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Autore: herechan    02/06/2010    2 recensioni
"So con certezza che ti spedisce qualche missiva ogni volta che può.
Mi ha detto che non manca mai di mandarti i miei saluti. Ed io sorrido, sapendo che non avrò mai e poi mai il coraggio di scriverti qualcosa. Anche questa lettera probabilmente non verrà mai spedita.
O forse sì, se io perderò la vita su questo campo.
In questo caso, permettimi di dirti di nuovo che ti amo, ti ho amato e ti amerò, probabilmente per tutta la vita."
Sono passati sei anni dalla sconfitta dell'akatsuki, ma la guerra per Konoha non è ancora finita. Quant'è lontana ancora la pace?
Genere: Azione, Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Hinata Hyuuga, Kiba Inuzuka, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Ed ecco una fanfiction non proprio nuovissima che ho già cominciato a pubblicare su Manga.it con il nick di -moonlight-.
Questo primo capitolo è una specie di prologo, quasi tutto in flashback, che ha la funzione di far capire come si è arrivati al punto dove la storia vera e propria comincia.
Fatemi sapere che ne pensate, per favore...
Grazie a tutti coloro che leggeranno in anticipo.
Herechan.


Naruto prese un respiro profondo, tentando di ingoiare il groppo di lacrime che gli chiudeva la gola.
Le porte di Konoha, la sua amatissima città, erano davanti a lui, rese ancora più maestose dalle ombre nette gettate dal crepuscolo incipiente.
Sakura, di fianco a lui, lo sosteneva, impedendogli di crollare sotto il peso della stanchezza e delle ferite.
Dietro di lui, Kakashi-sensei e Yamato-sensei.
Ancora dietro, quasi in disparte, Sasuke, semi-svenuto, veniva trasportato rispettosamente da uno dei suoi compagni, tal Juugo, mentre gli altri due, Suigetsu e Karin, procedevano ai loro fianchi, fissando su Konoha sguardi tentennanti e sospettosi.
- Andiamo.- disse Naruto, muovendo un passo insicuro.
Una lacrima fuggiasca esitò sulle ciglia bionde, poi cadde, scivolando silenziosamente su di una guancia segnata.
Sakura sorrise lievemente, guardandolo con occhi lucidi e consapevoli.
Anche lei provava ciò che sentiva lui.
Una stanchezza estrema.
Una gioia infinita.
L’Akatsuki era stata sconfitta. E Sasuke aveva combattuto con loro.
Il team 7 era di nuovo insieme…

Naruto giaceva in un letto d’ospedale, bendato dalla testa ai piedi.
Sasuke, nel letto accanto al suo era combinato ancora peggio. Ma forse peggiore ancora era il suo stato d’animo…
Sedeva col capo chino, le ciocche di capelli corvini che sfuggivano alla fasciatura alla fronte, cadevano a coprirgli gli occhi.
Ancora, da quando erano tornati, non aveva detto una parola.
Avevano sconfitto Madara Uchiha insieme. Avevano combattuto fianco a fianco come una volta.
Ma lui era il Ninja traditore, colui che aveva abbandonato Konoha per seguire l’Akatsuki e la sua vendetta, e come tale ancora si sentiva. Naruto poteva capirlo.
E, l’indomani, si sarebbe tenuto il processo contro di lui e i suoi compagni.
Fortunatamente, la vecchia Tsunade si era ristabilita grazie ad una provvidenziale nuova tecnica di Shizune e aveva ripreso il suo posto di Hokage.
C’erano buone speranze che Sasuke venisse perdonato, ma il villaggio, e soprattutto lui, non avrebbero dimenticato.
Per di più, Danzo era ancora a piede libero.
Naruto sospirò. C’erano ferite che ci avrebbero messo del tempo, molto tempo, a guarire…
In quel momento Sakura entrò, un sorriso tremolante sul volto. Portava tra le braccia fiori e frutta.
Naruto le sorrise a sua volta.
Non molto tempo prima la ragazza aveva giurato di amarlo, di voler stare con lui, di non voler più commettere errori. Lui l’aveva respinta con un sorriso.
Sapeva che Sakura provava per lui un profondo affetto, ma era amicizia, niente più. Quelle parole erano state dettate dal senso di colpa, da un maldestro tentativo di non farlo più soffrire.
Gli sguardi che lei gli rivolgeva non erano come quelli che lei aveva per Sasuke e solo per lui. E questo lui l’aveva capito da molto tempo e l’aveva accettato…
Inoltre, un nuovo, timido, incerto seme era stato gettato in lui…
- Sasuke-kun…- mormorò Sakura, gettando al ragazzo uno di quegli sguardi che non erano mai cambiati in tutti quegli anni, solo erano più maturi, consapevoli. E in quel momento, più insicuri.
- Sasuke-kun, vuoi mangiare qualcosa?-
Lui scosse appena la testa.
- Ma Sasuke-kun, devi mangiare qualcosa se vuoi ristabilirti. Sono giorni che tocchi cibo a malapena.-
Venne ignorata.
Naruto si sollevò in piedi di scatto, ignorando la fitta di dolore che si irradiò lungo la sua schiena.
- Sei un cretino, Sasuke.- gridò, facendo sobbalzare Sakura.
- Naruto…- sussurrò lei, sorpresa.
Lui sollevò appena la testa per guardarlo, gli occhi neri gelidi e insondabili. Poi si voltò dall’altra parte.
Naruto non sapeva con certezza cosa stava facendo mentre si sporgeva verso il suo migliore amico e se lo stringeva al petto con l’unico braccio buono.
Sasuke si irrigidì.
- Baka! Come puoi? Come puoi non capire che a noi non importa cos’hai fatto?- disse. Il pianto gli premeva contro la trachea, rendendogli difficoltoso parlare. - Per noi conta solo che tu sia tornato! Che tu alla fine abbia scelto noi alla tua vendetta!-
L’Uchiha si mosse nel suo abbraccio, a disagio.
- E’ vero, Sasuke-kun. Noi non ce l’abbiamo mai avuta con te.- confermò Sakura, insicura, stringendosi le mani intrecciate al petto.
Sasuke tentò con poca convinzione di divincolarsi.
- Io sono un ninja traditore.- disse, duro.- Ho cercato di uccidervi. Di distruggere Konoha.-
- Ma non l’hai fatto! Tu hai sconfitto la maledizione di odio e vendetta che affliggeva la tua famiglia!- esclamò Naruto, stringendolo di più. Un lieve gemito di dolore uscì dalle labbra di Sasuke e lui allentò appena la presa. - Konoha perdonerà come abbiamo fatto noi. Hai combattuto al nostro fianco nell’ultima battaglia, no? E poi, noi siamo una squadra, Sasuke! Uniti fino alla fine! Ti staremo vicini qualunque cosa succederà. Qualsiasi cosa verrà decisa domani, noi saremo lì! Anche Danzo avrà ciò che si merita, prima o poi. Io… noi ti aiuteremo. Te lo giuro, tutto andrà per il meglio! Noi torneremo come prima! Vedrai! Vedrai…-
La sua voce si spezzò sull’ultima parola mentre le lacrime rompevano l’argine e lui scoppiava in un molto poco dignitoso pianto dirotto sulla spalla di Sasuke.
Anche Sakura si unì all’abbraccio, stringendosi a entrambi i suoi compagni. Calde lacrime silenziose le rigavano le guance.
Sasuke sembrò quasi afflosciarsi, abbandonarsi, nell’abbraccio.
Naruto poteva sentire attraverso la pelle il petto del suo compagno andare su e giù, rapido.
Non avrebbe saputo dirlo con certezza, ma ebbe l’impressione che anche il suo migliore amico stesse piangendo…

Il sole splendeva alto e caldo sull’arena di Konoha.
Naruto sentiva il cuore battere possentemente contro le costole.
Aveva paura per il suo migliore amico, ma contava sulla clemenza del Godaime Hokage. La vecchiaccia non l’avrebbe deluso, se lo sentiva.
Sasuke stava parlando, spiegando con voce atona le sue ragioni e quelle dei suoi compagni.
La vecchiaccia ascoltava in silenzio. Era ancora un po’ pallida ma un cipiglio severo aleggiava sul suo volto.
- Sakura, io esco un attimo. - annunciò. Non riusciva più a sopportare la tensione di quel momento, aveva bisogno di una boccata d’aria.
Sakura annuì senza staccare gli occhi dalla figura eretta di Sasuke.
Naruto uscì in fretta dallo stadio, senza guardarsi indietro.
Fuori, seduta sull’erba in attesa, una giovane donna sembrava quasi star pregando, le mani giunte in grembo, lo sguardo puntato sul cielo.
Naruto incespicò, impacciato.
La ragazza si voltò verso di lui, sorpresa. I suoi occhi si allargarono e lei sue guance si tinsero di un rosso acceso.
-Buo-buongiorno, Naruto-kun…-
Anche Naruto si sentì arrossire lievemente.
Hinata.
La ragazza che aveva tentato di proteggerlo da Pain, rischiando la sua stessa vita.
Colei che aveva gridato di amarlo con una sicurezza che non le aveva mai visto prima.
Colei che aveva fatto nascere una piccola, tremolante sensazione di calore sul fondo del suo animo che era stata poi sepolta dai tanti avvenimenti.
Era la prima volta che incontrava Hinata da quel giorno.
- Hinata…- la chiamò e lei lo guardò, esitante. Sembrava lottare per tenere gli occhi fissi nei suoi.
Naruto sentì un assurdo nervosismo attanagliargli lo stomaco. Scosse la testa per scacciarlo.
- Hinata. - disse, dando alla sua voce una sicurezza che non aveva. - Quando tutta questa storia sarà finita.- indicò con la testa allo stadio. - Io e te, dovremo parlare…-
Lei arrossì ulteriormente, distogliendo lo sguardo da lui. La sua testa si mosse appena in una risposta affermativa.
Naruto fece per tornare nello stadio, il cuore in gola.
- Naruto-kun…- si sentì richiamare dalla voce delicata della ragazza. Voltò il capo per guardarla.
Aveva ancora le guance rossissime, ma un dolce sorriso le illuminava il viso.
Una piccola parte delle sua viscere si agitò appena.
- Sasuke-kun verrà perdonato, vedrai. Ne sono sicura…- sussurrò lei.
Anche Naruto sorrise. - Sì, hai ragione. Grazie, Hinata…-

Tsunade, dall’alto della sua postazione, osservava le quattro figure in piedi sulla terra rossiccia dell’arena.
Uchiha Sasuke e i suoi tre compagni del team Taka.
Prese un profondo respiro.
- Uchiha Sasuke-kun, anche considerando il tuo aiuto nella definitiva sconfitta dell’Akatsuki, non posso ignorare i tuoi trascorsi da nukenin.-
Tacque per un secondo e poté sentire gli spettatori tacere con lei. Anche senza vederle, riusciva ad immaginare le facce tese di Naruto e Sakura, in attesa del suo responso.
Represse un sorriso.
- Perciò ti riammetto tra gli shinobi di Konohagakure con riserva, sotto la supervisione costante di Uzumaki Naruto e di Haruno Sakura.-
L’udibilissimo urlo di giubilo di Naruto la interruppe e le strappò un sorriso.
- Sarai obbligato a questa supervisione per cinque anni, poi, se il tuo comportamento verrà giudicato adeguato, ti si potrà considerare pulito da ogni traccia di tradimento e ti sarà concesso, se vorrai, di entrare nelle ANBU o di rifondare la polizia di Konoha, un tempo pertinenza del tuo clan. In questi cinque anni potrai comunque sostenere gli esami per chunin e di tentare di diventare Jonin.-
Sasuke annuì piano, serio. Ma Tsunade riuscì a vedere con chiarezza un barlume di gratitudine nei suoi occhi.
- Per quanto riguarda i tuoi compagni, resteranno a Konoha per un periodo di tre anni, durante i quali Uchiha Sasuke ne avrà la completa responsabilità. Una volta assicuratici che non saranno più un pericolo per il villaggio, saranno liberi di andarsene o di diventare ninja di Konoha a tutti gli effetti. E questo è quanto.-
Sasuke si inchinò rispettosamente e fece per lasciare l’arena.
Un brusio agitato, come di vespe arrabbiate, si levò dagli spalti ma lei si alzò, riportando il silenzio.
- E ora, alla luce di quanto testimoniato da Uchiha Sasuke, vorrei analizzare un nuovo caso. Pregherei Danzo di scendere nell’arena. Ci sono molte cose che deve spiegare…-

Naruto fremeva dalla gioia.
Sasuke era stato riammesso, anche se con riserva, e Danzo era stato incriminato per la strage del clan Uchiha e probabilmente avrebbe avuto quello che si meritava.
Un Sasuke reticente era stato riaccolto da tutti quelli del loro anno con saluti gioiosi e pacche sulle spalle e persino abbracciato da Ino.
Naruto si girò appena verso Sakura. La ragazza osservava la scena in diparte, un lieve sorriso di sollievo sulle labbra, gli occhi lucidi.
In quel momento anche Sasuke si voltò verso di lei. Un lungo sguardo corse tra i due, prima che l’Uchiha distogliesse il suo.
Naruto ghignò.
Lui non era affatto un esperto in materia ma poteva dire che, forse, per quei due c’era qualche speranza…
Ne sarebbe stato felice. Sakura era innamorata di quell’irritante testone da quando era una ragazzina e Sasuke aveva davvero bisogno di qualcuno che lo amasse come lei lo amava.
Naruto sperava che un giorno lui sarebbe arrivato a ricambiarla completamente e che l’avrebbe fatta felice.
Un filo di rimpianto si insinuò subdolamente in lui.
Rimpianto che svanì non appena vide la figura di Hinata poco distante da lui. Lo stava guardando.
Lui le rivolse un sorriso enorme e lei arrossì.
- Allora, Hinata-chan, andiamo?- disse, gridando per sovrastare il caos.
Lei sorrise, rossissima, e annuì.
All’improvviso tutti tacquero, sorpresi. Sakura e Ino lo guardavano, sbigottite, e persino Sasuke aveva abbandonato la maschera indifferente per mostrarsi blandamente stupito.
Hinata divenne, se possibile, viola e Naruto ridacchiò, imbarazzato, grattandosi la nuca.
- Alleluja, Naruto, era ora!- fu l’unico commento che si sentì.
Naruto maledì mentalmente Kakashi-sensei in un milione di modi diversi, mentre strascinava via Hinata tirandola per il polso, con il fastidioso sottofondo della risate sguaiate di Kiba e Ino a riempire l’aria.

Naruto tentennò un attimo.
Lei era lì, davanti a lui, erano soli nel campo d’allenamento n°3, nessuno li avrebbe disturbati.
Ma all’improvviso, lui aveva dimenticato cosa voleva dirle.
- Ehm, senti, Hinata…- balbettò.- Io…-
- Si, Naruto-kun?- lo esortò lei, gli occhi puntati a terra, le mani che si tormentavano nervosamente.
- Io non so cosa provo esattamente adesso per te. - confessò lui, guardando senza in realtà vederle le radici di un albero. - Ma… Si, ecco, qualcosa c’è… Io vorrei davvero provare a conoscerti meglio… Ti va… Ti andrebbe di uscire insieme, ogni tanto…?-
Lei si illuminò di un sorriso stupendo, che lo riscaldò fin nel profondo delle ossa e gli fece stringere lo stomaco.
- Oh, sì, Naruto-kun, mi piacerebbe molto…-

Chi l’avrebbe mai detto quel giorno che sarebbe arrivato ad amarla così… Pensò Naruto con un sospiro. E ormai era lontano da lei da così tanto tempo….
- Naruto-kaichou?- lo chiamò Neji, entrando nella tenda.
Naruto alzò gli occhi dalla mappa che stava studiando insieme a Sasuke e li puntò sullo Hyuuga.
- Non chiamarmi capo, Neji, lo sai che mi mette a disagio. E poi siamo amici da anni…-
Neji ignorò l’appunto.
- Naruto, ho notato dei ninja sospetti al limite del bosco. Penso che sarebbe meglio mandare delle squadre in ricognizione.- lo informò.
Naruto annuì.
- Sasuke.- disse, alzandosi. - Continua tu, per favore. Segnami ogni possibile posto utilizzabile come avamposto. Io torno subito.-
L’uomo che ormai lui considerava come un fratello annuì, avvicinando a sé la mappa che prima condividevano.
Uzumaki Naruto, il nuovo capo delle squadre ANBU, seguì Neji Hyuuga, il suo secondo, sul campo di battaglia.
  
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