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Autore: Tynuccia    30/04/2010    3 recensioni
[Gundam SEED Destiny] Se Cagalli fosse stata lì sicuramente non sarebbe stata contenta del genere di articoli che ora si ritrovava a leggere.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Athrun Zala, Dearka Elthman, Yzak Joule
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*

 

 “Yzak!” esclamò Dearka, entrando nell’ufficio del suo migliore amico e superiore con un gran sorriso stampato in faccia e qualcosa tra le mani. I suoi occhi viola si strinsero in due fessure, per poi spalancarsi stupiti alla vista di Athrun, seduto di fronte alla scrivania. “Zala, non sapevo saresti venuto,” commentò, lasciandosi cadere alla sua sinistra e passando un braccio attorno allo schienale della sedia, dimenticando completamente il motivo di quell’irruzione non richiesta. “Il cretino qua non mi dice mai niente.”

 Ammiraglio,” lo corresse l’albino, infastidito. “Non è una visita di cortesia e tu non sei stato invitato.”

 “Effettivamente è una riunione di lavoro,” convenne l’ex-FAITH, sorridendo dispiaciuto. C’erano volte in cui il suo amico dalla pelle ambrata assomigliava più ad un moccioso dell’asilo che al ventenne che era. Proprio in quei momenti si capacitava alla perfezione del perché Miriallia avesse preferito lasciarlo, ma non capiva perché poi se l’era ripreso.

 Dearka, dal canto suo, rimase in silenzio per qualche secondo prima di scrollare le spalle ed alzare in aria i giornaletti che teneva in mano da quando era arrivato. Ignorando palesemente la velata richiesta di levarsi dai piedi il giovane si stravaccò ulteriormente sulla sedia e lanciò un’occhiata al suo tesoro. “Sapete, ho trovato delle matricole in un angolo del corridoio,” cominciò, senza dare peso all’espressione perplessa e scocciata che accomunava i due eterni rivali. “Dovevate vederli, quando si sono accorti della mia presenza sono sbiancati. Erano più pallidi di Yzak.”

 “Va bene, ti piace giocare al piccolo dittatore con tanto potere,” concluse il diretto interessato, dando inconsciamente una perfetta descrizione del suo stesso hobby. “Ora, però, io e l’Ammiraglio Zala dovremmo continuare con la nostra conferenza.”

 “No, ma aspetta,” continuò Dearka, sporgendosi. “Non è che avessi voluto spaventarli a morte o recquisire loro la merce. Semplicemente ero curioso e mi sono messo dietro di loro per vedere meglio,” fece una pausa teatrale, aspettando che i due mostrassero un grande interesse per il suo racconto lasciato propositamente in sospeso per renderlo più accattivante, ma l’unica cosa che ricevette fu uno sconcertato silenzio, i due che si chiedevano entrambi come un tipo del genere avesse potuto essere promosso al grado di Capitano. “In ogni modo,” riprese, deluso dal fiasco, ma ancora troppo euforico dalla scoperta appena fatta. “Stavo per chiedere a quello che sembrava il leader cosa li stava facendo divertire così tanto che loro hanno gridato come femminucce e hanno fatto cadere questi,” agitò nuovamente la refurtiva, vittorioso. “Inutile dire che sono scappati a gambe levate, lasciandomi decisamente confuso.”

 Yzak roteò gli occhi, incrociando le braccia sul petto. Gli lanciò uno dei suoi sguardi assassini, rilassandosi contro lo schienale della sua poltrona. Vide Athrun leggermente interessato, ora, e nella sua testa non potè che deridere il suo essere così un sempliciotto; anche quando bisognava lavorare. La sua promessa sposa, decisamente, era un politico migliore e, nonostante i modi da scimmia per niente addomesticata, si sbrigava in dieci minuti ogni dannata volta. Perché avesse mandato il suo braccio destro l’albino proprio non riusciva a capirlo.

 “Toh,” borbottò Dearka, allungandogli i giornaletti. “Credo proprio che la cosa ti possa interessare.”

 “Porno?” ragionò ad alta voce il Comandante, alzando un sopracciglio. Aggrottò la fronte, notando che era una specie di edizione speciale sull’esercito di ZAFT, ma l’ultimo commento fatto dal suo migliore amico prima di consegnarglieli lo fece desistere dal porsi domande inutili. “Come ti ho già detto un milione di volte, Elthman, la mia vita sessuale con Shiho va a gonfie vele, non ho bisogno di idee stupide.”

 A quel commento Athrun arrossì fino alla punta delle orecchie e Dearka ghignò sadicamente, facendo scattare in avanti il mento. “Sfogliali, idiota, prima di sputare sentenze,” gli consigliò, per poi voltarsi verso il suo ex-compagno di squadra. “Non potevo credere ai miei occhi quando ho visto e letto certe cose.”

 L’Ammiraglio gli rivolse un’occhiata confusa, mentre dall’altra parte della scrivania Yzak cominciava a girare le pagine con eccessiva foga, una vena che gli pulsava sulla tempia. Osservò i suoi movimenti e, con orrore, notò come la suddetta sporgenza bluastra si era estesa anche alla fronte dopo che si era fermato. Pure il suo viso ora era bordeaux, ma non di certo a causa dell’imbarazzo: se del fumo avesse cominciato a uscirgli dalle orecchie Athrun non si sarebbe sicuramente sorpreso.

 “Ecco che arriva il bello,” gli sussurrò Dearka, sempre più maligno. “Forza amico mio, leggi ad alta voce. E, magari, fai vedere quelle foto al nostro Madonnino qui. Sia mai che si lasci andare, una volta per tutte.”

 “N-non intendo riferire queste porcate! Neppure al Bastardo!” lo informò Yzak, gli occhi praticamente fuori dalle orbite. “E giuro che se trovo il pezzo di merda che si diverte a stampare certa immondizia gli taglio gli attributi e glieli faccio mangiare!”

 “Noiosissimo Joule,” si lamentò Dearka, strappandogli il giornaletto di mano e tendendolo, aperto, allo Zala che, riluttante, ma curioso come poche volte nella sua vita, lo accettò. Con il cuore in gola spiò la pagina e sentì il muscolo nella parte sinistra del suo petto iniziare a galoppare. Se Cagalli fosse stata lì sicuramente non sarebbe stata contenta del genere di articoli che ora si ritrovava a leggere.

 “HAWKE!” tuonò Yzak, spingendo il pulsante dell’interfono. “Voglio la Hahnenfuss in questo ufficio in meno di cinque minuti!”

 “S-signorsì,” balbettò dall’altra parte Meyrin, delusa dalla richiesta: sperava che Athrun avesse bisogno di un giro turistico della nuova Sede Centrale, senza sapere che il suo idolo era troppo impegnato a mantenere un contegno mentre guardava gli scatti rubati del Maggiore della Voltaire sotto la doccia dello spogliatoio femminile.

 “Credevo che avrebbero eletto Lunamaria come la più sexy dell’esercito, ma evidentemente quei pervertiti preferiscono fantasticare su che tipo di corpo abbia la nostra Shiho, nascosto dall’uniforme maschile, piuttosto che trovarsi la pappa pronta,” commentò spassionatamente Dearka, sporgendosi verso Athrun. Il pezzo d’alto giornalismo, infatti, riportava una classifica delle donne più affascinanti di ZAFT e la vittoria apparteneva proprio alla promessa sposa del suo eterno rivale; il premio un bel servizio non richiesto senza censura alcuna.

 “Sto per svenire,” balbettò, il volto pallido e gli occhi verdi colmi di un’indefinibile emozione.

 “Curioso,” continuò Dearka. “Io, invece, alla vista di quelle foto stavo per venire. Chi l’avrebbe mai detto che aveva certe poppe abnor-” non riuscì a finire la frase a causa del poderoso pugno sferrato da Yzak, paonazzo.

 “ASPETTA CHE LO DICA A MIRIALLIA!” ritorse, facendo il giro della scrivania per mollargli un calcio. Sbuffò scocciato quando il suo migliore amico gli si aggrappò ad una gamba, pregandolo in maniera per niente virile di non fare quel determinato appunto alla sua fidanzata.

 Quando Shiho entrò nell’ufficio, tallonata da Meyrin che non aveva perso l’occasione di poter rimirarsi il bel viso dell’Ammiraglio Zala, trovò quest’ultimo sul punto di perdere i sensi ed i suoi due colleghi impegnati in un curioso corpo-a-corpo in cui Dearka, il sangue che gli colava dal naso, strusciava la faccia contro la coscia di Yzak, intento a spingerlo via. “Meyrin, grazie, puoi anche andare adesso,” disse, non curandosi dell’espressione affranta della ragazzina ed avanzando a grandi falcate sul pavimento. “Mi hai chiamata? Sappi che ero in pausa e sono a dir poco furibonda: non puoi sempre avere bisogno di me, Yzak!”

 L’albino si scrollò di dosso il suo amico e si parò davanti alla sua innamorata, torreggiando su di lei ed ispezionandola da capo a piedi. “Da domani esigo che tu venga con il burqa! Giuro che se ti esce fuori anche solo un capello potrai ritenerti responsabile della morte di tutti quei Verdi che non hanno niente di meglio da fare!” Poi, memore del commento sulla fantasia delle sue potenziali vittime fatto poco prima da Dearka, si risolse a lasciarsi cadere sulla poltrona e lanciarle un’occhiata penetrante. “Anzi! Ora chiamo il sarto e ti faccio fare una gonna che sia ancora più corta di quella della Hawke, così vediamo chi vince la prossima volta!”

 Non trovando appoggio alcuno dagli altri due, Shiho sospirò stancamente, portandosi una mano sulla fronte. “Chi ti capisce, mio caro, è davvero da premio Nobel.”

  
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