Crossover
Segui la storia  |       
Autore: Robotech90    15/06/2010    1 recensioni
Quante persone amano i libri fantasy? Quanti ragazzi passano intere giornate leggendo storie ambientate in mondi fantastici? E se questi ragazzi si trovassero un giorno ad affrontare le loro fantasie?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Film, Libri
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Scontro con la Paura

 

Mentre i Nazgul volteggiavano sopra Osghiliat, Mark prese coraggio e urlò:

“Tutti ai vostri posti, dobbiamo resistere fino all’ordine di Aragorn”

Il Cavaliere uscì allo scoperto e , con un balzo , montò su Zarthan. Mentre si legava con le cinghie, il ragazzo si rivolse a Faramir:

“Io e Arnold ci occuperemo di loro- e indicò il cielo- Tu fa in modo di respingere l’attacco di terra”

Il Capitano di Gondor annuì e cerco di mettere ordine tra le fila degli Uomini che tremavano alla vista dei Cavalieri Neri e al suono del loro verso disumano. Baldir camminava tra la folla nel tentativo di riportare i guerrieri alla ragione:

“Non fuggite, uomini. Non fuggite- gridava- Seguitemi sulle mura, non facciamoli entrare”

Alcuni uomini, forse i più coraggiosi, obbedirono immediatamente agli ordini e si diressero ai bastioni con le lame sguainate, mentre altri, titubanti, continuavano ad osservare il cielo, tenendo gli scudi sopra la testa: la paura per quelle creature era paralizzante, forse era su questo fattore che contavano Sauron e Galbatorix.

Faramir salì sulle mura, mentre Mark e Arnold spiccavano il volo, e vide un enorme esercito. C’erano migliaia di Orchi, soldati Imperiali, centinaia di Troll e macchine d’assedio. Eomer seguiva la scena al fianco del Capitano di Gondor e strabuzzò gli occhi:

“Da dove arriva questa moltitudine di nemici? Sembravano molti di meno quando li abbiamo avvistati nell’Ovestfalda”

Faramir respirava affannosamente e portava lo sguardo da un estremo all’altro dell’esercito avversario:

“Forse il Re di Alagaesia ha usato un altro dei suoi incantesimi per ingannarvi sul numero degli avversari….è stato molto scaltro, non c’è che dire”- rise poi l’uomo, con disgusto.

Alla testa delle truppe di Mordor, Faramir notò un ragazzo dalle sembianze feline con un piccolo essere blu sulla spalla destra:

“E quello cos’è?”- chiese Eomer indicando la creatura blu.

“Non ne ho idea, ma faremo meglio a stare attenti”

In quel momento, una catapulta venne azionata e il proiettile colpì in pieno un gruppo di soldati che stava correndo lungo le mura, facendoli cadere al suolo. Faramir incoccò l’arco e urlò:

“Avanti uomini, difendiamo Osghiliat”- le sue parole furono seguite da grida di battaglia e passi di soldati che correvano sulle mura per tentare di arrestare la marea di nemici.

 

 

Mark era in cielo, con la spada levata e si guardava intorno, in cerca degli avversari. Arnold si trovava al suo fianco e incoccò una freccia nel suo arco, attendendo in silenzio.

Improvvisamente, i due videro le tre nere figure alate dei Nazgul che si dirigevano contro di loro e si separarono, per evitare di essere colpiti. I Cavalieri Neri emisero il loro stridulo verso e Mark fece di tutto per rimanere in sella a Zarthan; mentre si manteneva, però, non si accorse che uno dei Nazgul si era lanciato contro di lui e fece appena in tempo a schivare il colpo di spada diretto alla sua testa. Arnold e un nemico volteggiavano in cerchio e il Cavaliere scagliò un dardo che si conficcò nella zampa sinistra della grottesca cavalcatura del suo avversario. Mark parò un fendente e cercò a sua volta di colpire il Nazgul, ma le creature erano troppo veloci ed erano particolarmente abili nel volare:

“Maledizione- esclamò il ragazzo, vedendo che ogni volta non riusciva a colpire il nemico- Sono troppo veloci”

“Le mie fiamme non hanno effetto su di loro- aggiunse Zarthan- Ma le mie zanne sì”- il drago si scagliò con forza su una delle cavalcature dei Nazgul e gli diede un morso ad una spalla, facendo gridare di dolore l’essere. Mark dovette rimanere fermo sulla sella, ma, facendosi coraggio, si tolse le cinghie e balzò sulla schiena dell’orrenda creatura nemica. Il ragazzo si tenne in equilibrio, ma una corrente di vento lo fece scivolare e Mark si aggrappò ad una delle punte di quel mostro per non cadere nel vuoto.

“Che cosa hai intenzione di fare,Mark? Sei impazzito?”- urlarono all’unisono Arnold e Zarthan. L’altro Cavaliere era inseguito dai due nemici rimasti e scagliava dardi all’indietro nel tentativo di colpirli. Mark non rispose e si issò sul dorso della creatura, mentre Zarthan continuava a lottarvi. Il Cavaliere Nero notò la sua presenza e menò un fendente che gli colpì di striscio la spalla, Mark gridò e si tenne l’arto,ma poi, in un impeto di coraggio ( o di pazzia ,pensò il ragazzo) si lanciò sul Cavaliere Nero e i due caddero nel vuoto avvinghiati l’uno all’altro. Mentre precipitavano, l’aria sferzava i capelli di Mark che vedeva il terreno avvicinarsi sempre di più. Il Nazgul lo afferrò per un braccio e glielo strinse forte, quasi spezzandogli le ossa. Mark urlò “THRYSTA VINDR” e una potente forza invisibile separò i due, spedendo l’avversario ancora più in basso. Il ragazzo non fece in tempo ad esultare che vide il suolo molto vicino e urlò spaventato. Fulmineo come un razzo, Zarthan apparve dalle nuvole e lo afferrò al volo, tenendolo per un lembo di stoffa:

“Sei un temerario”- lo rimproverò il drago e lo fece montare di nuovo in groppa.

“Credi che sia morto?”- chiese il Cavaliere osservando in basso.

“No, non credo”- rispose il drago.

Mark si ricordò di Arnold e lo cercò con lo sguardo, scrutando il cielo. Non vi era traccia dell’altro Cavaliere, ma, ogni tanto, si sentivano i clangori di un duello e i sibili irati dei Nazgul. Da una nuvola sbucò Razar che aveva una vistosa ferita al fianco destro e subito, alle sue spalle, comparvero gli altri due Cavalieri Neri che agitavano le spade e stridevano con i loro versi inumani. Mark contattò l’amico:

“Arnold, sei ferito?”

“Sì, mi hanno quasi reciso un braccio. Dobbiamo atterrare, non siamo ancora esperti dei combattimenti aerei…loro lo sono molto di più”- rispose il Cavaliere e Mark notò che aveva una voce davvero sofferente, come non l’aveva mai sentita.

Il ragazzo prese le redini di Zarthan e lo guidò verso Osghiliat, dove l’assedio stava proseguendo. Alcune scale erano state nuovamente appoggiate alle mura e molti tratti di queste ultime erano ridotte ad un colabrodo. Dalla sua posizione, il Cavaliere vide Faramir ed Eomer che combattevano sui bastioni, mentre Baldir stava chiamando a raccolta altri uomini. Essendosi distratto, Mark non si accorse che un Nazgul lo stava attaccando dal basso e sia lui che Zarthan vennero scaraventati al suo con un tonfo sordo. Il ragazzo perse i sensi e il suo avversario atterrò lentamente: il Cavaliere Nero smontò e si portò la spada davanti al vuoto cappuccio, avvicinandosi a passi lenti, con l’intento di finire il giovane una volta per tutte.

 

 

 

Faramir colpì un avversario al costato e vibrò un forte fendente al petto di un altro. La battaglia era iniziata da alcuni minuti e gli Uomini stavano respingendo l’attacco di Mordor dall’alto delle mura. Eomer era al fianco del Capitano di Gondor e falciava decine di Orchi, mentre Baldir era in mezzo alla folla e chiamava a gran voce altri soldati.

Faramir scrutò il cielo in cerca di Mark e Arnold, ma non vide nessuno, eccetto due Nazgul che volavano in circolo.

“Dove sono i Cavalieri? Non li vedo più”- disse, rivolto ad Eomer. Il Capitano di Rohan si voltò e osservò anch’egli la volta celeste, ora plumbea:

“Che siano stati sconfitti?”

Faramir cercò di scartare subito quell’idea anche se sapeva che i Nazgul possedevano una forza formidabile…forse erano anche in grado di sconfiggere un Cavaliere dei Draghi. In quel momento, il drago bianco di Arnold, Razar, atterrò nel bel mezzo della città e Faramir vide che il Cavaliere era accasciato sulla sella, in un mare di sangue.

L’uomo corse verso la creatura alata e, con l’aiuto di alcuni soldati slacciò le cinghie che tenevano il ragazzo in sella. Quando lo voltarono, alcuni uomini emisero urla di spavento…un braccio del Cavaliere era quasi stato mozzato da un colpo di spada…il ragazzo era stato veramente fortunato a non perderlo subito.

Faramir si accovacciò sul giovane e sentì la voce di Razar nella sua testa:

“Deve essere curato in fretta. Dov’è Mark?”

“Pensavo fosse con voi - rispose il Capitano di Gondor alzando lo sguardo da Arnold, i suoi occhi si dilatarono, mentre alle sue spalle si udivano i rumori della battaglia- Non era con voi?”

“Si- rispose il drago- Ma poi ho dovuto portare qui Arnold e l’ho perso”

Faramir picchiò un pugno sul terreno e chiamò Baldir:

“Si, signore?”- rispose questo.

“Porta questo poveraccio a Minas Tirith. Non può combattere ora…e dì a Legolas di utilizzare qualche medicina elfica se le ha con sé”

Il secondo in comando di Faramir annuì e , posto Arnold su una barella di cuoio, lo allontanò dalla battaglia, seguito da alcuni guerrieri. Quando il gruppo sparì alla sua vista, il Capitano di Gondor tornò alle mura e vide che quella strana creatura blu aveva sollevato un pesante macigno e lo aveva scagliato contro i bastioni. Da una scala salì quel ragazzo metà- felino che doveva essere il Comandante e Faramir gli si pose davanti, con la lama sguainata:

“Non farai un passo dentro la nostra casa”

L’altro non rispose, ma si limitò a mettere mano alla lama e a prepararsi al duello. I due si scagliarono l’uno contro l’altro, ma proprio in quell’istante un macigno cadde fra i gli sfidanti e li separò, sbalzandoli lontani. L’essere blu saltò con un balzò sulle mura e , afferrando tre uomini, li scagliò in aria, ridendo con malignità. Nel frattempo, Faramir stava riprendendosi dalla caduta e si alzò a fatica, tenendosi in equilibrio sulla sua spada. L’uomo vide che le mura erano piene di Orchi, soldati di Gondor, Imperiali e Haradrim…non si riusciva a capire chi combatteva contro chi. Solo la zona dove si trovava quella strana creatura scura era priva di guerrieri, perché li stava sconfiggendo tutti. Faramir non ci pensò due volte, incoccò l’arco e mirò al petto di quell’essere, mentre una goccia di sudore gli solcava la guancia.

“Questo è per Gondor”- sussurrò l’uomo, tendendo la corda dell’arco, mentre dall’alto gli stridii dei Nazgul continuavano a rendere tetra l’atmosfera.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Crossover / Vai alla pagina dell'autore: Robotech90