Salve a tutti fan di Kenshin! ^o^
Qui è Jaly Chan che parla, fan sfegatata di questo fumetto ^.-
Questa fic m’è venuta in mente
leggendo il numero 12, dove Saito rivela di essere sposato. Visto che il lupo di Mibu è uno dei miei
pers preferiti, ho pensato di dedicargli questa fic. Watsuki non ha mai fatto
comparire sua moglie Tokio, quindi io mi sono sempre domandata come potrebbe
essere la donna che ha deciso di vivere al fianco di un uomo di quel tipo.
Kenshin e Misao la immaginavano come una specie di Bosatsu – testuali parole –
ma io credo proprio di no! ^.-
Vi lascio alla mia fic, spero vi
piaccia e vi chiedo solo una cosa; Recensite!!!! *.*
AL DI LA’ DELL’ORGOGLIO
11
anno dell’era Meiji (1878) 2 settimane dopo la battaglia contro Enishi
Yukishiro
Il vento soffiava
sulla città di Tokyo portando frescura nella città accaldata in quella giornata
di fine estate. La gente camminava tranquilla formando varie e allegre macchie
di colore in tutta la via polverosa. Solo un uomo sembrava ignorare tutto quello
che gli era attorno; Aveva dei capelli assurdi: come se avesse in testa una
scopa di paglia e guardava pensieroso, alternativamente, un foglietto di carta
e il portone di legno che aveva di fronte.
Finalmente, dopo un
ultimo cenno d’incertezza, si decise a battere il batacchio di ferro un paio di
volte ed attese passando il peso del corpo da un piede all’altro del corpo,
impaziente.
All’interno
dell’elegante villa in stile giapponese una giovane donna alzò seccata lo
sguardo dal libro occidentale che stava leggendo.
Quando il fastidioso suono metallico si ripeté, chiuse gli
occhi azzurro ghiaccio, un colore assurdo per una giapponese, sospirando
infastidita.
Si alzò svogliatamente dalla poltrona ed uscì dalla penombra
della stanza. Attraversò il curatissimo giardino ed aprì un battente del
portone.
- Desidera? – domandò infastidita all’uomo davanti a lei
Lui aprì e chiuse la bocca un paio di volte, basito dalla
bellezza della donna che aveva di fronte, mentre lei si spazientiva.
- Allora? – sbuffò
- Eh? Ah si! Cho, il cacciatore di spade...al vostro
servizio signorina – si presentò lui esibendosi in un elegante baciamano
La donna ritirò in fretta la mano con in faccia
un’espressione che parlava da sola – Desidera? – ripeté spazientita
- Lei è...Tokio Hyuga? –
- Si – ribatté secca
- Dovrei...dovrei consegnarle una lettera proveniente dal
commissariato – balbettò Cho sorpreso dal suo cipiglio e porgendole una busta
bianca.
- Vorrà dirmi che starà ancora via...- mormorò fra se e se
la donna prendendola in mano e guardando il mittente.
La aprì e ne lesse velocemente il contenuto...
...e lo rilesse...
...e rilesse...
Passò un momento di silenzio in cui si potevano udire
distintamente le risate dei bambini in fondo alla strada.
- Va...va tutto bene? – domandò Cho titubante non vedendo
reazioni da parte della donna
Tokio alzò lo sguardo su Cho – Sarebbe così cortese da
portare un messaggio al vicebrigadiere Fujita? –
- A Saito? -
Alzò un sopracciglio – Si a lui –
- Che...che cosa devo dirgli? -
- Divertiti a mangiare soba e dormire in ufficio – disse
esibendo un sorriso che avrebbe fatto rabbrividire un ice-berg
Cho sbatté perplesso le palpebre – V-va bene...ma perché? –
- Perché mio marito è un emerito idiota – sbottò
chiudendogli il battente in faccia.
xxxx
- E così ti ha detto questo...- mormorò il lupo di Mibu
guardando annoiato i documenti che aveva di fronte
- Ah-a -
- C’era da aspettarselo -
Saito si alzò spegnendo il mozzicone di sigaretta nel
posacenere ormai colmo e si diresse verso la finestra aperta, appoggiandosi
alla balaustra con le mani...di certo non poteva pretendere che saltasse di
gioia...
- Ma che avevi scritto su quella lettera? – domandò
incuriosito Cho incrociando le braccia al petto
- Non sono affari tuoi – lo freddò Saito
- Uh! Che antipatico! Potevi almeno dirmi che avevi sposato
una sventola del genere! Quando me l’ha detto m’è venuto un infarto! -
- La mia vita privata non ti deve interessare testa di scopa
-
Cho ignorò il suo avvertimento e continuò imperterrito a
parlare - E’ un vero peccato che una così bella ragazza sia impegnata con uno
come te, cioè, ti sei visto allo specchio? Fumi come una ciminiera e di certo
non sei una gran bellezza...non come me almeno, e poi è così giovane...è
veramente sprecata con uno come te e...- s’interruppe di colpo intercettando
l’occhiata omicida di Saito -...ma in fondo non sono affari miei – disse in
fretta sorridendo nervoso e agitando le mani.
- Bene – il poliziotto si diresse verso la porta
accendendosi l’ennesima sigaretta – Ah, un ultima cosa...-
- Che vuoi? -
- Stalle lontano – disse sorridendo pericolosamente
L’ex componente delle 10 spade deglutì spaventato – O-Ok...-
xxxx
Era una splendida mattina di fine estate, il sole brillava
alto nel cielo e le persone affollavano le vie di Tokyo. Bambini ridevano
contenti inseguendosi evitando le persone.
Solamente una persona sembrava ignorare tutto questo e
continuava a mantenere sul viso un’espressione di ira mal celata.
Tokio Saito alias Tokio Fujita stava, infatti, maledicendo
suo marito nelle varie lingue che aveva imparato quando ancora viveva in
Europa...
Perché 5 anni prima non aveva ascoltato sua zia che le
chiedeva: perché sposi un poliziotto?
Ottima domanda! Lo voleva sapere anche lei!
Ma non un poliziotto normale...no! Una spia! Roba da tirarsi
scemi da soli!
Già lo vedeva poco, mediamente una settimana si e due no,
poi naturalmente spariva per un mese intero ritornando concio da far paura!
Strinse i lembi della stola blu che aveva fra le mani.
Sapeva perfettamente che quando era sparito per ben tre mesi
- lasciandole un bigliettino con su scritto: sono a Kyoto, non so quando
ritornerò, tu rimani dove sei – aveva sventato i piani di Makoto Shishio,
aiutando il famoso Battosai Himura - confessione eseguita dopo un non
propriamente delicatissimo cambio di fasciatura alla ferita della spalla – ma
niente le aveva impedito di rodersi il fegato per l’ansia!
Poi la storia dei contrabbandieri e adesso questo!
Una bella letterina in cui la informava del loro imminente
trasferimento...ma stava scherzando!?!
Qualcuno la spinse e girandosi ghiacciò sul colpo il bambino
che le era venuto addosso, il quale scoppiò irremiedabilmente a piangere.
Tokio sospirò seccata mentre avanzava tra la folla, doveva
calmarsi con qualcosa...da spaccare o da prendere a pugni o calci, non faceva
differen...
SBAM!
Non fece in tempo a finire di formulare la frase che si
ritrovò col fondoschiena a terra, mentre un ragazzino sui 10 anni se la dava a
gambe di corsa.
Chiuse gli occhi sospirando furente; quella non era
decisamente la sua giornata...
- YAHIKO! TORNA SUBITO QUI!!! – ruggì una ragazza mentre i
suoi occhi neri mandavano lampi – Grrr! Odioso marmocchio! Adesso vede quando
torna a casa...lo farò allenare così tanto che mi chiederà in ginocchio di
smettere! – sbraitò mettendosi le mani sui fianchi
- Avanti Kaoru...non è così grave...- tentò di dire l’uomo
di fianco a lei cercando di calmarla – Piuttosto...sta bene signorina? –
domandò gentilmente a Tokio porgendole la mano
- Si – disse sbuffando e accettando l’aiuto
Sorridendole gentilmente la aiutò ad alzarsi scusandosi
ancora per l’irruenza del bambino chiamato Yahiko
- Non fa niente, sono cose che succedono – sospirò la donna
spolverandosi il kimono bianco e blu – La ringrazio per l’aiuto -
- Si figuri, è stata colpa nostra -
- Kenshin ha ragione, le abbiamo fatto perdere tempo –
aggiunse Kaoru inchinandosi leggermente
- Non vi preoccu...- un pensiero improvviso gli passò per la
testa -...pate...- mormorò.
Aveva detto...Kenshin? Cioè...Kenshin Himura alias Battosai
l’assassino? Quel Himura!?!
Si scostò i capelli dal viso sospirando, ora che ci pensava
il giorno del duello era passato da un pezzo….insultò mentalmente suo marito;
spiegarsi mai eh?
- Ci scusi ancora per il disturbo -
Chiuse gli occhi per un momento per poi riportarli sui due
che aveva di fronte – Non importa, arrivederci – li salutò co un cenno del capo
mentre li sorpassava – Signor Himura, Signorina Kamiya –
- Ah...-
- Aspetti -
Sorrise mentre se li lasciava alle spalle mischiandosi con
la folla, non sapeva perché ma quell’incontro l’aveva messa di buon umore...
Il vento le scompigliò capelli neri come l’ala di un corvo e
mentre li allontanava dal viso alzò lo sguardo pensieroso al cielo; aveva
voglia di stare da sola...abbassò gli occhi mentre le capitava sotto gli occhi
un insegna: Akabeko – Sukiyaki
Beh...perché no?
xxxx
Si chiuse il portone di casa alle spalle con un sospiro, era
ormai sera e poteva benissimo affermare che quella era stata una di quelle
giornate che si potevano classificare fra le più assurde capitatele – il primo
posto rimaneva sempre al giorno in cui aveva deciso di sposare quella iena
travestita da lupo – si passò una mano fra i capelli mentre attraversava il
cortile, per fortuna non l’aveva avuto sotto le mani quella mattina sennò addio
temerario lupo di Mibu...
- Ciao -
Tokio fece un salto per lo spavento mentre il cuore le
finiva nello stomaco. Alzò lo sguardo sull’uomo tranquillamente seduto sul
portico, appoggiato ad una colonna, mentre si fumava una sigaretta. La giacca
abbandonata di fianco a se e vari mozziconi nel posacenere...sembrava aspettare
lì da molto...
- Sei tornata tardi – commentò Saito soffiando fumo senza
fare una piega
- E tu sei tornato prima – ribatté lei secca recuperando il
suo sangue freddo
- Non mi hai detto di non tornare oggi -
- Era sottointeso – sibilò lei sentendosi incredibilmente
stupida
- Capisco -
Tokio desiderò urlare dalla frustrazione, perché lei, donna
colta e di mondo, doveva sentirsi così...impotente davanti ad un uomo!?!
E dire che nessuno, a parte lui, era riuscito a contrastare
il suo carattere troppo autoritario e orgoglioso!
Hai il caratteraccio di tuo padre e linguaccia di tua madre,
le aveva detto sua nonna una volta scherzando, quindi visto i suoi illustri
parenti non c’era da stupirsi sul suo indole facilmente...ehm...alterabile.
- No che non capisci – ringhiò mentre i suoi occhi azzurri
mandavano fulmini
- E’ vero, non capisco perché tu ti sia arrabbiata – ribatté
lui senza fare una piega
Tokio percepì chiaramente le sue braccia cadere per terra
mentre lo guardava esterrefatta e cercava di controbattere alla sua totale
mancanza di arguzia – Tu...tu... – le parole le morirono in gola mentre il
nervoso continuava a salire – ACCIDENTI! PURE LO SFIZIO DI ATTACCAR BRIGA MI
TOGLI!!! –
Saito fece spallucce mentre lei ponderava se era meglio
sparagli o accoltellarlo nel sonno...
- Non dovresti tenere continuamente quell’aria corrucciata,
sai? – soffiò altro fumo – Altrimenti ti verranno prima le rughe – spostò la
testa un attimo prima che un geta lo colpisse in pieno viso – Come non
detto...-
- Allora tu dovresti finirla di fumare come un turco,
creperai prima...cosa che comunque non potrà che giovare all’intero sistema
solare -
- Fumare mi fa scaricare la tensione –disse lui tranquillo
- Si, e ti fa finire prima all’inferno – replicò lei ironica
ravviandosi i capelli dietro le spalle – Una scocciatura in meno comunque –
- Dispiaciuta? – domandò guardandola mentre si avvicinava al
portico e recuperare la sua calzatura
Si girò verso il marito - Eh! Non si vede? Mi strappo i
capelli come nei drammi russi – replicò sarcastica incrociando le braccia e
torreggiando su di lui
- Mi faresti venire voglia di trovare un modo più salutare –
disse l’ex shinsengumi gettando il mozzicone di sigaretta
- Lo faresti solo per farmi ripicca, vero? -
- Naturale – ghignò l‘uomo
- Attento, sto per cedere al mio più profondo desiderio –
sibilò Tokio mostrando i denti
- Quale? – domandò lui con un lampo di malizia negli occhi
- Prenderti a pugni – ringhiò la donna
- Che caratterino, è una settimana che non mi vedi e tu mi
tratti così? -
- Dono di natura tesoro, e tu ne eri benissimo a conoscenza
quando mi hai sposato – ribatté lei arrabbiata battendogli l’indice sul petto –
E poi per me potevi rimanere benissimo dov’eri -
- Uhm...-
Ci fu un momento di silenzio – Hajime...- lo chiamò Tokio
all’improvviso, facendosi seria e accantonando la loro inutile discussione –
Perché non hai accettato la sfida di Battosai? –
Il poliziotto alzò lentamente lo sguardo su di lei – Non
m’interessa chiudere la partita con un assassino che non uccide più...ormai non
mi suscita più nessun’emozione – rispose appoggiando il mento sul dorso di una
mano
- Io credo che...Battosai sia morto più di 10 anni fa...-
sospirò Tokio alzando il viso verso il cielo, ormai oscurato dalla notte mentre
la tenue luce lunare illuminava la città - Solamente che tu non volevi
accettarlo...- fece un piccolo sorriso divertito guardandolo di nuovo mentre,
però, rabbrividiva leggermente sotto il suo sguardo dorato – In fondo sei
rimasto l’unico lupo ad avere ancora le zanne...-
- Era un complimento? – domandò il lupo di Mibu accendendosi
una sigaretta
La donna fece spallucce – Prendilo come vuoi –
Un vento freddo accompagnò le sue parole, Tokio si passò una
mano fra i capelli scompigliati dalla brezza.
- Comincia a fare fresco...- mormorò
- Ormai siamo in autunno...-
- Dove ti sei fatto trasferire? -
- Shangai -
Tokio lo guardò confusa aggrottandole le sopracciglia, colta
di sorpresa; sarebbe...sarebbe tornata nel continente?
Per tanto aveva desiderato tornare nel luogo che per molto
tempo era stata la sua casa e...dove erano morti i suoi genitori...
- Veramente? – mormorò dubbiosa
- Si...sorpresa? – replicò tranquillo
Lei si passò una mano fra i capelli incredula – Beh...ti
confesso che la cosa mi ha sorpreso...molto – chiuse gli occhi con un sospiro –
In fondo non mi dispiacerebbe tornare in Cina...è stata casa mia per
molto...dopo che me ne ero andata dall’Europa -
- Ma non eri in collera con me per la faccenda del trasferimento?
– domandò Saito soffiando fumo
Tokio lo guardò male dall’alto, per poi chiudere gli occhi
sospirando...questa poteva anche concedergliela...
Gli sfilò la sigaretta dalle labbra e si chinò per sfiorarle
con un bacio – Non rompere, l’ho scordato –
Lui ghigno divertito e le premette una mano sul collo,
attirandola di nuovo a se e premendole urgentemente sulle labbra con le
proprie.
Chiuse gli occhi lasciandosi andare a quel bacio mentre gli
passava le braccia dietro il collo...quella, sarebbe stata una lunga notte....
xxxx
A mezzanotte un forte vento autunnale scuoteva i rami degli
alberi cominciando a far cadere le prime foglie, mentre faceva tremare
leggermente i vetri della finestra. Il vento che soffiava tra i rami strideva e
crepitava come i lamenti di uno spirito delle tenebre che minacciava di
attaccare. La guancia di Tokio riposava contro il petto del marito; poteva
sentire il battito regolare del suo cuore.
- Quando partiamo? – chiese Tokio con gli occhi che si
chiudevano
Saito sbadigliò – C’è una nave sabato –
Sorrise – Bene – sbadigliò a sua volta – Buonanotte
cagnaccio rognoso – mormorò scherzando come in passato
- Buonanotte – replicò lui trattenendo un sorriso divertito
Le tenebre avvolsero tutto come una folta pelliccia e Tokio
si lasciò andare ai sogni...
Allora? Vi è piaciuta? *.* Spero di si!
^^;
Mi auguro che non siate rimasti
sconvolti dal personaggio che ho creato, ma è così che m’immagino la compagna
di quell’uomo dal carattere impossibile (Etcù! >.< ndsaito) arrendevole
come Tsubaki non me la immagino proprio! Vivendo con lui dev’essere diventata
refrattaria a tutti gli stronzi che conosce (Perché mi fischiano le orecchie?
<.< ndsaito)
Come ultima cosa vorrei ringraziare la
mia gemellina Kira – conosciuta sul sito come Ashee –per evermi spinto a
scriverla. E nel caso ci siano lamentele andate da lei ^.^ Per cui, Saito,
saresti così cortese da togliermi la spada dalla schiena? ^^’’(Dove abita la
tua amica scusa? <.< ndsaito) Err…^^’’’’’’’’’’’’’’’’’’
Beh, ora vi lascio; vi prego recensite!
ç.ç