colonna della stalla. È sempre stato così, in tutti questi anni
di servizio mai una volta non l’ho visto bere , ma il suo lavoro è sempre stato
efficiente e il padrone non l’ha mai cacciato dalla tenuta.
Finisco in fretta il
mio lavoro dai cavalli e mi dirigo verso il roseto, c’è un motivo se tengo a
cuore quelle rose. Prendo la più bella,la più grande, la più profumata e mi
dirigo in cucina per mangiare ma soprattutto per vedere la mia bella. Entrato
in cucina la trovo lì, bella come non mai a preparare il pranzo. Non si è
ancora accorta della mia presenza e mi fermo ad osservarla.
I suoi lunghi capelli
marroni sono tenuti in uno chignon che le risalta il collo, ha indosso uno
grembiule bianco e blu, blu il colore che più adoro, ha ripiegato la camicia
fino al gomito, deve sentire caldo e deve essere anche stanca dal modo in cui
si asciuga il sudore dalla fronte.
“hai intenzione di
rimanere li a lungo?”, mi ha scoperto. Si gira verso di me e i suoi occhi mi
destabilizzano ogni volta.
“sei così bella”, le
dico mentre piano mi avvicino a lei donandole la rosa.
“questi complimenti
prima o poi mi faranno perdere la testa” il suo viso si colore di rosso mentre
la afferro per i fianchi. “è l’unica cosa che posso darti”.
Anche se non avremmo
mai un letto morbido dove dormire, non avremmo mai una vasca da bagno dove rilassarci
e amarci, perché no; non avremmo mai un roseto dove fare lunghe passeggiate ,ma ci
sarà sempre il mio amore. La stringo forte tra le mie braccia.
“signorina, le posso
chiedere di ballare con me?” con un
timido sorriso mi risponde di si. La mia Bella, sempre timida come la prima
volta che siamo incontrati.
Le prendo delicatamente
una mano tra la mia e cominciamo a ballare. Potremmo vivere anche dentro una
stanza con uno stupido letto, potremmo vivere senza del raffinato marmo a
contornarci e non saremo mai ricoperti d’oro ma quel poco che abbiamo , le
nostre fedi, sono il simbolo del nostro amore, e niente vale più di quello.
“ti amo, mia principessa” , “ti amo Edward” e al diavolo tutto la bellezza del mondo, la ricchezza , io sto bene così.
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salve gente! sono tornata (per chi mi leggeva). che dirre? questa idea era in testa già da un pò, poi le immagini che trovavo mi piacevano sempre di più cosi ho detto perchè no. riproviamoci . spero che la prima vi sia piaciuta , se volete potete passare nel mio blog http://giadina90z.blogspot.com/ per vedere l'immagine con cui darò vita al prossimo racconto!