Cap.3
Quando
finalmente sono riuscita a riprendere il possesso del mio corpo e della mia
mente mi sono sbrigata a finire di sistemare le cose rimaste in sospeso e
finalmente posso andare a casa.
Appena
esco dallo stabile l’aria fredda mi colpisce in peno viso, ormai è sera tardi e
il cielo è diventato scuro, purtroppo le stelle non si vedono, troppe luci ci
sono in questa città; non riuscirei a vederle nemmeno se andassi sulla terrazza
di un grattacelo. Peccato, mi è sempre piaciuto guardarle, sono così brillanti
e vivaci, mi ricordano Takanori, si lui è come una stella che brilla nel cielo,
tutti le guardano ma nessuno arriva a loro per catturarle; rimangono lì a farsi
ammirare nella loro bellezza libere di vagare nel cielo, come a farsi beffa
degli uomini che tanto le bramano. Peccato però che il cuore di Takanori sia
stato preso, purtroppo non da me, come quello che io vorrei tanto.
Mi
stringo nel cappotto e mi incammino verso casa, ho tanto tempo a disposizione
prima che i ragazzi tornino a casa, quindi mi posso permettere di fare una
passeggiata fino a casa. Le strade sono ancora affollate di gente, uomini che
tornano a casa dopo una lunga giornata di lavoro, ragazzi che invece escono per
andarsi a divertire; questa città non dorme mai.
Arrivo
a casa e la prima cosa che faccio è farmi una bella doccia calda, la giornata è
stata molto stancante e questa doccia mi ci serviva proprio. Esco dalla doccia
appena ho finito di sciacquarmi, indosso il mio accappatoio nero e mi friziono
un pochino i capelli in modo che non goccino più. Passo una mano sullo specchio
che si è appannato per via dell’acqua forse eccessivamente calda; non riesco a
farmi la doccia se l’acqua non è bollente, solo così riesco a rilassarmi. Mi
pettino e poi asciugo i miei capelli corvini con il phon per poi passarci la
piastra. Loro sono già lisci normalmente, ma adoro farli diventare ancora più
lisci.
Mi
dirigo in camera da letto e automaticamente accendo lo stereo e faccio partire
il cd che è sempre dentro il mio fedele lettore; la stanza viene riempita dalle
note suonate da quei cinque scalmanati. Da quando è uscito DIM SCENE lo sento
in continuazione, sono sempre stati bravissimi ma con questo lavoro hanno
superato loro stessi. Mi decido a vestirmi e quindi a muovermi, invece di
rimanere imbambolata davanti lo stereo; mentre cerco i vestiti adatti alla
serata mi vien da pensare come sarà mai sentirsi sussurrare dolci parole da
Takanori, come sarà sentire le sue mani scivolare lentamente sulla pelle e come
potrebbe essere affogare in quelle iridi nocciola scuro quali sono i suoi occhi
quando li lascia al naturale senza usare le lenti ottiche. Scuoto energicamente
la testa, non devo più pensare a queste cose altrimenti finirò con il farmi
ancora più male, devo fare di tutto per dimenticarlo, per smettere di amarlo,
solo a pensarlo mi viene da ridere, so bene che non riuscirò mai a
dimenticarlo. Come potrei dimenticare la persona che tanto amo, la persona che
vorrei al mio fianco nel lungo cammino della mia vita, praticamente
impossibile.
Mi
infilo le calze color carne, la minigonna di jeans e una maglietta nera
attillata abbastanza scollata; prendo i miei fedeli anfibi e li poggio vicino
la porta di uscita. Ora mi dedico al trucco, un lieve strato di fondotinta e un
po’ di cipria, la matita nera a contornare i miei occhi ed infine un pochino di
lucidalabbra leggermente rosa. Perfetto è ora di andare a casa di Taka, Koron
poverino avrà tanta fame. Quel cagnolino è adorabile, non si fa toccare da
tutti specialmente se si trova in braccio al papà, ma con me è sempre andato
d’amore e d’accordo, forse sarà perché mi piacciono tanto gli animali o forse
perché ha sentito che amo il suo papino, chi lo sa.
Dopo
essermi infilata il cappotto e le scarpe prendo la mia borsa e scendo di corsa
le scale. Monto in macchina, per fortuna non c’è molto traffico ed in poco
tempo arrivo a destinazione; armeggio un po’ con le chiavi, prima sono rimasta
talmente sbalordita che mi è passato di mente di chiedere a Takanori quali
fossero le chiavi giuste per aprire il portone e la porta del suo appartamento.
Ma che ci farà mai con tutte queste chiavi?
Dopo
non so nemmeno io quanto tempo, riesco a far scattare la serratura, sento Koron
abbaiare
“ sono io tesoro “
gli dico anche se ancora non lo vedo
L’appartamento
è immerso nel buio, con una mano cerco l’interruttore, appena lo trovo lo premo
facendo accendere la luce; il piccoletto è li che mi guarda. La casa di Taka è
bellissima, molto elegante e ben tenuta, quando vuole sa tenerla anche in
ordine. L’ambiente è tutto un’intersecarsi di bianco e nero; le pareti e il
pavimento sono di un candido bianco, come la neve, mentre gli arredamenti
rigorosamente neri. Il tavolo, le sedie, il divano, le poltrone ad anche il tappeto
sono di questo colore. Questi due colori descrivono l’animo del mio amato,
bianco come il suo lato puro e gentile, spensierato che sa donare sorrisi
meravigliosi, lato che non permette a tutti di vedere; poi, c’è il nero, nero
come il mutismo nel quale si chiude, nero come il dolore che ha dovuto subire,
nero come l’inquietudine che tutt’ora riesce ad impadronirsi del suo animo.
Prendo
in braccio Koron e vado in cucina
“ è ora della pappa piccolino “
lui in tutta risposta mi lecca il viso
“ prego tesoro, non c’è di che “
sorrido, posandolo a terra
Prendo
il necessario per preparargli da mangiare e lo metto sul fuoco, mentre aspetto
che si cuocia mi siedo su una sedia.
Conosco
bene Taka, otto anni sono tanti, lavorando insieme ed essendo amica di Kou e
Ryo ne abbiamo passato di tempo insieme; per questo posso dire di sapere bene
che lui è felice, direi felicissimo di tutto quello che gli sta capitando, è al
settimo celo per la piega che ha preso la loro carriera, i The Gazette sono la
sua vita, si è impegnato con tutto se stesso, così come gli altri per ottenere
tutto ciò. La band è diventata famosissima in tutta l’Asia e anche oltre, la
loro fama è in continua ascesa, ma, a volte, diventa cupo, un ombra cala sul
suo bel viso; questo perché ha paura, paura di perdere tutto quello per cui lui
vive, ora non potrebbe più vivere senza il gruppo, senza coloro che hanno
saputo sostituire il vuoto che aveva riempiendolo d’amore, diventando così la
sua famiglia. Vorrei tanto dirgli di non pensarci, di non preoccuparsi perché
in nessun modo lui potrà perdere il gruppo, ma ogni volta le parole mi muoiono
in gola, non ho mai trovato il coraggio necessario per dirgli queste cose.
In
fin dei conti io chi sono per lui? Chi sono per dirgli che quello che ha dovuto
subire, il dolore che gli è stato inferto in passato non lo dovrà più rivivere?
So per certo che è così, potrei metterci la mano sul fuoco perché nessuna delle
persone che gli sono vicine ora lo abbandonerà mai, compresi i fans. Però io non sono nessuno per lui, quindi lascio ai
ragazzi il compito di leccargli le ferite.
Tolgo
il cibo di Koron dal fuoco e lo metto nella sua piccola ciotola mentre lui mi
guarda tutto interessato e scodinzolante vicino alle mie gambe
“ devi aspettare un pochino, è
troppo calda “
Cerco
di raffreddarla soffiandoci sopra, quando ha raggiunto una temperatura
accettabile la porgo al piccolino che subito si mette all’opera. Mentre lui
mangia io mi accingo a preparare la tavola; stendo la tovaglia per poi
posizionarci tutto l’occorrente per la cena. Una volta imbandita la tavola
guardo l’orologio, le 21:15, sbuffo, ci vorrà ancora un bel po’ prima che
arrivino i ragazzi; mi lascio cadere stancamente sul divano appoggiando la
testa allo schienale.
Non
ho voglia di guardare la tv, mi alzo e vado verso il bagno, apro la porta e
faccio scattare l’interruttore, non ho necessità di usare il bagno, la mia, è
solo voglia di far parte del suo mondo. C’è la piastra per i capelli ancora
attaccata alla presa, per fortuna è una di quei modelli con l’interruttore,
l’accappatoio buttato sopra il bordo della vasca e l’astuccio dei trucchi
aperto adagiato sopra il lavandino. Questo è il suo mondo, la sua vita, la sua
quotidianità di cui io vorrei tanto far parte; spengo la luce e richiudo la
porta con un sospiro che non riesco a trattenere, non tocco nulla Taka è una
persona molto riservata e non so se potrebbe arrabbiarsi sapendo che ho toccato
le sue cose, anche se solo per sistemarle. Come prima apro un'altra porta ed
accendo la luce, questa volta però è la sua camera da letto; questa è
abbastanza ordinata rispetto al bagno, tranne il letto sfatto dove sono
poggiati un sotto di una tuta e un t-shirt il resto è in ordine.
Entro
piano nella camera, quasi in punta di piedi, il mio cuore accelera lo sento pulsare
fortissimo. Mi siedo sul letto e prendo la maglia di Taka portandomela
all’altezza del viso per poi premerla sul mio viso in modo da sentirne l’odore;
chiudo gli occhi sentendo quell’odore di pelle del mio Taka misto al
bagnoschiuma, qualcosa da mandare in estasi qualsiasi persona. Mi lascio andare
e la mia schiena ben presto raggiunge il materasso, la maglia sempre premuta
sul mio viso. Lentamente il mio cuore torna a battere regolarmente, sento i
miei occhi chiudersi e i miei sensi abbandonarmi.
Il
suono del citofono mi riporta alla realtà, strappandomi dalle braccia di morfeo, getto di colpo la maglia che era ancora sul mio
volto e guardo l’ora, 21:45, cavolo ma quanto ho dormito?
Esco
in tutta fretta da quella stanza spengendo la luce e chiudendomi la porta alle
spalle. Un altro colpo di citofono mi giunge alle mie orecchie, mi affretto a
rispondere alzando subito il ricevitore facendo azionare la telecamera del
video citofono; così mi accorgo che si tratta di Nayoko. Gli apro senza
proferire parola e riappendo, che rottura! Speravo che almeno per questa sera
lei non ci fosse per via dell’ora tarda, accendo la tv così posso far finta che
mi stavo intrattenendo guardandola. Un leggero bussare mi avverte che devo
aprire e così faccio.
Il
volto sorridente della ragazza si incupisce appena mi vede, quello che era un
sorriso smagliante diventa un ghigno, decido di ignorare la sua reazione
“ buona sera Nayoko “
gli dico mentre mi faccio da parte per farla entrare “ i ragazzi stanno per arrivare “ aggiungo non appena lei varca la
soglia ed io chiudo la porta
“ sei sola? “
non si gira nemmeno per degnarmi di uno sguardo, ma chi si crede di essere? Si
limita a guardarsi intorno spaesata come se questa casa non la conoscesse già
“ si.. Taka e gli altri dovevano
andare in radio… ma dovrebbero quasi aver fatto “
un emozione strana non mi fa parlare come dovrei, mi sento quasi in colpa, ma
in colpa per cosa? io non ho fatto assolutamente niente! Forse è la mia
coscienza che sa bene che sono innamorata del suo ragazzo? Ma io lo conosco da
più tempo e …. E cosa? Taka è una persona e non un oggetto da comprare, non
funziona così, non è che chi primo arriva se lo prende….
Già….
La
vedo voltarsi verso di me con un espressione sconcertata
“ e… come hai
fatto ad entrare? “ mi chiede affilando lo sguardo
Non
mi piace per nulla la piega che sta prendendo il discorso
“ mi ha dato le chiavi Takanori “
silenzio “ sai.. per preparare la tavola
e dare da mangiare a Koron “ mi sbrigo ad aggiungere
“ Koron? “
“ … “
possibile che non sa chi sia? Indico la palla di pelo che dorme beatamente
nella sua cuccia che gli ha regalato lo zio Yutaka
“ aah … “
annuisce
Non
ci posso credere, veramente non si ricorda come si chiama? Lui è una parte di
Takanori, il suo bambino lo chiama! E lei che è la sua ragazza non sa chi sia?!
Forse mi legge nel pensiero o forse è solo perché non sono stata brava a
nascondere dietro una maschera i pensieri che mi affollano la mente, fatto sta
che si avvicina a Koron e gli dona una carezza
“ sono stanchissima sai “
Bugiarda!
Sei solo una bugiarda! Ma invece di dirlo, sorrido “ immagino “ tutto qui quello che so fare?
Sono
tesa e stare qui da sola con lei non mi piace ma non ho alternative, mi siedo
sul divano e faccio finta di guardare la tv.
“ così è tanto tempo che li conosci…. “ mi giro verso di lei
“ si, sono cresciuta con Kouyou e
Ryo “ dico
“ Taka mi ha parlato tanto di te,
credo che ti voglia bene “ anche se usa un tono gentile
capisco dallo sguardo che non gli va a genio questa cosa
“ immagino di si è tanto tempo che
ci conosciamo e per di più lavoriamo anche insieme quindi … “
lascio cadere il discorso con un sorriso
“ deve essere dura per te “
“ cosa? non capisco…
“
“ dico che deve essere dura per te
essergli amica, lavorarci insieme e vederli poi fidanzati con altre donne “ un sorriso amaro mi nasce spontaneo
“ perché non parli chiaro Nayoko?
Dimmi quello che mi devi dire facciamo prima “
ora non nascondo il fastidio che provo dietro un tono falsamente gentile
“ perfetto! Credo che sia difficile
per te essere innamorata di Takanori e vederlo con me “
che odio!
“ non credo siano problemi tuoi
questi “
“ io invece la penso diversamente
sai? Taka è il MIO ragazzo e questo è meglio che te lo tieni bene in mente,
vedi di tenere le tue mani a posto “
“ hai forse paura che te lo porti
via? “
Scoppia
in una fragorosa risata “ assolutamente
no! Lo conosci da parecchi anni e se non state insieme vuol dire che a lui non
piaci “
È
come ricevere una coltellata in pieno petto, quello che ha detto è la verità ma
fa male sentirselo dire, specialmente dalla donna che tiene in mano il cuore
della persona che amo, abbasso lo sguardo “
allora non c’era bisogno nemmeno di prendere il discorso no? “
“ non è il mio ragazzo il problema,
ma bensì tu “
La
guardo con aria interrogativa, ma che cavolo vuole da me?
“ come ho già detto vedi di tenere
le mani a posto, parlaci, lavoraci ma non osare toccarlo chiaro?! “
“ io faccio quello che voglio! Forse
questo tu non lo hai capito, preferiresti che uscissi dalla sua vita vero?! “gli
punto un dito contro, mi sta facendo veramente arrabbiare
“ ammetto che sarebbe una bellissima
idea! “
“ non ci sperare “ il suono del citofono mi
interrompe, lei mi guarda con sufficienza mentre va ad aprire, io esco fuori in
terrazzo ho bisogno di aria fresca.
Sento
la porta aprirsi e le voci allegre dei ragazzi, riescono sempre ad essere
pimpanti quando stanno insieme anche dopo una giornata di duro lavoro; non
entro rimango qui con il vento freddo che mi pizzica le guance e le luci della
città a farmi compagnia.
Sento
la rabbia montarsi dentro il mio piccolo corpo, Kouyou dice che sono un piccolo
vulcano, sembro innocua ma quando mi arrabbio posso diventare pericolosa; ha
ragione infatti cerco in tutti i modi di calmarmi ma ora sono furiosa.
Le
parole che ha usato per ferirmi ancora bruciano ed io che sono stata anche
attenta a non creargli problemi, cercando di vedere Taka il meno possibile, mi
chiedo chi me lo faccia fare.
La
porta finestra si apre alle mie spalle e sento dei passi dietro di me, non mi
volto
“ hei… non
entri? “ Kou usa un tono gentile e poggia la mano sulla mia
spalla, non rispondo e continuo a fissare il cielo di cui non riesco a vedere
le stelle. Si affaccia anche lui in silenzio, mi fa compagnia rispettando il
mio silenzio, deve aver intuito che qualcosa non va
“ sei arrabbiata vero? “
in genere odio quando mi fanno questa domanda, finisco sempre con l’arrabbiarmi
di più ma con lui non riesco anche perché capisco che lo sto mettendo in una
situazione sgradevole, mi volto a guardarlo cercando di trasmettergli serenità
“ abbastanza.. “
credo di non essere riuscita nel mio intento, lo vedo irrigidirsi
“ che ti ha detto? “
sorrido amaramente, questo ragazzo capisce tutto al volo
“ solo la verità “
Taka non mi ama e mai mi amerà, un dolore intenso si impossessa del mio petto,
credo che mi si sia rotto il cuore
“ posso sapere questa verità? “
si volta tutto verso di me e lo vedo mandare un occhiata all’interno della
casa, non mi volto per guardare dentro ma torno a fissare il cielo
“ Taka non mi amerà mai “
strano come quel sorriso amaro rimanga imperterrito sulle mie labbra.
In
questo momento vorrei tanto vedere le stelle, come quando ero bambina e andavo
nel prato vicino casa con Kou, ci stendevamo sull’erba e osservavamo il cielo,
di giorno cercavamo delle figure tra le nuvole, facendo a gara a chi ne
trovasse di più mentre di sera venivamo rapiti da tutti quei puntini
luminosi,passavamo ore a guardarle.
Kou
si avvicina a me ma io prontamente lo fermo con una mano posandola sul suo
petto
“ no… Kou….no “ in questo momento sono
volubile e se mi abbracciasse scoppierei in lacrime
“ ma… “
“ no…
ormai mi dovresti conoscere “
“ si ti conosco… ma quello che hai detto non è vero… “ piccolo il mio Kou,
direbbe che il cielo è verde per farmi star bene
“non dirmi queste cose Kou, non ce
né bisogno “ mi volto verso di lui, così facendo ho
la visuale di quello che succede dentro casa.
Rimango
bloccata, Taka è dentro con gli altri che parlano ma sia lui che Ryo fissano
noi due. Il mio amore ha il volto serio e contratto, Ryo è arrabbiato ma in
questo momento non bado al mio caro amico, quello che attira la mia attenzione
è Taka, sento gli occhi bruciare ma dannazione non voglio di certo scoppiare in
lacrime. Mi volto verso Kou, anche lui guardava dentro casa, ha un’espressione
triste e preoccupata
“ togliti subito quell’espressione
dalla faccia Kou “ gli intimo
“ cosa?... perché?.. “
povero, lui non c’entra nulla, non sono arrabbiata con lui ma se non cambia
espressione qualcuno si accorgerà di qualcosa
“ perché ci stanno guardando! Sembra
che ti sia morto il gatto “
“ non mi è morto il gatto! Sei tu
che stai male il che è peggio! “ ok si è arrabbiato, mi
punta anche un dito contro, in fretta mi volto verso la città, voglio scappare!
Sento
la finestra aprirsi nuovamente e prego con tutte le mie forze che sia Ryo
“ che succede? “
la voce calda di Taka è apprensiva, rimango immobile nella mia posizione
“ nulla “
dico con tono gentile e soffice
“ davvero? “
non è per niente convinto della mia risposta
“ certamente “
continuo con lo stesso tono, devo calmarmi e affrontare questa cena con
tranquillità
“ Kou che succede? “
Mi
volto di scatto ponendomi tra lui e Kouyou
“ lui non centra niente! “
ho paura di quello che potrebbe dire il mio amico, pur di farci parlare
potrebbe dirgli tutto ed io non voglio
Taka
si ritrae di un poco guardandomi con aria interrogativa, forse non ho fatto la
mossa giusta ma l’ho fatto spontaneamente
“ ma che ti prende ? “
ti prego amore non guardarmi in questo modo, le sopracciglia gli si aggrottano
e mi guarda come se fossi matta, non ce la faccio più
Punto
lo sguardo a terra ma con la coda dell’occhio vedo Nayoko avvicinarsi, questo
non lo posso sopportare; ora abbiamo attirato l’attenzione di tutti mi sento
come un fenomeno da baraccone.
Appena
la ragazza del mio amato esce nel terrazzo io entro di corsa in casa, gli occhi
bruciano troppo e ora mi è salito anche un nodo in gola, sto per scoppiare in
lacrime, devo assolutamente uscire da questa casa. Koron mi corre incontro ma
questa volta non lo accarezzo come di consueto, passo velocemente vicino
Yutaka, nessuno muove un passo o proferisce parola, stanno li a guardare i miei
movimenti.
Prendo
al volo la borsa e il cappotto
“ ERIKO! “
mi sento chiamare da Takanori ma lo ignoro platealmente, le prime lacrime mi
rigano il viso, apro la porta di casa. Dei passi veloci mi raggiungono e la mano
di Ryo mi blocca per un polso, cavolo no!
“ ti.. prego…
Ryo… lasciami… “
ho la voce rotta e fioca
“ aspettami “
senza lasciare la presa fa qualche passo e mi costringe a seguirlo, prende il
suo cappotto
“ Ryo… ma che… “ ora Taka non strilla
“ voi mangiate ci vediamo domani ok?
“
il tono di Ryo è calmo e tranquillo. Sposta la sua mano dal mio polso alla mia
mano, la stringe forte ma il contatto mi fa piacere.
Insieme
scendiamo al piano terra per poi uscire dall’edificio, ne io ne lui parliamo,
montiamo in macchina ed io non resisto oltre. Quelle che erano state poche
lacrime diventano una cascata, non riesco a vedere nulla per via delle lacrime
che copiose mi inondano gli occhi, i singhiozzi fanno presto ad impadronirsi di
me, il mio corpo scosso da un tremore che non avevo mai provato.
Due
braccia forti mi prendono e mi stringono, dovrei stare bene tra quelle braccia,
invece continuo a sprofondare nel dolore, sento il petto aprirsi sempre di più
“ sscch…
piccola ci sono io qui con te “
“ R..R..Ryo..o.. ”
non riesco a parlare e nemmeno a ringraziarlo
“ mi dispiace … “
continua a stringermi ed accarezzarmi
“ c..come…
farò…. ora? “
“ non lo so piccola, ma in quelche modo faremo “ rimaniamo così
fino a che il mio pianto non si affievolisce per poi sparire del tutto.
Mi
ritraggo dall’abbraccio e lui mi lascia andare, lo guardo e vedo che ha gli
occhi rossi
“ mi dispiace “
sussurro
“ stupida, di che ti devi
dispiacere? “
“ non voglio farti piangere “
“ è un moscerino nell’occhio e non
sto piangendo “ il suo volto assume un espressione
sostenuta, sempre il solito. Rido e lui lo fa insieme a me.
“ passato? “ mi
chiede
“ per il momento si “
annuisco “ sono stanca, andiamo a casa? “
non gli dico di tornare su da Taka perché so che non ci andrebbe mai lasciandomi
sola
“ andiamo a casa, Keiji ci aspetta “
sorrido di nuovo, quel pappagallino è un amore e con quella cresta somiglia
tanto al padre.
In
silenzio arriviamo a casa, Ryo non ha acceso nemmeno la radio, non so quante volte
l’ho ringraziato mentalmente per questo ho un gran mal di testa e la musica non
avrebbe giovato.
Saliamo
in casa, ci togliamo le scarpe e i
soprabiti, Ryo va subito a salutare Keiji mentre io mi siedo sul divano. Quando
lui ha finito di amoreggiare con il suo amato pappagallino si gira verso di me
“ andiamo a dormire…
“
“ si “
annuisco e stancamente mi alzo per andare insieme a lui nella camera da letto.
Lui mi precede accendendo la luce e apre le ante dell’armadio, ne estrae dei
pantaloni di una tuta e una maglietta
“ tieni, per dormire “
Li
prendo sorridendogli “ grazie Ryo chan “
vado in bagno e mi cambio, prima di uscire mi sciacquo il viso, sento la pelle
tirare credo per le lacrime. Quando esco dal bagno Ryo si è già steso nel
letto, fuma tranquillamente una sigaretta, posa i suoi occhi su di me e si
porta la sigaretta alle labbra, il posacenere sul comodino accanto al letto
contiene varie cicche, mi poggio allo stipite della porta
“ non c’è modo di farti smettere di
fumare vero? “
“ no… rinunciaci
in partenza “ alzo le spalle
“ ok “
sorrido mentre mi avvicino al letto e mi infilo sotto le coperte. Mi accoccolo
stretta a lui poggiando la testa sul suo petto, lui passa un braccio intorno le
mie spalle e mi stringe ancora di più.
Spenge
la sigaretta nel posacenere e si sistema meglio nel letto senza lasciare la
presa, spenge la luce data dalla piccola abatjour e lo sento sospirare, ora
siamo avvolti dal buio
“ buona notte piccolina “
“ buona notte Ryo “
Così
stretta in quell’abbraccio mi sento protetta e coccolata, la brutta serata
diventa un ricordo annebbiato mentre sento il mio corpo addormentarsi
“ grazie Ryo “
mormoro mentre cedo al sonno.
@@@@@@
Fineeeee!!!!!
Questa Nayoko mi sta sulle scatole è_é mi chiedo cosa aspetti Taka a lasciarla XD
E Ryo lo adoro! *si
riprende*
Cucciola_Suzuki: sorellina tu sei sempre la solita -.- non
si fanno queste cose!! XD
Ryo è dolcissimo come credo che sia in
realtà ^-^
L’ipnosi ti è andata male, ho impiegato un ternità ad aggiornare *chiede perdono*
Grazie a chi legge senza commentare!