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Autore: amimy    01/05/2010    2 recensioni
“No. Non è vero.” rispose immediatamente Rex, scuotendo la testa. “ Non è vero. Stai mentendo!”
“L’ho vista, Rex. Mi dispiace.” disse Jonathan, guardandolo negli occhi.
“No!”
Dess afferrò Rex per le spalle, tenendolo stretto. “Rex. Rex, calmati.”
Gli occhi di Rex lampeggiarono di disgusto e rabbia verso Jonathan. L’acrobata si sporse in avanti, ma Dess lo fermò con un’occhiataccia.
“Guardami. Rex,guardami. Devi stare calmo, d’accordo? Non vale la pena di fare sciocchezze. Prima ascolta il resto, ok?”
Il Vedente strinse i pugni, fremendo, ma annuì.
Genere: Drammatico, Sovrannaturale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Secondo - News from the dark side

It's hard to imagine

but one day

you'll end up like me

 

Il locale parve diventare improvvisamente più buio, come se ad un tratto fosse stato inghiottito dal terreno caldo di Los Angeles.

“Che… che cosa?” domandò Rex, sbattendo le palpebre.

Dess lo guardò allarmata.

“No. No, non è vero.” Disse l’uomo, scuotendo la testa. “ Non è vero, non lo farebbe mai. Sei un bugiardo. Stai mentendo!”

“L’ho vista, Rex. L’ho vista io stesso. Mi dispiace, davvero.” Ripeté Jonathan, guardandolo negli occhi.

“No! No, bugiardo!”

Dess afferrò Rex per le spalle, tenendolo stretto. “Rex. Rex, calmati.” Disse, incollando lo sguardo al suo.

Gli occhi di Rex lampeggiarono di disgusto e rabbia verso Jonathan, ignorando la Polimatematica. L’Acrobata si sporse in avanti, ma Dess lo fermò con un’occhiataccia.

“Guardami. Rex,guardami. Devi stare calmo, d’accordo? Non vale la pena di fare sciocchezze. No, guardami. Prima ascolta il resto, d’accordo?”
Il Vedente strinse i pugni, fremendo, ma annuì.

Le poche teste ancora rimaste nel locale erano girate verso di loro. Qualcuno si nascondeva dietro un menù, cercando di non far vedere che stava origliando, mentre altri li fissavano sfrontatamente senza neanche darsi la pena di fingere un po’ di discrezione. Fantastico, pensò Dess. Stasera l’intrattenimento siamo noi.

“Allora?” sibilò Rex, respirando a fondo.

Dess scosse la testa, togliendo la mano dalla spalla del giovane.

“Non qui, Rex. Adesso ordiniamo, mangiamo e aspettiamo l’ora adatta, e poi ne parliamo.”

Il Vedente li fissava incredulo.

“Dess ha ragione, e se ti calmassi un attimo lo capiresti anche tu.” Disse Jonathan. Negli occhi di Dess lampeggiò un muto avvertimento di andarci piano. “Senti, hai ragione. Non avrei dovuto dirtelo così. E avremmo dovuto aspettare Jess, come volevo fare io. Ma non possiamo parlarne qui, ora. Los Angeles non è Bixby. Qui la gente ti nota se vai in giro a parlare di… di cose insolite. E, per l’amor del cielo, le persone ci stanno guardando come se si aspettassero una rissa da un momento all’altro. Non possiamo metterci nei guai, non ora. Abbiamo bisogno di restare uniti.”

Dess annuì. “E’ vero, Rex.”

Il Vedente li guardò entrambi con gli occhi che trasudavano disprezzo. “Voi due siete pazzi.” Sbottò, facendo per alzarsi.

Jonathan fece per parlare, ma Dess lo bloccò. “Rex, non so cosa ti sia successo in questi anni, e francamente adesso non m’importa. Ma se ti fosse rimasta una briciola di coscienza, tu adesso ti siederesti qui, mangeresti e aspetteresti la Mezzanotte con noi, e lo faresti perché Melissa ti sta a cuore più di chiunque altro e perché vorresti sapere cosa le è successo. Se invece sei cambiato così tanto… ritrovarci qui è stato un errore. Non ci servi a nulla, se non sei più il Vedente di una volta. Quindi puoi andartene.” Disse la giovane, con una pacatezza inquietante.

Rex ricadde sulla sedia, sconvolto. “Mi dispiace. Davvero. So cosa farei io al tuo posto, e so che reagirei esattamente come te.” Lo consolò la Polimatematica, cambiando tono di voce.

Qualcosa nel cervello di Rex si accese a quelle parole, una sorta di campanello di allarme, ma sul momento non gli diede peso. I venti minuti successivi furono uno stillicidio. Gli scivolarono addosso con una lentezza quasi ridicola. Quando arrivò il cibo, portato da un cameriere allampanato che sembrava non vedere l’ora di allontanarsi da loro, ringraziò flebilmente e iniziò a mangiare senza entusiasmo, senza neanche sentire il sapore di  quello che si portava alle labbra.

Dess lo studiò preoccupata per tutta la serata, mentre Jonathan divorava con gusto un enorme panino ripieno incurante della salsina densa che gli colava sul mento. “Vedo che con gli anni il tuo appetito non è cambiato, Flyboy.” Lo prese in giro lei, in un debole tentativo di spezzare la tensione.

***

E poi, finalmente, il brivido familiare percorse la schiena di Dess. “Casa dolce casa.” Mormorò fra i denti, mentre l’onda blu li sommergeva, congelando il mondo in una macabra istantanea della realtà.

I suoi occhi scorsero un movimento sulla sua destra, e Dess si voltò allarmata. “Non preoccuparti. È Jess.” La rassicurò Jonathan.

Dess strizzò gli occhi, mentre la figura avanzava verso di loro quasi fluttuando. Non era affatto cambiata. I lunghi capelli rossi le pendevano stanchi sulla testa, intorno al viso magro. Sembrava sfinita, ma sorrideva.

“Dess, Rex!” esclamò, correndogli incontro. Dess indietreggiò sulla sedia involontariamente, pregando che l’amica non l’avesse vista.

Jessica sembrava un fantasma. Dess non credeva nei fantasmi, ma fu il primo pensiero che le attraversò la mente vedendo la ragazza. Era uguale a com’era stata dieci anni prima, a parte che una volta era liscissima e perfetta, e ora era corrugata in un’espressione di costante preoccupazione. Dess sapeva che per l’amica, i dieci anni che loro avevano trascorso, non erano stati neanche sei mesi. Ma era scioccante vederne gli effetti. Jessica era, in tutto e per tutto, la quindicenne che era quando si erano salutate.

Si sporse verso di loro, baciando Jonathan e Rex sulle guance e abbracciando stretta Dess. Stupefatta nel suo abbraccio caldo, la Polimatematica si rese conto che forse, non era davvero la Jessica di una volta. C’era qualcosa di diverso, e sapeva anche cosa. Ma non osò dirlo ad alta voce.

 

***

 

L’annuncio fu, come previsto, seguito da lacrime e sensi di colpa e da una Jessica sconvolta che si domandava come fosse possibile, come avesse potuto, perché Jonathan non gliel’avesse detto.

Lo sguardo di Rex era di ghiaccio, mentre Dess si faceva sempre più preoccupata.

“Bene.” Disse, quando Jonathan finì di spiegare a Jessica degli oscuri e di Melissa e la ragazza smise di singhiozzare. “Ora vuoi raccontarci il resto, per favore?”

Jonathan annuì, iniziando a raccontare. “E’ successo due notti fa. Stavo facendo un giro per la città durante l’ora blu. Era tutto tranquillo, come sempre. Non è che mi aspettassi di trovare davvero qualcosa, ma mi annoiavo.”

Più inopportuna che mai, la consapevolezza di aver visto giusto invase Dess. Quello che aveva detto Jonathan…non c’era altra spiegazione. Doveva essere così.  

“E, mentre ero su un tetto, ho sentito un rumore. Era impossibile: un rumore durante l’ora blu? Sono sceso, e ho guardato dalla prima finestra che ho trovato. Era un vecchio capannone, fuori città, e credo che non venisse utilizzato da diversi anni. Be’…era pieno di Oscuri. Erano Oscuri giovani, credo, anche se non sono mai stato bravo a distinguerli. Ma nessuno sembrava uno degli Anziani.”

Tutti pendevano dalle sue labbra. Jonathan non era mai stato granché a raccontare storie, ma quella sera sembrava essersi trasformato nel miglior narratore di storie dell’orrore degli Stati Uniti. Dess represse un brivido d’eccitazione. Un capannone pieno di Oscuri?

“E con loro, fra loro, c’era Melissa. Sono sicuro che fosse lei, Rex. Il suo viso, il suo modo di muoversi… era lei. Ha alzato la testa verso di me, e ho pensato che mi avesse sentito, o che avesse intercettato i miei pensieri. La scorsa notte sono tornato al capannone, ma non c’era più nulla. Solo anni ed anni di polvere. E… questo.” Concluse, estraendo qualcosa da una tasca.  

 

 

Ok, lo riconosco: questo è stato un capitolo completamente inutile. Ma serviva per introdurre delle cose che serviranno più avanti, quindi era obbligatorio. Ma non temete, il prossimo capitolo con i chiarimenti sarà probabilmente postato in giornata.  

Voi avete capito qual è la cosa strana che Dess ha notato riferendosi a Jessica? Mmm…E l’oggetto misterioso? Premetto che non è niente di trascendentale, ma… nono, non ve lo dico xD

P.s.: attenzione: autrice tremendamente sadica. Siete avvisati. Tenetelo a mente per i prossimi capitoli.

Ragazze, io come farei senza di voi? Grazie mille ad entrambe per aver commentato. Ma soprattutto… siete pazze?Cioè, pensate davvero di potermi dire che entrambe avete scritto qualcosa su i Diari e poi non pubblicarla? Soprattutto Ari xD Come faccio a convincerti a pubblicare quello che hai scritto, perché scommetto il mio braccio destro che sarà meraviglioso?
E…Alchimista, non vedo l’ora di leggere la tua long! Uhuh sarà stupenda anche quella! (Voi due siete brave brave, non è giusto xD).Muahahaha. Io l’avevo detto che sono perversa. Lettrici avvisate mezze salvate. Comunque…mmm…questo posso dirtelo: non l’hanno costretta con la forza, è stata una sua decisione. Però…che c’è qualcosa sotto è sicuro xD Altrimenti non mi divertirei.

 La frase all'inizio viene da "Get Out Alive" dei Three Days Grace.

   
 
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