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Autore: amimy    12/06/2010    3 recensioni
“No. Non è vero.” rispose immediatamente Rex, scuotendo la testa. “ Non è vero. Stai mentendo!”
“L’ho vista, Rex. Mi dispiace.” disse Jonathan, guardandolo negli occhi.
“No!”
Dess afferrò Rex per le spalle, tenendolo stretto. “Rex. Rex, calmati.”
Gli occhi di Rex lampeggiarono di disgusto e rabbia verso Jonathan. L’acrobata si sporse in avanti, ma Dess lo fermò con un’occhiataccia.
“Guardami. Rex,guardami. Devi stare calmo, d’accordo? Non vale la pena di fare sciocchezze. Prima ascolta il resto, ok?”
Il Vedente strinse i pugni, fremendo, ma annuì.
Genere: Drammatico, Sovrannaturale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo Settimo – Away, far away, to understand the truth

And I'd give it all away
Just to have somewhere to go to
Give it all away
To have someone to come home to

 

La corsa fino al parco fu tremendamente faticosa. Rex continuava ad urlare di sbrigarsi, ma le gambe di Dess non erano forti come le loro. Rex sembrava essersi allenato per la maratona, e dopotutto le gambe di Jonathan erano state forgiate da decenni di salti nell’ora blu, quindi in linea di massima l’unica davvero fuori forma era lei. Ma non aprì mai la bocca per lamentarsi. Non avrebbe dato a Flyboy una tale soddisfazione. Mai.

“Qualcuno mi spiega perché siamo venuti al parco?” domandò ad un tratto l’Acrobata, mentre scavalcavano la recinzione umida, sporcandosi di ruggine gli abiti e le mani. I custodi del parco avevano la brutta abitudine di chiudere il cancello poco prima della mezzanotte, quindi a loro toccava prendere l’entrata secondaria.

Dess atterrò con grazia, piegando le ginocchia. Finalmente, qualcosa in cui se la cavava. Jonathan si fermò accanto a lei e, anche se con qualche difficoltà in più, anche Rex li raggiunse.

“Non avevamo appuntamento con Jessica qui? Siamo venuti per lei, Flyboy. Solo che non la vedo” Gli rispose la Polimatematica, scrutando nella penombra blu alla ricerca della Portalefiamme. Ebbe un brivido. E se gli Oscuri avessero improvvisamente deciso che le Portalefiamme erano più gustose delle Telepati come spuntino notturno?

“Ragazzi! Sono qui! Dov’eravate finiti?” esclamò in quel momento la voce di Jessica, mentre la ragazza spuntava alla loro destra.

“Abbiamo avuto un contrattempo.” Disse tranquillamente Dess.

“Un contrattempo? Siamo praticamente stati arrestati!” sbottò Jonathan, pentendosene immediatamente. Si stava comportando come un ragazzino, e per di più uno guastafeste. Non era sempre stato lui quello che amava divertirsi e non disdegnava qualche rischio? Cosa gli era successo?

“Arrestati? Di cosa parli?” domandò Jessica, stupefatta. “Madeleine è scomparsa. Con tutta probabilità, rapita dagli Oscuri. Volevano interrogarci, e noi siamo scappati dalla stazione di polizia.” Rispose pacatamente Rex.

Jessica lo fissò a bocca aperta. “Hai trovato l’indirizzo che ti avevo chiesto?” le domandò il Vedente, dopo un attimo di riflessione.

“Sì, ma… era per questo? Cioè, tu sapevi che sarebbe successo? Sapevi che avreste dovuto nascondervi dalla polizia? Ma è assurdo…”

“No, cioè, non del tutto. Ma sapendo che gli Oscuri erano tornati…non volevo sottovalutarli un’altra volta, quindi ho preferito prepararci un nascondiglio, nell’eventualità che ne avessimo avuto bisogno.”

 “Di che diavolo stai parlando?” domandò Jonathan, dondolandosi sui piedi. Si sentiva a disagio. Tagliato fuori, ancora una volta. Era esasperante. 

Jessica gli appoggiò una mano sulla spalla. Era preoccupata e dispiaciuta per lui, ma non sapeva cosa fare. Un tempo, avrebbe intrecciato le dita alle sue e avrebbero fatto un bel salto per rilassarsi, ma i tempi in cui volavano insieme erano finiti da più di un anno, quando lui l’aveva lasciata…

“Faremmo meglio ad incamminarci, adesso.” Suggerì dolcemente la Portalefiamme. Jonathan guardò prima lei e poi Rex, come se fosse sul punto di esplodere. Incamminarci per dove?, aveva voglia di urlare. Perché lì sembrava essere l’unico a non sapere nulla? Aveva organizzato lui la riunione lì a Los Angeles dei Midnighters, e adesso era quello che veniva tagliato fuori più di tutti. Non era giusto. Se non fosse stato per lui, loro non si sarebbero mai ritrovati e non avrebbero scoperto il ritorno degli Oscuri. Era così che lo ringraziavano? Escludendolo da tutto? Trattandolo come un idiota?

“Andiamo da Costanza, Jonathan. Costanza Grayfoot. O meglio, voi ci andate.” Gli spiegò gentilmente Jessica. Jonathan guardò confusamente gli altri due midnghters per un attimo, prima di riuscire ad associare il nome ad un volto. Quando ci riuscì, avrebbe voluto darsi uno schiaffo da solo. Costanza Grayfoot! Come aveva potuto dimenticarsela per un solo secondo? I Grayfoot, anche se non lei direttamente, era qualcosa di cui era impossibile dimenticarsi.

“E’ ancora a Los Angeles? Credevo che quando avrebbe coperto che non c’era nessuna audizione, sarebbe tornata a Bixby…” disse l’Acrobata.

“A quanto pare, nonno Grayfoot l’ha convinta a rimanere qui.”

“E’ vero, nonno Grayfoot! Me n'ero dimenticata!” esclamò Dess. “Rex, sei ammattito? Vuoi consegnarci tutti nelle sue mani?”

“E’ morto.” Rispose bruscamente il Vedente. “Diversi anni fa. È stato un importante magnante del petrolio, il suo necrologio prendeva metà pagina del giornale. Grazie per la fiducia che avete in me, ragazzi."

***

L’appartamento di Costanza era enorme e profumava di buono e di soldi. I mobili erano pezzi di lusso, così come i tendaggi e gli oggetti e le decorazioni che sembravano tutti urlare “le persone normali non possono permettersi di acquistarmi.”

“Wow.” Esclamò Dess.

“Ragazzi!” trillò una voce davanti a loro in quel momento. Dal vivo, Costanza sembrava ancora più sovreccitata di quando l’avevano sentita al citofono. Dess storse il naso mentre la ragazza la abbracciava. Non era che Costanza e lei fossero state quel che si dice due amiche del cuore, anzi.

Ma dopotutto la ragazza si era mostrata disponibile ad ospitarli senza creare problemi, quando si erano presentati davanti al suo appartamento alle due di mattina.

“Ancora non ci posso credere.” Esclamò Costanza, mentre faceva loro segno di accomodarsi sul divano. I lunghi capelli scuri erano stati tagliati in un caschetto pratico, ma i vestiti all’ultima moda rivelavano che non era poi molto diversa dalla cheerleader che avevano visto partire per Los Angeles dieci anni prima. Cheerleader si nasce, cheerleader si rimane, pensò Dess.

“Voglio dire, voi siete una specie di… supereroi moderni, no? Cioè, con i poteri speciali e tutto il resto. È fantastico!” disse.

“Ma dovevi proprio dirglielo? Be’, almeno non ha intenzione di farci fuori, come qualcun altro della sua famiglia…” sussurrò Dess a Rex. Il Vedente annuì, e fece per parlare, ma Costanza lo anticipò.

“Guarda che so tutto da tempo.  Non è stato lui a dirmelo.”

Dess e Jonathan fissarono il Vedente. “Stavo cercando di dirvelo. Costanza lo ha saputo da suo nonno poco dopo essersi trasferita qui.”

Costanza annuì.

“E tu come lo sai?” chiese la Polimatematica. “Perchè ha parlato con me per telefono ieri sera. Vero, Rex?”

Lui le sorrise, ed annuì.  A Dess si rivoltò lo stomaco. Perché mai Rex stava sorridendo a Costanza come un ebete? Per favore, pensò la Polimatematica, fa che Rex debba solo smaltire del tutto la sbornia. Ti prego, fa che non abbia una cotta per questa qui. Quella pseudo cheerleader era  persino peggio della Regina delle stronze. Diecimila volte peggio.

***

“Rex! Rex!” lo chiamò Dess, scuotendolo. Dormivano nel salotto di Costanza, ognuno su uno dei suoi tre divani.

Rex spalancò gli occhi, di colpo, e si tirò a sedere. Aveva la fronte imperlata di sudore, e a Dess sembrò più caldo del solito.

“Co..cosa succe…succede?” domandò Rex, sbadigliando. “Stai bene?” chiese Dess. “Stavi urlando.”

“Davvero?” chiese Rex, sentendo un brivido attraverso la schiena. Dess gli si sedette accanto. “Gridavi il nome di Melissa. E parlavi di qualcosa che stava arrivando, e dicevi di sapere di cosa si trattava. Che lei te lo aveva rivelato. Non so di chi parlassi.” La Polimatematica gli si avvicinò, scrutandolo con una punta di sospetto negli occhi. “Cosa succede, Rex? Cosa sai?”

“Dirti che erano solo parole senza senso dovuto alla tensione non funzionerebbe, vero?” sospirò.

“No.” Rispose Dess. Lui lanciò un’occhiata a Jonathan, che stava ancora dormendo. Il ragazzo doveva avere il sonno pesante.

“D’accordo. Non so tutto, però. Ma quando ci siamo incontrati…Madeleine a parlato di qualcosa che sta arrivando, anzi, tornando. Credo di sapere di cosa si tratta. Anzi, ne sono quasi certo.” Si interruppe, avvicinandosi di più a Dess. La ragazza teneva gli occhi incollati ai suoi, ipnotizzata. “Samhain… la lunga mezzanotte. Sta tornando. Ma stavolta per sempre. Gli Oscuri si sono allenati per resistere alle armi umane, e ce l’hanno fatta: sono nati nuovi individui, probabilmente quelli che ha visto Jonathan, in grado di sopportare il metallo e il numero tredici. C’è stata una sorta di evoluzione, e gli altri, quelli più deboli, sono morti. Processi che avrebbero richiesto milioni di anni per le altre creature, avvenuti in meno di un decennio...è sbalorditivo. E adesso, progettano un nuovo Samhain. Che però non durerà  solo un giorno, ma, se ce la fanno, durerà per sempre. Scorte illimitate di umani, all'infinito. E c’è della’altro. Hanno degli alleati, alleati umani. E non parlo di una manciata di fanatici come i Grayfoot. Parlo di persone importanti. Persone al potere, che hanno scopi molto più subdoli. Persone addirittura all’interno del governo degli Stati Uniti.”

 

 

 

Io amo mettere complotti nelle mie fics *______* non so se l’avevate capito, ma secondo me una bella cospirazione ci sta sempre bene ù.ù… Ok, chiusa parentesi folle.  Allora…i nodi iniziano a venire al pettine. Questo non vuol dire che le cose si stiano risolvendo, al contrario, ma almeno qualche mistero è stato svelato. Ma, e qui viene il ma, scommettiamo che trovo il modo di incasinare ancora di più, attraverso le cose che sembrano essersi risolte, la situazione? Perchè ho in mente una trama talmente contorta che non potrebbe essere altrimenti...

Quindi… quali sono le vostre conclusioni, considerando quello che sappiamo?

Comunque, ragazze, don’t worry: anche per me questi ultimi giorni di scuola sono stati stressanti all’inverosimile e mi hanno portato via secoli, senza contare che oggi è finita, ma tra due giorni io ho pure gli esami… noooo! Quindi cercherò di postare appena posso, ma dovrò anche studiare quindi forse sarò un po’ più lenta…

Uhm, in questo capitolo Jonathan rimane un idiota, stimo Dess sempre di più, e continua a non saltare fuori niente su Maddy e Mel. In sostanza, credo di aver capito solo che fosse la loro “vecchia amica” e in parte (sottolineo in parte) quello che gli oscuri stanno combinando. Spero che non vi sia sembrato troppo banale, sia come capitolo sia come idea. Ho il cervellino fuso, essere creativa è praticamente impossibile.

 Ç____________________ç dovrete abituarvi a citazioni tratte da canzoni diverse dalle solite all’inizio dei miei capitoli: i miei genitori dicono che la "musica depressa che ascolto” (parole loro per descrivere Breaking Benjamin e Three Days Grace..grr...) mi mette di cattivo umore, quindi me l’hanno proibita ç___ç posso ascoltare solo (orribili) canzoni allegre sigh. E prima o poi, queste canzoni si infiltreranno nei miei capitoli.... abbiatene paura. Per ora, però, non ho ancora dimenticato tutte le belle canzoni, come quella all'inizio del capitolo, "My December" dei Linkin Park. Scusate per lo sfogo, solo...come si fa a proibire a una di asocltare il genere di musica che preferisce? E' inconcepibile.

Comunque... sono contenta che la mia storia continui a piacervi, e sono contenta che vi piaccia la mia Dess ^^ E che Jonathan non sembri un idiota solo a me (ma per forza, lo sto facendo comprotare da idiota apposta...)... ahah davvero poveretti voi lettori, mi sa che che continuerò a non farvi capire niente ancora per un bel po'...

 

   
 
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