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Autore: Ire94    01/05/2010    2 recensioni
Da quel momento niente fù come prima, diventammo praticamente indivisibili, non riuscivamo a stare l'uno senza l'altro. Era diventato fondamentele per me, il fratello che non avevo mai avuto e che tanto avevo desiderato. -Jess, grazie di tutto, davvero, non so come avrei fatto senza di te che mi conforti sempre e quando ho bisogno di qualcosa c'è sempre. Grazie davvero.- mi disse guardandomi dritto negli occhi. -Grazie a te, Tom per questa spelendida amicizia, per tutto, ti voglio davvero bene- gli risposi con le lacrime agli occhi. Poi mi prese e mi strinse foritssimo a se, e io affondai le mia mani nella sua immensa maglia. -Sei la mia migliore amica- mi sussurrò all'orecchio, -Anche tu, Tom anche tu- lo tranquillizzai.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il grande giorno ~

Quei quattro mesi volarono come niente e il concerto arrivò in un batter d’occhio.

-Jess ma ci credi? O mio dio! Domani finalmente li vedrò, per la prima volta dal vero- disse ancora incredula Sofy.
-E che bello, non vedo l’ora- le risposi, prendendola in giro.
–Comunque muoviti che tra meno di un’ora abbiamo il treno- aggiunsi senza un minimo di entusiasmo.

Dopo un viaggio di circa quattro ore arrivammo davanti al palazzetto, a Padova, erano le sei e mezzo di sera ed era completamente deserto, ancora non era arrivato nessuno. Sofy scoppiò in un pianto di felicità, del quale sinceramente non ne capii proprio il motivo, e mi abbracciò.

-E adesso che c’è?- le domandai un po’ scocciata.
-Ma come che c’è? Jess non vedi? Non c’è assolutamente nessuno qui. Sai cosa significa questo? PRIMA FILA!- urlò a squarciagola.

Ripresasi, ci avvicinammo all’entrata e ci appostammo proprio lì davanti, saremmo state sicuramente le prime ad entrare, su questo non c’era nessun dubbio. Passammo tutta la notte de più e del meno, e poi ci addormentammo nei nostri caldi sacchi a pelo. Quando ci svegliammo erano circa le sette di mattina e già erano arrivate altre persone che si erano sistemate dietro di noi. Trascorremmo tutto il pomeriggio a parlare con delle ragazze dietro di noi, dato che il tempo non voleva proprio passare, erano arrivate davvero tantissime presone. Poi finalmente per le sei e tre quarti aprirono i cancelli e allora lì…

-Corri Jess corriiiiii….- mi urlava mia sorella dirigendosi verso il palco.

E corsi, corsi davvero tanto, e per la sua felicità alla fine ce la facemmo, prima fila davanti alla passerella. Aspettammo lì, schiacciate alle transenne per altre due ore e un quarto circa, e alle nove spaccate le luci si spensero, tutti urlavano come dei pazzi e la magia iniziò. La vedevo, Sofy era completamente impazzita, cantava con tutto il fiato che aveva in gola, e non capiva più niente, come il resto delle ragazze che era dentro quel palazzetto d’altronde. Ad un tratto, spostai lo sguardo e notai due grandi occhi nocciola che mi puntavano, mi stava fissando, il tizio che suonava la chitarra, mi stava guardando. –Oh che cazzo ma tra tutta la gente che c’è qui dentro proprio a me doveva scegliere stò maniaco?- pensai dentro di me. Infatti l’unica cosa che sapevo di quel ragazzo, da quello che mi aveva raccontato mia sorella, era che un donnaiolo, uno di quelli da una notte e via, uno di quelli che non crede nell’amore vero. Diamine erano più di due minuti che mi stava fissando di continuo e sinceramente mi sentivo un po’ in imbarazzo, dato che non sapevo neanche una parola della canzone che stavano suonando, poi finalmente distolse lo sguardo. Dopo un po’ più di un’ora il cantante annunciò la canzone finale –FOREVER NOW-  e li, scoppiarono le lacrime, vedevo gente piangere dappertutto. Poi i coriandolo e i saluti finali della band.
Il palazzetto si svuotò, e tutti se ne andavano, chi felice di aver visto i suoi idoli, chi triste,  perché sapeva che sarebbe passato chissà quanto tempo prima che li avrebbero rivisti.
E così, uscita tutta la gente, anche io e la mia “cara” sorellina ce ne andammo.

-Ho notato come ti guardava Tom è…- mi disse con un sorrisetto sulle labbra, che solo lei sapeva fare.
-E bhè, maniaco lui, bella io, era inevitabile, no??- le risposi con tono sarcastico, e scoppiammo entrambe a ridere.
Stavamo camminando sul ciglio della strada, quando ad un tratto, un grande autobus si fermò vicino a noi e ne uscì un uomo sulla trentina.
-Serve un passaggio?- ci domandò.

Rimanemmo immobili, Sofy era come incredula, stupita e io sinceramente non ne riuscivo a capire il perché…

-E’ il loro tourbus- mi sussurrò a un orecchio, e rimase in silenzio.
-Allora? Lo volete questo passaggio, si o no?- reclamò il tipo dell’autobus.
-Si, si, grazie molto volentieri, è davvero gentile- gli rispose mia sorella.

Io rimasi stupita, ma che diavolo stava dicendo?  Ce ne dovevamo tornare in albergo, e invece chissà quel tizio dove ci avrebbe portato. L’uomo ci fece salire, e arrivate sopra ci trovammo davanti i quattro ragazzi della Band.

Silenzio.

Di nuovo! No, non ci posso credere, il tipo con gli occhi nocciola, del quale già mi ero dimenticata il nome, mi stava fissando nuovamente; ma che cavolo voleva da me?
Poi l’autobus, ripartì, e il vocalist della band ci venne incontro.
 -Siete arrivate, finalmente, vi stavamo aspettando- ci disse con un sorriso sul volto.
Ci stavano aspettando? Ma che diceva? Neanche ci conoscevamo.
-Piacere- disse mia sorella –Io sono Sofy- aggiunse con le lacrime agli occhi, e li salutò con un bacio sulla guancia.

Poi tutti mi fissarono.

Silenzio.

Che era successo?

Imbarazzo totale, non sapevo assolutamente che dire.

-Lei invece è mia sorella Jess- mi salvò Sofy.
-Ah si, bhè piacere Jess-  dissi io, per niente convinta.

Ci sedemmo tutti quanti su del divanetti, e iniziarono a parlare di come fosse andato il concerto.
Poi chiesi per il bagno, e mi fu indicato, dal biondino, credo il batterista.
Mi ci rifugiai di corsa, e mi chiusi dentro –Oh mio dio non è possibile, proprio a me doveva capitare una cosa del genere?- pensai disperata, e mi sistemai un po’, capelli, trucco, e feci in miei bisogni. Poi uscii, chiusi la porta, mi voltai e mi trovai davanti il tipo dagli occhi nocciola.

-Oh, scusa, ti ho fatto aspettare? Devi andare in bagno?- dissi, imbarazzatissima.
-Oh, no no, tranquilla, non devo. Volevo sapere se ti andava, un sigaretta- mi domandò, mostrandomi un pacchetto di Malboro.
-Oddio,  potresti salvarmi la vita, sisi, assolutamente, è da ieri mattina, che non fumo e ne ho un estremo bisogno!-  gli risposi, ancora incredula, guardando il pacchetto di sigarette.
-Però andiamo nell’altra stanza, che sennò di la, poi Gustav rompe le palle- mi disse, sorridendomi.

E ci dirigemmo in un’altra stanza.

Bhè, ecco a voi il secondo capitolo, spero vi piaccia anche questo, mi farebbe piacere qualche commento, per sapere cosa ne pensate.
Ringrazio:
-Principessa Kaulitz: sono contenta che ti sia piaciuto, ecco a te, il secondo capitolo. 
  
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