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Autore: Ami For a Dream    05/05/2010    3 recensioni
Ero praticamente una bambina quando ho incontrato per la prima volta Kouyou, mi ero trasferita da poco con la mia famiglia e fu necessario un cambio di scuola, l’idea di dover entrare in quella classe dove non conoscevo nessuno mi faceva venire la nausea ma purtroppo non potevo cambiare le cose.
Genere: Romantico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Ruki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap.3

 

Quando finalmente sono riuscita a riprendere il possesso del mio corpo e della mia mente mi sono sbrigata a finire di sistemare le cose rimaste in sospeso e finalmente posso andare a casa.

Appena esco dallo stabile l’aria fredda mi colpisce in peno viso, ormai è sera tardi e il cielo è diventato scuro, purtroppo le stelle non si vedono, troppe luci ci sono in questa città; non riuscirei a vederle nemmeno se andassi sulla terrazza di un grattacelo. Peccato, mi è sempre piaciuto guardarle, sono così brillanti e vivaci, mi ricordano Takanori, si lui è come una stella che brilla nel cielo, tutti le guardano ma nessuno arriva a loro per catturarle; rimangono lì a farsi ammirare nella loro bellezza libere di vagare nel cielo, come a farsi beffa degli uomini che tanto le bramano. Peccato però che il cuore di Takanori sia stato preso, purtroppo non da me, come quello che io vorrei tanto.

Mi stringo nel cappotto e mi incammino verso casa, ho tanto tempo a disposizione prima che i ragazzi tornino a casa, quindi mi posso permettere di fare una passeggiata fino a casa. Le strade sono ancora affollate di gente, uomini che tornano a casa dopo una lunga giornata di lavoro, ragazzi che invece escono per andarsi a divertire; questa città non dorme mai.

Arrivo a casa e la prima cosa che faccio è farmi una bella doccia calda, la giornata è stata molto stancante e questa doccia mi ci serviva proprio. Esco dalla doccia appena ho finito di sciacquarmi, indosso il mio accappatoio nero e mi friziono un pochino i capelli in modo che non goccino più. Passo una mano sullo specchio che si è appannato per via dell’acqua forse eccessivamente calda; non riesco a farmi la doccia se l’acqua non è bollente, solo così riesco a rilassarmi. Mi pettino e poi asciugo i miei capelli corvini con il phon per poi passarci la piastra. Loro sono già lisci normalmente, ma adoro farli diventare ancora più lisci.

Mi dirigo in camera da letto e automaticamente accendo lo stereo e faccio partire il cd che è sempre dentro il mio fedele lettore; la stanza viene riempita dalle note suonate da quei cinque scalmanati. Da quando è uscito DIM SCENE lo sento in continuazione, sono sempre stati bravissimi ma con questo lavoro hanno superato loro stessi. Mi decido a vestirmi e quindi a muovermi, invece di rimanere imbambolata davanti lo stereo; mentre cerco i vestiti adatti alla serata mi vien da pensare come sarà mai sentirsi sussurrare dolci parole da Takanori, come sarà sentire le sue mani scivolare lentamente sulla pelle e come potrebbe essere affogare in quelle iridi nocciola scuro quali sono i suoi occhi quando li lascia al naturale senza usare le lenti ottiche. Scuoto energicamente la testa, non devo più pensare a queste cose altrimenti finirò con il farmi ancora più male, devo fare di tutto per dimenticarlo, per smettere di amarlo, solo a pensarlo mi viene da ridere, so bene che non riuscirò mai a dimenticarlo. Come potrei dimenticare la persona che tanto amo, la persona che vorrei al mio fianco nel lungo cammino della mia vita, praticamente impossibile.

Mi infilo le calze color carne, la minigonna di jeans e una maglietta nera attillata abbastanza scollata; prendo i miei fedeli anfibi e li poggio vicino la porta di uscita. Ora mi dedico al trucco, un lieve strato di fondotinta e un po’ di cipria, la matita nera a contornare i miei occhi ed infine un pochino di lucidalabbra leggermente rosa. Perfetto è ora di andare a casa di Taka, Koron poverino avrà tanta fame. Quel cagnolino è adorabile, non si fa toccare da tutti specialmente se si trova in braccio al papà, ma con me è sempre andato d’amore e d’accordo, forse sarà perché mi piacciono tanto gli animali o forse perché ha sentito che amo il suo papino, chi lo sa.

Dopo essermi infilata il cappotto e le scarpe prendo la mia borsa e scendo di corsa le scale. Monto in macchina, per fortuna non c’è molto traffico ed in poco tempo arrivo a destinazione; armeggio un po’ con le chiavi, prima sono rimasta talmente sbalordita che mi è passato di mente di chiedere a Takanori quali fossero le chiavi giuste per aprire il portone e la porta del suo appartamento. Ma che ci farà mai con tutte queste chiavi?

Dopo non so nemmeno io quanto tempo, riesco a far scattare la serratura, sento Koron abbaiare

“ sono io tesoro “ gli dico anche se ancora non lo vedo

L’appartamento è immerso nel buio, con una mano cerco l’interruttore, appena lo trovo lo premo facendo accendere la luce; il piccoletto è li che mi guarda. La casa di Taka è bellissima, molto elegante e ben tenuta, quando vuole sa tenerla anche in ordine. L’ambiente è tutto un’intersecarsi di bianco e nero; le pareti e il pavimento sono di un candido bianco, come la neve, mentre gli arredamenti rigorosamente neri. Il tavolo, le sedie, il divano, le poltrone ad anche il tappeto sono di questo colore. Questi due colori descrivono l’animo del mio amato, bianco come il suo lato puro e gentile, spensierato che sa donare sorrisi meravigliosi, lato che non permette a tutti di vedere; poi, c’è il nero, nero come il mutismo nel quale si chiude, nero come il dolore che ha dovuto subire, nero come l’inquietudine che tutt’ora riesce ad impadronirsi del suo animo.

Prendo in braccio Koron e vado in cucina

“ è ora della pappa piccolino “ lui in tutta risposta mi lecca il viso

“ prego tesoro, non c’è di che “ sorrido, posandolo a terra

Prendo il necessario per preparargli da mangiare e lo metto sul fuoco, mentre aspetto che si cuocia mi siedo su una sedia.

Conosco bene Taka, otto anni sono tanti, lavorando insieme ed essendo amica di Kou e Ryo ne abbiamo passato di tempo insieme; per questo posso dire di sapere bene che lui è felice, direi felicissimo di tutto quello che gli sta capitando, è al settimo celo per la piega che ha preso la loro carriera, i The Gazette sono la sua vita, si è impegnato con tutto se stesso, così come gli altri per ottenere tutto ciò. La band è diventata famosissima in tutta l’Asia e anche oltre, la loro fama è in continua ascesa, ma, a volte, diventa cupo, un ombra cala sul suo bel viso; questo perché ha paura, paura di perdere tutto quello per cui lui vive, ora non potrebbe più vivere senza il gruppo, senza coloro che hanno saputo sostituire il vuoto che aveva riempiendolo d’amore, diventando così la sua famiglia. Vorrei tanto dirgli di non pensarci, di non preoccuparsi perché in nessun modo lui potrà perdere il gruppo, ma ogni volta le parole mi muoiono in gola, non ho mai trovato il coraggio necessario per dirgli queste cose.

In fin dei conti io chi sono per lui? Chi sono per dirgli che quello che ha dovuto subire, il dolore che gli è stato inferto in passato non lo dovrà più rivivere? So per certo che è così, potrei metterci la mano sul fuoco perché nessuna delle persone che gli sono vicine ora lo abbandonerà mai, compresi i fans. Però io non sono nessuno per lui, quindi lascio ai ragazzi il compito di leccargli le ferite.

Tolgo il cibo di Koron dal fuoco e lo metto nella sua piccola ciotola mentre lui mi guarda tutto interessato e scodinzolante vicino alle mie gambe

“ devi aspettare un pochino, è troppo calda “

Cerco di raffreddarla soffiandoci sopra, quando ha raggiunto una temperatura accettabile la porgo al piccolino che subito si mette all’opera. Mentre lui mangia io mi accingo a preparare la tavola; stendo la tovaglia per poi posizionarci tutto l’occorrente per la cena. Una volta imbandita la tavola guardo l’orologio, le 21:15, sbuffo, ci vorrà ancora un bel po’ prima che arrivino i ragazzi; mi lascio cadere stancamente sul divano appoggiando la testa allo schienale.

Non ho voglia di guardare la tv, mi alzo e vado verso il bagno, apro la porta e faccio scattare l’interruttore, non ho necessità di usare il bagno, la mia, è solo voglia di far parte del suo mondo. C’è la piastra per i capelli ancora attaccata alla presa, per fortuna è una di quei modelli con l’interruttore, l’accappatoio buttato sopra il bordo della vasca e l’astuccio dei trucchi aperto adagiato sopra il lavandino. Questo è il suo mondo, la sua vita, la sua quotidianità di cui io vorrei tanto far parte; spengo la luce e richiudo la porta con un sospiro che non riesco a trattenere, non tocco nulla Taka è una persona molto riservata e non so se potrebbe arrabbiarsi sapendo che ho toccato le sue cose, anche se solo per sistemarle. Come prima apro un'altra porta ed accendo la luce, questa volta però è la sua camera da letto; questa è abbastanza ordinata rispetto al bagno, tranne il letto sfatto dove sono poggiati un sotto di una tuta e un t-shirt il resto è in ordine.

Entro piano nella camera, quasi in punta di piedi, il mio cuore accelera lo sento pulsare fortissimo. Mi siedo sul letto e prendo la maglia di Taka portandomela all’altezza del viso per poi premerla sul mio viso in modo da sentirne l’odore; chiudo gli occhi sentendo quell’odore di pelle del mio Taka misto al bagnoschiuma, qualcosa da mandare in estasi qualsiasi persona. Mi lascio andare e la mia schiena ben presto raggiunge il materasso, la maglia sempre premuta sul mio viso. Lentamente il mio cuore torna a battere regolarmente, sento i miei occhi chiudersi e i miei sensi abbandonarmi.

Il suono del citofono mi riporta alla realtà, strappandomi dalle braccia di morfeo, getto di colpo la maglia che era ancora sul mio volto e guardo l’ora, 21:45, cavolo ma quanto ho dormito?

Esco in tutta fretta da quella stanza spengendo la luce e chiudendomi la porta alle spalle. Un altro colpo di citofono mi giunge alle mie orecchie, mi affretto a rispondere alzando subito il ricevitore facendo azionare la telecamera del video citofono; così mi accorgo che si tratta di Nayoko. Gli apro senza proferire parola e riappendo, che rottura! Speravo che almeno per questa sera lei non ci fosse per via dell’ora tarda, accendo la tv così posso far finta che mi stavo intrattenendo guardandola. Un leggero bussare mi avverte che devo aprire e così faccio.

Il volto sorridente della ragazza si incupisce appena mi vede, quello che era un sorriso smagliante diventa un ghigno, decido di ignorare la sua reazione

“ buona sera Nayoko “ gli dico mentre mi faccio da parte per farla entrare “ i ragazzi stanno per arrivare “ aggiungo non appena lei varca la soglia ed io chiudo la porta

“ sei sola? “ non si gira nemmeno per degnarmi di uno sguardo, ma chi si crede di essere? Si limita a guardarsi intorno spaesata come se questa casa non la conoscesse già

“ si.. Taka e gli altri dovevano andare in radio… ma dovrebbero quasi aver fatto “ un emozione strana non mi fa parlare come dovrei, mi sento quasi in colpa, ma in colpa per cosa? io non ho fatto assolutamente niente! Forse è la mia coscienza che sa bene che sono innamorata del suo ragazzo? Ma io lo conosco da più tempo e …. E cosa? Taka è una persona e non un oggetto da comprare, non funziona così, non è che chi primo arriva se lo prende….

Già….

La vedo voltarsi verso di me con un espressione sconcertata

e… come hai fatto ad entrare? “ mi chiede affilando lo sguardo

Non mi piace per nulla la piega che sta prendendo il discorso

“ mi ha dato le chiavi Takanori “ silenzio “ sai.. per preparare la tavola e dare da mangiare a Koron “ mi sbrigo ad aggiungere

“ Koron? “

“ … “ possibile che non sa chi sia? Indico la palla di pelo che dorme beatamente nella sua cuccia che gli ha regalato lo zio Yutaka

“ aah … “ annuisce

Non ci posso credere, veramente non si ricorda come si chiama? Lui è una parte di Takanori, il suo bambino lo chiama! E lei che è la sua ragazza non sa chi sia?! Forse mi legge nel pensiero o forse è solo perché non sono stata brava a nascondere dietro una maschera i pensieri che mi affollano la mente, fatto sta che si avvicina a Koron e gli dona una carezza

“ sono stanchissima sai “

Bugiarda! Sei solo una bugiarda! Ma invece di dirlo, sorrido “ immagino “ tutto qui quello che so fare?

Sono tesa e stare qui da sola con lei non mi piace ma non ho alternative, mi siedo sul divano e faccio finta di guardare la tv.

“ così è tanto tempo che li conosci…. “ mi giro verso di lei

“ si, sono cresciuta con Kouyou e Ryo “ dico

“ Taka mi ha parlato tanto di te, credo che ti voglia bene “ anche se usa un tono gentile capisco dallo sguardo che non gli va a genio questa cosa

“ immagino di si è tanto tempo che ci conosciamo e per di più lavoriamo anche insieme quindi … “ lascio cadere il discorso con un sorriso

“ deve essere dura per te “

“ cosa? non capisco…

“ dico che deve essere dura per te essergli amica, lavorarci insieme e vederli poi fidanzati con altre donne “ un  sorriso amaro mi nasce spontaneo

“ perché non parli chiaro Nayoko? Dimmi quello che mi devi dire facciamo prima “ ora non nascondo il fastidio che provo dietro un tono falsamente gentile

“ perfetto! Credo che sia difficile per te essere innamorata di Takanori e vederlo con me “ che odio!

“ non credo siano problemi tuoi questi “

“ io invece la penso diversamente sai? Taka è il MIO ragazzo e questo è meglio che te lo tieni bene in mente, vedi di tenere le tue mani a posto “

“ hai forse paura che te lo porti via? “

Scoppia in una fragorosa risata “ assolutamente no! Lo conosci da parecchi anni e se non state insieme vuol dire che a lui non piaci “

È come ricevere una coltellata in pieno petto, quello che ha detto è la verità ma fa male sentirselo dire, specialmente dalla donna che tiene in mano il cuore della persona che amo, abbasso lo sguardo “ allora non c’era bisogno nemmeno di prendere il discorso no? “

“ non è il mio ragazzo il problema, ma bensì tu “

La guardo con aria interrogativa, ma che cavolo vuole da me?

“ come ho già detto vedi di tenere le mani a posto, parlaci, lavoraci ma non osare toccarlo chiaro?! “

“ io faccio quello che voglio! Forse questo tu non lo hai capito, preferiresti che uscissi dalla sua vita vero?! “gli punto un dito contro, mi sta facendo veramente arrabbiare

“ ammetto che sarebbe una bellissima idea! “

“ non ci sperare “  il suono del citofono mi interrompe, lei mi guarda con sufficienza mentre va ad aprire, io esco fuori in terrazzo ho bisogno di aria fresca.

Sento la porta aprirsi e le voci allegre dei ragazzi, riescono sempre ad essere pimpanti quando stanno insieme anche dopo una giornata di duro lavoro; non entro rimango qui con il vento freddo che mi pizzica le guance e le luci della città a farmi compagnia.

Sento la rabbia montarsi dentro il mio piccolo corpo, Kouyou dice che sono un piccolo vulcano, sembro innocua ma quando mi arrabbio posso diventare pericolosa; ha ragione infatti cerco in tutti i modi di calmarmi ma ora sono furiosa.

Le parole che ha usato per ferirmi ancora bruciano ed io che sono stata anche attenta a non creargli problemi, cercando di vedere Taka il meno possibile, mi chiedo chi me lo faccia fare.

La porta finestra si apre alle mie spalle e sento dei passi dietro di me, non mi volto

hei… non entri? “ Kou usa un tono gentile e poggia la mano sulla mia spalla, non rispondo e continuo a fissare il cielo di cui non riesco a vedere le stelle. Si affaccia anche lui in silenzio, mi fa compagnia rispettando il mio silenzio, deve aver intuito che qualcosa non va

“ sei arrabbiata vero? “ in genere odio quando mi fanno questa domanda, finisco sempre con l’arrabbiarmi di più ma con lui non riesco anche perché capisco che lo sto mettendo in una situazione sgradevole, mi volto a guardarlo cercando di trasmettergli serenità

“ abbastanza.. “ credo di non essere riuscita nel mio intento, lo vedo irrigidirsi

“ che ti ha detto? “ sorrido amaramente, questo ragazzo capisce tutto al volo

“ solo la verità “ Taka non mi ama e mai mi amerà, un dolore intenso si impossessa del mio petto, credo che mi si sia rotto il cuore

“ posso sapere questa verità? “ si volta tutto verso di me e lo vedo mandare un occhiata all’interno della casa, non mi volto per guardare dentro ma torno a fissare il cielo

“ Taka non mi amerà mai “ strano come quel sorriso amaro rimanga imperterrito sulle mie labbra.

In questo momento vorrei tanto vedere le stelle, come quando ero bambina e andavo nel prato vicino casa con Kou, ci stendevamo sull’erba e osservavamo il cielo, di giorno cercavamo delle figure tra le nuvole, facendo a gara a chi ne trovasse di più mentre di sera venivamo rapiti da tutti quei puntini luminosi,passavamo ore a guardarle.

Kou si avvicina a me ma io prontamente lo fermo con una mano posandola sul suo petto

no… Kou….no in questo momento sono volubile e se mi abbracciasse scoppierei in lacrime

ma…

no… ormai mi dovresti conoscere “

“ si ti conosco…  ma quello che hai detto non è vero…piccolo il mio Kou, direbbe che il cielo è verde per farmi star bene

“non dirmi queste cose Kou, non ce né bisogno “ mi volto verso di lui, così facendo ho la visuale di quello che succede dentro casa.

Rimango bloccata, Taka è dentro con gli altri che parlano ma sia lui che Ryo fissano noi due. Il mio amore ha il volto serio e contratto, Ryo è arrabbiato ma in questo momento non bado al mio caro amico, quello che attira la mia attenzione è Taka, sento gli occhi bruciare ma dannazione non voglio di certo scoppiare in lacrime. Mi volto verso Kou, anche lui guardava dentro casa, ha un’espressione triste e preoccupata

“ togliti subito quell’espressione dalla faccia Kou “ gli intimo

“ cosa?... perché?.. “ povero, lui non c’entra nulla, non sono arrabbiata con lui ma se non cambia espressione qualcuno si accorgerà di qualcosa

“ perché ci stanno guardando! Sembra che ti sia morto il gatto “

“ non mi è morto il gatto! Sei tu che stai male il che è peggio! “ ok si è arrabbiato, mi punta anche un dito contro, in fretta mi volto verso la città, voglio scappare!

Sento la finestra aprirsi nuovamente e prego con tutte le mie forze che sia Ryo

“ che succede? “ la voce calda di Taka è apprensiva, rimango immobile nella mia posizione

“ nulla “ dico con tono gentile e soffice

“ davvero? “ non è per niente convinto della mia risposta

“ certamente “ continuo con lo stesso tono, devo calmarmi e affrontare questa cena con tranquillità

“ Kou che succede? “

Mi volto di scatto ponendomi tra lui e Kouyou

“ lui non centra niente! “ ho paura di quello che potrebbe dire il mio amico, pur di farci parlare potrebbe dirgli tutto ed io non voglio

Taka si ritrae di un poco guardandomi con aria interrogativa, forse non ho fatto la mossa giusta ma l’ho fatto spontaneamente

“ ma che ti prende ? “ ti prego amore non guardarmi in questo modo, le sopracciglia gli si aggrottano e mi guarda come se fossi matta, non ce la faccio più

Punto lo sguardo a terra ma con la coda dell’occhio vedo Nayoko avvicinarsi, questo non lo posso sopportare; ora abbiamo attirato l’attenzione di tutti mi sento come un fenomeno da baraccone.

Appena la ragazza del mio amato esce nel terrazzo io entro di corsa in casa, gli occhi bruciano troppo e ora mi è salito anche un nodo in gola, sto per scoppiare in lacrime, devo assolutamente uscire da questa casa. Koron mi corre incontro ma questa volta non lo accarezzo come di consueto, passo velocemente vicino Yutaka, nessuno muove un passo o proferisce parola, stanno li a guardare i miei movimenti.

Prendo al volo la borsa e il cappotto 

“ ERIKO! “ mi sento chiamare da Takanori ma lo ignoro platealmente, le prime lacrime mi rigano il viso, apro la porta di casa. Dei passi veloci mi raggiungono e la mano di Ryo mi blocca per un polso, cavolo no!

“ ti.. prego… Ryo… lasciami… ho la voce rotta e fioca

“ aspettami “ senza lasciare la presa fa qualche passo e mi costringe a seguirlo, prende il suo cappotto

Ryo… ma che… ora Taka non strilla

“ voi mangiate ci vediamo domani ok? “ il tono di Ryo è calmo e tranquillo. Sposta la sua mano dal mio polso alla mia mano, la stringe forte ma il contatto mi fa piacere.

Insieme scendiamo al piano terra per poi uscire dall’edificio, ne io ne lui parliamo, montiamo in macchina ed io non resisto oltre. Quelle che erano state poche lacrime diventano una cascata, non riesco a vedere nulla per via delle lacrime che copiose mi inondano gli occhi, i singhiozzi fanno presto ad impadronirsi di me, il mio corpo scosso da un tremore che non avevo mai provato.

Due braccia forti mi prendono e mi stringono, dovrei stare bene tra quelle braccia, invece continuo a sprofondare nel dolore, sento il petto aprirsi sempre di più

sscch… piccola ci sono io qui con te “

“ R..R..Ryo..o.. ” non riesco a parlare e nemmeno a ringraziarlo

“ mi dispiace … “ continua a stringermi ed accarezzarmi

“ c..come… farò…. ora? “

“ non lo so piccola, ma in quelche modo faremo “ rimaniamo così fino a che il mio pianto non si affievolisce per poi sparire del tutto.

Mi ritraggo dall’abbraccio e lui mi lascia andare, lo guardo e vedo che ha gli occhi rossi

“ mi dispiace “ sussurro

“ stupida, di che ti devi dispiacere? “

“ non voglio farti piangere “

“ è un moscerino nell’occhio e non sto piangendo “ il suo volto assume un espressione sostenuta, sempre il solito. Rido e lui lo fa insieme a me.

“ passato? “ mi chiede

“ per il momento si “ annuisco “ sono stanca, andiamo a casa? “ non gli dico di tornare su da Taka perché so che non ci andrebbe mai lasciandomi sola

“ andiamo a casa, Keiji ci aspetta “ sorrido di nuovo, quel pappagallino è un amore e con quella cresta somiglia tanto al padre.

In silenzio arriviamo a casa, Ryo non ha acceso nemmeno la radio, non so quante volte l’ho ringraziato mentalmente per questo ho un gran mal di testa e la musica non avrebbe giovato.

Saliamo in casa, ci togliamo  le scarpe e i soprabiti, Ryo va subito a salutare Keiji mentre io mi siedo sul divano. Quando lui ha finito di amoreggiare con il suo amato pappagallino si gira verso di me

“ andiamo a dormire…

“ si “ annuisco e stancamente mi alzo per andare insieme a lui nella camera da letto. Lui mi precede accendendo la luce e apre le ante dell’armadio, ne estrae dei pantaloni di una tuta e una maglietta

“ tieni, per dormire “

Li prendo sorridendogli “ grazie Ryo chan “ vado in bagno e mi cambio, prima di uscire mi sciacquo il viso, sento la pelle tirare credo per le lacrime. Quando esco dal bagno Ryo si è già steso nel letto, fuma tranquillamente una sigaretta, posa i suoi occhi su di me e si porta la sigaretta alle labbra, il posacenere sul comodino accanto al letto contiene varie cicche, mi poggio allo stipite della porta

“ non c’è modo di farti smettere di fumare vero? “

no… rinunciaci in partenza “ alzo le spalle

“ ok “ sorrido mentre mi avvicino al letto e mi infilo sotto le coperte. Mi accoccolo stretta a lui poggiando la testa sul suo petto, lui passa un braccio intorno le mie spalle e mi stringe ancora di più.

Spenge la sigaretta nel posacenere e si sistema meglio nel letto senza lasciare la presa, spenge la luce data dalla piccola abatjour e lo sento sospirare, ora siamo avvolti dal buio

“ buona notte piccolina “

“ buona notte Ryo “

Così stretta in quell’abbraccio mi sento protetta e coccolata, la brutta serata diventa un ricordo annebbiato mentre sento il mio corpo addormentarsi

“ grazie Ryo “ mormoro mentre cedo al sonno.

 

 

@@@@@@

 

Fineeeee!!!!!

Questa Nayoko mi sta sulle scatole è_é mi chiedo cosa aspetti Taka a lasciarla XD

E Ryo lo adoro! *si riprende*

 

Cucciola_Suzuki: sorellina tu sei sempre la solita -.- non si fanno queste cose!! XD

Ryo è dolcissimo come credo che sia in realtà ^-^

L’ipnosi ti è andata male, ho impiegato un ternità ad aggiornare *chiede perdono*

 

Grazie a chi legge senza commentare!

   
 
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