E nessuno dei due seppe se era passato un minuto o
un’ora perché il tempo si era fermato e fu come se tutto il creato avesse
trattenuto il respiro.
Mi strinsi
dolcemente a lui senza staccarmi dalle sue labbra, le nostre lingue danzavano
in un sensuale gioco dei sensi, le nostre mani si toccavano, si sfioravano
lievi, più sicure e dolci.
“Io ti amo” gli sussurrai.
Non mi sarei
mai stancata di ripeterglielo.
Lo guardai
intensamente negli occhi cercando di infondergli serenità e amore. Doveva
convincersi della solidità dei nostri sentimenti ed io sarei stata a suo fianco
per ricordargli quanto fosse importante per la mia vita.
“Non volevo farti soffrire” esclamò sfiorandomi
il viso “ma sembra che io non riesca a
fare altro”
Feci cenno
di no con la testa, sebbene i miei pensieri esprimessero più o meno lo stesso
concetto.
“Mamma mi ha
raccontato di come vi siete conosciuti” dissi.
“Silvie è
una donna straordinaria” esclamò con gli occhi che gli brillavano “la sua equipe ha fatto tanto per me, è solo
grazie a loro se mia madre si è operata, sono stati fantastici.. io non avrei
potuto fare di più”
Parlava con la voce rotta dall’emozione, lo sguardo
fermo, pieno di dolore. Allungai una mano verso le sue labbra schiuse, le
toccai, carezzai lenta il suo viso che tanto amavo e che ora era lì, di fronte
a me. Sembrava così indifeso,così fragile, così triste.
Deglutii ricacciando indietro le lacrime causate
dall’impotenza che mi attanagliava il cuore. Avrei voluto poter
prendere su di me tutte le pene, le paure, le angosce di questi anni ma l'unica cosa che mi restava da fare era
quella di fargli capire che gli stavo vicino.
La
sua infanzia era stata difficile, la sua adolescenza era stata tormentata ma
avrei dato l’anima per rendergli un futuro pieno d’amore.
Lo
abbracciai in silenzio, con tutta la forza che avevo, come se con quella
stretta volessi cancellare ogni sofferenza del suo passato.
“Hum.. sarà meglio tornare di sotto” mormorò a fior di labbra.
Abbassai lo sguardo imbarazzata, avevo il cuore che
batteva a mille, le gambe che tremavano dall’emozione.. quegl’occhi,
quegl’occhi turchini così ipnotici, magnetici e intensi riuscivano sempre a
farmi dimenticare chi ero e dove mi trovavo.
“ Non so
ancora se riuscirò a resisterti..”
E
a me vennero i brividi nell’ascoltare quelle parole. Sentii crescere il desiderio
della sua pelle, del suo sapore, del suo profumo. Ora il mio corpo era premuto
contro il suo, quelle braccia mi stringevano forte portandomi in un mondo tutto
nostro fatto di magia e di sogni, in un mondo in cui esistevamo nient’altro che
noi.
Il
suo cuore batteva con una potenza inaudita, il suo respiro rotto dall’eccitazione
provocava in me spasmi di piacere.
Un
rumore improvviso ci riportò sulla terra, facendoci sussultare. Ridemmo
spaventati da questo niente mentre le nostre mani restavano unite, saldamente
intrecciate come radici di un albero.
Scendemmo
le scale lentamente, io ero completamente assorta dal caos dei miei pensieri.
Quante cose erano capitate, quanto ero cambiata in questi ultimi mesi!
Cercai
ancora una volta i suoi occhi e quando li trovai, l’azzurro delle iridi sembrò
accecarmi. La sua pelle bianca, la sua muscolatura ben definita, quel profumo
così unico, così intenso e lieve riusciva sempre a stordirmi sensi e mente.
Udii
la voce di mio padre provenire dalla cucina. Deglutii cercando di mantenere la
calma, non era il momento giusto per farsi prendere dal panico, dovevo
affrontare i miei genitori e dovevo farlo nella maniera più naturale possibile.
Quando
spinsi la porta socchiusa, deliziosi aromi che stuzzicavano l'appetito invasero
lo spazio sovrastante facendomi realizzare di essere a digiuno da stamattina.
Con tutto quello che era successo in queste ore!
Ad
un tratto mio padre si mosse per venirci incontro ed io istintivamente allungai
una mano verso quella di Julien, sentii il contatto.. l’aveva presa e me la
teneva stretta quasi volesse rassicurami che non sarebbe scappato via.
“Tu sei Julien.. giusto?” esclamò.
“Si mi chiamo Julien, Julien Cassel”
rispose fiero.
Avrei
voluto intervenire, per dire, per fare, per bloccare mio padre dal metterlo a
disagio con uno dei suoi soliti discorsi, ma volgendo il mio sguardo verso
Julien, con mia grande sorpresa mi accorsi che dai suoi occhi di ghiaccio
traspariva una tranquillità assoluta, quasi irreale.
“Silvie mi stava spiegando quanto è accaduto”
continuò mio padre “e francamente avrei
voluto conoscerti in una circostanza diversa ma a quanto pare la nostra Ginevra
non ha perso l’abitudine si sorprenderci”
Un
sorriso che non mi aspettavo si dipinse sul suo volto, quell’espressione di
serenità ebbe l’effetto di trasmettermi un senso di pace.
“So che può sembrarle assurdo” asserì
Julien “io stesso non l’avrei mai
immaginato, né previsto e forse nemmeno mai desiderato ma il destino ha voluto
mettere sulla mia strada la ragazza più determinata, più coraggiosa, e
soprattutto più intelligente e affascinante di questa terra”
Le
sue parole mi penetrarono in fondo al cuore. Per la prima volta lo ascoltai
esprimere i suoi sentimenti e la gioia
che provai in quel momento fu troppo immensa per poterla descrivere. Guardai
Julien raggiante, avrei voluto abbracciarlo e baciarlo lì, davanti a tutti, ma mi limitai a fissarlo negli occhi, avendo
cura di trasmettergli quanto fosse importante per me.
“Non nego che la situazione mi preoccupa”
aggiunse mio padre, tornando serio “francamente
avrei desiderato un ragazzo diverso per mia figlia”
Sgranai
gli occhi, cominciando a blaterare frasi prive di senso, nel vano tentativo di
soffocare quella voce. Non volevo che Julien ascoltasse quelle aspettative,
decisamente esagerate, nei miei confronti.
“Ginevra, tuo padre ha ragione” asserì,
ammutolendomi “probabilmente al suo posto
la penserei esattamente alla stessa maniera” continuò poi volgendo la sua
attenzione nuovamente verso l’uomo che ci stava di fronte.
“Non voglio che tu mi fraintenda”
esclamò mio padre “non sto affatto intralciando
la vostra frequentazione, solo che non
posso fare a meno di temere che Ginevra possa soffrire di questa storia”
“No papà.. no!” lo interruppi io,
anteponendomi tra loro “Tu non capisci!
Ciò che provo per questo ragazzo va oltre ogni cosa, supera le barriere
dell’immaginazione.. per lui sacrificherei anche la mia stessa vita!”
“Santo cielo Ginevra! Non dirlo nemmeno per
scherzo!” intervenne mia madre “nessuno
vuole costringerti a separarti da lui, cerca però di comprendere il nostro
stato d’animo.. siamo i tuoi genitori, le nostre preoccupazioni sono più che
legittime”
Tornai
a guardare Julien in volto, con la paura di
leggere nei suoi occhi una nuova arrendevolezza, quella rinuncia a
lottare per i suoi sentimenti che lo aveva accompagnato in tutti questi mesi. E
invece no, con enorme stupore ed altrettanto piacere, mi resi conto che questa
volta non avrebbe permesso a nessuno di intromettersi tra noi. C’era qualcosa
in lui, in quello sguardo fiammeggiante, in quell’iride azzurro chiaro,
qualcosa di maledettamente vivo e attraente.
Ascoltai
in silenzio quella voce che per la prima volta si batteva per le sue
convinzioni, difendendo un amore che era sbocciato e che stava crescendo a
discapito di quanti l’osteggiassero. Poche parole che ebbero il potere di
consolidare quell’amore già così immensamente forte.
L’espressione
di mio padre si fece più rilassata, sembrò comprendere e accettare le nostre
ragioni. Non ero soltanto la sua bambina, quella figlia da proteggere dalle
delusioni della vita, ma venivo trattata come una giovane donna, capace d’amare
e di essere amata ma soprattutto in grado di difendere i propri spazi, le
proprie scoperte, i propri sentimenti.
Le
lancette segnavano le undici e
venticinque minuti. La giornata, ormai giunta al termine, lasciava il posto ad
una notte fredda e scura mentre le nuvole passavano lente sulla luna che brillava alta nel cielo.
Io
e Julien c’appartammo in soggiorno per salutarci. Gli sorrisi, felice per
l’atteggiamento assunto dai miei genitori, ma lui rimase serio. Poi, a
sorpresa, mi sfiorò il viso accarezzando lentamente, con dolcezza, la tempia e
la guancia.
“Grazie” il suo sguardo ardeva, e la sua
voce era profonda.
Rimasi
immobile con il cuore che batteva a tremila, non riuscivo a distogliere lo
sguardo dai suoi occhi.
“Ti
amo”
Fu
tutto quello che riuscii a dire.
Gli
diedi un ultimo bacio a fior di labbra, ormai potevo leggere i suoi
pensieri
senza che me li comunicasse esplicitamente, ed ora erano sicuramente
corsi dalla madre, rimasta sola nella modesta casa, magari ancora
sveglia in attesa di sentirlo rientrare.
“Sicuro di non voler restare a
cena?” gli chiesi, pur conoscendo la risposta.
“Meglio di no” disse sorridendomi “ringrazia i tuoi genitori per quello che
sono, non ho mai conosciuto delle persone fantastiche come loro”
Il
suo tono era sincero e visibilmente compiaciuto. Ai suoi occhi la mia famiglia
appariva come un porto sicuro. Quel desiderio di normalità che gli era stato
sempre negato riaffiorava ora come un’esigenza fisiologica, una necessità. Ed
io avrei fatto l’impossibile per salvarlo, gli avrei dato tutta me stessa,
avrei fatto si che avvertisse fisicamente l’immensità del mio amore, ponendolo
al centro del mio universo.
Mi
regalò l’ultimo sorriso prima di scomparire nel buio della notte. Il silenzio
tornò ad avvolgermi, nuovamente sola, ma con quella consapevolezza che confortava
e alimentava la mia anima e il mio corpo.
Richiusi la porta
delicatamente, trattenendo quasi il respiro: quante risate, quanti pianti,
quante emozioni si erano succedute. Posai una mano sul cuore e ve la tenni per
qualche minuto, i suoi battiti impazziti stavano tornando regolari.
“Ginevra.. Ginevra!”
La
voce di mia madre mi fece sussultare. Mi avviai verso la cucina con il volto
illuminato da un’espressione di felicità e sorpresa. Non avrei mai immaginato
tanta solidarietà da parte dei miei genitori.
Corsi
verso mio padre e lo abbracciai forte. Il nostro rapporto era sempre stato dei
migliori, ma questa sera mi aveva dimostrato di aver fiducia in me e nelle mie decisioni.
“Su mangia prima che si freddi” esclamò
lui, scompigliandomi i capelli.
“Julien è molto importante per me”
dissi, quasi a voler rimarcare quel senso di appartenenza che mi scorreva nel
sangue e nel cuore.
Nonostante
cercasse di fingere che non fosse successo nulla, sulla sua faccia comparì un velo di preoccupazione. Mia madre gli
aveva raccontato tutto di Julien e nonostante avessero deciso di darmi fiducia
e di credere nei nostri sentimenti non riuscivano a fare a meno di temere per
la mia felicità.
“Credo che
entrambi siate consapevoli di quanto siano diversi i vostri modi di vivere”
affermò mio padre “ma ho anche imparato
che ogni caso e'
diverso dagli altri, quindi sarà il vostro atteggiamento a determinare le vostre esperienze, né io né tua madre
ci opporremo.”
Avevano
deciso di credere nelle mie idee, rispettando le mie scelte nonostante tutto. Li
ammirai e apprezzai per questo. Ero consapevole di quanto fosse stato difficile
per loro lasciarmi libera di vivere questo amore, anche a costo di sbagliare.
Salii in camera e dopo aver indossato il pigiama nei toni del celeste e del beige scuro mi sedetti sul letto gettando un occhiata fuori dalla finestra. La neve aveva ripreso a scendere, silenziosa, nella notte. Mai come quest’anno ovunque si sentiva l’aria del natale ed io, per la prima volta, avevo tante aspettative per il nuovo anno. In un solo nome veniva rappresentato il mio mondo, il mio universo. Un solo nome, che al solo pronunciarlo ne avevo piena la bocca ed il cuore.. un solo nome, quello del ragazzo che amavo.. un solo nome: Julien.
ilovedward_90: che dire del tuo commento, mi hai lasciata senza parole, sono felicissima di constatare che la mia storia riesce a emozionarti così. Hai colto tutti i punti cruciali del capitolo e questo per una che si diletta a scrivere e la cosa più bella che può sentirsi dire. Ti ringrazio per i complimenti, sei riuscita a farmi arrossire. Ora pero' aspetto con ansia il tuo parere su questo nuovo chappy, spero non ti deluda, ho ancora molte soprese in serbo!HIHI per ora un po' di calma per i nostri due protagonisti... a presto baci.
memols: ciaoooo grazia mille per la recenzione, sapere che le tue aspettative vengono soddifatte non puo' che rendermi felice. A presto!
vanessaacullen_: io "rossa come un peperone" ringrazia per le tue parole. Sentire che la mia fanfiction continua ad appassionarti mi carica come non mai. Mi sprona a fare sempre meglio e a far volare la mia fantasia. Spero che questo capitolo ti piaccia. Mi raccomando attendo il tuo prezioso parere. A presto.
jessikina_swan: ciaooo come va? Che dire, inanzitutto ti ringrazio per i tuoi complimenti. Mi lusingano tantissimo e poi chiedo scusa per il ritardo con cui posto i capitoli, sai scrivendoli di volta in volta puo' succedere che l'ispirazione e soprattutto il tempo vengano a mancare.. Che ne pensi di questo aggiornamento? Sai ho in serbo un bel colpo di scena che se mi vien bene riusciro' a postare gia' nel prossimo chappy. Aspetto una tua recenzione. Baci.
luce70: ecco postato un nuovo capitolo. Finalmente ho trovato il tempo per farlo, hihiih i nostri protagonisti hanno un po di tregua per ora... che ne pensi? Ti piace? Fammi sapere. Ciaooo.
rossa_na: che bello scoprire che anche a distanza di tempo c'e che riesce a scovare la mia fanfiction tra le pagine del sito non aggiornate :) davvero ti e' piaciuta cosi tanto?? La cosa non puo' farmi che piacere. Spero di non deludere le tue aspettative. Cerchero' di aggiornare piu' brevemente possibile. A presto.