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Autore: Eowyn    15/06/2010    5 recensioni
Chi è veramente Elva? è cattiva? .. buona? ... Ecco ho provato a immaginarmelo ed è nata questa Fic, ambientata dopo il terzo libro. Commentate XD
Genere: Romantico, Drammatico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Eragon, Sorpresa
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo modificato il 18/06

A  Amaerize, Honey S,  Maya Deleon_Energy Alchemist  

I miei primi lettori

Grazie

 

3. Inconvenienti

 

Caldo… L’ aria afosa era insopportabile.

Perché doveva sempre fare così tremendamente caldo in quella maledetta città?!

Le faceva ancora male la testa e le ronzavano l’ orecchie. Aprì lentamente un occhio, poi l’ altro e si ritrovò a fissare il soffitto bianco della sua camera. Non c’ era nessuno con lei e questo, ovviamente, era un bene.

Ma come diavolo era finita lì? ….. L’ ultima cosa che ricordava era il suo saluto distaccato alla guardia, Evan, poi una cascata di ricci scuri e subito dopo nulla.

Delle voci concitate provenivano dall’ altra stanza , si alzò di scatto e si avvicinò alla porta socchiusa per origliare.

- … povero fiorellino mio! Come farà il mio pasticcino a riprendersi ? Cosa farà la mia piccina? E poi…-

- Greta smettila! ti ho già spiegato che è stato un normalissimo svenimento- esclamò Angela esasperata.

- ma… ma è quasi passato un giorno e … e non si è ancora svegliata!-

-  E non mi sorprende! Quell’ allenamento è stato troppo per lei … Comunque sia nell’attesa del suo risveglio potresti farmi un favore?- chiese Angela

- Qualsiasi cosa erborista- rispose pronta Greta.

-Potresti andare a prendere ancora un po’ di quella pozione ricostituente, che ho dato ad Elva ieri sera? La troverai sopra al tavolo della mia camera, l’ ampolla verde…-

- Certo ci metterò un attimo – ribatté energica.

Elva si trattenne dall’ impulso di sbuffare, quando senti la porta chiudersi si sporse ancora di più, per cercare di sbirciare cosa faceva la maga.

La donna era seduta sulla poltrona al centro della stanza e le dava le spalle, stava sfogliando tranquillamente un libro, quando all’ improvviso alzò la testa e chiuse seccamente il volume.

- Elva perché non vieni qui, anziché rimanere a spiarmi da dietro la porta?- chiese placidamente.

Nascondendo un moto di stizza, Elva andò a sedersi davanti ad Angela, con tutta la superiorità di cui era capace. Angela inarcò un sopracciglio, quando voleva Elva sapeva essere molto altezzosa. Elva la guardò  dritta negli occhi, come per sfidarla, ma il volto della maga era, come sempre, enigmatico.

-Non c’è nessuna pozione sul mio tavolo, Greta non tornerà molto presto- la informo tranquilla Angela

- Cosa mi è successo?- le chiese andando direttamente al sodo

- Sei svenuta subito dopo l’ allenamento- Gli occhi di Angela non la lasciavano un attimo.

Elva iniziò a giocare nervosamente con una ciocca di capelli.

- Lo sforzo è stato eccessivo per te. E scommetto che hai anche usato i tuoi poteri, dico bene?-

- E per questo sono rimasta incosciente un intero giorno?- esclamò indignata.

- Elva, l’ incantesimo di Eragon ti ha resa più debole della media, non sarai mai in grado di essere una guerriera – mormorò avvilita.

- L’ incantesimo di Eragon di nuovo … sembra quasi che abbia peggiorato la mia vita!!!- ormai stava urlando istericamente.

- Per quanto Eragon sia una capra ignorante, si è impegnato veramente per aiutarti  … Prendila come una sorta di compromesso: non avrai grandi capacità fisiche, ma possiedi poteri straordinari- tentò di sdrammatizzare Angela.

- Scambierei tutto quello che ho pur di essere una persona normale- disse cupa.

- Elva … stai mostrando dei sentimenti, sono davvero orgogliosa- mormorò sbalordita, rivolta più a se stessa che a lei, ma la ragazza dovette averla sentita perché sbuffò irritata.

- Basta con tutti queste smancerie, erborista! Piuttosto è successo qualcosa mentre dormivo?- chiese annoiata.

- Beh niente di che, a parte la crisi isterica di Lady Alyssa che pare abbia scoperto che il suo accompagnatore, Lord Davon, in realtà accompagnerà al ballo sua sorella minore – disse con tono grave

Elva rimase interdetta per un attimo, ma non riuscì a trattenersi e scoppiò in una risata cristallina – Ahahah… Angela le dame di palazzo pagherebbero una fortuna per averti come informatrice, mi chiedo come fai a sapere tutte queste cose-

- Sono in ottimi rapporti con la servitù – rispose seria, osservando la ragazza di sottecchi: anche se probabilmente era ancora sotto l’ influenza del mancamento, Elva era veramente bellissima quando rideva, le si illuminavano gli occhi e sembrava una ragazza come tante altre.

- Posso sapere cosa ti metterai stasera?- chiese noncurante, mentre sfogliava il libro che aveva riaperto.

Elva si immobilizzò – Stasera?- chiese con un filo di voce.

- Stasera, certo,non  ti sarai dimenticata del ballo… per Eragon?- le domandò divertita, ma smise subito di ridacchiare quando si accorse che la sua allieva era veramente nel panico.

- Dannazione! Non posso andare davvero a quel maledetto ballo- disse balzando in piedi.

- Calmati per questo ho la soluzione – disse Angela alzandosi e dirigendosi verso lo scrittoio sotto la finestra. Prese una scatolina  nera e la porse ad Elva.

-Tieni immaginavo che ti sarebbe servita, ce l’avevo da un po’ e non sapevo che farne-

Elva prese la scatola curiosa, sollevò il coperchio e osservò il dono di Angela.

Protetta da un soffice tessuto c’ era una raffinata maschera d’ argento, decorata con migliaia di striature brillanti che si intrecciavano tra loro per poi terminare in elaborati ghirigori sopra agli occhi. La forma appuntita le dava un aria  felina  e soprattutto, notò Elva, le avrebbe coperto  quasi del tutto la stella di Saphira. Era semplicemente bellissima.

Alzò gli occhi riconoscente, era la prima volta che qualcuno le faceva un regalo.

- Grazie – disse incrociando lo sguardo della maga.

- Pasticcino ti sei svegliata!-

Greta le fu addosso in un secondo e cominciò a piangerle subito addosso per la gioia. Elva iniziò a darle delle leggere pacche sulle  spalle, nel tentativo di scostarsela di dosso.

Guardò Angela disperata in cerca d’ aiuto, ma quella sorrideva divertita.

- Santo Cielo, Greta, vuoi calmarti?!- le disse esasperata.

- Cert.. Certo passerotto, sono così felice!- mugolò la vecchia, mentre si asciugava le lacrime.

Angela tossicchiò per richiamare le attenzioni delle due – Emm … Non sarebbe il caso di darle il vestito , Greta?-

- Subito – disse illuminandosi e fiondandosi nel vestibolo, per poi uscire con un'altra scatola che porse ad Elva, sempre più confusa.

- Io e Greta lo avevamo commissionato alle nane del clan Ignetum, doveva essere una sorpresa per il tuo compleanno ma … bè penso che ti serva di più ora, no?-  disse Angela allegra.

Elva scartò impaziente e confusa il secondo regalo della sua vita, avuto a pochi minuti dal primo.

Avvolto da vari strati di carta un vestito faceva bella mostra di se, Elva lo prese tremante e lo tirò fuori per guardarlo meglio.

Era di seta soffice di color verde bottiglia, ornato da leggeri pizzi neri come il corpetto che si intravedeva per una discreta porzione. Ma il particolare che colpiva di più Elva era la decorazione in fili di argento che si ripeteva lungo tutta la veste e specialmente sullo strascico. Era davvero favoloso eppure…

-È bellissimo per carità, ma io non me lo metto di certo- sentenziò decisa.

- Perché?- chiesero all’ unisono le due.

- Ma mi ci vedete ad indossare una cosa del genere?- disse come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

Angela scoppiò a ridere – Elva non puoi certo presentarti in tuta d’ allenamento. D’accordo hai quattro anni ma sei in tutto e per tutto una donna matura, devi comportarti come tale. E poi – disse con fare civettuolo – pensa alla faccia che farà il tuo accompagnatore oppure quel rammollito di Eragon-

Elva avvampò e le tirò un cuscino, Angela lo scansò ridendo e si diresse verso la porta.

- Greta, la lascio nelle tue mani. E, Elva, mentre dormivi ho parlato con Evan ti aspetta alle nove all’ ingresso della Sala principale-

E se ne andò sogghignando, affidandola alle cure di Greta, che già gongolava in modo inquietante.

 

***

Quattro ore più tardi, Elva stava scendendo silenziosamente le scale diretta a quella ridicola festa. Era ancora arrabbiata con Angela, per averla lasciata in mano a Greta che si era divertita a torturarla per tutto il pomeriggio. L’ effetto finale non era poi così terribile pensò Elva ricordando l’ immagine riflessa sullo specchio in cui non si riconosceva: un’ esile ragazza la fissava curiosa, il viso chiaro, come un ovale di luna, era coperto da una maschera argentata e i capelli raccolti sulla testa le scendevano in morbidi boccoli.

La fresca aria estiva le solleticava le braccia e, doveva ammetterlo, quella sera il palazzo era veramente bellissimo: in ogni angolo rilucevano candele profumate e dalla Sala proveniva una musica lieve molto invitante.

Si fermò davanti all’ ingresso della sala, cercando con gli occhi il suo accompagnatore, lo vide appoggiato ad una colonna vestito con l’ uniforme da parata … Non era tanto male in fondo.

Si diresse verso di lui, e l’ osservò divertita mentre sgranava gli occhi, ovviamente non l’ aveva riconosciuta.

 

- Vogliamo entrare?-  chiese cercando di trattenersi dallo scoppiare a ridere.

-Veggente?- domandò quello incredulo.

- Chi altri sennò?- sbottò Elva, la situazione stava davvero diventando ridicola.

- Non ti avevo riconosciuta, sei stupenda stasera-

- Già, anche tu non sei troppo male, ma muoviamoci non vedo l’ora di farla finita- ribatté nervosa,

- Vai a tutti i balli come se stessi per affrontare una dozzina di Kull?- chiese Evan divertito.

-Detesto i ricevimenti e odio ballare– ribatté seccata.

- Davvero? Non si direbbe. Comunque anche io non amo i balli, mi piace molto di più combattere-

- Allora perché sei qui?- chiese stupita Elva.

- Semplice – disse con un sorriso furbo – mi piace stare vicino a belle ragazze e quale occasione migliore di un ballo?-

Elva aprì la bocca per ribattere ma si ritrovò senza parole, Evan la prese divertito sottobraccio ed entrarono insieme nella Grande Sala.

***

Il gigantesco accampamento dei Varden era sempre sveglio, persino di notte si potevano incrociare persone di ogni tipo: servi, inviati, mercanti, e ovviamente guardie e sentinelle ad ogni angolo.

Si stava godendo placidamente la passeggiata serale per l’ accampamento, quando all’ improvviso fu fermata dalla sagoma di una donna, che correva verso di lei. Subito i Falchineri la circondarono per proteggerla ma si rilassarono quando riconobbero l’ ambasciatrice degli elfi, Arya.

- Lady Nasuada- la salutò rispettosamente l’ elfa chinando il capo.

Ogni volta che la vedeva, Nasuada si meravigliava di come gli elfi mascheravano la propria età:  l’ elfa sembrava un ragazzina più piccola di lei di almeno dieci anni, ma invece ne aveva quasi ottanta di più.

- Arya – la salutò stanca.

- Mi dispiace disturbarti, ma Eragon si è appena messo in contatto con noi, in questo momento sta parlando con Saphira ma ha chiesto di te – l’ informò l’ elfa tranquilla.

Nasuada si diresse di scattò verso i propri padiglioni, seguita a ruota dai Falchineri e da Arya. Arrivata all’ ingresso spalancò il tendone ed entrò rapida. Al centro della stanza c’ era un grande specchio occupato dall’ intera figura di Eragon, il giovane cavaliere era vestito di tutto punto, segno evidente che stava per partecipare al ricevimento in suo onore dato ad Aberdon. Ai piedi dello specchio, seduto a gambe accavallate e con la barba incolta, c’ era Roran suo cugino, il quale era intento a riferire le parole di Saphira, la cui testa sbucava da una parete opposta, al suo cavaliere.

Nasuada non riuscì a trattenere un sorriso: Roran e Saphira non si amavano particolarmente ed era buffo vederli insieme, per riuscire a far parlare Saphira con Eragon.

Subito Roran scattò in piedi per salutarla, mentre Saphira le dedicò un breve cenno del capo, senza smettere di fissare intensamente Eragon.

Il loro legame stupiva di continuo Nasuada, era così forte e profondo da essere innaturale.

- Lady Furianera – la salutò Roran, che ormai aveva preso l’ abitudine di chiamarla con il soprannome degli Urgali.

- Fortemartello , Saphira – disse Nasuada salutandoli a sua volta velocemente, per piazzarsi davanti allo specchio e squadrare attentamente Eragon.

Il ragazzo indossava un elaborato vestito elfico sulle tinte del blu scuro e portava sulle spalle uno svolazzante mantello argentato. In una sola parola: perfetto. In quanto sua signora, Nasuada doveva anche assicurarsi che non sfigurasse mai nelle occasioni mondane, per non danneggiare lei di conseguenza.

- Eragon, finalmente, come è andato il viaggio?- chiese sorpresa per la velocità con cui il ragazzo era arrivato a destinazione.

- Lady Nasuada. Bene, come sai sono partito dall’ accampamento di Dars-Leona due giorni fa, da allora ho corso ininterrottamente fino ad Aberdon,sempre facendomi notare il meno possibile-  rispose  Eragon riuscendo a malapena a nascondere l’ orgoglio per una simile impresa.

-  Hai incontrato ostacoli lungo il percorso?-

- Nessun problema, tranne un piccolo gruppo di mercanti di schiavi, che mi aveva riconosciuto e voleva farmi prigioniero- disse guardando negli occhi Arya, probabilmente stava ripensando ad un paio d’ anni fa quando una carovana ben più numerosa aveva tentato di catturare lui Arya, che era incosciente, e … e Murtagh.

- Li hai uccisi?- chiese sospirando, conoscendo già la risposta.

- Si – disse il ragazzo senza mostrare la minima traccia di soddisfazione.

Se c’era una cosa per cui stimava Eragon era proprio il suo totale ribrezzo all’ idea di uccidere. Ma purtroppo era inevitabile , del resto stavano combattendo una guerra.

- Bene, come pensi di fare per la missione che ti ho affidato?-

- Né abbiamo già parlato: le parlerò e cercherò di convincerla a seguirmi, preferirei non arrivare ad usare la forza, perché potrei vedermela davvero brutta-

Saphira sbuffò indignata lei non avrebbe mai ammesso di vedersela brutta, neanche davanti a Galbatorix in persona, ma lei era un drago in tutto e per tutto specialmente nell’ orgoglio.

Nasuada la ignorò e tornò a parlare con Eragon – Comunque vada devi assolutamente partire prima con lei, potreste trovarvi in difficoltà a procedere con il corteo di Orrin-

- Come no, tanto lo so che non vedi l’ ora di riabbracciare tuo marito – sghignazzò Eragon.

Nasuada avvampò per un attimo e sibilò velenosa – Se non la smetti quando torni ti farò frustare pubblicamente –

Da quando lei e Orrin si erano sposati quasi un mese fa, lui si divertiva spesso a stuzzicarla, all’ inizio aveva creduto che si sposassero per convenienza, unendo stabilmente le forze del Surda e dei Varden, ma poi si era dovuto ricredere osservando l’ amore reciproco che li univa.

- Ti porgo le mie umili scuse, mia signora, ma ora devo proprio andare, altrimenti credo che verranno a prendermi e mi trascineranno di peso sulla pista da ballo-

Era risaputo quanto Eragon detestasse i ricevimenti mondani e quel ballo in suo onore per lui costituiva quasi una tortura.

- Vai e non farmi sfigurare, mi raccomando non fare niente di avventato – lo salutò Nasuada mentre il ragazzo sbuffava esasperato.

Gli occhi di Eragon si posarono velocemente su tutti loro: sorrise al cugino e a Nasuada, guardò in modo enigmatico la bella Arya e infine fissò con intensità Saphira. Interruppe il contatto con un flebile A presto, e lo specchio riacquistò lentamente la sua forma originale.

Nasuada si chiedeva se Eragon potesse avere successo nella missione, era stata lei a proporglielo ma lui avrebbe anche potuto rifiutare, invece aveva accettato giudicandola da subito una buona idea. Effettivamente se avesse avuto successo, i Varden avrebbero potuto avere dalla loro parte un’ arma eccezionale. Ad un tratto pensò che mancava poco più di una settimana o due al ritorno di Orrin, non vedeva l’ ora di diglielo, pensò accarezzandosi distrattamente la pancia e notando che era impercettibilmente aumentata.

-Fine capitolo-

 

NdA

Spazio commenti:

Ho deciso (dietro consiglio) di rispondere ai commenti in coda ad ogni capitolo, quindi se volete farmi domande fate pure …

 

Per ora vorrei ringraziare Amaerize e HoneyS *_* grazie siete troppo gentili, mi fate commuovere!  

 

Maya Deleon_Energy Alchemist troppo gentile non credo che riuscirò mai a scrivere una storia che faccia concorrenza a quella di Paolini ma nell’ attesa del Quarto Libro ( ma quando esceee?) perché non tenersi occupate con una fic su Elva?

 

Lullypop  come ti ho già detto è un po’ difficile visto che ho odiato quel libro e poi l’ ho letto diversi anni fa, il paragone con me non so quanto sia veritiero ma mi fa abbastanza piacere …

 

Elenis bè in questo cap non ci sono combattimenti ma spero ti piaccia lo stesso, ho seguito i tuoi consigli e aggiunto molteee virgole! Rispondendo alla tua domanda: i soldati, e la gente in generale, hanno solo una vaga idea dell’ età di Elva, sanno che è molto giovane e che cresce velocemente grazie ai suoi poteri.

Tra l’ altro Elva ha quattro anni come ribadisco in questo capitolo, ma è come se ne avesse quasi 18 in quanto ha il corpo e la mente di una giovane adulta, ma non le esperienze, quindi in generale gli altri tendono a mettere in secondo piano la sua età reale.

 

ah giusto! un mega – grazie anche ad amarize XD

  
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