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Autore: Nami    19/11/2003    1 recensioni
Shank il rosso giunge con i suoi uomini su un'isola dove incontrerà una misteriosa ragazza molto affascinante e dalle capacità fisiche straordinarie. Da che cosa saranno dovute? E inoltre per quale motivo Shank vuole ritrovarla? Più avanti si scoprirà che tra i due non c'è molta differenza di età e quindi qualcosa potrebbe anche scaturire..
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 29: Il piccolo Rufy


SHANK: Posso?
Chiese Shank a Max aprendo la porta della cabina.
MAX: Certo! Questa cabina è tua!
SHANK: Ancora sbagli eh?
Max era seduta sotto le coperte appoggiata ad un ampio cuscino. Ormai erano passati due giorni dalla loro partenza e lentamente la ragazza si stava riprendendo sotto le cure premurose di Charlie.
SHANK: Questa è la NOSTRA cabina!
MAX: E’ vero.. scusa.. è che ho sempre vissuto da sola.. e .. ancora mi sembra incredibile di dividere tutto con te!
SHANK: E non ti fa piacere?
Le chiese dandole un bacio sulle labbra.
MAX: Mh! Certo che mi fa piacere! Mi rende felice! Sono felice!
SHANK: Anch’io lo sai?
Si sedette sul letto accanto a lei portandole un braccio intorno alla spalla.
CHARLIE: Permesso..ops.. ho interrotto qualcosa? Chiedo scusa capo.. ma Max deve prendere le sue pillole!
Esclamò il medico spalancando la porta della cabina entrando con un vassoio in mano sul quale c’erano un bicchiere d’acqua e una scatoletta di pillole.
MAX: Ma ormai non ce n’è più bisogno! Non sento più alcun dolore da più di ventiquattro ore!
Fece il punto Max.
CHARLIE: Ah.. il medico sono io.. non sai che solo perché il dolore scompare non significa che sia tornato tutto alla normalità? Se non le prendi più il dolore potrebbe ritornarti! E detto questo estrasse due pasticche dalla scatola e le diede a Max insieme al bicchiere.
SHANK: Già! Dovresti dare ascolto al dottore!
Disse sarcasticamente.
MAX: Beh, se lo dite voi..
E ingoiò le pillole bevendo un bel sorso d’acqua.
MAX: Senti Charlie,quand’è che potrò riprendere a camminare? Sono stanca di stare a letto!
CHARLIE: Mi rendo conto.. ma vedi, hai subito un intervento delicatissimo.. hai quasi rischiato la vita.. nel giro di qualche giorno potrai ricominciare a stare in piedi da sola ma ci vorrà un po’ prima che ti riprenda del tutto!
Osservò il medico.
CHARLIE: Ringrazia di essere viva e soprattutto di non esserti presa la pallottola nella spina dorsale.. avresti potuto rimanere paralizzata per il resto dei tuoi giorni!
E uscì dalla cabina con il vassoio.
SHANK: Sopportalo, non puoi fare altro..
MAX: Ma è sempre così?
SHANK: Si.. ma in fondo è bravo nel suo mestiere! Non avere fretta! Dai tempo al tempo! Non rischiare di peggiorare! Io non scappo mica sai.. sarei disposto a starmene con te chiuso qui dentro tutto il giorno..
Esclamò il rosso accarezzandole il viso.
MAX: Beh.. ora non esagerare.. non voglio costringerti a tanto! Mi basta sapere che sei qui pronto a proteggermi! E lo baciò sulla fronte. Certo.. non era tutto come si era immaginata. Pensava di vivere giornate sotto il sole divertendosi con i suoi amici, con il suo Shank, passando altre notti d’amore intenso con lui.. mentre ora era si salva e sulla loro nave dopo aver attraversato un pericolo dopo l’altro, ma si ritrovò ferma a letto tutto il giorno.. ma in fondo sapere di non avere più alcuna taglia sulla testa e di non dover più quindi dover nascondersi sotto un cappuccio e un paio di occhiali da sole, la rendeva felice. E poi, solo sentendo l’amore e l’affetto che Shank le trasmetteva la faceva sentire ancora più serena.
MAX: Va bene!
Gli rispose abbracciandolo.
SHANK: Dai, ti faccio portare qualcosa da mangiare, hai fame? MAX: Una fame da lupi!
Le diede un bacio sulla guancia prima di alzarsi e uscire dalla stanza per recarsi in cucina.
SHANK: Ehi Sam! (un altro nome che ho inventato n.d.a.)Prepara qualcosa di nutriente per la nostra Max!
Il cuoco, che era seduto a leggere una rivista si alzò esclamando..
SAM: Agli ordini capo!
E si recò ai fornelli accendendoli in un lampo.
SAM: Si sta riprendendo bene?
Domandò.
SHANK: Pare di si, basta che non la faccia ammalare tu di intossicazione!
Disse sfottendolo come era solito a fare con tutti i suoi uomini. SAM: EHI! IO CUCINO SEMPRE BENISSIMO CAPO! NON SI E’ MAI AMMALATO NESSUNO.. E POI MI RISULTA CHE TU TI SIA SEMPRE RIMPINZATO COME UN PORCO!
Sbraitò il cuoco innervosito.
SHANK: Calmati, scherzavo! Ha ha ha! Ancora non mi conosci dopo dieci anni?
SAM: E ti pareva! Mi prendi sempre in giro! E poi non si capisce mai quando scherzi o quando invece dici la verità! Chissà perché però con Max non scherzi mai! Non la sfotti mai!
Osservò infastidito mentre buttava il dato da cucina nella pentola.
SHANK: Solo qualche volta alla leggera! Bisogna essere garbati con le signore!
SAM: Si si.. lo fai solo perché sei stracotto di lei! La fissi sempre come un pesce lesso! Sembri un rincoglionito!
Shank come sempre la presa con umorismo e scoppiò a ridere uscendo dalla cucina. Vide tutti i suoi compagni divertirsi come bambini, la pace era tornata a regnare e quella sensazione di tranquillità e serenità lo faceva sentire a più di un metro da terra. Aveva sempre passato una simile pace in passato.. ma dopo quanto accaduto, la storia con Mihawk, il litigio con Max, Sandro.. dopo questi piccoli fatti sembrava essersi tutto risolto.. ma c’era ancora la tensione per la missione che tutti loro stavano per compiere.. poi c’è stato l’incidente in cui Max è stata coinvolta e in cui lui avrebbe potuto perderla per sempre.. ora sembrava che tutto ciò non ci fosse mai stato. Era tutto perfetto..la notte dormiva sogni tranquilli stringendo Max fra le sue braccia e il giorno si godeva delle giornate allegre e spensierate.. una vita da vero pirata dunque, navigando nella bella vita. Nulla avrebbe più potuto distruggerla.

Se ne stava appoggiata al parapetto con l’aria serale che si scontrava contro il suo viso. Il cielo era quasi completamente scuro e mentre in lontananza si intravedeva ancora la luce rossa del tramonto, in alto spiccavano già parecchie stelle luminose. Ormai mancava poco prima dell’arrivo all’isola Fusha, più o meno due o tre giorni. Stava bene. Sapeva che tutto era tornato alla normalità e che probabilmente le cose sarebbero migliorate. Non vedeva l’ora di giungere al villaggio Fusha per conoscere quel bambino chiamato Rufy al quale Shank era tanto affezionato. Voleva conoscere quella parte della sua vita e poterla condividere con lui.
SHANK: Ah, eccoti qui! Ti ho cercata per tutta la nave! Che stao facendo?
Uscì sul ponte indossando come sempre con il suo mantello nero.
MAX: Ascolto il suono delle onde!
Esclamò mentre il vento continuava a soffiare fra i suoi capelli che ondeggiavano liberi.
SHANK: Mi raccomando, non ti stancare troppo! Ti sei ripresa da poco!
Erano passate già tre settimane da quando erano salpati, tuttavia Max aveva ripreso a camminare normalmente solo tre giorni prima. Aveva avuto delle altre complicazioni, anche se non serie. Il dolore non si poteva ignorare e a camminare faceva non poca fatica. Ma ora sempreva tutto a posto. Charlie le aveva prestato le cure giuste nel modo giusto e ora tutto era sistemato.
SHANK: Sei sicura di stare bene Max?
MAX: Certo, te l’ho già detto! Non ti devi preoccupare! Ok?
Gli disse mentre gli accarezzava i capelli rossi.
SHANK: Va bene!
Le diede un dolce bacio sulla fronte.
SHANK: Ora c’è una cosa che vorrei chiederti..
MAX: Dimmi!
Gli rispose incuriosita da quell’esclamazione.
SHANK: Ecco.. tu sai cucire?
MAX: Cucire?
Si, ne era capace, ma non capiva cosa c’entrasse il saper rammendare.
SHANK: Vedi, io non so neanche da che parte cominciare, quanto agli altri.. beh.. figurati se sanno infilare un ago in un tessuto!
Max ridacchiò divertita mentre Shank ascoltava sorridendo il suono di quella sua dolce risata che gli piaceva da morire.
MAX: Comunque, si, so cucire e me la cavo anche bene! Ci tengo a farti sapere che cucivo già all’età di nove anni!
SHANK: Oh, lo so che sei indipendente da una vita! E non sai quanto questo mi renda sollevato.. perché.. c’è una cosa che dovresti cucirmi..
Da quando era fuggita dal suo villaggio aveva imparato a cavarsela da sola in tutto, ormai sapeva fare qualunque cosa. MAX: Cosa di preciso?
Gli domandò pronta a mettersi al lavoro sotto le stelle.
SHANK: Il mio mantello!
Esclamò mantenendo il suo solito sorriso. Max rimase per un attimo in silenzio a fissarlo.
MAX: Il mantello? Ma scusa.. a me sembra che sia tutto a posto..
Osservò Max. Shank si levò il mantello mostrandolo a Max. Infilò il dito nel buco che uscì dall’altra parte.
MAX: Oh.. ha ha ha! Scusami!
Si sentò in colpa la ragazza.
SHANK: Ma di cosa! Non è colpa tua se quel generale era uno svitato! Sai sono già tre settimane che questo buco mi da fastidio.. solo.. beh.. ora mi sono stufato! Non è bello da vedersi..
MAX: Ok, lascia fare a me! Te lo farò sparire in un attimo!
Shank teneva da un po’ ago e filo nel cassetto in cabina, accanto ale letto.. ma non aveva la minima voglia di mettersi a cucire come una donnina di casa.. anche perché prima di tutto come aveva detto non sapeva da che parte cominciare. Iniziò a rammendare il buco fatto dal proiettile illuminata solo dalla luce della nave che si rifletteva sul ponte addosso a loro. Quella situazione faceva sentire entrambi in uno stato strano. Sembravano il marito e la mogliettina premurosa che gli rammendava i vestiti.. ma in fondo ormai erano proprio una coppia a tutti gli effetti!
LUCKY: Ehi Zucchero! Vogliamo fare una bella partita a carte! Siamo io, Ben e Yasop! Vieni anche tu? Se non sbaglio mi devi la rivincita!
Esclamò uscendo urlando salla cucina.
MAX: Va bene! Finisco qui e arrivo!
LUCKY: Ok! Naturalmente capo sei invitato anche tu!
Il rosso aveva una gran voglia di prenderlo a pugni. Non solo aveva l’abitudine di interromperli sempre quando erano soli, ma da quando Max, da lui soprannominata Zucchero, non lo considerava pe niente.. ma anche prima non è che gli dedicasse molta attenzione.. che ci voleva fare? Lucky non era Lucky se non faceva lo strafottente con il cosciotto in bocca.
MAX: Tieni!
SHANK: Eh?
MAX: Ho finito! Così dovrebbe andare bene no?
Gli restituì il mantello. Il buco era stato del tutto chiuso, era tornato il maestoso “nero mantello perfetto di Shank il rosso”. SHANK: Grazie piccola! Sei un tesoro!
Gli sorrise prendendolo per mano e recandosi in cucina pronta a fare una bella sfida a carte.
LUCKY: Ah, eccovi! Io sono pronto ma ti avverto! Questa volta non mi batti! Vero Ben? Facciamogli vedere chi siamo! BEN: Ok!
Venti minuti dopo..
MAX: VINTO!
Gridò buttando sul tavolo le carte vincenti. Shank che sembrava quello messo nella situazione peggiore, scoppiò in una fragorosa risata notando la faccia sconfitta di Lucky e quella senza parole di Ben.
BEN: Siete deglle schiappe ragazzi!
Esclamò senza smettere di ridere.
LUCKY: Chiusi il becco capo! E poi senti da che pulpito… conta le carte che hai in mano e morditi la lingua!
Shank in tutta risposta gli fece la linguaccia divertito come un bambino.
LUCKY: Uffa però! Non vale! C’è un trucco, lo so! Non puoi vincere sempre!
MAX: Ha ha ha! Rassegnatevi ragazzi!
Eh si. Era tutto tornato come prima. Quella solita aria di divertimento e solidarietà... ogni cosa si era risistemata alla perfezione.

Tre giorni dopo..

SHANK: Insomma Max! Che stai combinando? Sbrigati! Guarda che non devi andare a una sfilata di moda!
Esclamò fissando la donna ancora in camicia da notte che fissava la massa di vestiti buttati sul letto pensierosa sul quale scegliere.
MAX: Lo so, ma ci tengo a fare bella figura con i tuoi amici!
SHANK: Suvvia amore! Sei perfetta così come sei! Mettiti una cosa qualunque e basta! Sii te stessa! Vedrai! Impazziranno tutti per te!
Le si avvicinò circondandole la vita con le braccia baciandola sullo zigomo. Le piaceva sentire il tocco delle sue labbra, insieme a quello del suo pizzetto che le punzecchiava la pelle.
MAX: Dici?
Gli domandò ancora non molto convinta.
SHANK: Si! Avanti, vestiti in fretta che fra poco si scende!
E uscì dalla cabina mentre Max optò per un paio si pantaloni a pinocchietto, aderenti, neri che arrivavano fino al ginocchio e una canotta senza maniche verde, per finire un paio di stivaletti dello stesso colore dei pantaloni. Risistemò in fretta e furia il resto del guardaroba e uscì sul ponte raggiungendo gli altri. L’isola era sotto il loro naso e lì sotto, al porto ad accoglierli c’erano un sacco di persone eccitate che urlavano salutandoli.
MAX: Oh..
Ebbe l’istinto di indietreggiare. Le venne in mente che aveva una taglia una volta e che sicuramente tutti quanti la avrebbero riconosciuta.. e una ex ricercata.. non era certo una persona da lodare. Prima era così felice di conoscere tutta quella gente.. ora era nervosa per non dire spaventata.
SHANK: Cosa c’è?
La notò stranamente in preda al panico.
MAX: Niente!
Rispose immediatamente con gli occhi spalancati che la tradirono.
SHANK: Su, non hai nulla di cui preoccuparti!
MAX: Sicuro?
SHANK: Si, fidati di me!
La strinse a se per tranquillizzarla ordinando ai suoi di gettare l’ancora. Immediatamente tutti si buttarono giù dalla nave andando a salutare i loro amici. Rimasero solo loro due a bordo.
SHANK: Beh? Hai intenzione di startene qui tutto il giorno?
MAX: No no.. andiamo!
Disse rimanendo immobile.
SHANK: Andiamo!
Le diede una spinta convincendola a scendere lungo la scaletta di corda scendendo a sua volta.
Quando il rosso toccò terra tutti si precipitarono da lui a stringergli la mano e dandogli pacche sulla schiena amichevolmente. Erano così tanti e così presi da lui che Max venne letteralmente sommersa dalla massa. Solo Shank la aiutò ad uscire da sotto la gente.
MAX: Ahi!
A momenti la calpestavano ma per fortuna Shank la prese appena in tempo. Solo quando la strinse nuovamente a se tutti la notarono.
UOMO: Scusa Shank, ma chi è questa donna? Mi pare di averla già vista!
Intervenne uno del gruppo.
UOMO: Si, mi ricordo di lei! E’ la ex ricercata! Sbaglio?
A quella frase Max sorrise agitata. Temeva di essere allontanata da tutti ancor prima di aver fatto conoscienza con loro. Ma a sorpresa gli sguardi che ricevette furono solo di ammirazione in quanto al loro villaggio era giunta la notizia del suo nobile e eroico gesto.
UOMO: Non sapevo fosse con te! Come fai a conoscerla?
Chiese un altro del gruppo.
SHANK: Beh! E’ la mia ragazza!
Esclamò tranquillamente lui.
Ci fu un attimo di silenzio, la causa forse era lo stupore. Poi ci fu un esplosione di fischi e di applausi di congratulazione.
MAX: Piacere di conoscervi! Io sono Max!
E tutti si gettarono da lei, uomini, donne, bambini a stringerle la mano emozionati di avere una simile eroina davanti agli occhi. Si sentiva sollevata. Aveva temuto il peggio ancora una volta, ma si era risolto tutto per il meglio. Shank aveva ragione. Tutti la adoravano. Quest’ultimo incrociò le braccia al petto sorridendo osservando la scena. Per un attimo anche lui aveva tamuto che Max potesse essere allontanata a causa della taglia ma ora si sentiva orgoglioso. Quella donna che veniva considerata una paladina era sua e ciò lo rendeva ancora più fiero. Poi improvvisamente la voce di un bambino risuonò in mezzo a tutta quella folla.
RUFY: SHAAAAANK!
Gridò il nome del suo pirata. Catturata da quella simpatica vocina Max riposò l’attenzione sul suo uomo che prese in braccio un bambino dai capelli castani con una cicatrice sotto l’occhio sinistro, aveva all’incirca sette anni. Doveva essere il piccolo Rufy, se lo ricordava dalla foto. Dunque era lui il bambino che Shank amava a tal punto da considerarlo come un figlio.
SHANK: Allora Rufy! Ti sono mancato?
Gli chiese rimettendolo giù passandogli una mano fra i capelli. RUFY: Si! Non vedevo l’ora di rivederti! Allora, quale avventura mi racconti?
Raccolse il cappello di paglia che Shank indossava nella foto, e che aveva regalato a Rufy. Gli era caduto saltando in braccio al suo amico.
SHANK: Beh, non saprei proprio da dove cominciare.. ma prima vorrei presentarti una persona!
Era chino davanti a lui e posò lo sguardo su Max che sorrideva nel vedere quanto quei due fossero uniti.
RUFY: Chi è?
Domandò curioso. Il rosso avvicinò Rufy ancora più a sé e gli sussurrò qualcosa nell’orecchio.
SHANK: E’ la mia fidanzata! Lo sai?
Rufy rimase sorpreso, esattamente come tutti i suoi concittadini, ma poi mostrò un largo sorriso.
RUFY: Davvero? Wow!
SHANK: E c’è dell’altro!
Gli bisbigliò qualcos’altro nell’orcchio che però risultò incomprensibile agli altri, Max compresa.
RUFY: Eeeh? Sei tu quella di cui si parlava tanto? Evviva! Non posso crederci che bello!
Si avvicinò alla giovane correndo che si chinò per guardarlo dritto in quei suoi occhioni dolci.
MAX: Ciao piccolo! Ti chiami Rufy, giusto?
Il bambino annuì.
RUFY: E’ vero che hai salvato un’isola?
Le domandò euforico con un grosso sorriso. In quel momento si accorse che lui e Shank si somigliavano moltissimo. Avevano lo stesso sorriso, gli stessi occhi dolci, lo stesso carattere allegro. Sembravano davvero padre e figlio.
MAX: Si è vero!
Rispose lei.
RUFY: Urrà! Un’eroina! Un’eroina pirata! Che bello! Che bello! E’ vero che sei la sua morosa?
Proseguì nell’interrogatorio.
MAX: Si, è vero anche questo!
Quanto era bella la sua Max. Sembrava molto più serena in quel momento constatò Shank.
RUFY: Che bello! Che emozione! Mi racconti come sei riuscita a salvare quell’isola? Voglio conoscere le tue avventure!
Max annuì portando lo sguardo su Shank.
SHANK: Te l’avevo detto! E’ un bambino molto allegro! Adora i pirati, lo sai no?
MAX: Si!
Rufy la fissò in silenzio senza però cancellare il suo dolce sorriso dal viso.
MAX: Che cosa c’è?
Gli chiese curiosa.
RUFY: Caspita! Shank è proprio bravo nelle scelte! Tu sei proprio bella!
Le rispose il bambino mettendo Max in imbarazzo.
MAX: Oh.. grazie! Anche tu sei proprio un bel bambino lo sai?
La prese per mano tirandola felice.
RUFY: Dai, andiamo alla locanda! Makino preparerà un buon banchetto!
MAX: Chi?
In fondo, staccati dal gruppo, c’erano un vecchio e una ragazza. Lei era piuttosto affascinante. Aveva gli occhi scuri, i capelli raccolti sotto una larga bandana lasciando solo sue ciuffi fuori da essa. Portava un vestito con una lunga gonna cche arrivava fino alle caviglie, era senza maniche e sotto indossava una camicia a maniche lunghe, arancione con delle righe. Il vecchio invece aveva un bastone per sostenersi. Portava un paio si occhiali e aveva sue grossi baffoni.
SINDACO: Ben tornato pirata!
Lo salutò cordialmente lui. Shank e Max, tirata da Rufy, giunsero d’innanzi a loro.
SHANK: Felice di rivederla sindaco! Makino, ti trovo in gran forma!
MAKINO: Grazie!
Arrossì leggermente.
SHANK: Voglio presentarvi Max!
MAX: Piacere di conoscervi!
Strinse la mano al sindaco.
SINDACO: Benvenuta al nostro villaggio!
Le rispose sorridendo.
SHANK: Lei è Makino! Makino, lei è Max, la mia ragazza.
MAX: Molto lieta!
Makino disse solò “Piacere!” afferrandole la mano ma non sembrava molto contenta di fare la sua conoscienza. Si, sorrise, ma sembrava quasi infastidita e questo Max lo notò molto bene.. solo lei..
SHANK: Stiamo morendo di fame, non abbiamo ancora fatto colazione! Mi raccomando, preparaci come ha detto Rufy un bel banchetto Makino!
MAKINO: Lascia fare a me!
Si rimboccò le maniche tornando alla locanda. Nel frattempo Rufy aveva ripreso la mano di Max. Ormai si era attaccato a lei, la vedeva come una mamma, Shank era un padre per lui quindi loro tre sembravano una famigliola felice.
RUFY: Allora Shank! Intendi prendermi in giro anche stavolta?
Il pirata posò una mano sul suo capo scompigliandogli i capelli, l’altra la posò sul proprio fianco destro.
SHANK: Certo che si moccioso! Prenderti in giro è il mio divertimento preferito! Dovrei rinunciarci?
Lo fissò con sguardo malizioso.
RUFY: Uffa! Sei cattivo però!
Shank gli fece la linguaccia.
RUFY: Antipatico!
Fece lo stesso.
Stavano proprio bene insieme. Erano davvero carini. E poi Rufy era un bambino così adorabile.. Max rimase molto colpita da lui.. innanzitutto dall’incredibile somiglianza con Shank.. e poi dal il suo carattere allegro, un bambino gioioso insomma. Se un giorno avesse avuto un figlio, le sarebbe piaciuto averne uno come il piccolo Rufy.
  
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