Quella
mattina Naruto passeggiava per le strade del villaggio. Sotto gli occhi aveva
due pesanti borse nere, il risultato di una notte passata a giocare ai
videogiochi (non è colpa mia, dovevo assolutamente finire il livello ndNaruto). Le palpebre gli si facevano ogni secondo più
pesanti e la vista gli si offuscava ad ogni passo. Si sforzava di tenere gli
occhi aperti, ma invano e, con la testa ciondoloni e l’andatura strascicata si
dirigeva al campo di allenamento.
Il sadico
maestro Kakashi, ben consapevole di come il suo allievo aveva strascorso la
notte, era piombato nella sua stanza all’alba, intimandolo di alzarsi. Ad un
secco grugnito del ragazzo, Kakashi aveva mantenuto la sua promessa: aveva portato il materasso sul balcone,
sempre con Naruto che dormiva, e lo aveva letteralmente scaraventato giù,
seguito da una secchiata d’acqua gelida, che aveva investito in pieno il
ragazzo.
- E va bene
sono sveglio, ne hai ancora per molto?- non fece in tempo a finire di parlare
che il secchio lo colpì in testa, facendolo svenire. Al risveglio, oltre ad un
abnorme bernoccolo, trovò un biglietto di Kakashi: diceva che lo aspetta al
campo di allenamento tra un quarto d’ora.
-
Maledetto!- sussurrava tra se e se il ragazzo. Rimpiangeva ancora il tepore
delle coperte e la morbidezza del letto. Se solo avesse chiuso la porta la sera
prima, ora sarebbe sotto le coperte. “ Ma quel pazzo sarebbe entrato dalla
finestra” pensò.
I piedi
alzavano una nuvola di polvere ad ogni passo. Una brezza tagliente si insinuava
nel colletto della giacca. Cercò la cerniera per chiudersela, ma non la trovo.
Si guardò intorno spaesato
- Ma che…?- disse con la voce ancora roca e impastata di sonno.
Poi fece scorrere la mano dove avrebbe dovuto trovarsi la cerniera. Non c’era
niente. Poi un lampo. Si passò la mano sulla schiena e sentì i familiari
dentelli della cerniera.
- Che
stupido!- disse sfilandosi la giacca. Nella fretta e insonnolito si era
infilato la giacca al contrario. Tirò su la zip. Con lo sguardo fisso nel vuoto
continuava ad avanzare, un passo incerto dopo l’altro finché all’orizzonte non
vide stagliarsi la sagoma del cancello del campo d’allenamento. Sospirò e
facendosi coraggio si avviò verso il maestoso e imponente cancello nero.
Dall’altra
parte del villaggio un altro ragazzo dormiva placidamente, avvolto dalle
braccia di Morfeo. Dalla finestra aperta filtrava un raggio di luce che
illuminava i capelli corvini del ragazzo di riflessi blu intenso. Il torace
nudo si alzava e abbassava regolarmente seguendo il suo respiro tranquillo. La
pelle diafana riluceva, carezzata dolcemente dai raggi del sole. All’improvviso
quella serenità fu interrotta dal suono insistente della sveglia. Sasuke, senza
aprire gli occhi, mosse lentamente un braccio. Spense la sveglia e con infinita
calma si mise seduto sul materasso. Sempre ad occhi chiusi si toccò la testa,
maledicendosi. Non avrebbe dovuto esagerare con l’alcol la sera prima. Ora
subiva gli effetti della sbornia. Si passò una mano tra i capelli e con l’altra
cercò a tentoni la confezione di aspirine. Ne ingurgitò una e subito il mondo
sembrò farsi leggermente meno confuso. Aprì gli occhi e si fissò i piedi.
Barcollando si alzò e si guardò allo specchio: aveva un aspetto orribile. Gli
occhi erano piccoli, le pupille irritate, le palpebre pesanti e bue grandi
borse livide sotto gli occhi. Si ispezionò il resto del corpo: la pelle
diafana, il fisico scultoreo e perfetto. Il suo sguardo scese suo boxer neri e
al rigonfiamento al quale nessuna donna sapeva dire di no. Distolse lo sguardo
e si vestì in fretta. Quella mattina aveva allenamento. Velocemente si diresse
al campo. In cielo le nuvole presagivano una brutto giornata.
Appena
entrato nel campo scorse la figura indistinta di Kakashi e quella ingobbita di
Naruto.
Più vicino a
lui c’erano Ino e Shikamaru che si stavano esercitando con la tecnica del
capovolgimento spirituale. Li salutò con un cenno della mano.
- Hai fatto
le ore piccole ieri sera vero?- chiese Ino maliziosa. I suoi lunghi capelli
biondi rilucevano alla pallida luce che filtrava oltre la coltre di nubi. In
passato era stata una di quelle ragazze che lo adulavano e il loro sogno
segreto ( mica tanto segreto lo sapeva tutto il villaggio ndSasuke)
era metter su famiglia con lui. Ora era felicemente fidanzata con Shikamaru, e
Sasuke sarebbe stato grato all’amico in eterno per avergli risparmiato quella
seccatura.
- Magari si
è dato da fare con quelle pollastrella!- sogghignò lo stratega dai capelli a
ciuffo d’ananas.
Sasuke
decisamente infastidito da quella conversazione, grugnì e li lasciò sghignazzare.
Nessuno al villaggio approvava il suo stile di vita da scapolo. Nonostante
fosse ancora un ragazzino, aveva compiuto quattordici anni da poco più di un
mese, tutte le sere era fisso in qualche pub a bere e a darsi alla pazza gioia
con le ragazze, spesso molto più grandi di lui. Era il suo modo per dimenticare
tutte le amarezze che la vita gli aveva riservato.
Dall’altra
parte del campo Naruto avvistò Sasuke. Guardò l’orologio e vide che l’amico era
in mostruoso ritardo.
- Maestro ma
le sembra giusto che lei mi è venuto a svegliare all’alba, tra l’altro neanche
in modo tanto cortese, e quel teme di Sasuke può tranquillamente fermarsi a
chiacchierare con quei due?- disse il biondo al maestro Kakashi. Ma questo era
troppo impegnato a leggere il “paradiso della pomiciata” per prestare ascolto
al suo allievo. Così Naruto cominciò a correre
verso Sasuke urlando come un pazzo.
Sasuke si
stava dirigendo tranquillamente verso di lui. Le nubi in cielo si contrassero.
Tra i due
c’erano poco più di centro metri. Cinquanta. Venti. Dieci. Uno. Ma Naruto
correva troppo veloce per fermarsi in tempo e Sasuke era immerso nei suoi
pensieri.
Shikamaru
rimproverando ad alta voce Ino per aver di nuovo sbagliato l’attacco. Lei
riprovò andando nuovamente a vuoto nel preciso istante in cui le teste Naruto e
Sasuke si diedero una sonora cozzata. Nello stesso istante in cielo esplose un
lampo che squarciò l’orizzonte. Cominciò a piovere e il mondo sembrò fermarsi.
Poi un dolore allucinante. Poi divenne tutto bianco e sia Naruto che Sasuke non
sentirono più nulla.