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Autore: Reina Murai    02/06/2010    2 recensioni
- Avevi ragione, Nao-san. Indi per cui, ti conviene iniziare a correre come un pazzo... - dicendo ciò, lo avvolse fra le sue braccia robuste e avvicinando le labbra carnose a quelle del ragazzo gli sussurrò dolcemente : - Aishiteru, Nao -
- Wakaru yo, Saga, wakaru yo -
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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booryoku teki na ai Titolo capitolo : Booryoku Teki Na Ai ( Amore Violento )


Volevo subito scusarmi con tutti voi per questo capitolo. Sarà privo di humour e alquanto monotono, ma non ce l'ho fatta a dargli enfasi poiché sono amareggiata per la scomparsa di un mio compagno delle medie che si è tolto la vita.
Vogliate scusarmi vi prego.




-Tora-kun? Sei qui?- Hiroto vagava per le stanze degli studios della PS Company da almeno diedi minuti, invano, tentando di scovare l'altro chitarrista. Era un gioco infantile, ma adoravano farlo quando gli altri erano impegnati nelle proprie faccende, e da quando l'aria si era fatta pesante all'interno della band, loro avevano avuto il tempo di vedersi più spesso.
-Ah! ah! Ti ho scoperto!- squittì gioioso, spalancando le antine di un armadietto e trovandoci dentro il chitarrista raggomitolato.
-Era ora! mi stavo addormentando.- Sorrise dolcemente Tora e, alzatosi da quello spazio angusto, si stiracchiò per bene.
-Che vuoi fare adesso?-
-è uguale- scosse le spalle e si voltò per dare un occhiata alla stanza.-se uscissimo? andiamo a farci due passi- propose avviandosi verso la porta.
-Buona idea- e lo seguì.
Messo piede fuori dall'edificio, un sole accecante li accolse con tutto il suo splendore, riscaldando l'atmosfera intorno mista al profumo dei fiori appena sbocciati. Respirarono a pieni polmoni quell'emanazione spontanea della natura e si diressero alla fontana vicina. Hiroto mosse la mano nell'acqua fredda e si bagnò un po' il viso. Osservando le altre persone immergere i piedi nella fontana non ci pensò due volte a far lo stesso e la sensazione che ne derivò fu più che gratificante. Tora lo fissava confuso e scettico e gli si avvicinò finché non fu a pochi centimetri dal suo viso. Studiò ogni millimetro del suo volto perfetto e giovane, fresco e sorridente godersi quell'alito di vento che aveva iniziato a soffiare dalle montagne. Il piccolo chitarrista si voltò di scatto e le loro labbra si trovare a poco meno di due centimetri, Tora divenne paonazzo e il respiro pesante, Hiroto ritirò i piedi dall'acqua e si mise in ginocchio, afferrando le guance dell'altro chitarrista. Chiusero entrambi gli occhi.

Shou non sapeva proprio che pensare di quella situazione spinosa e indistricabile, fra quei due non correva più buon sangue, le occhiate che si lanciava preannunciavano sempre qualcosa di sgradevole e la maggior parte delle volte era così. Nell'ultimo periodo avevano addirittura smesso di guardarsi, parlarsi, ma quello che ne stava risentendo di più era sicuramente Naoyuki. Era seduto al suo fianco, fissando distrattamente le immagini che correvano sullo schermo della televisione, mandando ogni tanto qualche impulso nervoso alla mano per cambiare canale. Queste erano le sue giornate. Stare a casa a guardare la tv, scambiando qualche parola con Shou e andare a letto. Non aveva più il coraggio di guardarlo in viso, devastato dal digiuno e dal dolore, ogni singolo movimento che compiva sembrava richiedergli uno sforzo inimmaginabile eppure continuava a ripete che stava alla grande. Mentre il vocalist posava lo sguardo assente su una pianta poco lontano dal divano, secca e priva del verde brillante che aveva qualche mese prima, si sentì abbracciare da due arti scheletrici e spigolosi, lo attrassero delicatamente, finché non toccò il torace del batterista con un orecchio e poté udire i battiti troppo lenti del suo cuore distrutto. Avvolse la vita minuta di Nao con un braccio e posò una mano sul petto, dalle parte del cuore. Il suo batteva all'impazzata, sembrava dover scoppiare da un momento all'altro. Nao prese a massaggiargli la schiena con dolcezza e Shou sentì grosse gocce cadergli fra i capelli. Non poteva andare avanti così, il corpo scosso da fremiti e singhiozzi, l'intera anima sbiadita e senza un compito, rinchiusa nei più profondi meandri del suo essere, invocava il suo nome flebilmente.
Kazamasa scattò in piedi e puntò un dito verso Nao.
-Nao, ti ho sopportato fino adesso. Ma non vedi come ti sei ridotto per lui? Pelle e ossa, senza una coscienza, senza quello spirito gioioso e allegro che ho conosciuto tanti anni fa. Dove sei finito Nao?- gridando con le lacrime, lo afferrò dal colletto della maglia- Dov'è il vero Nao?-
Il batterista si limitò a fissarlo negli occhi e ricacciare indietro le lacrime, una lampadina nella sua mente si accese per pochi istanti, doveva reagire?
Gli scappò un risolino e abbassò la testa.
-Pensi che non stia cercando di dimenticarlo?- la voce roca e bassa arrivò a malapena alle orecchie dell'attonito Shou che lo guardava con le guance rigate di lacrime. La sua mente non si capacitò di quello che stava compiendo, ma lo prese per una mano, trascinandolo fuori da quel buco di casa, fuori, nella strada, in un parco dove giocavano sereni cinque bambini, poi ancora più in là, fra la gente, fra tante persone umane che hanno condiviso i suoi stessi sentimenti, che hanno reagito. Nao non cadrà in basso, riprenderà in mano la sua vita, tornerà ad essere felice. Se lo ripeteva di continuo il vocalist, lo avrebbe aiutato a tornare indietro, a liberarsi dal passato opprimente, dai ricordi malvagi, avrebbe vissuto la sua nuova vita senza di lui.

-AMANO SHiNJi!- una voce tuonò nell'aria, imperiosa.
Raggiunse le orecchie del malcapitato, prima che questo potesse coronare il suo sogno. Sfuggì le mani di Hiroto e si voltò di scatto. A pochi metri di distanza, un omone per niente felice avanzava a grandi passi verso il chitarrista che si stava preparando al peggio.
-E' QUESTO QUELLO CHE Ti HO iNSEGNATO? AD AMARE UNO STUPiDO RAGAZZETTO? SAi COSA Ti DiCO? TU NON LO RiVEDRAi PiU', NON RiVEDRAi PiU' LA TUA STUPiDA BAND...- gridò verso il ragazzo.
-Sono grande e vaccinato, papà, non mi puoi più comandare come una volta!- rispose con lo stesso tono di voce.
Quello, al posto di rispondere umanamente, fece risuonare uno schiaffo sulla guancia del figlio che ne rimase scioccato. Hiroto si fiondò sul ragazzo e gli massaggiò la guancia arrossata. Si alzò con uno sguardo truce e assalì l'uomo. L'evidente disparità di forza e di massa muscolare non scoraggiarono il piccolo chitarrista che lottava per difendere quello che voleva creare con Tora, un amore senza quell'uomo che interferiva, conservatore e con la mente ottusa e chiusa ai nuovi orizzonti, aveva sempre cresciuto Shinji insegnandogli i valori della virilità ma sapeva che primo o poi sarebbe stato un fallimento, e tutta la colpa è solo di un insignificante moscerino. Scaraventò Hiroto nella fontana mentre una massa di persone si era già radunata tutt'intorno. L'uomo entrò nell'acqua deciso a farla finita con quel ragazzino ma sentì un dolore lancinante provenirgli dalla testa, la vista si annebbiò e cadde svenuto. Hiroto si vide davanti Tora con un pugno proteso in avanti e il respiro irregolare. Cadde in ginocchio e abbracciò Hiroto, affondandogli il capo nell'incavo del collo.
-Mi dispiace....mi dispiace..- continuò a ripete singhiozzando, ma non udendo risposta guardò Hiroto e lo ritrovò svenuto fra le sue braccia.






TO AMYREITA :
Grazie per aver recensito, grazie davvero. ( L )




Reina.
  
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