Libri > I diari della mezzanotte
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Autore: amimy    08/06/2010    2 recensioni
“No. Non è vero.” rispose immediatamente Rex, scuotendo la testa. “ Non è vero. Stai mentendo!”
“L’ho vista, Rex. Mi dispiace.” disse Jonathan, guardandolo negli occhi.
“No!”
Dess afferrò Rex per le spalle, tenendolo stretto. “Rex. Rex, calmati.”
Gli occhi di Rex lampeggiarono di disgusto e rabbia verso Jonathan. L’acrobata si sporse in avanti, ma Dess lo fermò con un’occhiataccia.
“Guardami. Rex,guardami. Devi stare calmo, d’accordo? Non vale la pena di fare sciocchezze. Prima ascolta il resto, ok?”
Il Vedente strinse i pugni, fremendo, ma annuì.
Genere: Drammatico, Sovrannaturale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo sesto – Missing

 

So get up!

Let’s start a riot, a riot!

Let’s start a riot! 

 

“Rex, cosa succede? Hai superato i limiti di velocità?” domandò Dess correndo verso di lui con Jonathan al seguito, ignorando l’inutile tentativo di un giovane ufficiale di polizia di fermarla.

Rex aveva la schiena appoggiata alla portiera della macchina, un’espressione indecifrabile sul viso. C’era un poliziotto accanto a lui, con un taccuino blu in mano e uno sguardo decisamente seccato.

“Ho passato un semaforo con il rosso, e dato che mi stavano già cercando hanno pensato bene che oltre il farmi la multa avrei potuto “fermarmi” per rispondere a qualche domanda.” Rispose Rex, lanciando un’occhiataccia all’agente.

“Come sarebbe che ti cercavano?”

“Madeleine è scomparsa, e a quanto pare qualche giorno fa i suoi vicini ci hanno sentiti litigare.”

“Direi che non è il caso di parlarne qui, e stiamo bloccando il traffico.” Intervenne il poliziotto. “Perché non ne discutiamo tutti in centrale con calma?”

Dess lo guardò come se fosse un grosso insetto schiacciato da una scarpa. “Non potete trattenerci!” protestò. “Non avete niente contro di noi, e non abbiamo fatto niente! Rex, avanti, paga la multa, che ce ne andiamo.”

“Signorina, sarebbe tutto più facile se collaboraste. Inoltre, il suo amico qui si è dimenticato di dire che oltre al semaforo stava guidando in stato di ebbrezza, quindi abbiamo tutto il diritto di trattenerlo.” “Rex!” esclamò Dess. L’agente la ignorò. “Mentre voi, non abbiamo certo intenzione di arrestarvi, penso solo che sarebbe più comodo per tutti se invece di stare qui in mezzo alla strada a dare spettacolo andassimo in centrale, dove potremmo parlare con calma di qualunque cosa vorrete.” Concluse il poliziotto, conciliante. Dess mantenne l’espressione disgustata, ma non ribattè. Jonathan le appoggiò una mano sulla spalla.

“Be’, è da un po’ che non mi faccio un giretto su una macchina della polizia, e queste devono essere molto più lussuoso di quelle di St Claire e dei suoi uomini. Ci sto.” Disse infine la Polimatematica.

Mezz’ora dopo, i tre Midnighters si trovavano in una stanza degli interrogatori della polizia, aspettando che arrivasse qualcuno. Rex guardò l’orologio, poi Jonathan e Dess. Il suo sguardo era più che eloquente, e la ragazza afferrò al volo. Mancavano sette minuti alla mezzanotte. Quando fosse scoccata, avrebbero giocato il tutto per tutto. Jonathan, ignaro di tutto, fissava lo specchio che stava loro davanti. Anche Dess alzò lo sguardo concentrandosi sul vetro, e ad un tratto alzò una mano e la agitò facendo “ciao ciao”.

“Cosa stai facendo?” domandò Jonathan, allibito.

“Saluto gli agenti che ci osservano dall’altro parte del vetro.” Rispose candidamente la Polimatematica.

L’Acrobata inarcò un sopracciglio. “Ma tu non guardi mai la televisione?” gli chiese Dess, seccata.

“Scusate per l’attesa.” Disse in quel momento il giovane agente che nel parco aveva protestato quando Dess e Jonathan si erano avvicinati. Attraversò a grandi passi la stanzetta, e si sedette con tranquillità teatrale su una sedia di fronte ai tre ragazzi.

“Ci interrogate insieme? Non volete vedere se le nostre versioni coincidono? Oh, ho capito. Date già per scontato che ci siamo messi d’accordo, quindi volete vedere chi crolla per primo.” Esclamò Dess tutto d’un fiato. Jonathan le lanciò un’occhiataccia. “Cosa fai? Cerchi di farci sbattere dentro?” mimò con le labbra.

La ragazza si strinse nelle spalle.

“Nessuno qui sospetta di voi, signorina. Siete qua soltanto per alcune domande di routine. Vogliamo trovare la vostra amica quanto lo volete voi, glielo assicuro.” Dess non replicò, e Jonathan tirò un sospiro di sollievo. Un contro era la Dess insofferente e piuttosto insolente che tutti conoscevano, ma una Dess che provocava così le autorità era un altro paio di maniche. Non era mai stata una campionessa di buon senso, ma … Prima non aveva voluto essere coinvolta e aveva pensato di tirarsi indietro, e aveva preferito rimanere neutrale sulla questione Jessica. E stava arrivando ad un livello di spacconeria ben esagerato persino per i suoi standard. Cosa le era successo in quegli anni?  Doveva esserle accaduto qualcosa, e qualcosa di grosso, pensò l’Acrobata.

“Tutto a posto, ragazzo?” gli chiese il poliziotto, guardandolo con un briciolo di sospetto. Jonathan costrinse se stesso a interrompere momentaneamente il flusso di pensieri, e a sembrare quanto meno sano di mente.

“Oh, sì, scusi agente. Cos’ha detto?”

“Le ho chiesto se anche lei conferma di conoscere Madeleine Hayes.”

“Sì.” Rispose Jonathan, guardandolo negli occhi.

“Quando è stata l’ultima volta che l’avete vista?”

“Circa dieci anni fa, agente.” Si affrettò a rispondere Dess. L’Acrobata le lanciò un’occhiata sbalordita, ma subito dopo si rese conto che effettivamente Madeleine era arrivata e se n’era andata da Tim’s entro l’ora Segreta, quindi se avessero detto che si erano visti quattro sere prima, non ci sarebbero stati testimoni, e la cosa sarebbe sembrata piuttosto sospetta. “Brava, Dess.” Pensò il ragazzo. Forse, dopotutto, si era sbagliato su Dess. Ora gli sembrava la stessa Dess di sempre, che interveniva al momento giusto per impedire che combinasse casini. Ma c’era una certa luce negli occhi della ragazza…

“Anche lei, signor Greene?”

“No. Io l’ho incontrata martedì, per la prima volta dopo, credo, circa sei anni”

“Per quale ragione?”

“Avevo saputo che Mad…la signora Hayes era in città, e visto che per quattro anni mi ero preso cura di lei durante la sua malattia, ho voluto passare a farle un saluto e vedere come stava.”

“Lei sapeva quale fosse la malattia della Signora Hayes?”

“Non esattamente, ma sapevo che era qualcosa di testa. Ma quando l’ho incontrata, mi è sembrata perfettamente sana.”

Dess trattenne a stento una risata, stringendo con forza le labbra.

“I vicini hanno detto di avervi sentiti litigare. È così?”

“Sì. Madeleine non ha voluto accettare il mio aiuto, e intendo aiuto finanziario, e abbiamo iniziato ad urlare. Mi dispiace, agente, so che non avrei dovuto. Ma è una vecchia amica di famiglia, e volevo davvero aiutarla, ma credo proprio di avere esagerato gridandole contro. Ma le assicuro che non c’è stato altro.”
“Ne è certo? Magari, mentre discutevate, lei si è fatto prendere dalla rabbia e…”

“Cosa sta insinuando?” sbottò la Polimatematica. “Rex non avrebbe mai fatto niente a Madeleine. Anzi, a nessuno.”

“Dess…” mormorò Jonathan. “Cosa? Oh, non ci credo. Tu sei d’accordo con questo pagliaccio! Tu credi che Rex abbia ammazzato Madeleine!” urlò la ragazza, alzandosi in piedi.

“Si calmi, signora, la prego. Nessuno ha mai voluto insinuare niente del genere, e non abbiamo prove che la signora Hayes sia morta. Come le ho detto, sono solo domande di routine per…”

“Oh, ma vada al diavolo!” sbraitò Dess. In quell’istante, i tre ragazzi avvertirono un fremito all’altezza della schiena e l’ondata di colore blu si riversò sul mondo, congelandolo. Il poliziotto si immobilizzò e impallidì, trasformandosi in un perfetto stoccafisso proprio davanti ai loro occhi.

“Andiamo.” Esclamò Dess. “E di corsa! L’ora blu non dura per sempre.” confermò Rex, alzandosi.

“Cosa state facendo?” chiese Jonathan, allibito. “Ce ne andiamo, Flyboy.”

“Ma non possiamo sparire così! Non possiamo scappare dalla polizia!” protestò Jonathan.

“E perché no? Nessuno ci può vedere.” Rispose Dess. “Forza!”

“Ma… e il poliziotto? Ci vedrà scomparire!” “Penseranno che abbia bevuto, o che ha un esaurimento nervoso.” Replicò Dess.

“Ma… e le telecamere?”

“Penseranno che ci sia stato un guasto nel sistema, o penseranno a qualche trucco, o magari che siamo stati rapiti dagli alieni. Non lo so, e non mi importa. Senti, Flyboy, se vuoi rimanere qui fallo pure. Ma noi ce ne andiamo. E poi, tutto questo è ridicolo. Sappiamo benissimo chi ha preso Madeleine, e se vuoi aiutarla davvero, stare qui non serve a niente.”

L’Acrobata la fissò. “Tu lo sai? Sai chi è stato?”

“Svegliati, Flyboy! Non ci arrivi? Sono stati gli Oscuri! Chi altri potrebbe essere stato? Vuoi farmi credere che qualcuno ha rapito una settantenne che non conosce nessuno in città e che non ha famigliari né, ne sono certa, denaro, e che guarda caso è una midnighter? E se vogliamo recuperarla, o non fare la sua stessa fine, non possiamo permetterci di finire in gattabuia!”

Jonathan guardò Rex, implorante. “Ha ragione lei, Jonathan. Direi che finire in prigione è l’ultima delle cose che ci conviene fare.”

“Ma possiamo parlare… spiegare…”

“Cosa, che dei mostri invisibili l’hanno rapita? L’alta quota deve averti dato alla testa, Flyboy.”

“E va bene.” concesse Jonathan, alzandosi. Dess armeggiò con la porta alle loro spalle, lottando per aprirla. “Ma questo cosa significa? Che dovremo…”

“Che dovremo sparire dalla circolazione. Sì.”

 “E dove andremo?” chiese Jonathan, iniziando a correre al seguito degli altri. Passarono davanti ad un gruppetto di stoccafissi, che fino a poco prima erano intenti a fissare qualcosa su degli schermi. Probabilmente il loro interrogatorio.

“Da una vecchia amica.” Rispose Dess, scambiando un’occhiata d’intesa con Rex ed ammiccando.

 

Frase all’inizio tratta da “Riot!”, dei Three Days Grace (amo quel gruppo *-*)

Piaciuta la versione fuori di testa di Dess? Io amo quella ragazza *-* so che magari ho esagerato un po’, ma tendo a distorcere un po’ i caratteri scrivendo xD poi quando devo scrivere dei personaggi dopo qualche anno è ancora peggio,perché mi immagino cento cambiamenti e novecento eventi traumatici che possono aver sconvolto tutto, quindi li rendo ancora più OOC di prima xD

Niente, vi lascio con il milionesimo dubbio, a chiedervi chi sia questa vecchia amica… (be’, in realtà è anche abbastanza facile da indovinare… pensate in quale città si trovano i midnighters… ), e con l’altro dubbio di come abbiano fatto i nostri amici oscuri a rapire Maddy.

Cooooomunque! Alchimista, sono felicissima che ti sia piaciuto il discorso di Dess! Sono d’accordo, Jonathan è indubbiamente un idiota (si vede che sto cercando di farlo apparire sempre più idiota? Non so, una volta ce l’avevo con Rex, ora sto cercando di diffamare Jonathan xD). Un grazie infinito per tutti i complimenti (ovviamente immeritati, ma sorvoliamo xD). E… perfidia? Io? Ma noooooo! *fischietta innocentemente anche se sa che non le crede nessuno* Comunque figurati per la ff su Vampirw Knight, era il minimo che potessi fare! Era così bella *-* Spero che tu scriva altro, su qualunque fandom; sei troppo brava, io ho bisogno di tue ff *-*

 

 

 

   
 
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