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Autore: Melmon    19/06/2010    1 recensioni
A un sasso più grosso mi concedo solo tre secondi in più di respiro, premo con forza sulla ferita, il flusso del sangue è rallentato, ora che sono arrivata al ruscello la luce è aumentata ma non sapere è meglio, se vedo il mio fianco sporco del mio stesso sangue svengo qui! Se proprio devo svenire voglio farlo tra le tue braccia porca miseria!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione, Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Alice e Dean.'
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Grazie a SoleleS, Jen78, Robigna88 per avermi tirato su il morale con le vostre recensioni.

3. Impalata.

Sento gli sportelli della tua auto aprirsi e poco dopo il freddo della tua assenza mi colpisce, qualcuno spinge forte sulla ferita, mentalmente ricostruisco il tratto di strada dallo sportello posteriore a quello anteriore per sapere quando l’auto parte, ma siamo ancora fermi qui. Poco dopo il tuo calore torna, ti siedi accanto a me e poggi la mia testa sulle tue gambe.
– Chi guida?
– Tranquilla, non sforzarti.
– Qualcuno guida vero?
– Guida Sam. Sam e Jo erano curiosi di vedere se ero capace di dar filo da torcere alle leggi dello spazio e del tempo per salvarti.
– Jo?
– Jo la figlia di Ellen del Roadhouse.
– Ah….
– Ora penso io a te piccola.
Sento le tue mani muoversi con una certa sicurezza, non capisco da quando sia uscita fuori una casetta di pronto soccorso ma lascio perdere, non e importante saperlo.
– Pensavo di trovarti svenuta come qualsiasi altra donna invece …
– Io non sono una qualsiasi donna, io sono una cacciatrice e se avessi anche solo un litro di sangue in più ti prenderei a pugni.
– Stai calma piccola lo so benissimo da me che sei una tigre!
– Dove andiamo?
– Al Roadhouse c’è Bobby che ci aspetta.
– Lui è più bravo di te con certe ferite.
– Già.
Seguirono un paio di minuti di silenzio, non ci giurerei ma il flusso del sangue deve essere meno di quello che avevo immaginato, anche se ne ho perso anche troppo per i mie gusti.
L’uomo contiene 5\6 litri di sangue, dopo averne perso uno svieni, quindi facendo due rapiti calcoli manca poco per arrivare a perderne uno.
Mi accarezzi una guancia e fai in modo che torni a guardarti in faccia, mi lascia andare alle tue carezze, so che sei preoccupato, so che farai di tutto per me, so che sentirti inutile e impotente è grave, non è da te, ti guardo e finalmente dopo quelli che mi sembrano secoli posso ammirare dal vivo i tuoi occhi, nel buio non posso godermi al pieno il loro splendore ma posso accontentarmi.
– Ciao.
Ti sussurro lentamente.
– Ciao piccola.
Mi rispondi di rimando.
– C’è troppo silenzio.
– Se accendo la radio ti lamenterai per il frastuono, lo sai tu e lo so io.
– Niente radio! Parlami Dean.
– Non ti conviene neanche questo …
– Non direi ho fatto il mio dovere da cadetto ora saldato fa il tuo dovere: una bella lavata di capo mi aiuterà a rimanere sveglia.
– Sei pazza, sei idiota, non dovevi andare a caccia da sola, quante volte ti ho detto e ridetto che questo lavoro è pericoloso? Che devi stare attenda? Che non bastano ore e ore d’allenamento? Lì fuori tutto è diverso, basta poco per rimetterci la vita, bastava un altro mezzo millimetro e …
– … avresti dovuto dar fuoco a un altro corpo. Dean so bene come è lì fuori, come lo sai tu e gli altri cacciatori, ma nessuno smette per questo.
– Vuoi dirmi che continuerai a cacciare?
– Se continuerai a sfidare le leggi del tempo e dello spazio dopo una mia richiesta d’aiuto ...
– Correrei comunque aiuto o no.
– Non diventarmi sentimentale ora.
– Chi io? Nah!
Gli sorrido, i suoi occhi nascondono qualcosa ma non importa, sono incatenati ai miei null’altro ha importanza.
– Vedrai che Bobby mi ricuce alla grande e domani potremo riprendere la nostra gara.
– Devi riposare! 
– Resti al mio fianco?
– Non ti lascio.
– Parola di Whincester?
– Parola di Whincester.
– Bene, i Whincester non mi hanno mai delusa quindi vedete un po’ voi due di non iniziare proprio ora!
– E’ Dean quello poco raccomandabile in famiglia ...
– Già Sam ha ragione, il combina guai è Dean.
– Questo lato di Dean lo conosco ma non delude se mi da la sua parola.
– Cambiamo argomento…
– Continua a parlarmi.
–A parlarti di cosa? Del tempo? Dell’attacco di cuore che ho provato quando mi hai detto che avevi bisogno del mio aiuto? Della paura di trovarti in quel fosso?
– Dean non mi sembra il caso …
– Il caso Sammy? E’ lei che vuole che parli, tu pensa a guidare!
– Non è colpa sua, non prendertela con lui.
– Tu neanche lo conosci e lo difendi! E’ mio fratello credi che vedermi cosi sia una novità?
Scuoto la testa quel poco che posso, il silenzio ricade nell’ipalata, ti ho fatto male e non solo questa sera ma ora non posso far nulla, mi guardi e in quei occhi che amo vedo tristezza, la stessa che troveresti nei miei se solo la luce potesse permetterlo.
Inizio a respirare a pieni polmoni, questo mio cercare più aria ti spaventa tanto che la tua attenzione corre di nuovo su di me. Non c’è la faccio più, non riesco ad essere forte, forse questa è la prova che non lo sono mai stata. Il solo pensiero di deluderti, di farti altro male, di lasciarti mi stringe il cuore, non sono capace di tutto il mio autocontrollo e delle lacrime iniziano a scorrere involontariamente.
– Sam quando manca?
– Poco Dean, tranquillo.
– Ehi hai sentito il mio fratellino, manca poco Alice, manca poco piccola, tieni duro ancora un po’. Torni ad osservare e ad occuparti delle mie ferite, quando la tua mano torna in alto un raggio di luce entra dal finestrino e vedo sporca del mio sangue, un’immagine che non avrei mai voluto vedere, un attimo che non avrei mai voluto farti vivere. Ti accorgi delle mie lacrime, mi fissi e finalmente il tuo sguardo si addolcisce e torna quello di sempre, passi il pollice a cancellarmi una lacrima, mi sorridi e io faccio lo stesso.
– Tieni duro A, fallo per me …
– Sono una cacciatrice non è nel mio Dna arrendermi senza lottare!
– Si, lo so, sei la cacciatrice migliore che io conosca.
– Dici cosi solo perché mi hai addestrato anche tu!
– Dici niente?
– Siamo arrivati.
Il parcheggio non è dei migliori, ma non urli nonostante la tua piccola sia stata messa a dura prova, di nuovo sento gli sportelli sbattere, poco dopo sono di nuovo tra le tue braccia, mi stringi come prima ma stavolta non ho occasione di sentire il tuo cuore battere.
 
Il bar è chiuso e io vengo fatta sedere sul bancone, lì c’è più luce diretta che ti permetterà di ricucirmi a dovere. Niente sorrisi e smancerie, Bobby va diritto al sodo e senza pensarci due volte mi taglia la maglietta, sorrido al pensiero che l’ultima volta che ti ho visto cosi concentrato stavi lavorando sul tuo pic up, poi il sedativo fa effetto.
  
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