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Autore: sushiprecotto_chan    04/05/2010    1 recensioni
Raccolta Johnny/Cache ispirata a cinque dei prompt del One Hundred Prompt Project.
Capitoli prevalentemente concentrati sul genere Introspettivo.
First Step; Prompt #06 – Bene – “Definitley Not”: Cache Dop non sapeva come definire concretamente quell’essere che ora stava seduto di fianco a lei.
Second Step; Prompt #07 – Male – “I'm scared”: Se c’era qualcosa che Cache odiava, era la sensazione che si prova a stare in mezzo ad una battaglia.
[ Johnny Gill/Cache Dop ]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio , Johnny Gill
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: “I’m scared”.
Prompt: #07 – Male.
Personaggi/Pair: Johnny Gill, Cache Dop, Johnny/Cache.
Avvertenze: Raccolta, One-shot, What If…?.
Genere: Introspettivo, Drammatico, Malinconico, Fluff andante *eh*.
Rating: Verde.
Conteggio parole: 643 senza il titolo (contate via Word).
Introduzione: Se c’era qualcosa che Cache odiava, era la sensazione che si prova a stare in mezzo ad una battaglia.
Note Autrice: 1. Ambientata in un ipotetico secondo attacco al quartier generale (che in teoria è già avvenuto anche se “mezzo” al quartier generale e “totale” in una delle sedi, ma non voglio fare Spoiler).
2. La promessa fatta tra Cache e suo fratello è ovviamente inventata, così come il fatto che la ragazza abbia terrore delle battaglie – ma, cavolo, mi sorprenderei del contrario.
3. Scritta per il One Hundred Prompt Project.


Prompt #07 – Male – “I’m scared”.
Se c’era qualcosa che Cache odiava, era la sensazione che si prova a stare in mezzo ad una battaglia.
L’aria pesante che si crea, il respiro che si fa sempre più corto, il terrore che ti attanaglia l’intero corpo.
L’ingiustizia che copre il tutto. Perché loro, gli uomini della scientifica, erano semplicemente degli esseri umani, e tentavano semplicemente di aiutare, ma erano anche quelli più sprovveduti e senza armi di fronte agli Akuma o ai Noah. E questi li uccidevano con terribile semplicità e nessuna reale ragione.
Suo fratello le era stato rubato in una situazione terribilmente simile – non una “semplice” battaglia in una remota regione, ma durante l’invasione dell’Ordine Oscuro, il massacro fatto nel quartier generale per ordine del Conte stesso.
Erano passati molti anni da quando lei e suo fratello vivevano in America insieme, nella tranquillità della loro piccola casa a quattro stanze, con la nonna, e tuttavia Cache si ricordava ancora di uno dei discorsi fatti a lui, prima che questo partisse.
“Non farti uccidere, fratello”, o una cosa del genere. E Tapp le aveva sorriso placidamente, come faceva sempre, con la sua solita aria bonaria e serena, e l’aveva rassicurata.
“Certo”.
Ormai erano passati così tanti anni che lei non era nemmeno sicura che si fosse trattato di un ricordo vero, una promessa realmente fatta al fratello molto tempo addietro. Spesso le pareva frutto di un sogno, o di una fantasia.
Ed ora, che si trovava nel bel mezzo di una vera battaglia, di quelle che aveva sempre cercato di evitare – era per questo che era rimasta sempre nell’edificio dell’organizzazione, che fosse il quartier generale o la sede del Sud America e che aveva intimato il fratello a fare lo stesso – non sapeva davvero in cosa sperare.
Tutto troppo pericoloso. Troppo reale.
Dio mio, non voglio fare la fine di mio fratello. Tapp, ti prego, ti prego.
Sono terrorizzata.
Si appoggiò ad una colonna vicina, tentando di riprendere fiato. Presto un’altra figura la raggiunse, appoggiandosi accanto a lei, facendosi scudo con un grosso pezzo di legno che era caduto tra una colonna e l’altra.
« Stai bene? »
Johnny.
Appena questo pronunciò quella domanda, un cadavere cadde fra lei e lui, sul legno. La mano sinistra a penzoloni. A Cache venne voglia di vomitare.
L’altro deglutì a vuoto, guardandola, poi mosse il corpo del morto più in là, in modo che lei non lo vedesse.
« Senti » fece « Se si riuscisse a raggiungere il laboratorio di Komui, forse qualcosa si riuscirebbe a fare. Lì c’è una ricetta per avviare il Komurin Ex 119, un elemento che può trovare un modo per curare quelli che sono stati presi da quel morbo che hai visto mentre Allen e gli altri si occupano della battaglia. Quindi… tu ora resta qua, okay? Devo solo avvertire il Caposezione Reever ed aiutarlo, ed è fatta. Poi torno e qualcosa potremmo combinare. E non rischieremo più – cioè, per lo meno rischieremo molto meno. Intanto io vado. Hai capito? »
Cache annuì, ancora in trance.
Doveva fare qualcosa. Doveva fare qualcosa.
« A-Allora io vado. »
Johnny si alzò, pronto a scattare. Cache lo fermò prendendolo per un piede, prima che lui potesse partire.
« Vedi di non farti uccidere, Johnny » disse, la voce ferma « O ti ammazzo io. Hai capito? »
Johnny sorrise – rise quasi, nell’enfasi del momento.
« Certo! »
Cache l’osservò correre via, finché la sua sagoma non sparì completamente dalla vista.
Questa volta sarebbe stato diverso, lei sarebbe stata lì e lo avrebbe aiutato, protetto in qualche modo. Quella volta era lì ed avrebbe fatto qualcosa, si promise.
Avrebbe dimostrato di poter affrontare la sua paura direttamente, di poter fare qualcosa per aiutare ed infierire sul destino delle persone a cui teneva.
Ma intanto il male che sentiva al petto non accennava a diminuire.



Next: Una lampada. Una lampada elettrica da ospedale piccola, sporca e sbiadita, che probabilmente si trovava in quella stanza da molto persino più tempo che qualcuno potesse mai immaginare.
(prompt #08 – Luce)


Elos: Grazie, grazie mille per la tua recensione. *_* Altro – davvero – non saprei che dire. Inutile riferirti che anch’io ho amato smodatamente l’entrata in scena di Cache. XD Le parole che hai usato per descriverla sono il pezzo per cui più ti ringrazio: “Lei è un miscuglio di atteggiamento scontroso e sostanziale bontà per niente celata.” La penso anch’io così e spero d’essere all’altezza delle aspettative.
Grazie ancora! *_* Sapere che c’è qualcun altro a cui questi due piacciono mi ha resa davvero felice.
   
 
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