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Autore: Genio95    04/06/2010    2 recensioni
I protagonisti, Naruto e Sasuke, verranno coivolti, a causa di un'errore nella tecnica del capovolgimento spirituale da parte di Ino, in avventure pazzesche ed fuori da ogni normale concezione di questi due personaggi. Si ritroveranno l'uno alle prese con i problemi dell'altro e a dover collaborare per far si che le cose ritornino come prima. La storia è ambientata quando i protagonisti hanno all'incirca 14 anni e non è mai avvenuto né l'attacco alla Foglia, né il tradimento di Sasuke, né la partenza di Naruto. Buona lettura!
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattina Naruto passeggiava per le strade del villaggio. Sotto gli occhi aveva due pesanti borse nere, il risultato di una notte passata a giocare ai videogiochi (non è colpa mia, dovevo assolutamente finire il livello ndNaruto). Le palpebre gli si facevano ogni secondo più pesanti e la vista gli si offuscava ad ogni passo. Si sforzava di tenere gli occhi aperti, ma invano e, con la testa ciondoloni e l’andatura strascicata si dirigeva al campo di allenamento.

Il sadico maestro Kakashi, ben consapevole di come il suo allievo aveva strascorso la notte, era piombato nella sua stanza all’alba, intimandolo di alzarsi. Ad un secco grugnito del ragazzo, Kakashi aveva mantenuto la sua promessa:  aveva portato il materasso sul balcone, sempre con Naruto che dormiva, e lo aveva letteralmente scaraventato giù, seguito da una secchiata d’acqua gelida, che aveva investito in pieno il ragazzo.

- E va bene sono sveglio, ne hai ancora per molto?- non fece in tempo a finire di parlare che il secchio lo colpì in testa, facendolo svenire. Al risveglio, oltre ad un abnorme bernoccolo, trovò un biglietto di Kakashi: diceva che lo aspetta al campo di allenamento tra un quarto d’ora.

- Maledetto!- sussurrava tra se e se il ragazzo. Rimpiangeva ancora il tepore delle coperte e la morbidezza del letto. Se solo avesse chiuso la porta la sera prima, ora sarebbe sotto le coperte. “ Ma quel pazzo sarebbe entrato dalla finestra” pensò.

I piedi alzavano una nuvola di polvere ad ogni passo. Una brezza tagliente si insinuava nel colletto della giacca. Cercò la cerniera per chiudersela, ma non la trovo. Si guardò intorno spaesato

- Ma che…?- disse con la voce ancora roca e impastata di sonno. Poi fece scorrere la mano dove avrebbe dovuto trovarsi la cerniera. Non c’era niente. Poi un lampo. Si passò la mano sulla schiena e sentì i familiari dentelli della cerniera.

- Che stupido!- disse sfilandosi la giacca. Nella fretta e insonnolito si era infilato la giacca al contrario. Tirò su la zip. Con lo sguardo fisso nel vuoto continuava ad avanzare, un passo incerto dopo l’altro finché all’orizzonte non vide stagliarsi la sagoma del cancello del campo d’allenamento. Sospirò e facendosi coraggio si avviò verso il maestoso e imponente cancello nero.

 

 

Dall’altra parte del villaggio un altro ragazzo dormiva placidamente, avvolto dalle braccia di Morfeo. Dalla finestra aperta filtrava un raggio di luce che illuminava i capelli corvini del ragazzo di riflessi blu intenso. Il torace nudo si alzava e abbassava regolarmente seguendo il suo respiro tranquillo. La pelle diafana riluceva, carezzata dolcemente dai raggi del sole. All’improvviso quella serenità fu interrotta dal suono insistente della sveglia. Sasuke, senza aprire gli occhi, mosse lentamente un braccio. Spense la sveglia e con infinita calma si mise seduto sul materasso. Sempre ad occhi chiusi si toccò la testa, maledicendosi. Non avrebbe dovuto esagerare con l’alcol la sera prima. Ora subiva gli effetti della sbornia. Si passò una mano tra i capelli e con l’altra cercò a tentoni la confezione di aspirine. Ne ingurgitò una e subito il mondo sembrò farsi leggermente meno confuso. Aprì gli occhi e si fissò i piedi. Barcollando si alzò e si guardò allo specchio: aveva un aspetto orribile. Gli occhi erano piccoli, le pupille irritate, le palpebre pesanti e bue grandi borse livide sotto gli occhi. Si ispezionò il resto del corpo: la pelle diafana, il fisico scultoreo e perfetto. Il suo sguardo scese suo boxer neri e al rigonfiamento al quale nessuna donna sapeva dire di no. Distolse lo sguardo e si vestì in fretta. Quella mattina aveva allenamento. Velocemente si diresse al campo. In cielo le nuvole presagivano una brutto giornata.

Appena entrato nel campo scorse la figura indistinta di Kakashi e quella ingobbita di Naruto.

Più vicino a lui c’erano Ino e Shikamaru che si stavano esercitando con la tecnica del capovolgimento spirituale. Li salutò con un cenno della mano.

- Hai fatto le ore piccole ieri sera vero?- chiese Ino maliziosa. I suoi lunghi capelli biondi rilucevano alla pallida luce che filtrava oltre la coltre di nubi. In passato era stata una di quelle ragazze che lo adulavano e il loro sogno segreto ( mica tanto segreto lo sapeva tutto il villaggio ndSasuke) era metter su famiglia con lui. Ora era felicemente fidanzata con Shikamaru, e Sasuke sarebbe stato grato all’amico in eterno per avergli risparmiato quella seccatura.

- Magari si è dato da fare con quelle pollastrella!- sogghignò lo stratega dai capelli a ciuffo d’ananas.

Sasuke decisamente infastidito da quella conversazione, grugnì e li lasciò sghignazzare. Nessuno al villaggio approvava il suo stile di vita da scapolo. Nonostante fosse ancora un ragazzino, aveva compiuto quattordici anni da poco più di un mese, tutte le sere era fisso in qualche pub a bere e a darsi alla pazza gioia con le ragazze, spesso molto più grandi di lui. Era il suo modo per dimenticare tutte le amarezze che la vita gli aveva riservato.

 

Dall’altra parte del campo Naruto avvistò Sasuke. Guardò l’orologio e vide che l’amico era in mostruoso ritardo.

- Maestro ma le sembra giusto che lei mi è venuto a svegliare all’alba, tra l’altro neanche in modo tanto cortese, e quel teme di Sasuke può tranquillamente fermarsi a chiacchierare con quei due?- disse il biondo al maestro Kakashi. Ma questo era troppo impegnato a leggere il “paradiso della pomiciata” per prestare ascolto al suo allievo. Così Naruto cominciò a correre  verso Sasuke urlando come un pazzo.

Sasuke si stava dirigendo tranquillamente verso di lui. Le nubi in cielo si contrassero.

Tra i due c’erano poco più di centro metri. Cinquanta. Venti. Dieci. Uno. Ma Naruto correva troppo veloce per fermarsi in tempo e Sasuke era immerso nei suoi pensieri.

Shikamaru rimproverando ad alta voce Ino per aver di nuovo sbagliato l’attacco. Lei riprovò andando nuovamente a vuoto nel preciso istante in cui le teste Naruto e Sasuke si diedero una sonora cozzata. Nello stesso istante in cielo esplose un lampo che squarciò l’orizzonte. Cominciò a piovere e il mondo sembrò fermarsi. Poi un dolore allucinante. Poi divenne tutto bianco e sia Naruto che Sasuke non sentirono più nulla.

  
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