Capitolo
modificato il 18/06
A
Amaerize,
Honey S, Maya
Deleon_Energy Alchemist
I
miei primi lettori
Grazie
3.
Inconvenienti
Caldo…
L’ aria afosa era insopportabile.
Perché doveva
sempre fare così tremendamente caldo in quella maledetta
città?!
Le faceva ancora
male la testa e le ronzavano l’ orecchie. Aprì
lentamente un occhio, poi l’
altro e si ritrovò a fissare il soffitto bianco della sua
camera. Non c’ era
nessuno con lei e questo, ovviamente, era un bene.
Ma come diavolo
era finita lì? ….. L’ ultima cosa che
ricordava era il suo saluto distaccato
alla guardia, Evan, poi una cascata di ricci scuri e subito dopo nulla.
Delle voci
concitate provenivano dall’ altra stanza , si alzò
di scatto e si avvicinò alla
porta socchiusa per origliare.
- … povero
fiorellino mio! Come farà il mio pasticcino a riprendersi ?
Cosa farà la mia
piccina? E poi…-
- Greta smettila!
ti ho già spiegato che è stato un normalissimo
svenimento- esclamò Angela
esasperata.
- ma… ma è
quasi
passato un giorno e … e non si è ancora
svegliata!-
-
E non mi sorprende! Quell’ allenamento
è
stato troppo per lei … Comunque sia nell’attesa
del suo risveglio potresti
farmi un favore?- chiese Angela
- Qualsiasi cosa
erborista- rispose pronta Greta.
-Potresti andare
a prendere ancora un po’ di quella pozione ricostituente, che
ho dato ad Elva
ieri sera? La troverai sopra al tavolo della mia camera, l’
ampolla verde…-
- Certo ci
metterò un attimo – ribatté energica.
Elva si trattenne
dall’ impulso di sbuffare, quando senti la porta chiudersi si
sporse ancora di
più, per cercare di sbirciare cosa faceva la maga.
La donna era
seduta sulla poltrona al centro della stanza e le dava le spalle, stava
sfogliando tranquillamente un libro, quando all’ improvviso
alzò la testa e
chiuse seccamente il volume.
- Elva perché non
vieni qui, anziché rimanere a spiarmi da dietro la porta?-
chiese placidamente.
Nascondendo un
moto di stizza, Elva andò a sedersi davanti ad Angela, con
tutta la superiorità
di cui era capace. Angela inarcò un sopracciglio, quando
voleva Elva sapeva
essere molto altezzosa. Elva la
guardò dritta
negli occhi, come per
sfidarla, ma il volto della maga era, come sempre, enigmatico.
-Non c’è
nessuna
pozione sul mio tavolo, Greta non tornerà molto presto- la
informo tranquilla
Angela
- Cosa mi è
successo?- le chiese andando direttamente al sodo
- Sei svenuta
subito dopo l’ allenamento- Gli occhi di Angela non la
lasciavano un attimo.
Elva iniziò a
giocare nervosamente con una ciocca di capelli.
- Lo sforzo è
stato eccessivo per te. E scommetto che hai anche usato i tuoi poteri,
dico
bene?-
- E per
questo sono rimasta incosciente un intero
giorno?- esclamò indignata.
- Elva, l’
incantesimo di Eragon ti ha resa più debole della media, non
sarai mai in grado
di essere una guerriera – mormorò avvilita.
- L’ incantesimo
di Eragon di nuovo …
sembra quasi che
abbia peggiorato la mia vita!!!- ormai stava urlando istericamente.
- Per quanto
Eragon sia una capra ignorante, si è impegnato veramente per
aiutarti …
Prendila come una sorta di compromesso: non
avrai grandi capacità fisiche, ma possiedi poteri
straordinari- tentò di
sdrammatizzare Angela.
- Scambierei
tutto quello che ho pur di essere una persona normale- disse cupa.
- Elva … stai
mostrando dei sentimenti, sono davvero orgogliosa- mormorò
sbalordita, rivolta più
a se stessa che a lei, ma la ragazza dovette averla sentita
perché sbuffò
irritata.
- Basta con tutti
queste smancerie, erborista! Piuttosto è successo qualcosa
mentre dormivo?-
chiese annoiata.
- Beh niente di
che, a parte la crisi isterica di Lady Alyssa che pare abbia scoperto
che il
suo accompagnatore, Lord Davon, in realtà
accompagnerà al ballo sua sorella
minore – disse con tono grave
Elva rimase
interdetta per un attimo, ma non riuscì a trattenersi e
scoppiò in una risata
cristallina – Ahahah… Angela le dame di palazzo
pagherebbero una fortuna per
averti come informatrice, mi chiedo come fai a sapere tutte queste cose-
- Sono in ottimi
rapporti con la servitù – rispose seria,
osservando la ragazza di sottecchi:
anche se probabilmente era ancora sotto l’ influenza del
mancamento, Elva era
veramente bellissima quando rideva, le si illuminavano gli occhi e
sembrava una
ragazza come tante altre.
- Posso sapere
cosa ti metterai stasera?- chiese noncurante, mentre sfogliava il libro
che
aveva riaperto.
Elva si
immobilizzò – Stasera?- chiese con un filo di voce.
- Stasera,
certo,non ti sarai
dimenticata del ballo…
per Eragon?- le domandò divertita, ma smise subito di
ridacchiare quando si
accorse che la sua allieva era veramente nel panico.
- Dannazione! Non
posso andare davvero a quel maledetto ballo- disse balzando in piedi.
- Calmati per
questo ho la soluzione – disse Angela alzandosi e dirigendosi
verso lo
scrittoio sotto la finestra. Prese una scatolina nera
e la porse ad Elva.
-Tieni immaginavo
che ti sarebbe servita, ce l’avevo da un po’ e non
sapevo che farne-
Elva prese la
scatola curiosa, sollevò il coperchio e osservò
il dono di Angela.
Protetta da un
soffice tessuto c’ era una raffinata maschera d’
argento, decorata con migliaia
di striature brillanti che si intrecciavano tra loro per poi terminare
in
elaborati ghirigori sopra agli occhi. La forma appuntita le dava un aria felina
e soprattutto, notò Elva, le avrebbe coperto quasi del tutto la stella
di Saphira. Era
semplicemente bellissima.
Alzò gli occhi
riconoscente, era la prima volta che qualcuno le faceva un regalo.
- Grazie – disse
incrociando lo sguardo della maga.
- Pasticcino ti
sei svegliata!-
Greta le fu
addosso in un secondo e cominciò a piangerle subito addosso
per la gioia. Elva
iniziò a darle delle leggere pacche sulle
spalle, nel tentativo di scostarsela di dosso.
Guardò Angela
disperata in cerca d’ aiuto, ma quella sorrideva divertita.
- Santo Cielo,
Greta, vuoi calmarti?!- le disse esasperata.
- Cert.. Certo
passerotto, sono così felice!- mugolò la vecchia,
mentre si asciugava le
lacrime.
Angela tossicchiò
per richiamare le attenzioni delle due – Emm … Non
sarebbe il caso di darle il
vestito , Greta?-
- Subito – disse
illuminandosi e fiondandosi nel vestibolo, per poi uscire con un'altra
scatola
che porse ad Elva, sempre più confusa.
- Io e Greta lo
avevamo commissionato alle nane del clan Ignetum, doveva essere una
sorpresa
per il tuo compleanno ma … bè penso che ti serva
di più ora, no?- disse
Angela allegra.
Elva scartò
impaziente e confusa il secondo regalo della sua vita, avuto a pochi
minuti dal
primo.
Avvolto da vari
strati di carta un vestito faceva bella mostra di se, Elva lo prese
tremante e
lo tirò fuori per guardarlo meglio.
Era di seta
soffice di color verde bottiglia, ornato da leggeri pizzi neri come il
corpetto
che si intravedeva per una discreta porzione. Ma il particolare che
colpiva di
più Elva era la decorazione in fili di argento che si
ripeteva lungo tutta la
veste e specialmente sullo strascico. Era davvero favoloso
eppure…
-È bellissimo per
carità, ma io non me lo metto di certo- sentenziò
decisa.
- Perché?-
chiesero all’ unisono le due.
- Ma mi ci vedete
ad indossare una cosa del genere?- disse come se fosse la cosa
più ovvia del
mondo.
Angela scoppiò a
ridere – Elva non puoi certo presentarti in tuta d’
allenamento. D’accordo hai
quattro anni ma sei in tutto e per tutto una donna matura, devi
comportarti
come tale. E poi – disse con fare civettuolo –
pensa alla faccia che farà il
tuo accompagnatore oppure quel rammollito di Eragon-
Elva avvampò e le
tirò un cuscino, Angela lo scansò ridendo e si
diresse verso la porta.
- Greta, la
lascio nelle tue mani. E, Elva, mentre dormivi ho parlato con Evan ti
aspetta
alle nove all’ ingresso della Sala principale-
E se ne andò
sogghignando, affidandola alle cure di Greta, che già
gongolava in modo
inquietante.
***
Quattro ore più tardi,
Elva stava scendendo
silenziosamente le scale diretta a quella ridicola festa. Era ancora
arrabbiata
con Angela, per averla lasciata in mano a Greta che si era divertita a
torturarla per tutto il pomeriggio. L’ effetto finale non era
poi così
terribile pensò Elva ricordando l’ immagine
riflessa sullo specchio in cui non
si riconosceva: un’ esile ragazza la fissava curiosa, il viso
chiaro, come un
ovale di luna, era coperto da una maschera argentata e i capelli
raccolti sulla
testa le scendevano in morbidi boccoli.
La fresca aria estiva le
solleticava le
braccia e, doveva ammetterlo, quella sera il palazzo era veramente
bellissimo:
in ogni angolo rilucevano candele profumate e dalla Sala proveniva una
musica
lieve molto invitante.
Si fermò davanti
all’ ingresso della sala,
cercando con gli occhi il suo accompagnatore, lo vide appoggiato ad una
colonna
vestito con l’ uniforme da parata … Non era tanto
male in fondo.
Si diresse verso di lui, e
l’ osservò
divertita mentre sgranava gli occhi, ovviamente non l’ aveva
riconosciuta.
- Vogliamo entrare?- chiese cercando di
trattenersi dallo
scoppiare a ridere.
-Veggente?-
domandò quello incredulo.
-
Chi altri sennò?- sbottò Elva, la situazione
stava davvero diventando ridicola.
-
Non ti avevo riconosciuta, sei stupenda stasera-
-
Già, anche tu non sei troppo male, ma muoviamoci non vedo
l’ora di farla
finita- ribatté nervosa,
- Vai a tutti i balli come se
stessi per
affrontare una dozzina di Kull?- chiese Evan divertito.
-Detesto i ricevimenti e odio
ballare– ribatté
seccata.
- Davvero? Non si direbbe.
Comunque anche io
non amo i balli, mi piace molto di più combattere-
- Allora perché sei
qui?- chiese stupita Elva.
- Semplice – disse con
un sorriso furbo – mi
piace stare vicino a belle ragazze e quale occasione migliore di un
ballo?-
Elva aprì la bocca per
ribattere ma si ritrovò
senza parole, Evan la prese divertito sottobraccio ed entrarono insieme
nella
Grande Sala.
***
Il gigantesco accampamento dei
Varden era
sempre sveglio, persino di notte si potevano incrociare persone di ogni
tipo:
servi, inviati, mercanti, e ovviamente guardie e sentinelle ad ogni
angolo.
Si stava godendo placidamente la
passeggiata
serale per l’ accampamento, quando all’ improvviso
fu fermata dalla sagoma di
una donna, che correva verso di lei. Subito i Falchineri la
circondarono per
proteggerla ma si rilassarono quando riconobbero l’
ambasciatrice degli elfi,
Arya.
- Lady Nasuada- la
salutò rispettosamente l’
elfa chinando il capo.
Ogni volta che la vedeva, Nasuada
si
meravigliava di come gli elfi mascheravano la propria età:
l’ elfa sembrava un ragazzina più
piccola di
lei di almeno dieci anni, ma invece ne aveva quasi ottanta di
più.
- Arya – la
salutò stanca.
- Mi dispiace disturbarti, ma
Eragon si è
appena messo in contatto con noi, in questo momento sta parlando con
Saphira ma
ha chiesto di te – l’ informò
l’ elfa tranquilla.
Nasuada si diresse di
scattò verso i propri
padiglioni, seguita a ruota dai Falchineri e da Arya. Arrivata
all’ ingresso
spalancò il tendone ed entrò rapida. Al centro
della stanza c’ era un grande
specchio occupato dall’ intera figura di Eragon, il giovane
cavaliere era
vestito di tutto punto, segno evidente che stava per partecipare al
ricevimento
in suo onore dato ad Aberdon. Ai piedi dello specchio, seduto a gambe
accavallate e con la barba incolta, c’ era Roran suo cugino,
il quale era
intento a riferire le parole di Saphira, la cui testa sbucava da una
parete
opposta, al suo cavaliere.
Nasuada non riuscì a
trattenere un sorriso:
Roran e Saphira non si amavano particolarmente ed era buffo vederli
insieme,
per riuscire a far parlare Saphira con Eragon.
Subito Roran scattò in
piedi per salutarla,
mentre Saphira le dedicò un breve cenno del capo, senza
smettere di fissare
intensamente Eragon.
Il loro legame stupiva di
continuo Nasuada,
era così forte e profondo da essere innaturale.
- Lady Furianera – la
salutò Roran, che ormai
aveva preso l’ abitudine di chiamarla con il soprannome degli
Urgali.
- Fortemartello , Saphira
– disse Nasuada
salutandoli a sua volta velocemente, per piazzarsi davanti allo
specchio e
squadrare attentamente Eragon.
Il ragazzo indossava un elaborato
vestito elfico
sulle tinte del blu scuro e portava sulle spalle uno svolazzante
mantello
argentato. In una sola parola: perfetto. In quanto sua signora, Nasuada
doveva
anche assicurarsi che non sfigurasse mai nelle occasioni mondane, per
non
danneggiare lei di conseguenza.
- Eragon, finalmente, come
è andato il
viaggio?- chiese sorpresa per la velocità con cui il ragazzo
era arrivato a
destinazione.
- Lady Nasuada. Bene, come sai
sono partito
dall’ accampamento di Dars-Leona due giorni fa, da allora ho
corso ininterrottamente
fino ad Aberdon,sempre facendomi notare il meno possibile- rispose
Eragon riuscendo a malapena a nascondere l’
orgoglio per una simile
impresa.
-
Hai
incontrato ostacoli lungo il percorso?-
- Nessun problema, tranne un
piccolo gruppo di
mercanti di schiavi, che mi aveva riconosciuto e voleva farmi
prigioniero-
disse guardando negli occhi Arya, probabilmente stava ripensando ad un
paio d’
anni fa quando una carovana ben più numerosa aveva tentato
di catturare lui
Arya, che era incosciente, e … e Murtagh.
- Li hai uccisi?- chiese
sospirando,
conoscendo già la risposta.
- Si – disse il ragazzo
senza mostrare la
minima traccia di soddisfazione.
Se c’era una cosa per
cui stimava Eragon era proprio
il suo totale ribrezzo all’ idea di uccidere. Ma purtroppo
era inevitabile ,
del resto stavano combattendo una guerra.
- Bene, come pensi di fare per la
missione che
ti ho affidato?-
- Né abbiamo
già parlato: le parlerò e
cercherò di convincerla a seguirmi, preferirei non arrivare
ad usare la forza,
perché potrei vedermela davvero brutta-
Saphira sbuffò
indignata lei non avrebbe mai
ammesso di vedersela brutta,
neanche
davanti a Galbatorix in persona, ma lei era un drago in tutto e per
tutto
specialmente nell’ orgoglio.
Nasuada la ignorò e
tornò a parlare con Eragon
– Comunque vada devi assolutamente partire prima con lei,
potreste trovarvi in
difficoltà a procedere con il corteo di Orrin-
- Come no, tanto lo so che non
vedi l’ ora di
riabbracciare tuo marito – sghignazzò Eragon.
Nasuada avvampò per un
attimo e sibilò
velenosa – Se non la smetti quando torni ti farò
frustare pubblicamente –
Da quando lei e Orrin si erano
sposati quasi
un mese fa, lui si divertiva spesso a stuzzicarla, all’
inizio aveva creduto
che si sposassero per convenienza, unendo stabilmente le forze del
Surda e dei
Varden, ma poi si era dovuto ricredere osservando l’ amore
reciproco che li
univa.
- Ti porgo le mie umili scuse,
mia signora, ma
ora devo proprio andare, altrimenti credo che verranno a prendermi e mi
trascineranno di peso sulla pista da ballo-
Era risaputo quanto Eragon
detestasse i
ricevimenti mondani e quel ballo in suo onore per lui costituiva quasi
una
tortura.
- Vai e non farmi sfigurare, mi
raccomando non
fare niente di avventato – lo salutò Nasuada
mentre il ragazzo sbuffava
esasperato.
Gli occhi di Eragon si posarono
velocemente su
tutti loro: sorrise al cugino e a Nasuada, guardò in modo
enigmatico la bella
Arya e infine fissò con intensità Saphira.
Interruppe il contatto con un
flebile A presto, e lo specchio riacquistò lentamente la sua
forma originale.
Nasuada si chiedeva se Eragon
potesse avere
successo nella missione, era stata lei a proporglielo ma lui avrebbe
anche
potuto rifiutare, invece aveva accettato giudicandola da subito una
buona idea.
Effettivamente se avesse avuto successo, i Varden avrebbero potuto
avere dalla
loro parte un’ arma eccezionale. Ad un tratto
pensò che mancava poco più di una
settimana o due al ritorno di Orrin, non vedeva l’ ora di
diglielo, pensò
accarezzandosi distrattamente la pancia e notando che era
impercettibilmente
aumentata.
-Fine
capitolo-
NdA
Spazio commenti:
Ho deciso (dietro consiglio) di
rispondere ai
commenti in coda ad ogni capitolo, quindi se volete farmi domande fate
pure …
Per ora vorrei ringraziare Amaerize e HoneyS
*_* grazie siete troppo gentili, mi fate commuovere!
Maya
Deleon_Energy Alchemist troppo
gentile non credo che riuscirò mai a scrivere una storia che
faccia concorrenza
a quella di Paolini ma nell’ attesa del Quarto Libro ( ma
quando esceee?)
perché non tenersi occupate con una fic su Elva?
Lullypop come ti ho già
detto è un po’
difficile visto che ho odiato quel libro e poi l’ ho letto
diversi anni fa, il
paragone con me non so quanto sia veritiero ma mi fa abbastanza piacere
…
Elenis
bè in
questo cap non ci sono combattimenti ma spero
ti piaccia lo stesso, ho seguito i tuoi consigli e aggiunto molteee
virgole!
Rispondendo alla tua domanda: i soldati, e la gente in generale, hanno
solo una
vaga idea dell’ età di Elva, sanno che
è molto giovane e che cresce velocemente
grazie ai suoi poteri.
Tra l’ altro Elva ha quattro anni come
ribadisco in
questo capitolo, ma è come se ne avesse quasi 18 in quanto
ha il corpo e la
mente di una giovane adulta, ma non le esperienze, quindi in generale
gli altri
tendono a mettere in secondo piano la sua età reale.
ah giusto! un mega – grazie anche ad amarize
XD