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Autore: Liz    19/05/2010    3 recensioni
Per voi lui non ha tangibilità, è un’esistenza che si fa chiamare Maverick sui forum e nelle chat, e il cui detto è “Sono troppo vecchio per queste stronzate!”.
Vi siete conosciuti per caso, non ne conoscete né l’aspetto né il nome, ma ci parlate da mesi e solo con lui riuscite a sentirvi bene. Suvvia, quella sensazione di totale abbandono, di completa appartenenza e dipendenza… com’era la vita prima di Maverick? Neanche lo ricordate.

Reila odia Evan largamente ricambiata fin dal giorno in cui sono nati; le loro vite persistono così, in questo equilibrio stabile e bilanciato, ormai da anni.
Ma che fare quando si scopre che il proprio amante virtuale, alias “uomo dei sogni”, è proprio Evan?
Ci sono diverse scelte: buttarsi dal balcone, buttare lui già dal balcone, fare finta di nulla o cambiare radicalmente.
Evan sa cosa fare, ma per Reila ognuna di queste opzioni è sbagliata. Che sia il destino a scegliere ancora una volta, quel destino che li ha voluti anche vicini di casa…!
E forse, se ci si impegna, anche nel proprio nemico si può trovare un’occasione per crescere.
>>DAL CAPITOLO 19 [ULTIMO CAPITOLO] "Il cuore di Reila andò a fuoco nel sentire come l’aveva chiamata: “amore”. La bionda alzò il viso raggiante e gli diede un leggero bacio sulla bocca, alzandosi in punta di piedi quanto più poteva per raggiungerlo."
GRAZIE A TUTTI!!
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 18
- Faithfulness

 

Q

uando Evan aprì gli occhi la mattina dopo si trovò completamente aggrappato a Reila, che si stringeva a lui con decisione.

Si stupì di essersi mosso così tanto nel sonno, ma alla fine non ci badò più di tanto: essere così, con Reila, era tutto ciò che aveva sempre voluto.

Le accarezzò leggermente i capelli e la ragazza mugulò nel sonno, strappandogli un sorriso ancora inebetito.

Eccolo il suo tassello mancante, il pilastro che teneva tutto assieme: era stretto morbidamente tra le sue braccia, profondamente addormentato, come spesso capitava nei suoi sogni.

Finalmente addosso a lui, stretta con tutto il suo morbido corpo, stava Reila, la ragazza che amava. Evan si sentì arrossire leggermente mentre ripensava ai giorni precedente e a tutti i baci che si erano scambiati, perché ancora non riusciva a credere di poter davvero definire Reila sua. Solo sua.

E all’improvviso quell’abbraccio così intimo non gli bastò più: la voleva, la desiderava, la anelava come se fosse un principio vitale. Voleva possederla, avere la sua pelle, il suo viso imbarazzato e… sentendosi già troppo eccitato Evan decise che era meglio smettere di pensare a Reila in questo modo.

Nonostante fossero mesi che la desiderasse in questo modo, nonostante ora avrebbe potuto soddisfare questo suo sogno, doveva mettere a tacere l’istinto ancora una volta.

Perché se anche Reila era solo sua, Evan non poteva dire lo stesso di sé.

Si rese conto di essere stato profondamente egoista: aveva agito noncurandosi dei sentimenti della ragazza e di quanto avrebbe sofferto a doverlo dividere con Emy. Il ragazzo si ricordò sofferente gli occhi di Reila alla fine della chiamata di Emy e provò un odio profondo verso se stesso.

No, prima di fare l’amore con Reila doveva lasciare Emy perché Reila non si meritava di essere tratta come l’altra.

Evan sospirò amareggiato, coccolandosi ancora un po’ nel calore intenso di quell’abbraccio.

~

«Mamma, papà… questo è il locale!» disse Reila solenne, mentre l’agente immobiliare apriva la porta del locale che aveva già visitato poco tempo prima.

I coniugi Lewis si guardarono attorno con espressione stupita, la stessa che avevano fatto appena Reila aveva comunicato loro di aver lasciato il lavoro per aprire una pasticceria.

Aveva rinunciato a una carriera di successo molto retribuita in un’agenzia pubblicitaria per… aprire una chimerica pasticceria.

Sulle prime i genitori si arrabbiarono con la figlia, preoccupati soprattutto che si rovinasse la vita.

La prima a cedere e a perdonare Reila fu Celestine, che covava nel cuore, al nascosto di Ector, un profondo orgoglio per la figlia che era riuscita a trovare la forza di seguire i propri sogni. Invece perché il cuore di Ector si ammorbidisse e accettasse di vedere la figlia ci volle un po’ più di tempo, dato il suo carattere molto rigido e la sua idea sul successo. Ma ogni papà ama alla follia la propria bambina e davanti alle preghiere della sua Reila non seppe più resistere.

Accettarono leggermente scettici di vedere il locale dove la figlia aveva deciso di portare avanti la sua assurda idea, ma alla fine ne rimasero entusiasti, soprattutto per la luce che brillava negli occhi della loro bambina.

«È meraviglioso, Reila!» esclamò Celestine sorridendo, mentre seguiva con lo sguardo la figlia che correva da un parte all’altra per mostrarle dove e cosa avrebbe voluto posizionare i quel dato punto.

Ector intanto parlava animatamente con l’agente immobiliare, informandosi sulle cose di base come il riscaldamento, i vari collegamenti con acquedotto e fogne e altre cose che Reila non avrebbe mai saputo se non grazie ai consigli di Selene.

Appena Ector terminò di discutere con l’agente si diresse verso le due donne, che chiacchieravano leggermente scaldate sul colore della tappezzeria.

«Reila, io e tua madre abbiamo una cosa da dirti» disse all’improvviso alla figlia, interrompendo il suo elogio del color panna.

Reila li guardò confusa e leggermente preoccupata dal tono serio del padre, che non aveva mai preannunciato nulla di buono; si rivolse speranzosa di un appoggio alla madre, che le sorrise smagliante.

Ector infilò le mani nelle tasche dei pantaloni scuri, sollevando il capotto lungo e grigio, mentre Celestine gli si avvinghiava a un braccio.

«Abbiamo riflettuto a lungo su questa tua… bizzarra scelta, ma siamo giunti alla conclusione che se ti rende così felice allora è la cosa giusta»

Reila deglutì ansiosa, ma si impedì ancora un attimo di sentirsi sollevata. «Mi sono appena informato sul prezzo – anch’esso è abbastanza buono per la posizione e la dimensione del locale – anche se ormai io e tua madre avevamo già preso la nostra decisione. Siccome è un sogno a cui tieni tanto abbiamo deciso di aiutarti, pagandoti i tre quarti del prezzo»

In quel momento Reila smise di respirare, spalancando gli occhi mentre rimaneva paralizzata.

Aveva sentito bene? I tre quarti del prezzo?!

I suoi genitori, da sempre così attaccati al suo successo lavorativo, la volevano aiutare a portare avanti un sogno che ritenevano assurdo?

«… M-ma… state scherzando?» chiese Reila ancora incredula.

La madre negò con la testa, aperta in un sorriso eccitatissimo «Reila, siamo così fieri che hai deciso di seguire il tuo desiderio! È una cosa meravigliosa!»

Reila la squadrò stranita e rivolse gli occhi al padre che le sorrise comprensivo; si avvicinò a loro tremante, temendo di essere in un sogno.

«Ma non posso accettare, è una cifra troppo alta!»

Il padre la riprese leggermente stizzito e Reila decise di non insistere oltre: sapeva bene quanto suo padre odiasse ripetere le cose.

Così in preda all’eccitazione si gettò sui genitori, abbracciandoli tra le lacrime. «GRAZIE! Vi prometto che appena guadagnerò abbastanza soldi ve li restituirò…»

Celestine ricambiò l’abbraccio sorridente, mentre Ector tossiva imbarazzato.

~

Selene applaudì estasiata alla notizia dell’amica e anche Evan le sorrise complimentandosi per la fortuna.

«Sì, mamma e papà sono davvero fantastici! Ma ho già promesso che logicamente un giorno restituirò tutto, quindi dovrò lavorare molto sodo!» cinguettò Reila altrettanto felice, mentre finiva di mangiare.

«Certo che la tua famiglia è davvero ricca» commentò invidiosa Selene, avendo come risposta da Reila un tenue sorriso, quasi colpevole.

«Comunque credo ci sia qualcosa di più interessante stasera di cui parlare» esordì Evan sibillino, attirando a sé gli sguardi delle ragazze: quello di Selene confuso e curioso, quello di Reila sconvolto e palpitante.

Evan le sorrise dolcemente, rassicurandola. In fondo stava facendo questo solo per lei: se Selene l’avesse saputo sarebbe diventato ufficiale e Reila non sarebbe più stata solo l’altra

«Io e Reila stiamo assieme»

Le sue parole furono doccia gelata per entrambe.

Reila arrossì talmente tanto che Evan credette sarebbe esplosa, mentre gli occhi di Selene sembravano per stare uscire dalle orbite per quanto erano spalancati dalla sorpresa.

«V-voi… state assieme?!» balbettò la mora appena riprese le capacità locutorie, spostando velocemente uno sguardo leggermente accusatorio sulla bionda, che sentendosi troppo in imbarazzo scappò in cucina con la scusa di lavare i piatti sporchi della cena.

«Ma Emy? Sei riuscito a lasciarla?» continuò Selene, cominciando a riprendersi.

Evan esitò un attimo, mentre anche Reila si immobilizzò dietro di loro «Bè… non proprio».

«COSA?!» esclamò Selene scattando in piedi «La sta tradendo con Reila?!»

Evan annuì serio e tentò di parlare, ma la ragazza lo interruppe urlando, arrabbiata «Ecco perché Reila in questi giorni è così giù di morale! Dimmi, ti rendi conto che la stai facendo soffrire? O magari la cosa ti diverte!»

Anche Evan si alzò in piedi, e appena Selene finì di parlare lanciò un’occhiata per controllare Reila, che rimaneva girata di spalle ma immobile.

«Calmati, Selene. Io non voglio che Reila soffra, assolutamente! E lo sai bene anche tu!»

Selene lo squadrò sdegnata «E allora lascia Emy, o Reila. Devi scegliere»

«Credi che questa situazione dipenda da me?! Fosse per me io avrei già scelto, ma Emy… Emy è troppo fragile. Soffrirebbe troppo…»

«E Reila no?»

A quella domanda Evan si sentì sprofondare e il suo cuore mancò qualche battito. Guardò sconvolto la mora che ricambiò lo sguardo con astio «Me ne vado. Mi viene la nausea»

Si avvicinò a Reila per darle un bacio e se ne andò sbattendo la porta, lasciandosi il silenzio più assoluto e freddo alle spalle.

Dopo qualche minuto che sembrò eterno Reila riprese a lavare i piatti e nell’appartamente si diffuse il rumore dall’acqua e della porcellana dei piatti.

Evan si avvicinò alla ragazza, senza però osare toccarla; la osservava di schiena, intenta a mascherare il profondo dolore.

So benissimo… di non meritarla. Come so che stare con me la farà solo soffrire. Ma io sono egoista, e meschino.

Non mi interessa di nulla, se non averla per me, e me soltanto.

Mi faccio disgusto da solo per come la sto trattando.

All’improvviso il cellulare di Evan cominciò a squillare.

Era Emy, proprio come qualche giorno prima. Evan rispose col cuore morente «Emy. Sì sto bene. Sì sono solo, ma stasera non ne ho voglia. No, Emy, non ti sto evitando…»

Gli occhi di Evan ricaddero però su Reila, sul suo corpo fragile scosso da tremori che anche lui riusciva a vedere.

La situazione non poteva andare avanti così: la ragazza che amava stava soffrendo a causa sua… a questo punto che differenza c’era tra lui ed Alex?

Assolutamente nessuna.

Io sono l’essere che più odio al mondo perché lei sta soffrendo a causa mia.

La voce di Emy che lo chiamava lo risvegliò dai pensieri «No… scusa Emy, ti ho mentito. Stasera non posso perché non sono da solo. Sono con Reila» pronunciò alla fine con tono neutro. Senza aspettare una risposta spense la chiamata e il cellulare, gettandolo per terra.

Forse in questo modo sono diventato più degno di lei.

Con un movimento veloce Reila si girò esterrefatta verso il ragazzo, lasciandosi sfuggire qualche piccola lacrima.

Fu un attimo: si gettarono entrambi l’uno sull’altro, in una foga mai provata prima.

Si baciarono appassionatamente senza lasciarsi in attimo di respiro, mentre le mani di Evan scorrevano sulla schiena di Reila stringendola a sé.

Oh, quanto le piacevano quelle mani! E quando si muovevano leggere, sfiorandola coi polpastrelli lungo le pelle nuda…

Istintivamente Reila cominciò a sbottonare la camicia del ragazzo, trovandosi a massaggiare il suo petto e a baciarlo sospirante, mentre Evan le slacciava il reggiseno, nascosto ancora dalla maglietta.

Si fermarono un istante, per guardarsi negli occhi consapevoli di stare per oltrepassare il punto di non ritorno.

Al diavolo tutto, al diavolo Emy, Selene e i sensi di colpa.

Quella sera sarebbero stati solo Reila ed Evan.

Senza smettere di fissarla Evan sfilò la maglietta alla ragazza, facendo cadere anche il reggiseno color pesca ai suoi piedi. La accarezzò titubante con lo sguardo fino al suo seno, tremendamente emozionato; poi, tremando allungò una mano verso il suo corpo, mentre con l’altra la riportava stretta al suo.

Appena entrarono in contatto la loro pelle bruciò e ogni timidezza svanì: Reila appoggiò il mento nell’incavo del collo di Evan, baciandolo e mordendogli l’orecchio con dolcezza, mentre la mano di Evan affondava e stuzzicava i suoi seni facendole provare dei brividi che mai aveva provato con appena delle carezze.

Evan si sentiva impazzire: le labbra di Reila lo bramavano continuamente e lasciavano che il suo respiro infuocato gli riscaldasse la pelle languidamente, eccitandolo; ma fu la voce di Reila, mormorata e colma di piacere che gli fece perdere completamente il controllo.

La bionda bisbigliava il suo nome in mezzo a mille sospiri, soffiando al suo orecchio, mentre con le mani sfiorava lentamente la parte basse della schiena, dandogli i brividi. In un attimo Evan si chinò ancora di più su di lei, arrivando a sfiorare con le labbra il suo petto piccolo e sodo, trattenendola con un braccio attorno alla vita. Sentendo le labbra umide del ragazzo chiudersi attorno ai suoi capezzoli, Reila inarcò la schiena in preda a delle scosse liquide di piacere che percorrevano sottopelle tutto il suo corpo.

Evan sorrise.

Alla fine lei era lì, mezza nuda tra le sue braccia, sotto le sue mani e le sue labbra attente e scrupolose nel assaporare ogni singolo centimetro di pelle, così come aveva desiderato a lungo. Gli vennero in mente i mesi passati a sognarla la notte, a sentirsi un fuoco dentro ogni volta che la sfiorava…

All’improvviso Evan si bloccò, sorprendendo Reila: la bionda sollevò il viso verso il suo in cerca di una risposta, ma trovò solo un sorriso amaro.

«Basta così Reila. Forse è meglio che io torni a casa»

«Cosa?»

«Non dimenticare che ufficialmente io sto ancora con Emy. E la nostra prima volta deve essere speciale…» disse Evan, dandole un bacio leggero e dolce sulle labbra «… perché è speciale»

A malincuore Reila annuì, ma impedì ad Evan di staccarsi da lei.

«Rimani almeno con me!» lo pregò con gli occhi scintillanti di lacrime.

Evan le spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio ed annuì, abbracciandola.

 

 

 

 

 

 

 

 


 

Note per riempire lo spazio

 

Buh!

A dire il vero in questi giorni mi sento parecchio giù… un mio caro amico si è trasferito in Australia martedì e con molta probabilità non ci vedremo più, anche se manterremo qualche contatto (sia lodato faccialibro!).

Quindi sono un po’ giù di tono… mi sparo a palla canzoni tristi e mi metto ogni 3 secondi a guardare nostre vecchie foto… sono troppo nostalgica ç_ç in fondo mica va a morire, si trasferisce solo a una ventine di ore di aereo di distanza…

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che la mia malinconia non lo abbia pregiudicato! Alla fine forse ha pure aiutato, considerati i toni non proprio leggeri ^^ La relazione tra Evan e Reila si evolve molto rapidamente, vero? Sono impazienti, sono impazienti… Evan sono mesi che sbava dietro Reila e lei pure (anche se l’ha capito da poco J). Quindi logicamente hanno voglia di fare il grande passo

Ma c’è ancora Emy. Emy Emy Emy, che proprio non ne vuole sapere di lasciare il suo Evan!

Comunque il prossimo capitolo è già scritto (INCREDIBBBBBBBBBBILE!) quindi a distanza di qualche giorno saprete come andrà a finire con Emy ;)

Passiamo ai ringraziamenti!!

 

Grazie a tutti coloro che hanno aggiunto questa storia tra i seguiti o i preferiti o quelle da ricordare; grazie anche a chi legge e mi segue silenzioso ^^

Come farei senza di voi?

Passiamo all’angolo recensioni!

Maka27: Ehehe Emy dovrai sopportarla ancora per poco ^^ ha capito che tra lei ed Evan è ormai finita, ma non riesce a lasciarlo andare da un’altra… alla fine non è così cattiva dai J spero che il capitolo ti sia piaciuto!

Sheila84: Grazie per tutti i complimenti mi fai arrossire *///* spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto, ultimamente ho parecchio ispirazione e sto aggiornando a tempi record! Per rifarmi di tutti i ritardi immensi che ha avuto questa fic...!

Black Lolita: Carissima! Non preoccuparti, sei perdonata, in fondo mi hai sempre recensito fin da Snowdrops ;) Come ti capisco, anche io dovrei essere super impegnata con la maturità ma invece sono nullafacente <.< Evan è insicuro in questi capitoli vero? xD bè è fatto così, non vorrebbe ferire Emy… ma ormai ha capito che non può fare altro! E… mi spiace deluderti ma ormai la storia sta volgendo al termine, tra l’altro verso una direzione simile a quella che speri tu! xD Ormai è giunta ora di far trovare un po’ di felicità a Reila… e non preoccuparti se non riuscirai a recensire subito, so che il tuo appoggio è sempre con me e questo mi aiuta molto <3 grazie!

 

 

Ehi ma che fine avete fatto tutti? La mia storia non vi ispira più neanche un commentino-ino-ino?

Dai ormai siamo agli sgoccioli… 2 capitoli e tutto sarà finito… cosa vi costa dedicarmi due minutini-ini-ini del vostro tempo, che sono orgogliosa mi dedichiate?

Forza, fatevi sentire! Come regalo di compleanno *____*

 

 

Non so se fu solo per far colpo su di me, per portarmi a letto, ma in quel momento sentii che tutta la mia vita non era stato uno sbaglio, perché mi aveva condotto lì con lui e quella frase. Evan è la mia anima gemella, ma… io non sono la sua.

 

Alla prossima!

 

 

 

 

   
 
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