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Autore: Nami    09/11/2003    1 recensioni
Shank il rosso giunge con i suoi uomini su un'isola dove incontrerà una misteriosa ragazza molto affascinante e dalle capacità fisiche straordinarie. Da che cosa saranno dovute? E inoltre per quale motivo Shank vuole ritrovarla? Più avanti si scoprirà che tra i due non c'è molta differenza di età e quindi qualcosa potrebbe anche scaturire..
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 26: Max salva l’isola.


Il sudore colava dalle fronti dei giovani avventurieri.. per la stanchezza, per l’enorme sforzo, per la paura di fallire… il tempo scorreva inesorabile, quasi sembrava più corto del solito.. Max sentiva che aveva una gran voglia di spezzare in due la sua pala… perché non riuscivano a trovare quella bomba? La zona era quella.. il problema era trovare le coordinate esatte…
MAX: Dunque.. se io fossi un pazzoide omicida.. dove lo nasconderei?
Si domandò ad alta voce portandosi una mano al mento intenta a riflettere.
CHRIS: Ti sembra facile?
L’agente sembrava il più terrorizzato. L’idea di saltare in aria lo faceva rabbrividire.. del resto come biasimarlo?
MAX: Aaaaaah! Non ne posso più! Mi sta venendo una terribile emicrania!
CHRIS: E a me una terribile tremarella! Max.. ormai manca solo mezz’ora! In trenta minuti riusciremo a trovarlo e a disinnescarlo?
Max fece spaluccie. Nemmeno lei aveva la minima idea di come fare in soli trenta minuti… ma non doveva darsi per vinta proprio ora… c’erano in gioco troppe vite, e soprattutto.. il suo futuro con Shank.
Per la disperazione si avvicinò ad un muro e cominciò a sbattere la pala contro la parete finendo per incurvare la parte inferiore.
MAX: Aaaaaaaah!!!!!
Chris la fissò impalato e in silenzio. In quel momento sembrava una pazza isterica.
MAX: Noooo! Non è possibile! Non è possibile! Questo è tutto un incubo vero? Dimmi che è così Chris! Ti preeeego!
Afferrò l’amico per la collottola con gli occhi pieni di lacrime pronte a straboccare da un momento all’altro, l’agente afferrò le esili braccia di Max e le staccò dalla sua camicia.
CHRIS: Quanto vorrei che lo fosse! Quanto vorrei darti ragione!
Max sospirò. Come fare? I trenta minuti ormai erano diventati ventisei.
MAX: Ok, emm… qui abbiamo terminato! Cambiamo zona!!
Riprese lucidità. Si stringeva addosso il nero mantello del rosso, stando attenta a non farlo cadere a terra. Era l’unica cosa che la mantenesse comunque insieme a lui, anche se in quel momento erano separati.
Iniziarono a scavare in un’altra piccola zona di terra mentre i minuti a loro disposizione stavano lentamente diminuendo. SHANK: Cavolo!
Esclamò il rosso asciugandosi la fronte madida di sudore. SHANK: Ragazzi, anche qui niente di niente! Maledizione! Come facciamo a trovarlo?
BEN: E io che ne so… non è facile.. la zona centrale è molto vasta o forse.. dal momento che la stiamo rivoltando tutta ma non salta fuori niente.. quel tipo potrebbe aver mentito e.. averla nascosta in un altro punto…
Shank si portò le mani alla testa gridando come un ossesso. SHANK: Aaah! Non ci voglio neanche pensaree!
Venti minuti… ormai il loro destino era praticamente segnato. La gente si spaventava sempre di più. Avevano sentito la parole “esplosivo” e il chè faceva intendere abbastanza.. le loro vite erano in pericolo.. e nel giro di pochi minuti sarebbero saltati in aria….
MAX: Forza Chris! Scava! Scava più velocemente! Qualcosa mi dice che stavolta lo troveremo! Questa è l’ultima zona ormai!
SHANK: Max!
Il rosso,e i suoi raggiunsero la donna e l’agente avendo terminato la loro zona. Decisero di aiutarli per fare più presto.. più braccia lavoravano prima la bomba veniva fuori… Quindici minuti…
MAX: Non.. ci posso credere…
SHANK: Abbiamo terminato ma… qui…
Shank, Max e Chris alzarono gli occhi al cielo disperati.
SHANK, MAX E CHRIS: NON C’E’ NESSUNA BOMBAAAAAA!
Nulla da fare. Avevano fallito. Probabilmente la teoria di Ben non era del tutto errata.. forse Goldron aveva mentito sulla posizione dell’esplosivo..
YASOP: Ehi, un momento!
Esclamò il ricciolino interrompendo quell’attimo di agitazione. YASOP: Non possiamo considerare anche un’altra probabilità?
MAX: CIOE’?
YASOP: Si insomma…
Creò un attimo di suspance.
YASOP: Non è da escludere che.. quello non abbia piazzato proprio un bel niente!
Silenzio.. si.. poteva anche essere così.. quel Goldron era uno squilibrato e.. siccome voleva vendicarsi dei tutti coloro che abitavano l’isola.. poteva aver messo in scena quel piano.. far credere a tutti di aver piazzato una bomba. In questo modo tutti sarebbero caduti in uno stato di allarme e di conseguenza i marine o chiunque altro, si sarebbe dannato l’anima scavando, ribaltando il terreno per dissotterrare qualcosa di inesistente.
MAX: No… non è vero.. tutta questa fatica per… niente?
Ma comunque non era da escludere del tutto la probabilità che invece ci fosse davvero l’esplosivo..
Dieci minuti…
MAX: Cosa facciamo?
Nessuno trovò una risposta a quella domanda.
Si guardò intorno cercando di trovare un posto, anche una piccolissima zolla di terra dove non avevano ancora messo zappe e pale.. nulla da fare.. tutta la zona centrale era messa a soqquadro..
Le lacrime le annebbiavano la vista e lottava per non farle sgorgare.. sentiva che c’era qualcosa che non andava.. sentiva che la morte stava arrivando.. poi.. d’improvviso.. notò qualcosa.. attaccata ad una casa c’era una specie di cassa di legno..
MAX: Scusate.. sapreste dirm cosa c’è lì dentro?
Domandò sperando che qualcuno le desse una risposta. Un uomo di mezza età si fece avanti.
UOMO: Certo. Quello è il mio ripostiglio. Se la apri ci sono delle scale che portano nello scantinato. E’ una specie di rifugio segreto!
La ragazza fu colta da un dubbio, un dubbio atroce e si avvicinò all’entrata del ripostiglio. Tentò di aprirla ma.. era sigillata.
UOMO: Un momento! E’ chiusa a chiave ma.. cosa vuoi fare? Alzò un braccio in aria e ..
CRASH!
Ruppe la porticina.
UOMO: PAZZAAAAA!
Vedeva solo quattro scalini e poi.. buio. Ma vi entrò ugualmente. Chiuse gli occhi per ascoltare.. tese bene le orecchie.
SHANK: Max, ma che c’entra il rifugio di questo signore?
MAX: Ssst!
Lo intimò a fare silenzio.
Tic! Tac! Tic! Tac! Tic!…
Un leggero ticchettio… ma molto chiaro.
MAX: Ma certo!!!!
Ora era tutto chiaro. Quello aveva nascosto l’esplosivo nel luogo più impensabile.. era proprio lì nel ripostiglio.. questo perché.. sapeva che tutti avrebbero pensato di cercarlo sotto terra… invece.. si era servito di uno scantinato di un vecchio signore.. Certo, non si spiegava come avesse fatto ad aprirlo e a richiuderlo enza farsi minimamente udire nel cuore della notte, nel cuore del silenzio.. ma in fondo... probabilmente era un esperto nel mestiere.
MAX: E’ QUI!
Urlò.
MAX: La bomba è qui! Fate luce. Presto!!
Cinque minuti…
Ben estrasse un fiammifero, lo accese e illuminò tutto lo stanzino.
SHANK: Max.. avevi ragione!!
Era proprio lì, davanti a loro. Rotondo con una spacie di orologio al centro.
Tic! Tac! Tic! Tac!
MAX: Presto.. dobbiamo disinnescarla!
Si avvicinò di corsa con le mani tremanti all’esplosivo. Lo afferrò delicatamente e lo portò fuori dal ripostiglio. Ci fu un urlo generale e tutti si barricarono in casa.. come se servisse a qualcosa..
CHRIS: Ne sei capace?
MAX: No…
CHRIS: E ALLORA CHE DIAMINE SI FAAA!!!!
MAX: E IO CHE NE SOOOOO!
Il panico piombò addosso a tutti..
Tre minuti… come facevano?
MAX: Non ho scelta!
La donna afferrò nuovamente la bomba e prese a correre in direzione del porto.
SHANK: MAAAX!
Il rosso temeva per lei.. temeva che volesse agire da sola e .. sacrificarsi per loro.. per tutti loro..
I pirati e l’agente seguirono la donna, in quel momento più pazza che mai.. ma anche più corragiosa che mai..
MAX: Anf! Anf! Cavolo se pesa..
Due minuti..
La strada sembrava interminabile.. era così lunga anche quando la aveva attraversata la prima volta?
In quel momento pensava solo a risolvere la situazione. Il cuore le stava per scoppiare e in quell’istante non udiva nemmeno la voce di lui.. che la chiamava terrorizzato nella speranza di fermarla.. se dovevano morire.. sarebbero morti insieme.. stringeva in mano il suo ciondolo, lo aveva appena estratto dalla tasca dei pantaloni nella speranza di ricevere un po’ di fortuna.
SHANK: Fa che finisca bene!
Pregava.. per la prima volta in vita sua..
Max correva sempre più velocemente..
Trenta secondi.
MAX: Oh no! E’ la strada sbagliata!
Cambiò direzione..
Venti secondi.
Sudava freddo.. lacrimava.. aveva paura.. aveva voglia di gettare a terra la bomba che la stava trascinando a terra per il duro e pesante materiale di cui era fatto, ma nonostante tutto non voleva mollare. Aveva ancora la vista annebbiata.. ma riuscì comunque a vedere la loro nave al porto.
MAX: Ci sono!
Dieci secondi.
Giunse a fatica, ansante, col petto che le doleva per il battito cardiaco accellerato e per lo sforzo fatto. Gli altri uomini di Shank rimasti sulla nave, sentirono arrivare qualcuno, la videro, videro Max giungere da loro al porto.. da sola? Fecero per chiamarla ma si interruppero quando videro che stava per lanciare una strana sfera per aria.
Cinque secondi.
MAX: Questo è per te Goldron! Te l’ho fatta!
Gridò disperata.
Quattro secondi.
MAX: Vaiii!
Con le ultime forze rimaste lanciò la sfera di piombo in alto, più in alto che poteva. Shank la raggiunse riuscendo a vedere la scena al completo. Ciascuna persona seguiva il movimento della bomba che li alzava nell’aria.
Tre secondi, due uno..
BOOOOOOOOOOOM!
Ci fu una potente esplosione. Max si buttò a terra seguita da tutti gli altri. Il calore del fuoco che la bomba emanava era tremendo e delle schegge di piombo ricadevano colpendo tutti sulle teste, ma almeno erano salvi. Lentamente le macerie cadevano in mano. L’esplosione fu violenta.. sicuramente, come diceva Goldron, avrebbe potuto distruggere l’intera isola. Il cielo, ancora pieno di nuvole di fumo, si schiarì lentamente, permettendo a tutti di rialzarsi, ancora scossi dalla terrobile situazione in cui si erano trovati. Max si alzò a fatica, ancora con il fiato corto, alzando lo sguardo al cielo. MAX: Anf! Anf! Anf!
Ce l’aveva fatta, non riusciva a crederci ma.. ci era riuscita.. aveva scoperto il trucco di quel pazzo e aveva impedito una tragedia. Allargò le labbra e fece un largo sorriso anche se senza fiato.. trovò la forza di ridere di gusto.
  
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