CAP 2
Qualche giorno dopo mentre
il Capitano Jean-Luc Picard si trovava nella sala tattica a controllare alcuni
rapporti il Tenente-Comandante Data entrò e disse
“Capitano”
“Si, Data.” Rispose Picard
sollevando la testa.
“C’è una chiamata per il
Comandante Riker, viene dal comando della Flotta Stellare. E’ suo
padre.”
Se in quel momento Data si
sarebbe potuto mostrare confuso l’avrebbe fatto, non riusciva a capire il perché
il signor Riker cercava di contattare suo figlio lì.
Picard lo guardò a sua volta
confuso e disse “ signor Data vuol dire che ci sono notizie dal Coman-dante su
suo padre?”
Data scosse la testa. “No,
signore. E’ il signor Kyle Riker.”
Con lo sguardo corrucciato
Picard spinse un pulsante sulla sua scrivania e attivò la
comunicazione.
“Qui il Capitano Picard”
dichiarò Picard poi si meravigliò di vedere che l’uomo godeva di ottima salute.
‘Se non era malato’ si chiese ‘perché aveva richiamato Will sulla
terra’.
“Stavo contattando mio
figlio, capitano. Spero che non ci siano dei problemi” disse Kyle Riker
preoccupato che Will non avesse risposto.
Picard ancora più confuso
disse “Ma suo figlio sta tornando sulla terra in questo momento. Ha ricevuto un
messaggio che diceva che lei era ammalato e voleva
vederlo.”
“Lui cosa?” gridò Kyle
Riker, mentre sentiva un brutto presentimento sommergerlo, poi con più calma
mormorò “Chi lo ha mandato?”
“Qualcuno dal Comando della
Flotta Stellare. Credo che fosse il suo vecchio amico, l’Ammiraglio
Simmons”.
Kyle Riker scosse la testa
sconsolato ora la preoccupazione si leggeva chiaramente sul suo viso. “Capitano,
temo che abbiamo un problema, un grosso problema. Sto lavorando ad un caso, qui
sulla terra, sto cercando di provare che l’ammiraglio Simmons sta lavorando
segretamente per i Romula- ni. Se è stato lui a spedire il messaggio a Will,
allora mio figlio potrebbe essere in serio pericolo. Mi dica quando è andato
via.”
“I ferenghi” mormorò Picard
quasi tra sé e sé.
“Cosa c’entrano loro?”
replicò Riker
incuriosito.
Picard si accorse di aver
parlato ad alta voce e continuò “È stata l’unica nave che ha risposto alla
nostra chiamata, hanno detto che si dirigevano alla Base Stellare 10 per affari
e così suo figlio ha accettato un passaggio. Se tutto è andato bene dovrebbe
essere già arrivato, poi aveva intenzione di cercare una nave stellare diretta
sulla terra.”
“Picard contatti la Base
Stellare 10 e controlli lei stesso se mio figlio è arrivato. Io vi verrò
incontro, ho un brutto presentimento su questa faccenda.”
“Va bene, Picard
chiude.”
Per la prima volta, da
quando lo conosceva, il Capitano Jean-Luc Picard era davvero in ansia per il suo
Primo Ufficiale. Se era una trappola allora Will ci era entrato dritto dritto, e
chissà dove poteva essere ora.
Qualche minuto dopo Picard
entrò sul Ponte di Comando e disse a Wesley Crusher che si trovava alla
postazione del Timone “Signor Crusher tracci una rotta per la Base stellare
10.”
“Come, Signore?” rispose il
ragazzo confuso.
“Mi ha sentito
Guardiamarina?” disse bruscamente Picard mentre si sedeva sulla sua
poltrona.
“Si Signore” rispose il
ragazzo e velocemente inserì la nuova rotta.
“Signor Data mandi un
messaggio alla Base Stellare 10 e chieda notizie del comandante Riker” ordinò
Picard.
“Si, Signore” rispose
l’androide.
Poi il capitano Picard
spinse un pulsante sul bracciolo e disse “Signor LaForge voglio velocità Warp
8.9 più a lungo possibile ce la faranno i motori?”
“Si Signore, ma abbiamo
fretta?”
“Si, Signor LaForge abbiamo
molta fretta.”
“Signor Crusher massima
curvatura, attivare.”
Il Consigliere Troi guardò
il Capitano Picard sentiva la preoccupazione del capitano e mormorò “Capitano
cosa succede?”
Picard sollevò lo sguardo e
vide le facce preoccupate del suo equipaggio e comprese che avevano capito che
c’era qualcosa che non andava ma non capivano cosa, e decise che era meglio
metterli al corrente di ciò che era successo.
“Sono appena venuto a sapere
che Kyle Riker, il padre del nostro Primo Ufficiale, non è malato e non ha
chiesto a suo figlio di tornare sulla terra. Credo che stia o sia già caduto in
una trappola, inoltre sembra che al Comando della Flotta Stellare ci sia un
traditore che lavora per i Romulani.” disse il Capitano Picard con voce chiara
rivolto a tutto l’equipaggio.
Il tenente Worf ringhiò “ I
traditori non hanno onore.”
“No, Signor Worf, non lo
hanno.” commento Picard, e continuò “Kyle Riker è molto
preoccu-
pato per suo figlio e così
anch’io, quindi finché non scopriremo cos’è successo al comandante Riker, lui
sarà la nostra prima e unica priorità.”
Ogni membro dell’equipaggio
annuì e tornò al proprio lavoro, Picard era sicuro che ce l’avrebbero messa
tutta per ritrovare il loro compagno scomparso.
Purtroppo le paure di Kyle
Riker e del Capitano Picard erano fondate, in quel momento Will Riker si trovava
in una cella sulla nave ferenghi diretta verso la Zona
Neutrale.
“Non posso crederci, “
borbottò Will, mentre camminava avanti e indietro nella piccola cella, “co-me
posso essere stato così stupido? Mio padre non chiederebbe mai di me neanche se
stesse moren- do per davvero.”
Lui e suo padre, infatti,
rifletté il comandante Will Riker, non avevano mai avuto un buon rapporto quindi
era stato uno shock per lui quando aveva saputo che suo padre stava male e
chiedeva di lui. Questo fatto da solo avrebbe dovuto fargli capire che c’era
qualcosa che non andava, ma lui no! Era saltato sulla prima nave che avevano
incontrato e senza riflettere si era buttato in una
trappola.
“Dannazione” imprecò Will
per sua stupidità.
In quel momento un ferenghi
basso e grassoccio entrò nella sua visuale e disse “salve Comandante, penso che
sarà contento di sapere che presto saremo nella Zona Neutrale.” disse il
capitano ferenghi nel suo solito tono avido.
“Ti arresteranno per questo,
lo sai?”
“Dovranno prima trovarmi.
Sono stato ben pagato per venirti a prendere.”
“Si, immagino che l’hanno
fatto.” disse Will e provò ad allungarsi tra le sbarre della cella per
affer-rarlo ma l’alieno saltò lontano dalla sua portata.
“No, no, non si fanno queste
cose comandante” disse il ferenghi agitando un dito
grassoccio.
Will ringhiò mentre guardava
il capitano ferenghi allontanarsi e gli gridò “Io uscirò di
qui!”
Will si guardò intorno nella
piccola cella tentando di trovare qualcosa per aprire la porta, quella nave non
era certo stata costruita per trattenere un prigioniero. Le sbarre erano come
quelle delle vecchie celle di un tempo, doveva essere facile uscire da
lì.