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Autore: Inucchan_Roro    28/04/2010    8 recensioni
Rimane silente però, piegando lo sguardo sotto di sé, a contare con noncuranza i fili d’erba che s’intersecano ad ogni passo. Il volto rimane piegato sulla destra, lungi dal rivolgerle lo sguardo. Non è per niente abituato a tutto questo; al fatto che lei non prenda troppo distacco, che sia sfacciata il doppio di lui, e che si permetta di minare la distanza di sicurezza che lui si danna a frapporre [...]
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Borderline

Linea di confine

 

Scenetta introduttiva

Sempre il medesimo avviso della volta scorsa, se non volete leggere l’introduzione, passate direttamente alla storia (peggio per voi, dacchè qui sotto ci sono le risposte ai vostri commenti, gnaaa). Ah, N.B., ho sbagliato ad identificare questa fan fiction come round robin (no, non è possibile partecipare alla sua stesura, quanto prima avvertiremo Erika dell’errore, grazie per l’attenzione e buona lettura).

 

 

http://www.youtube.com/watch?v=dvpLjJzG3Eg

 

 

 

[Da notare che la pagina si è tramutata in uno studio radiofonico] Prova, prova sa! sa! sa! [provando il microfono] Bene, funziona. Ordunque, lettori...n...no, meglio specificare lettrici. Benvenuti all'angolo delle recensioni [copre il microfono con la mano] Ma perchè dobbiamo fare una roba simile? [sottovoce, in direzione di Ro]

Lo guarda, poi sospira* Ci hanno pagato, Matt,    ovvio    . Credi che mi sarei umiliata a... *Nota le lettrici* Massaaaalve! Benvenute, care amiche, benvenute!

 [Si sposta dietro di lei, tirandole gli angoli della bocca con le dita in un sorriso forzato] Non dire cose che    non dovresti dire    , [sorride a trentadue denti per poi tornare al suo posto] Che indecenza... [sussurra borbottando] Ah, dunque, sì... di chi è la prima recensione?

Gli lancia un'occhiataccia* Oh, scusa, eh! Ma se tu mi fai domande stupide, allora io sono costretta a rispondere! Argh! *Sbuffa* Comunque, la prima lettrice è    Kagome96    ! Un bell'applauso, gente! *Partono applausi pre-registrati*

[Suona la trombetta e lancia coriandoli con molta ''convinzione''] S-seh, puoi ricordarmi quanto ci pagano? [sottovoce] Sai, vorrei uno stimolo in più [Poggia il mento sul palmo della mano, continuando a cospargere lo studio di festoni, controvoglia] Leggiamo il commento dunque...

*Apre il commento* No che non posso ricordartelo, sei scemo? Abbiamo già... ecco, detto abbastanza, per questa edizione. Non possiamo rivelare altro, non ora. *Abbozza un sorriso forzato* Leggiamo la recensione, via! Quindi... Dato che Kagome96 l'ha richiesto, ci siamo conosciute tramite msn. E' sempre importante coccolare i propri lettori. *Annuisce con fare convinto*

[Si solleva improvvisamente, sbattendo la mano sopra il tavolo] Leggi il copione! Il co-pio-ne! [Le sbatte in faccia quattro o cinque fogli] Non fare riferimenti al privato! Ahem [si schiarice la voce] Siamo contenti che ti piaccia la fan fiction, anche perchè, ci abbiamo messo anima e corpo per renderla più realistica possibile. Grazie dei complimenti e, sì, Koga è sempre in mezzo perchè abbiamo pensato che un personaggio poco utilizzato come lui (o in altre storie, reso banalmente OOC) meriti di essere riesumato, dacchè Rumiko-sensei l'ha ingiustamente eclissato alla fine del manga. [Scocciato] Su, su, passiamo alla prossima [sventola la mano dinanzi al volto] ho fame... Tsk.

*Guarda le lettrici, spaventata* Vero che perdonate la maleducazione di Matt? Vero? Vero? Non è colpa sua, è che... è... ecco, si è così calato nel personaggio di InuYasha che ora si comporta come lui! *Si inchina* Comunque, dopo    Kagome96     *saluta la lettrice*, c'è    inufan4ever    . *Sorride* Ciao, Kikka!

[La osserva allibito] Vorresti paragonarmi a quell'animale? Guarda che ti taglio lo stipendio! Ed io non sono maleducato, ci tengo semplicemente a muovermi, dato che è ora di cena, ed il lavoro dovrebbe essere già finito da un pezzo [La trucida con lo sguardo] Sì, Inu...che? Ah sì, ho notato d'essere stato ambiguamente salutato nel commento, quindi rispondo semplicemente con un: piacere, Matt. [Relativamente interessato, si schiarisce la voce tentando di sorridere]. Un ottimo team? Io e questa? Ma dove l'hai visto? Cioè, non solo è tarpina, ma guardate il commento sopra, cioè, sei proprio ruffiana! [riferendosi a Ro] Ok, torniamo a Inufan...eccettera, eccetera. Gli scrittori più bravi? Naah, siamo comuni mortali. Ehm no, già, lei è una comune mortale, io sono un Dio [s'impettisce fiero] ah-ah-ah! [Sì, ce la sta mettendo davvero tutto per risultare antipatico al mondo] Comunque. Sì, grazie di nuovo e continua a seguirci! [Da una gomitata sullo stomaco a Ro] Ma tu non dici nulla? Perchè devo rispondere solo io? Bene, passiamo alla prossima, ovvero, Wing Writer [sposta lo sguardo su Roro, sussurrandole all'orecchio qualcosa] Chi diavolo è?

...Io non rispondo perché *tossisce* mi hai dato una dannata gomitata nello stomaco, idiota! Argh! Se fossi davvero InuYasha, ora ti avrei mandato a cuccia, te lo assicuro! *Gli dà un calcio e si volta verso le lettrici* Io    non     sono una ruffiana, eh, quindi fate finta di non averlo ascoltato! E comunque... *Fa un saltello* Wing Writer è Camilla! Okay, tu non la conosci, ma io sì, quindi annuisci e fa' il gentile, mi raccomando. Ah, dimenticavo: non siamo un ottimo team, siamo due idioti, Kikka. Non illuderti.

[Pare interessanto allo schermo del cellulare al momento] No! No. Ma dai! No! Idiota, vuoi dare un calcio a quella palla? Ma dico, ma che fa l'arbitro? Idiota! Dai! Dai! Sì! GOAAAAAAAAAAAAL! [salta sulla seggiola gasatissimo. Si volta verso Ro, tentando di leggerne il labiale] Eh? Hai detto qualcosa? [togliendo una cuffia dall'orecchio] Ah sì... ma no, commenta tu, sono impegnato al momento. Muoviti, invece di non fare nulla! [Torna a guardare la partita]

Eh? Ma... *Si sporge e guarda lo schermo del cellulare* Ma voglio vedere la partita anch'io! Non è giusto, voglio vederla anch'io, anch'io, anch'io! E non è colpa mia se siamo in ritardo, è colpa tua, solo colpa tua! *Gli strappa il telefonino e lo ripone in un cassetto* Questo non lo riavrai fino alla fine del programma, chiaro? O guardiamo tutti e due la partita o nessuno, caro.

[Quando gli viene tolto il cellulare sgrana gli occhi allibito, rimanendo a fissare il vuoto per qualche secondo. Pare che una grande, e feroce vena abbia cominciato a pulsargli sulla fronte] Cioè, ti rendi conto di cos'hai fatto? [Gli occhi lampeggiano d'una minacciosissima scintilla omicida] Mi hai privato del mio tessssoro! [Tenta di riacciuffare, in vano, il cellulare] Dannatissima donna! Sì, sì. Wing Writer, grazie nuovamente per i complimenti e... no, non andremo ai ritmi di Ro (e nemmeno ai miei, che sono ancora peggiori dei suoi) ma, ai ritmi che si ha nello scrivere in due, dove, in una giornata sforni venti capitoli alla volta (Seh, nel mondo dei sogni), continua a seguirci! Va bene? [Volgendosi verso Ro] Vuoi rispondere ad un maledetto commento cacchio? [Estrae Tessaiga da chissà dove] O vedrai la lama di quest'arnese dove non vorresti [minaccioso. Suona il campanello] Ohhh, dev'essere la pizza! [Sì, si nutrono solo di quella].

...questa volta paghi tu, mettiamolo in chiaro    prima    ! Insomma, sei l'adulto, tra i due, quindi la cena potresti anche pagartela da solo! E... *Gli lancia una ciabatta in testa* Dannato Dio-sama, non finire la pizza anche stavolta o giuro che ti stendo, okay?

*Sospira* Camilla, grazie mille per il tuo commento, comunque. Cercheremo di aggiornare presto, te lo giuro!

Ora...    kaggychan95    . Ciao, Steffy! E' sempre un piacere ricevere un tuo commento: siamo felici di sapere che la storia ti ha preso, e, beh, grazie infinite. *Si inchina. Lancia un'occhiata rapida al cellulare di Matt, esultando tra sé e sé* Cercheremo di continuare così!

...Matt, dove caspio è finita la pizza? *Si alza in piedi*

Sì, pagherò qualcosa quando i maiali voleranno! [Acciuffa il portafoglio di Ro, estraendone i soldi che darà al fattorino] Grazieee! Byebye! [Fa ciao ciao con la mano tornando allegramente al suo posto con la pizza tra i denti] Nh? C-mgnm pizz-gnaman? [deglutisce] Di quale pizza parli? [Sguardo angelico] Non c'è alcuna pizza qui! [Divorata tutta anche questa volta] Oh, Steffy, sì... ehm... chi? Ahhh sì! Personaggi IC, storia bella, mhmh, grazie! Grazie! [alza lo sguardo al cielo, cercando un modo per zittire Ro] Tieni! Ingozzati e scoppia! [Le ficca in bocca le patatine, per poi prendere in mano il microfono] Oh-oh, chi è la prossima? Ah sì...Mi-sa-...o... [Osserva il commento per qualche secondo prima di fuggire dietro una porta] S-senti, sono felice che ti piaccia il capitolo ma, lo stupro, è un crimine che può essere denunciato! [Scuote il capo contrariato] Prendi lei al mio posto! [Indica Ro]. (Poi cosa sarebbe questa minaccia di dar fuoco alla casa? Guarda che noi paghiamo ancora l’affitto! Tsk, e con la miseria di stipendio che ci forniscono per scrivere questa roba, ti assicuro che arrivare a fine mese, per due poveri scrittori, è qualcosa di praticamente impossibile. Guai a te!).

Tira su col naso* Pizza. Oh, pizza. La nostra relazione è stata breve - cioè, non è mai iniziata, dato che questo antipatico ti ha divorata -, ma ricorderò per sempre il tuo colorito giocondo e il sorriso che hai fatto nascere sul mio volto! *Piange*

Ah! Ehm, salve, Misao! *Saluta* Benvenuta, benvenuta!

Ecco, posso chiederti un favore piccolo piccolo? *Indica Matt* Non stuprarlo, dai. E' ancora piccolo e ingenuo, lui, e non merita una simile tortura. E poi mi serve per finire la fic. Vero che tu vuoi leggere il finale, vero? *Sorride* Ecco, allora lasciamelo ancora un po', lo sodomizzerai in futuro.

E concordo, il nostro stipendio fa schifo, non bruciarci anche la casa. *Si siede nel suo angolino e mangiucchia delle patatine*

Io non sono piccolo e ingenuo, per la cronaca! [Torna al suo posto irritato, accavallando le gambe per divertirsi a far girare la seggiola sul proprio posto] Wiiii! Ehm, dicevo... Passiamo alla prossima (Ah, ho usato il tuo stipendio per pagare anche la mia metà d'affitto ah-ah-ah!) [sogghigna sornione]. Dunque, la prossima è... [allinea professionalmente alcuni fogli] Angorian! Benvenuta, grazie, siamo felici che la fic ti piaccia, e siamo contenti che la trama ti intrighi, rimani con noi! [Sbadiglia] Comincio ad aver sonno..., ah! Ehm, Ro. Non senti odore di bruciato? [annusa l'aria perplesso].

Poooovero cucciolo, povero. *Guarda Angorian con faccia condiscendente* Sai, ha sbattuto la testa per terra, il bambino. Non è colpa sua.

Grazie per il commento, siamo lieti che la storia ti piaccia! *Si avvicina a Matt e lo osserva* Comunque... sì, in effetti sì. C'è puzza di bruciato. Argh. *Storce il naso* Oddio! Matt, stavi cucinando, per caso?

Chissà perché ma la parola “cucciolo” mi ricorda qualcosa, o, qualcuno… mah, lasciamo perdere! [Continua ad annusare l'etere, finchè lo sguardo non si abbassa sul forno (sì, c'è un forno nello studio). Dannazione! Avevo messo i tuoi vestiti là dentro, credendo che si asciugassero più in fretta! [Corre verso l'elettrodomestico, ma i vestiti di Ro sono irrimediabilmente divenuti cenere] Ops... [li scansa in un angolo, facendo finta di nulla] Ehm, chi è la prossima Ro? [Ancora impegnato ad eliminare le prove della sua colpevolezza] Eh? Leggi, leggi, io...io devo finire una cosa di qua!

Non ha notato il disastro, quindi continua a rispondere ai commenti come se nulla fosse*    Faith46    , ben arrivata tra noi! Sei davvero, davvero gentilissima, grazie mille per i complimenti e... ma seriamente sembriamo una sola persona? *Inarca un sopracciglio* Io e 'sto idiota qui? *Alza le spalle* Okay. Ehi, Dio-sama, smettila di giocare col cibo e vieni qui a salutare la lettrice! *Scuote il capo* Insomma, hai fame, ma... Ma quelli non sono i miei... vestiti? Che... che diamine hai combinato?

I…Idiota? [Ha sentito, oh, se ha sentito] Bene, ti mostrerò cos'è capace di fare questo IDIOTA! [ripete, tanto perchè bisogna sottolineare la parola. Si sposta a recuperare anche tutti gli altri vestiti di Ro, gettandoli con incuria all'interno del forno] Toh! Tiè! [li spinge dentro, volgendo la manopola della temperatura a duecento gradi] Tsk. Ora, possiamo andare avanti. [Sorride soddisfatto, mentre nella stanza adiacente si sta consumando un falò immenso, tornando tranquillamente al suo posto]. Grazie Faith46, e, andiamo avanti. Oh, ma qua, vedo... Hai ordinato del cibo giapponese per caso, Befana? [sottolinea la parola, tanto perchè ancora non gli è andata giù la storia dell'idiota] Onigiri e Okonomiyaki ... si mangiano?

...i miei vestiti! I MIEI DANNATISSIMI VESTITI! Oh, Matt, sei un bruto, ti detesto! *Lo spinge e si avvicina al forno. Tira su col naso* Mi toccherà ricomprarli... oh, miei amati vestiti, io... *Singhiozza* Torniamo a noi, via. Cosa mi importa di... *Socchiude gli occhi, nervosa, e poi si volta verso Dio-sama. E' incavolata* Chi sarebbe la Befana, scusa? *Sbuffa* Comunque, Onigiri - ah, Nio-chan! - e Okonomiyaki sono lettrici, Matt. Sono nostre lettrici. E... salve, ragazze!

Così impari! [Ridacchia, rodomonte, per poi rivolgere lo sguardo di nuovo sulla pagina dei commenti] Ah, quindi non si mangia Giapponese oggi? Peccato, io adoro gli onigiri [Osserva la lettrice con uno scintillìo omicida negli occhi] Nemmeno un morso? Dai! Dai! [Scuote Ro come una maracas] Eddai! Ok, ok! Torniamo ai commenti. Siamo onorati d'essere i tuoi autori preferiti Oni- [lo stomaco brontola] ehm, sì, tu! Grazie dei complimenti, graditissimi, e, sì. Continua a seguirci, altrimenti finirai nel mio stomaco! Okonomiyaki, tu, sei la sventura di ogni povero autore di fan fiction! [la prende a sassate] ehm, sì, grazie per i complimenti (ma non ti azzardare più a riempirmi di mail che ti trucido...coff!), e, beh, sì ecco, vai a leggerti qualcosa di Roro per scassare l'anima un pò anche a lei (ovviamente, lo dico con ironia, non ce l'ho con te davvero eh!) ahem...sì, muoviamoci con queste risposte perchè, sul serio, voglio tornare a casa! [rivolto a Ro, in ultimo] Su, muoviti, chi c'è ora? Più celeri!

...punto primo: Nio. Non. Si. Mangia. *Lo fulmina* E' la mia piccola Nio-chan coccolosa, quindi non osare toccarla neanche per errore o giuro che ti ammazzo. *Annuisce* E: Okonomiyaki, se vuoi te lo regalo, Matt. Non so perché, ma mi sento piuttosto incline a disfarmene. *Smile* Per la tua salute mentale, ti consiglio di non leggere mai una mia fan fiction - sai com'è, preferirei che i miei lettori rimanessero in vita, eh. E... ecco    akuby_ge     - LUDO! - e    Ery_chan    ! Salve, ragazze! *Si avvicina a Matt e lo obbliga a sorridere, pestandogli poi un piede quando l'idiota ringhia sommessamente* Così impari a provocarmi. *Si volta verso le lettrici* Beh, che dire? Siete tutte così gentili, qui! Insomma, cioè, grazie! Per i complimenti alla storia, per quelli ai personaggi e, beh, per tutto! *Tira Matt per una mano e lo obbliga ad annuire* Vero che sono gentili?

Oh, lo dici tu. Lo-dici-tu! [sorride sornione] e, prenditela te Okonomiyaki! Cosa vuoi che me ne faccia io? Comunque, comunque. Akuby_ge e Erika! Sangre del mio sangre! Grazie ad entrambe per i commenti, siamo, ehm, felici che la pensiate (tutte) allo stesso modo. [Si sente pestare un piede] Ahio! Per una volta che cercavo d'essere carino, hai anche il coraggio di farmi male? Io ti denuncio sai? Anzi... farò di meglio, aspetta che questo dannatissimo programma sia finito, poi ti pentirai di ciò che hai appena fatto, donna!

cosa vorresti farmi, sentiamo? *Inarca un sopracciglio* Argh. Passiamo al prossimo commento, piuttosto. Dunque...    Nia_chan    , benvenuta tra noi! Il tuo commento m'ha davvero fatto piacere, sai? Insomma, sei stata così carina! *Sorride* Speriamo che il nuovo capitolo sia all'altezza del precedente, e... grazie, davvero. *Le lancia Koga* Speriamo che il lupastro sia IC anche qui! *Si volta verso Matt* Tsk. *Volta la faccia*

Oh! Oh, siamo arrivati alla fine a quanto pare.  Finalmente possiamo togliere il disturbo, grazie a tutti per averci seguito e, non dimenticatevi di leggere il capitolo vero eh! [Allinea i fogli sopra la scrivania per sollevarsi] Vi lasciamo alle nostre veli...n... [osserva un angolo dello studio con terrore] e quelle...sarebbero...veline, ma che budget avete usato per trovare storpiature simili? Bah! Io me ne vado! [Nel frattempo, nel retroscena entrano Naraku e Sesshomaru vestiti in modo succinto, che cominciano a ballare in modo peccaminoso sulle note di Disco Inferno] E tu... oh, e tu, Roro, verrai con me, perchè sconterai tutto ciò che mi hai fatto passare, oggi, qui dentro! [La carica su di una spalla come un sacco di patate, sollevando la mano per salutare le lettrici] Buona lettura,e godetevi...quei due scempi...Bleah! [scompare].

 

http://www.youtube.com/watch?v=5oNgSfF8V7g

 

 

 

 

 

 

Capitolo II

 

 

 

 

Il caldo è opprimente.

Un caldo di quelli che ti fa venir voglia di nuotare, un caldo di quelli che – Kami – sopporti a stento, specialmente perché è buio e vorresti riposare, dormire, stare un po’ in pace. Eppure non puoi, perché stai sudando, e sudare spossa l’animo, ti fa sentire debole nel profondo, quindi, seppur a malincuore, ti alzi e lavori.

Un caldo opprimenti di quelli – Kaede potrebbe giurarlo – che non si vedeva da almeno cinquant’anni, e che non lascia presagire altro se non sventure. Un caldo di quelli pericolosi.

«Vecchia Kaede?», cantilena Rin, la cesta ben stretta tra le dita. Gli occhi son volti, distratti, verso il cielo, come a cercare una sagoma tra le stelle. «Stiamo raccogliendo le erbe necessarie per un esorcismo?».

L’anziana annuisce, secca. Vorrebbe anche pronunciare qualcosa, qualsiasi cosa, ma ha la gola arsa e la schiena a pezzi, così fa finta di nulla: ci saranno altre occasioni per spiegare a Rin che quel nomignolo –    vecchia Kaede     – la irrita oltremodo. Può fingere che quanto detto dalla bambina non sia che un inudibile sospiro, può farlo, ne è capace.

«E la sorellona Kagome? Dov’è?», insiste l’altra. «Credevo fosse uscita per recuperare il fratellone InuYasha, ma è già passato molto molto tempo!». Batte un piede per terra, sfiora distrattamente la stoffa del kimono, abbozza un sorriso. È nervosa. «Non siete preoccupata?».

«No, Rin».

Kaede le direbbe volentieri che cose del genere non la preoccupano, perché Kagome e InuYasha sanno badare a loro stessi – e la esorterebbe anche a ricominciare a strappare le foglie –, ma preferisce sospirare e far nuovamente finta di nulla.

Forse un giorno Rin capirà che essere così esuberanti è inutile, in un villaggio vecchio e fiacco come quello, o forse ricomincerà a viaggiare al fianco di Sesshomaru, chissà. Quella bambina è un danno, e Kaede lo sa bene, quindi è meglio sorridere. «Andrà tutto bene», aggiunge. La voce le esce rauca, stanca. «Non c’è nulla di cui preoccuparsi, bambina».

 

Sorride Rin, reclinando la testa di lato per abbassarsi nuovamente sulle erbe medicamentose. No, lei non ha idea di cosa stia succedendo, non afferra minimamente i sospetti dell’anziana sacerdotessa che ora solleva lo sguardo dinanzi a sé.

«Visto?» alza il braccio di fronte a sé, indicando un punto impreciso della selva poco distante, dalla quale, con l’unico occhio rimastole, scorge tre figure ben distinte.

«Che senso ha chiederlo alla vecchia?» continua a ripeterlo da venti minuti buoni, con le braccia incrociate dinanzi al petto, decisamente scocciato dal fatto di dover affiancare Koga in una questione che non lo riguarda nemmeno da lontano.

«E tu, puoi spiegarmi perché ci stai seguendo?» ringhia, poggiandogli il peso del corpo sulla spalla per sospingerlo più in là rispetto alla posizione di Kagome. Nonostante vi sia un pericolo più che palese, non esitano a voler concludere la diatriba cominciata poco prima.

«Non mi fido a lasciare la mia donna nelle mani di un inetto come te» risponde brevemente il lupo, sollevando il naso in aria, per rispondere con una spallata ben piazzata al tentativo del mezzo demone di allontanarlo dalla sacerdotessa.

«Smetti di dire fesserie, brutto imbecille!» lo irrita, ma proprio sino in fondo all’animo, quel lupastro. Si ferma, impuntandosi, per volgersi verso di lui e schiacciare il naso contro il suo, ringhiando più forte di prima, se possibile.

«Tu non c’entri nulla qui, vattene!» ripete, mostrando i denti affilati che ora si palesano tra le mascelle contratte.

«Ma da quando decidi tu cosa devo o non devo fare, cuccioletto?» due mocciosi sarebbero sicuramente più razionali, e capirebbero che la questione è ben più importante dello sfidarsi ogni due passi; ma a quanto pare non hanno intenzione di capire l’antifona, non ora, almeno.

«Da quando sei entrato nella mia vita per rompermi le scatole!» si sono fermati entrambi, brontolando l’uno contro l’altro, come al solito. Si accorgeranno del fatto che ben tre paia di occhi sono puntati, accusatori, su di loro?

 

Oh, bene    .

Kagome avvampa, imbarazzata, e allunga una mano davanti a sé, nel tentativo di strattonargli un braccio. Oh, dannato stupido di un InuYasha! «C’è», inizia, «Kaede. E Rin. Ci stanno fissando, razza di idioti, stiamo dando spettacolo».

Koga ridacchia, come se la ramanzina non fosse a lui rivolta, e anzi, come se la colpa fosse meramente attribuibile al cuccioletto. In fin dei conti, è stato l’hanyou a cominciare, lui non ha alcuna colpa. «Non preoccuparti, tesoro, quando lasceremo il villaggio e andremo a vivere nella nostra grotta, non ci sarà alcun bisogno di vergognarsi degli altri! Saremo solo tu ed io, Kagome, noi due soli!».

   Argh    .

 «Koga, ti imploro, fa’ silenzio», risponde lei stanca. L’aver litigato con InuYasha ancora la irrita, quindi distacca gli altri due – basta un passo un po’ più lungo del normale – e si precipita da Kaede. Ha il fiatone, ma non importa. «Ehm», inizia, «salve».

Probabilmente Kaede ha già notato che dev’esserci qualcosa di strano, perché le rivolge un’occhiata penetrante. «Oggi fa caldo», osserva la vecchia. «Molto caldo. Non è normale».

«Ehm, sì. Io… Il pozzo si è, puff, illuminato». Si gratta il braccio, cercando di sopprimere la vergogna per quella spiegazione assai infantile – illuminato, poi. Come se il pozzo fosse una candelina posta sulla sommità di una torta di compleanno, o una lampadina, o chissà che altra stupidaggine! Scuote il capo. «Di viola, e nero e… siamo preoccupati».

«L’aura negativa che infesta questa zona    è     preoccupante, Kagome. Non dirmi che non l’hai avvertita».

No che non l’ha avvertita, no. Era distratta a urlare contro InuYasha, non avrebbe mai potuto notarla, per quanto forte e fastidiosa. Però si sentiva male, prima: magari il suo corpo voleva avvisarla. E lei non l’aveva neppure notato.

«Io», prova. «Non lo so. Sinceramente non ci ho fatto caso».

E prega che Kaede non la rimproveri più del necessario.

 

 

Volge, lentamente, lo sguardo in direzione di Kagome. No, ora deve spiegargli perché la colpa è sempre sua! Ovvio, deve difendere l’amato Koga, altrimenti non sarebbe in pace con se stessa, lei.

Bene, anzi, benissimo! Incrocia le braccia al petto, inarcando le sopracciglia irritato. «Keh! Sì, auguri e figli maschi!» proferisce con stizza, allontanandosi di qualche passo per distaccarsi dal resto del gruppo.

Sì, ha avvertito anche lui un odore che presagisce qualcosa di poco piacevole, un puzzo di morte mescolato a qualcosa che non riesce ad identificare. Slaccia le braccia dal petto, lasciandole scivolare lungo i fianchi per sollevare lo sguardo verso il cielo, coperto ora di nembi. «Non mi piace, non mi piace per niente...» prima il pozzo, e ora la volta, che par voler essere inghiottita da un buio più profondo ora. Non è normale, quell’obnubilo, e già non lo era la nebbia di prima, che non dovrebbe essere contemplata in quella stagione.

«Credi che possa essere Naraku?» il lupastro s’avvicina alle sue spalle, portando il palmo aperto a sostenere il mento per strofinarselo dubbioso.

«No, è qualcosa che supera nettamente la sua presenza. Non avverti quest’odore?» formula, volgendo il capo poco sopra la spalla.

«C’è puzza di putrefazione» asserisce, sollevando anch’egli lo sguardo verso il cielo. «Non è un buon segno» InuYasha scuote il capo «Per nulla».

Se ne sono avveduti da un pezzo, del fatto che l’inquietante tanfo non provenga dall’entrata che ora soverchia il pozzo, bensì dall’alto, come se vi fosse un nugolo di demoni a ricoprire, alto, la volta. «Tieni gli occhi aperti», unico monito che viene rivolto al demone lupo, prima che l’hanyou s’allontani, aggirandolo.

«Dove stai andando?»

«A scoprire da dove proviene l’odore…»

 

Uomini, uomini e ancora uomini.

Si volta appena in tempo per osservare InuYasha allontanarsi, lo sguardo fisso verso il cielo. Uomini, uomini e ancora uomini, dannati gli uomini e tutta la loro specie, dannato chi li ha inventati e chi ha fatto sì che questi ultimi avessero un qualche potere sul genere femminile!

«InuYasha!», urla, dimentica della presenza di Kaede al suo fianco – stupido, stupido di un InuYasha. Dove vuole andare, tutto solo? Perché non attende ancora un attimo, almeno un altro istante? Perché non fa la scelta giusta, una volta tanto? «Aspetta!».

Lui d’altro canto neppure si volta ad osservarla, ancora furioso. Non fa cenni con la mano, non la calma, continua a procedere, imperterrito, le dita che sfiorano l’elsa di Tessaiga.

«Koga, va’ con lui», annaspa. Non può lasciare da sola Kaede, né può abbandonare Rin, che la sta fissando con aria perplessa, non può e non deve, ma concedere ad InuYasha di seguire quella pista potrebbe rivelarsi un grave errore. «L’aura che ci circonda invoca morte e desolazione, se andasse da solo, allora…».

Il demone la guarda. «Se morisse, tu potresti stare al mio fianco», biascica circospetto – ma Kagome lo sa che sta fingendo. Sa che non accetterebbe mai di veder morire InuYasha per mano di un qualche nemico qualsiasi, lo sa. Koga non è così crudele, per quanto si sforzi di esserlo.

«Ti prego», supplica. Vorrebbe seguirlo lei stessa, InuYasha, ma è    umana    , e quindi lenta. Quante possibilità ci sono che riesca a tenere il passo e non inciampare? «Fa’ in modo che non si faccia male».

Koga sospira: «Perché lo vuoi tu, mia diletta, solo perché lo vuoi tu, altrimenti, per quel che mi riguarda, il cucciolo potrebbe anche andarci da solo. Ha una spada, può difendersi».

«Ti prego, ti prego, va’ con lui».

 

Lo farà, andrà con lui semplicemente perché non può fingersi sordo ad una richiesta della sacerdotessa, e perché non può permettere che al cuccioletto accada qualcosa che la indurrebbe alle lacrime, di nuovo.

«Sarò la sua ombra» solleva indice e medio accanto alla fronte, sfoggiando il suo sorriso più rassicurante. Quel dannatissimo, testardo mezzo demone. Chi glielo ha fatto fare di ritrovarsi in questa situazione? Bah! Spicca un balzo, ritrovandosi su di un ramo per seguire la traccia olfattiva di InuYasha. Non gli sarà difficile raggiungerlo.

 

Sopracciglia inarcate, sguardo diretto, in avanti, velocità che aumenta di passo in passo tra le sterpaglie, e l’odore che s’avvicenda vicino, sempre più vicino.

Si ferma, raccogliendo  nei polmoni il respiro sufficiente per proseguire. Le iridi si scostano da destra a sinistra, celeri, finché, improvvisamente, l’effluvio scompare.

«Che diamine…», è come se fosse stato cancellato improvvisamente. Solleva il capo, annusando l’aria per tentare di ritrovare la pista che stava perseguendo. Niente. Prosegue, scattando in avanti per schivare una felce che s’è parata dinanzi, un altro salto, più lungo, per raggiungere il terreno col passo. Si ferma.

Dinanzi agli occhi s’apre un ampio spiazzo, vuoto. «Dannazione!» ringhia basso, muovendo qualche passo in avanti. Un momento.

Solleva lo sguardo. «… E quello, cosa diavolo è?» quasi invisibile, celato dalla coltre spessa di nebbia che s’innalza dal suolo, dinanzi agli occhi appare ora, quasi che le sue scalinate sembrassero eterne, un ponte. Sale, sale, sperdendosi tra i nembi alti della volta. Pare quasi che sia un passaggio per l’aldilà.

Avanza, sollevando con l’indice l’elsa di Tessaiga per scostare solo una parte della lama verso l’esterno, come se fosse sul punto d’estrarla. L’odore, nauseante, torna a vibrare nell’etere come una scossa.

«…» di nuovo un passo, questa volta che si dirige verso il ponte, guardingo.

«Dove pensi di andare, demone?» una voce, il capo si volge di scatto presso la voce. E’ dunque costui che emana un odore così nauseante?

«Tutto questo è opera tua?» mostra i denti, in un ringhio quasi primitivo, piegandosi sul ginocchio destro pronto allo scontro.

«Oh, mi stai sfidando? Hai la minima idea di chi io sia, demone?» le iridi bluastre dell’antagonista si nascondono dietro le palpebre, mentre un profondo e ponderato sospiro gli sfugge dalle labbra. «Sorella, cosa devo farne di questo abominio? Lo faccio fuori?» chiede, quasi scocciato dalla presenza di InuYasha, rivolgendosi alle sue spalle, dove ora incede una figura avvolta nell’ombra.

 

Amaterasu ride.

Non che la situazione sia divertente – c’è un hanyou, lì, e li osserva ostile, e ha una strana katana,    oh     –, certo, ma le viene da ridere, e così fa: reclina il capo all’indietro, le labbra che si piegano in un ghigno soddisfatto. Gli occhi rossi lampeggiano, osservando con interesse il mezzodemone.

«Susanoo», cantilena. «Vuoi uccidere un così bel fanciullo?».

Fa un passo in avanti, due, tre, attorcigliandosi un lembo di stoffa tra le dita. È annoiata, molto annoiata, e irritata soprattutto. La situazione sta degenerando.

«No, no». Apre il ventaglio – ha un così bel ventaglio, lei, nero con decorazioni violacee – e soffia, creando una leggera brezza. Spazzerà via un po’ di quel fastidioso caldo, forse, un po’ dell’insopportabile arsura che la sta spossando. «No, no, non si fa, tesoro, non si uccidono le persone affascinanti».

L’hanyou è carino, davvero carino. Potrebbe condurlo nelle stanze da letto, Susanoo non si opporrebbe, forse, e se anche dovesse opporsi lei lo attaccherebbe. Potrebbe divertirsi un po’.

Il ringhio gutturale del ragazzino la eccita, parecchio – si scosta una ciocca di capelli argentei dal viso, lo sguardo che involontariamente si posa sul volto del fratello: è arrabbiato, povero caro. Ma del resto, Susanoo non è mai stato in grado di riconoscere la bellezza, quindi è ovvio che reputi l’hanyou un soggetto poco interessante.

Oh, povero, povero Susanoo!

«I bambini così carini vanno abbracciati, mio amato fratellino, e baciati, non di certo uccisi», ridacchia. Ondeggiando, si porta al fianco di Susanoo, e lentamente si sporge verso l’hanyou. «Mio bel cucciolo, come ti chiami?».

 

Chi sono questi due decerebrati?

Li osserva, sgranando gli occhi allibito. Uno che minaccia di farlo fuori, e l’altra che vuole… vuole, vuole cosa?

Indietreggia di un passo, inarcando le sopracciglia per piazzare Tessaiga dinanzi al busto. «Cucciolo un corno!» risponde a tono, com’è giusto che sia, in fondo. Gli sembra d’aver dinanzi la versione femminile di Miroku, e dunque un brivido freddo gli investe la colonna vertebrale. E’ una situazione a dir poco ripugnante! Chi sarebbero questi due tizi ora?

Susanoo, dal canto suo, non ha alcuna intenzione di rimanersene immobile ad osservare la donna che puntualmente, come ogni volta, s’infatua di un mortale. Per di più, uno schifoso mezzo demone.

«Amaterasu, lascia che io lo uccida!» e reprime, reprime in modo forzato la gelosia che sormonta ora nel petto, violenta. Li ucciderebbe tutti, coloro che osano mettersi in mezzo a loro due. Soprattutto quando il rivale col quale dovrebbe misurarsi è poco più di un moccioso!

«Senti, demone», comincia, spostando i suoi passi verso di lui, per piazzarsi tra i due rodomonte. «Non hai alcuna possibilità di sconfiggere me, né tanto meno di avvicinarti alle stanze da letto di mia sorella. Ti piacerebbe, eh, scoprire cosa si prova nel passare una notte con un’immortale… » in tutto questo, InuYasha, sta cominciando ad adirarsi in modo molto evidente, dacché la vena che ora ha cominciato a materializzarsi sulla sua fronte, sta pulsando di puro nervosisimo.

«Sorella, lascia che io spazzi via questo insetto, non vedi che offusca solamente la nostra presenza?» ci prova considerevolmente a mostrarsi dieci volte superiore ad un comune essere mortale, sarebbe come paragonare una cimice ad un serpente. Solleva la mano, aprendone il palmo per concretizzare l’onda d’urto che ha intenzione di dirigere verso l’hanyou. Lui, il Dio dei venti, costretto a sporcarsi le mani di fronte ad un inetto simile, quale vergogna!

«Avrai altri uomini coi quali soddisfare i tuoi appetiti, sorella» distorce il naso, scostando con un celere movimento del capo i crini scuri da dinanzi alla fronte. Si sta arrabbiando, e molto anche.

«Non vedi quant’è primitivo? Orsù, vorresti sporcare le tue carni con merce di così bassa provenienza? E poi le sue vesti, mi chiedo di che stoffa siano composte, forse di animali morti? Inoltre, non senti che odore ripugnante emana?»

 

Cosa sono questi insulti gratuiti?

Le labbra s’inarcano in un sorriso di pura frustrazione, un tic sta cominciando ad impossessarsi famelico dell’occhio destro, mentre abbassa il capo, chiudendo gli occhi per tentare di non fondersi le cervella.

«Scusatemi…» principia, stringendo la mano sull’elsa di Tessaiga, quasi volesse distruggere la sua stessa arma «Potreste… SMETTERE DI INSULTARMI O CERCARE DI SEDURMI?» ringhia, prendendo la rincorsa per scagliare il suo primo attacco contro Susanoo, che sembra divertirsi a schernirlo con così tanta leggerezza.

«Ti mostrerò io, quanto so essere primitivo» sorride beffardo, innalzando lo spadone sopra il capo per sferrare un kaze no kizu.

«Quanto coraggio per essere un reietto…» sbadiglia, rilasciando il nugolo di venti che poco prima aveva cominciato ad aggrovigliarsi attorno alla sua mano.

«Ma anche innegabilmente idiota»

 

«Fermi!», tuona Amaterasu, nervosa – le dita s’aprono, il ventaglio si muove, l’attacco di Susanoo scompare, dissolvendosi in una nube di fumo leggero. Oh, dannata gelosia! Vorrebbe spiegarglielo, a Susanoo, che essere compagni non implica l’essere    fedeli    , e in passato c’ha anche provato, a farglielo intendere.

Ma lui niente, nulla, stupido come sempre. Ricorda distintamente le sopracciglia inarcate del fratello, e i suoi occhi azzurri vacui e incerti. Quel giorno era stata costretta a capitolare e passare la notte con lui, a-ah.

«Susanoo», borbotta, «non voglio altri uomini! Voglio    questo     bel ragazzino,    questo    ! È splendido». Afferra il braccio del compagno, quasi a volerlo trattenere, e nuovamente si sporge verso l’hanyou. Oh, sì, è davvero carino, con quei capelli argentati e le orecchiette bianche, davvero troppo carino. Gli sorride, bonaria.

Vorrebbe fargli intendere di aver conquistato il favore di una divinità, di essere un ragazzino speciale, di star sul punto di provare un piacere inimmaginabile, poiché lei ha deciso così, e così sarà. Il sorriso s’intensifica, si passa ancora una volta la manca tra i capelli, come a volersi rendere presentabile, socchiude gli occhi. Mh.

«Adesso io e Susanoo ci mettiamo d’accordo, mio caro, e dopo soggiornerai per un po’ nelle mie stanze».

Il fratello ringhia, chiaro segnale di disappunto – Amaterasu gli lancia a sua volta un’occhiataccia. Non ha intenzione di cedere.

«Scoprirà quanto tu volevi negargli, Susanoo, e lo scoprirà questa notte stessa. Bambino, ti renderai conto tu stesso di essere fortunato! Non ti sto seducendo, quindi, ma semmai proponendo la più piacevole delle emozioni terrene». Si morde il labbro inferiore, conquistata: oh, l’hanyou accetterà, ne è certa. Nessun uomo ha mai osato contraddirla. «Ti assicuro che non avrai ragione di pentirtene».

 

«Amaterasu!» Susanoo si volge in corrispondenza della sorella, irritato come mai in vita sua. Ha osato fermarlo in modo così spudorato, e dunque umiliarlo nel peggiore dei modi. Il suo colpo, ora, solo fumo.

«Perché l’hai fatto?» il volto ora s’è dipinto d’un vivo scarlatto di rabbia. Geloso, geloso marcio di lei, che preferisce un futile hanyou a lui, un Dio! «Quando la smetterai di gingillarti con gli esseri umani?» sbotta, muovendo pochi passi verso di lei, e quindi, ignorando palesemente l’attacco di InuYasha che si conclude a ridosso di una fila d’alberi, divellendoli tutti in meno di cinque secondi.

«Cos… ehi! Il tuo avversario è da questa parte, idiota!» si sente preso in giro. In un combattimento non ammette distrazioni, lui. Quello invece cosa fa? Lo abbandona per una donna, una donna!

«Le femmine non dovrebbero intromettersi in uno scontro» latra innervosito, e se non fosse che ora Amaterasu è così vicina da saggiarne il respiro, l‘avrebbe fatta fuori in un colpo soltanto, ne è certo.

«Non ho alcuna intenzione di… » deglutisce, abbassando il volto che si riempie d’un intenso rossore.

 «Fare… quello!» biascica impacciato. Ma per chi lo ha preso? Cos’è tutto questo accanirsi su di lui, poi? Non è un giocattolo! Se Kagome venisse a scoprire che un’altra donna…

S’immagina la scena, e s’immagina anche che se la prenderebbe con lui, schiantandolo sul terreno con duemila osuwari. Deglutisce di nuovo.

«Sono qui per capire cosa succede, non sono un trofeo da portare tra le…» arrossisce di nuovo, piegando il capo, per scostare lo sguardo in preda all’imbarazzo, «lenzuola…», conclude con un filo di voce, quasi inudibile.

Non ha intenzione d’ascoltare oltre, non è lei la prima donna alla quale si concederà, cosa potrebbe importargli del piacere terreno più intenso? Per favore!

«Ho già la mia donna, e non ho bisogno di una Dea per… per… » ma perché deve mettersi nei guai da solo con le parole?

«Ma cosa dici, cuccioletto!» ecco, ci mancava solamente lui ora, il lupastro. I due Dei si guardano, per poi osservare il nuovo giunto.

«E chi sarebbe costui?» formula Susanoo, inarcando un sopracciglio. «Chi sono io? Colui che aiuterà il caro InuYasha a coronare i voleri di quella deliziosa fanciulla laggiù» indica Amaterasu, sollevando la mancina al petto per poi avvicinarsi ed aggrapparsi al braccio dell’hanyou.

«Ma sei scemo?» InuYasha tenta di divincolarsi invano, la stretta del demone è decisamente ardua da sciogliere, al momento. «Orsù, come puoi privarti di un’offerta così allettante? Non preoccuparti per Kagome, a lei penserò io! Divertiti! Si vive una volta sola, vecchio mio!» e ridente come un sole, gli dà una pacca sulla spalla per farlo avanzare di pochi passi verso la Dea, che, compiaciuta, è pronta ad accoglierlo tra le braccia come solo la più esperta delle amanti saprebbe fare.

«Io ti ammazzo, Koga, giuro che ti frantumo le ossa pezzo dopo pezzo e poi me le mangio!» un ringhio gutturale, mentre la stretta anacondica di Amaterasu lo avvicina contro di lei.

«Cos’è questa storia? Chi sei, tu, per intrometterti in una questione simile, mortale?» è Susanoo, che questa volta pare schierarsi dalla parte di InuYasha, aggrappandosi all’altro suo braccio per tirarlo nella direzione opposta.

Tutto questo tira e molla: la Dea che lo tende dalla sua parte, e il fratello che lo costringe dall’altra e Koga, che di sottofondo fa il tifo per la prima, gli stanno facendo ribollire il sangue in modo quasi deleterio.

«Smettetela…» principia basso, mentre le iridi cominciano ad andargli a fuoco dalla rabbia.

«Smettetela… » ripete per la seconda volta. Il corpo trema, livido, pare una pentola a pressione in procinto di scoppiare.

«SMETTETELA!» grida, staccandosi ferocemente da entrambi per porsi loro dinanzi ed estrarre di nuovo Tessaiga. «Scegliete entrambi di quale parte del corpo volete essere privati, vi concederò il lusso di staccarvi gli arti, pezzo dopo pezzo» sussurra inquietante.

«Oh, quanto sei irritabile cuccioletto, una donna ti si offre su di un piatto d’argento e la rifiuti così?» Koga lo aggira, scuotendogli l’indice di fronte al volto per poi avvicinarsi ad Amaterasu per suggerirle qualcosa all’orecchio. «Oh sì, con questo stratagemma lo conquisterai senza ombra di dubbio» sorride maligno, indubbiamente, tolto di mezzo il sacco di pulci, Kagome sarà solo sua. Potrebbe forse lasciarsi scappare una chance del genere?

 

«Non so chi sia Kagome», chiarisce atona Amaterasu, una mano che lenta si avvicina al petto di InuYasha, «ma certamente costei non può vantare né l’avvenenza né l’intelligenza necessaria per domare un cucciolo come te, mio adorato».

Sfiora la stoffa ruvida del kariginu come se questo fosse fatto di seta, e intimamente sorride – oh, ha una donna, l’hanyou. Una    sua     donna, di cui forse è innamorato. Forse la desidera anche, forse si è preservato per costei. Che cosa romantica, commenta tra sé, che cosa stoltamente romantica.

InuYasha ha un fremito, quando la mano della divinità scosta un lembo del tessuto, e in questo Amaterasu trova nuovo divertimento: «Ma caro», mormora, «come siamo sensibili. Sì che il tuo amico m’ha detto di coccolarti ben bene, ma non credevo che tu, mio adorato, fossi così malleabile. Non preoccuparti, tra poco potremo divertirci davvero».

Ma ora no, no. Ora deve sbarazzarsi di Susanoo, accattivarselo. E anche del lupo, che sarà stato gentile, d’accordo, ma non le apporterà alcun giovamento, e dunque la sua presenza lì è unicamente un peso.

Allontana – controvoglia – le dita dal petto di InuYasha, che la guarda con furia e agita la spada, intimandole con un secco ringhio di allontanarsi e lasciarlo in pace. «Vorresti colpirmi?», domanda. «Con quell’oggetto? Una lama così banale non può ferire la mia pelle, hanyou, quindi sta’ buono e aspetta il tuo turno».

«Se vuole una mano, signora, stia certa che gliela darò!», ridacchia il demone lupo, battendosi forte una mano sul petto. «Basterà dargli un bel calcio e il cuccioletto non muoverà più neppure un muscolo, glielo garantisco!».

   Oh, sì    . Amaterasu ne è certa.

Sorride, tranquilla, e si avvicina ondeggiando a Susanoo – gli occhi azzurri del fratello hanno un fremito, si puntano sfacciatamente sulle curve dell’altra, lì si fermano, compiaciuti. È convinto, il compagno, che lei gli si concederà, è sicuro. Crede che lei voglia accattivarsi i suoi favori con un po’ di sano sesso, e aspetta che le labbra della dea raggiungano le sue.

Peccato che Amaterasu non abbia nessuna intenzione di giocare con lui.

«Susanoo, mio diletto», sussurra, «quest’oggi desidero trascorrere il mio tempo con il fanciullo. Distruggerò la sua katana, se questo placa il tuo spirito, e lo ucciderò subito dopo, ma concedimi di trastullarmi un po’. Fa caldo, son conscia, ma non ho alcuna intenzione di giacere sola nelle mie stanze».

 

 

«Questa non è una lama banale» risponde a tono, sollevandola accanto alla gola della divinità.

«Che siate Dei o demoni, per me non c’è differenza.» serio, ed estremamente convinto della capacità di Tessaiga, a quanto pare.

Koga, dal canto suo, non può far a meno di godersi la scena, incrociando le braccia al petto, per rimanere al fianco di colei che gli aggiudicherà il cuore di Kagome, finalmente.

Ha promesso che avrebbe seguito InuYasha, in fondo, non che avrebbe impedito ad un’altra donna di sedurlo.

 

«Non se ne parla» Susanoo incrocia le braccia al petto, ora, palesemente contrariato dalla proposta della compagna. E’ stanco dei suoi capricci, ed ancor di più d’essere congedato con scuse così mediocri.

«Pensi davvero che io possa cadere nel tuo tranello, sorella?» ora è lui ad avvicinarsi a lei, spostandole l’indice sotto il mento, lascivo. «So che diverrebbe parte integrante del tuo harem, quando qualcosa ti piace non la debelleresti così, dal mondo, nemmeno se nostro padre te lo imponesse» formula chiaro, iniettando il veleno che ora si concentra nel suo sguardo in quello di lei.

«Facciamo così, ti concederò di passare una notte col mezzo demone, ma poi sarò io a porre fine alla sua esistenza.» i giochi son giochi quando le regole vengono dettate da ambo i giocatori, no?

«Ed inoltre, non ti permetterò di distruggere quella katana, sarà il premio che mi spetta alla fine di questa storia. Possiede un’energia non indifferente, potrei assorbirne il potere tramite la mia alabarda. Ho dettato le mie condizioni. Ti concedo una notte, e quindi non meno di otto ore, da passare col tuo giocattolo: quando saranno scadute, lo ucciderò», lo sguardo va ad InuYasha ora, «Non sei felice? Ti concederò di provare il nettare degli Dei prima della morte, non è concesso a tutti d’unirsi con mia sorella e di conquistare così facilmente i miei favori. Ma il solo pensiero di mozzarti la testa dal collo mi riempie di gioia» le labbra s’increspano in un sogghigno compiaciuto.

 

«No che non va bene! Proprio per niente!» ringhia, qui si decide senza alcun consulto da parte sua, e per di più, stanno patteggiando sulla sua vita! Dannazione!

Abbassa le iridi, che scivolano sul terreno per qualche istante, finché anch’egli non imprime sulle labbra un enigmatico riso di soddisfazione.

«Lascia che sia io a dettare un’ultima condizione», risolleva lo sguardo presso i due Dei, sotto lo sguardo confuso di Koga, che ha tutta l’impressione che quella Amaterasu abbia utilizzato un qualche incanto particolare sull’hanyou.

«Prima che io sia costretto a cibarti del mio corpo» lo sillaba ripugnato, facendole intendere che non v’è proprio nulla d’attraente in lei, per quel che lo riguarda.

«Vorrei che tu mi spiegassi, Amaterasu, giusto? Il motivo per il quale sia comparso questo ponte dal nulla, e cosa sta succedendo» sposta i suoi passi, lasciando cadere Tessaiga sul terreno sottostante, per incrociare le braccia al petto e squadrare la femmina.

«Una preda è più succulenta quando è consenziente, non trovi?» sì, sta patteggiando, per la prima volta si ritrova a farlo senza ricorrere alla katana. Ha percepito da tempo che l’energia dei due è ben superiore a quella di Tessaiga.

Tenta, - ci sta provando – di apparire assenziente alla proposta della Dea, troverà un modo per evadere il tutto, ma prima deve capire cosa sta succedendo, e perché due divinità che dovrebbero appartenere al cielo ora vagano sulla terra come fossero semplici esseri umani.

 

Non gli crede, in realtà. Glielo legge negli occhi che sta mentendo.

Il piccolo hanyou si strofina il dorso della mano contro i calzoni, evidentemente a disagio, e con lo sguardo cerca di incuterle terrore – ha persino abbandonato la katana, come a voler interpretare al meglio quella sciocca recita. Gli occhi non hanno che una minima traccia di preoccupazione, solo una goccia di sudore gli corre lungo il mento, le mani son ferme, strette a pugno.

Falsità, falsità, che ridicola falsità, che inaccettabile panzana s’è inventato! Che spettacolo imbarazzante!

 

Ad Amaterasu, però, i bugiardi piacciono un mondo: la menzogna la eccita, il dolore la soddisfa, il senso di colpa è il suo pane quotidiano. Il volto dell’hanyou è quindi un delizioso antipasto – si lecca le labbra, pregustando il    dopo    . Oh, sarà divertente, e lo sarà comunque, che lui si pieghi al suo volere o meno.

Lancia uno sguardo al demone lupo, e ride dell’ansia malcelata di questi. «Benché tu ti finga stoico, allora», biascica a lui rivolta, «la nostra presenza turba anche te, eh, lupacchiotto? Ma non preoccuparti, la tua avvenenza poco mi stuzzica. Senza offesa».

Il ghigno di Koga s’allarga. «Oh, signora, mi consenta di dirle che la cosa è reciproca. Senza offesa, ma Kagome è mille volte più allettante di lei».

«Me lo ricorderò».

 

Incrocia gli occhi socchiusi di Susanoo, avvertendo distintamente il respiro pesante del compagno. Probabilmente è furioso, o anche più, e ucciderebbe il grazioso fanciullo senza farsi alcun problema, se potesse. Ma ha giurato. Susanoo non infrange le promesse.

«Allora, cucciolo mio, vuoi sapere cosa il motivo per cui Amenoukihashi è comparso? Beh». Si lecca le labbra, compiaciuta. «Allora accompagnami nelle mie stanze. Il lupo non m’ha offerto nessun premio per questa rivelazione: non è degno di ascoltarla, non lo accetto. Vieni», ordina.

Ha sempre il coltello dalla parte del manico, lei.

   Il cucciolo non potrà sfuggirle    .

 

 

 

  
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