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Autore: Mina7Z    15/06/2010    7 recensioni
Il primo capitolo di questa storia è stato pubblicato tempo fa su un altro sito.
Adesso è arrivato il momento di proporvi la storia completa che ho tenuto chiusa in un cassetto per molti anni.
Che Oscar e Andre siano morti proprio nel momento in cui la loro felicità iniziava è sempre stato per me troppo doloroso e  per alcuni versi inaccettabile.  Ho quindi pensato di  immaginare un seguito della storia dove  il destino riservi loro  altre mille avventure……..
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Verso un nuovo destino

 

“Il tribunale ha votato per la condanna a morte della Regina……..la sentenza sarà eseguita domani mattina. Verrà condotta al patibolo e giustiziata”.

Oscar rimase senza fiato. Non poteva credere che le parole che Alain aveva appena pronunciato fossero vere.  Un brivido freddo le percorse la schiena.  Chiuse gli occhi. Lacrime………lacrime sul viso oramai stanco…….perché non scendevano adesso? Non doveva più essere  il soldato forte che non mostra i propri sentimenti. Era una madre adesso e le madri piangono. Si sentiva come immobilizzata dal dolore che sentiva insinuarsi in fondo al cuore.

Andrè la fissò preoccupato. Cosa dire in un momento simile, come trovare le parole per confortarla, per lenire il dolore?  Ma che parole usare per sollevarla da quella sofferenza, quali?  Cosa dire per impedire di soffrire quando la regina di Francia alla quale avevano dedicato quasi venti anni di vita viene giustiziata dopo che il suo nome e la sua reputazione sono stati infangati nel modo più vigliacco  e vergognoso? Come si può arrivare a  mettere in bocca ad un bambino accuse tanto infamanti sulla madre e sulla zia?

“E’ finita  allora è davvero finita..” Oscar si era scossa.

“Già” Andrè fissava il pavimento.  La sua voce aveva un tono profondamente triste. Per un attimo ebbe paura che la reazione di Oscar fosse quella di imbracciare un fucile e di saltare sul cavallo per volare verso Parigi nel tentativo disperato di salvarla.  Il pensiero durò solo un attimo perché alzando lo sguardo notò l’espressione di lei.  Triste, malinconica, come lo era stata spesso, ma nei suoi occhi blu non vi era alcuna traccia dell’impetuosità del passato.

Oscar si accasciò come senza forze sul sofà tenendo la testa tra le mani.

“Come siamo arrivati a questo.come è possibile.non siamo più un popolo civile…..questo è il terrore. Cosa diavolo vogliono dimostrare? Che una povera donna chiusa in carcere è ancora una minaccia per la Repubblica? Robespierre non si è ancora stancato di tutto il sangue che ha versato? Cosa vuole per fermare la carneficina?”

Non era facile dare una risposta a quelle domande. Né Andrè né Alain erano in grado di rispondere sensatamente perché niente di quello che stava accadendo aveva più un senso, o forse non lo aveva mai avuto.

Il pianto della bambina li distolse da queste dolorose riflessioni.

“Piccola, cos’hai? Vuoi la tua mamma vero?” Oscar sollevò la bimba e se la strinse al petto come per proteggerla.

“Chissà cosa ti riserverà il futuro piccola mio, chissà se vivrai in un mondo migliore……..almeno tu”

 

 

La mattina del 16 ottobre 1793 Maria Antonietta, vedova Capeto salì sul patibolo.  Il coraggio dimostrato in quei momenti  non le valse il rispetto del popolo che seguì il suo percorso sulla carretta  urlando frasi ingiuriose e di disprezzo. Nessuno era più odiato in Francia della puttana austriaca che era stata individuata come la responsabile della  rovina della nazione.

 

 

“Signore accogli il suo spirito e dalle la felicità che in terra non ha mai avuto” Oscar non riuscì a non piangere mentre pregava per la sua Regina. Aveva vissuto con lei, la conosceva meglio di chiunque altro. Sapeva quanta influenza negativa avevano esercitato sulla regina persone di pochi scrupoli come la Polignac. Neanche lei era riuscita ad impedire che si circondasse di nobili arrivisti e avidi di denaro e potere.

Sapeva quanta sofferenza nascondeva dietro quei sorrisi aperti, dietro i ricevimenti sfarzosi, dietro i vestiti e i gioielli  costosi. Sapeva che le era stato impedito di amare l’unico uomo che l’avrebbe resa felice, sapeva che aveva tentato di piegarsi alle ragioni di stato per il bene del paese ma che molti errori erano dovuti ad inesperienza e superficialità. Sapeva quanto avrebbe desiderato essere una donna qualunque, libera di vivere ed amare.

 “Maestà, riposate in pace ora. Nessuno può più farvi del male”. Le lacrime presero a scendere incontrollabili sulle sue guance. Andrè era vicino a lei e la prese tra le braccia.

Sto bene Andrè, non ti preoccupare. Mi rialzerò anche questa volta. E sarò più forte di prima”

“Non ho dubbi amore, ma vorrei tenerti tra le braccia.per un po’ “.

La morte della Regina di Francia suscitò l’indignazione dell’intera Europa. L’Austria, paese di origine di Maria Antonietta, non aveva mosso un dito per  tentare di salvarla.

Il terrore si diffuse senza limite. Le esecuzioni si susseguivano a Parigi e nell’intera
Francia. Bastava anche avere lavorato per un nobile per essere mandato al patibolo. Centinaia di camerieri, servitori, sarte, bottegai furono giustiziati. Le carceri erano affollate di nobili in attesa di incontrare Madam Ghigliottina  al termine dell’ultimo tragitto della vita. A Parigi le esecuzioni divennero talmente numerose, oltre cento al giorno, che si dovette trasportare la ghigliottina in un’altra piazza per lasciare che il terreno assorbisse tutto il sangue versato. Nulla aveva più in senso. Dopo l’esecuzione di un re e di una regina nessuno spettacolo poteva essere al pari. Eppure il sangue continuava a scorrere incessantemente.

 

“Andrè, è successo qualcosa.devo parlarvi. Dov’è Oscar?”Alain er arrivato in casa trafelato.

“Sono qui Alain, cosa è successo?

“E’ arrivato l’ordine di giustiziare i nobili, simpatizzanti e collaboratori, servitù e chiunque li aiuti. Siete in pericolo, dovete fare attenzione. Arriverà un commissario da Parigi che si occuperà di dirigere le operazioni. Potrebbe riconoscerti Oscar, non si sa chi sia, ma potresti averlo conosciuto. E’ pericoloso”.

“Non agitarti Alain, non è necessario”Oscar si era mantenuta estremamente calma.

“Non capisci Oscar, a Parigi uccidono i ragazzini senza pietà, qui potrebbe non essere molto diverso”.

Oscar guardò Andrè. “Cosa ne pensi Andrè. Cosa dici di fare?”

“Nessuno sa chi siamo qui. Non sanno che Oscar è nobile. Non vedo come possano riconoscerci. Però staremo attenti e al primo segnale di pericolo ce ne andremo. Sei d’accordo?”

“Si, completamente”

Alain li fissava con aria alterata. “Ma non capite, se vi riconoscono è la fine. Accidenti, siete due incoscienti”.

“Non avrei mai pensato di sentirlo dire da te Alain” lo schernì Oscar sorridendo.

“Fate come volete…….”.

 

Rimasti soli Oscar e Andrè ritornarono sull’argomento.

“Alain ha ragione Oscar, siamo in pericolo.”

“Lo so Andrè, ma è meglio non coinvolgere anche lui nei nostri problemi”.

“Cosa pensi di fare? Forse dovremmo andarcene da qui”

“Si.ma dove ? sino ad ora questo posto si era mantenuto al di fuori degli orrori della rivoluzione. Era troppo bello per essere vero..non poteva durare per sempre….” Oscar si mise il capo tra le mani. Aveva l’aria sconsolata.

“Forse è il caso di fare come hai detto ad Alain, aspetteremo qualche giorno e poi decideremo”.

“Sono d’accordo Andrè, ma staremo con gli occhi aperti”.

Andrè le si avvicinò e si sedette vicino con aria protettiva. “Non permetterò che ci succeda nulla…stai tranquilla Oscar”.

 

“Che diavolo dice quel manifesto? Cosa vuole dire?” Oscar fissava tremante il cartello che era stato affisso nella piazza principale.

“Ogni buon cittadino ha il dovere di denunciare i nobili che conosce come traditori, altrimenti a sua volta verrà arrestato……è terribile..si scatenerà il finimondo..anche qui come a Parigi.come in tutta la Francia….” Alain era  sbigottito.  Si voltò a osservare Oscar e la vide impallidire.

Un trambusto proveniva dal palazzo del Comune. Alcuni uomini su un carro trasportavano una ghigliottina.

“Mi sento male Alain, andiamo via ti prego……”

“Stai tranquilla, non devi dare nell’occhio, non dobbiamo suscitare curiosità”.

“Secondo te una donna che si veste da uomo non suscita curiosità? Questa gente mi ha visto vestita da uomo, basterebbe un dispaccio nel quale si descrive Oscar Francoise de Jarjayes e risalirebbero immediatamente a me Alain…..anche se sono diversi mesi che non mi vesto più così….Oddio Alain….ho paura, ti giuro che ho paura”.

Alain la prese per un braccio e la condusse verso casa. Non l’aveva mai vista in quello stato.

Sentirono però delle grida disperate provenire dal Comune. Un uomo  legato era trascinato nella piazza.

Dal portone principale un uomo vestito di nero si incamminava verso il centro della piazza.

Oscar e Alain si fermarono ad osservare la scena…….confusi”

“Quello deve essere il commissario e….stanno…stanno per eseguire una sentenza…..non ci posso credere ….Dio Santo”.

La folla accorse alle urla dell’uomo. Quando molti si furono radunati, il commissario iniziò il suo proclama. “ Quest’uomo è condannato a morte perché ha tradito la Repubblica. E’ nobile di origine e i nobili saranno giustiziati……tutti………”

Tra la folla sgomenta, Oscar e Alain osservavano la scena impietriti. In pochi secondi l’uomo fu posizionato sull’asse sotto il patibolo e fu giustiziato.

“Andiamo via……Andrè sarà in ansia, andiamo a casa” L’uomo la prese con forza e la trascinò via.

Oscar tentava di mantenere il controllo. Temeva che il suo viso scosso non passasse inosservato.

Percorsero la strada che portava a casa con passo  veloce, senza correre però. Tutto in quel momento sembrava pericoloso.

Una volta dentro casa Oscar non potè più trattenere le lacrime. Andrè la scrutava con aria interrogatoria.

“Hanno iniziato a ghigliottinare la gente Andrè…….è terribile………direi che siamo tutti in pericolo…..anche chi conosce un nobile e non lo denuncia. Io non ho mai visto una cosa simile..in tanti anni di battaglie.mai……..una crudeltà simile….mai!”

“Facciamo i bagagli, non abbiamo altra scelta. Partiremo prima dell’alba. Andrè aveva  deciso in pochi minuti sul da farsi. Aveva letto negli occhi della moglie  il terrore e doveva prendere in mano la situazione.

“Dove andremo Andrè?”

“In Inghilterra. Non riusciremmo a superare il confine con gli altri paesi  senza subire controlli nel tragitto. L’§Inghilterra è la nostra unica possibilità.”

“Sta bene”

 “Verremo con voi”.Alain sembrava convinto della sua decisione.

“Sei sicuro Alain? Voi non correte rischi qui e seguire noi potrebbe mettervi in pericolo. Saresti pronto a la sciare la Francia per vivere in un paese straniero?” disse Oscar.

“Credo di si Oscar, questo paese ormai è pieno di odio e di terrore. Non voglio crescere i miei figli mentre in piazza ammazzano la gente innocente”.

Oscar sorrise amaramente. Si, forse era arrivato il momento di lasciare questo suo paese che negli ultimi tempi le aveva dato solo dolore e paura.

“Porteremo solo lo stretto necessario, qualche vestito e il denaro. Nient’altro. Faremo i bagagli quando sarà già buio, non vorrei che sospettassero la fuga”. Andrè sembrava l’unico in grado di prendere in mano la situazione.

Oscar lo fissava intensamente. Del resto lui era sempre stato più saggio dei due. Lei era più soggetta ai colpi di testa.

Non sarebbe stato facile riuscire a partire con i documenti che potevano mostrare. Avevano però i soldi per procurarsene di falsi. E con i soldi si poteva comprare tutto e tutti.

Quando fu sera iniziarono i preparativi. La nonna sceglieva i vestiti con cura, tra un pianto e l’altro.

Oscar si soffermò a guardare fuori dalla finestra della camera da letto. Il mare era agitato.

“Siamo stati bene qui Andrè vero?”

“Già, siamo stati felici, tanto felici” Le cinse la vita  da dietro e le diede un bacio sulla guancia. Voleva tenerla tra le sue braccia per un po’. Sentiva che lei ne aveva bisogno almeno quanto lui.”.

La strinse ancora più forte. Il profumo dei capelli biondi aveva ancora il potere di inebriarlo. Si sorprese a pensare che anche dopo anni di amore, tutto in lei era sempre fonte di sorpresa e di attrattiva. La pelle bianca e vellutata lo faceva impazzire come la prima volta che aveva potuto accarezzarla. Riusciva a perdersi negli occhi blu come il mare esattamente come faceva quando da ragazzo la fissava da lontano sognando il giorno in cui le avrebbe rivelato il suo amore.

Sorrise e lei se ne accorse.

“Cos’hai Andrè…a cosa pensi?”

“Al profumo dei tuoi capelli.e che ti amo…da impazzire”..

“Andrè, ciò che ho visto oggi è stato terribile……… ti prego, non dire mai  più che daresti la vita per me, non sopporterei neanche il pensiero di perderti, non dirlo mai più, promettimelo” Si era liberata dall’abbraccio e lo fissava con aria impaurita.

Lui sorrise.  Le prese il viso tra le mani. “Te lo prometto”.

Improvvisamente udirono dei battiti alla porta. Erano Alain, Justine e la piccola. Avevano con loro i bagagli.

“Dobbiamo andare ora, muovetevi…stanno iniziando a perquisire le case.stanno cercando qualcuno….dobbiamo scappare subito”.

Alain, attacca i cavalli al calesse, tu andrai a cavallo, Oscar Justine, i bambini e la nonna sul calesse.

In pochi minuti furono sulla strada che portava fuori città. I cavalli lanciati verso la possibilità di salvezza.

Oscar ebbe solo il tempo di voltarsi per guardare per l’ultima volta la casa bianca che li aveva visti felici. Sentiva che non sarebbe tornata mai più in quel posto.

Pistole e spade nascoste per ogni evenienza.

Arrivati al porto, cercarono una nave diretta verso l’Inghilterra. Sulle navi passeggeri i controlli erano accurati. Dovevano trovare una nave meno pericolosa.

“Forse dovremmo tentare con una goletta inglese…..l’esercito francese non può perquisirle come quelle francesi”

“Hai ragione Oscar, molti mercanti inglesi continuano a venire in Francia per affari”.

Il porto iniziava  ad animarsi. Dovevano decidere in fretta.

Una carrozza si affiancò alla loro. Un uomo si affacciò dal finestrino.

“Perdonate Madame, ma voi assomigliate ad una persona che ho conosciuto tempo fa……e mi chiedevo se voi.se voi….”

Oscar si sentì gelare il sangue nelle vene. L’avevano riconosciuta, qualcuno aveva riconosciuto in lei la donna soldato che comandava le guardie del Re.

“Perdonate madame, non vorrei mancarvi di rispetto. Potrei essermi sbagliato  Permettete di presentarmi, sono Lord  Kingsely. Sono stato ambasciatore in Francia per il mio paese, l’Inghilterra, tanti anni fa. Il generale Jarjayes era un mio buon amico e io ho visto spesso la figlia a corte. Mi sono sbagliato Madame?”

Oscar era impallidita. Forse questo incontro rappresentava l’occasione propizia. Quell’uomo avrebbe potuto aiutarli nel trovare una nave sicura per l’Inghilterra, ma avrebbe potuto trattarsi di una trappola.

Vide lo sguardo di Andrè che la fissava. Nella mano destra, nascosta sotto il mantello stringeva la pistola.

“Non pensate sia fuori luogo pensare di riconoscere un nobile di questi tempi Mylord?. Non è cosa gradita. Se vi sbagliasse rischiereste di nuocere alla persona in questione”.

“Io vorrei solo portare alla famiglia Jarjayes notizie della figlia. Sono molto in pena sapete?”

Oscar era visibilmente scossa.  Si sentì chiamare dalla nonna.

“Oscar, penso che ti puoi fidare di quest’uomo. Mi sembra proprio di averlo visto a palazzo Jarjayes.”.

Andrè sospirò. Sentiva che la nonna aveva ragione e cercò di intervenire nel discorso.

“Mylord, pensate che sia possibile raggiungere l’Inghilterra? Conoscete navi che partono oggi?”

“Certo, la mia nave salpa tra circa un’ora. Sarei lieto di ospitarvi”

“Ve ne saremmo grati Mylord”

“E’ un onore per me Madame”.

Salirono sulla goletta che batteva bandiera inglese.

“Vostra madre è in pena per voi sapete, vostro padre è ancora in Francia e molte persone stanno cercando di trovarlo per facilitargli la fuga in Inghilterra.  Io l’ho cercato per qualche settimana, a Parigi, ma la situazione è diventata troppo pericolosa e io, Madame, non sono più un ragazzo. Sono un vecchio nostalgico che ha visto la morte della Regina più incantevole dì Europa”.

Oscar rabbrividì. Sentiva di essere finalmente al sicuro. La nave stava salpando senza che i militari francesi salissero per i controlli.

“Voi avete visto l’esecuzione della Regina? Deve essere stato terribile………”

Abbassò lo sguardo. Sul bel volto, un’espressione di tristezza infinita.

“Si, è stato straziante. Sapete, c’era un piano per liberarla che è fallito miseramente. Probabilmente anche vostro padre ha partecipato al piano di fuga. Non è stato arrestato però, non risulta tra gli arrestati. Vedete Oscar, ho potuto incontrare il generale qualche settimana fa. Volevo convincerlo a partire con me ma non ha voluto sentire ragioni. Mi ha detto di essere riuscito a incontrare la Regina quando era chiusa alla Conciergerie. Gli ha affidato un anello da consegnare a Fersen. Prima di partire per l’Inghilterra voleva adempiere all’ultima richiesta della sua Regina”.

“Padre mio………ditemi ….come sono stati gli ultimi attimi della Regina……..cosa è successo..”

“La Regina è salita sul patibolo con una dignità e un coraggio ammirevoli. Ha guardato il popolo con la testa alta. E’ morta da vera Regina”.

Oscar scosse la testa. Si voltò a cercare lo sguardo di Andrè. La costa francese si allontanava sempre più  e le onde si infrangevano sugli scogli. Le alte falesie sembravano ergersi a difesa della costa francese, come se anche la natura fosse stata domata dal comitato di salute pubblica.

Sentiva il vento freddo che le pungeva la pelle e le scompigliava prepotentemente i capelli.

La Francia, Parigi, Versailles, la corte, la Regina…………quante storie, quanti intrighi…..passioni nascoste, sentimenti celati……..Fersen………quanti dolori e quante sofferenze

Ricordava  il primo giorno in cui aveva preso  posto a Corte……Girodelle, Bernard, Rosalie, quanti volti, quanti ricordi…la rivoluzione…...il terrore………il sangue……..la casa bianca………..Andrè.

Si, tutto riconduceva a lui. L’unico punto fermo nella sua vita.  Cercò di nuovo il suo sguardo e gli si strinse in cerca di protezione.

“La Francia Andrè………forse non torneremo più nel nostro paese”

“Tra qualche tempo……..forse…………”

“La mia casa è ovunque ci siate tu e i bambini Andrè. Non mi importa di nient’altro”.

“Ti amo……….ti amerò per sempre”

“Ti amo…sei la mia vita, la parte migliore di me”.

Continuò a tenerla stretta finchè le falesie scomparvero dietro di loro.

 

 

 

 

 

   
 
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