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Autore: Deeper_and_Deeper    19/06/2010    1 recensioni
Che Amelie, scrittrice sedicenne affermata, fosse una ragazza fuori dal comune, lo si era capito sin dal momento iin cui aveva messo piede al mondo. Da piccola non era mai stata quella che si poteva dire l'essenza della femminilità, i suoi giochi preferiti erano i fucili, le bombe, i videogiochi e nessun bambino avrebbe mai osato sfidarla a braccio di ferro, disciplina in cui lei era incredibilmente brava. Lei non aveva mai avuto quei complessi mentali delle sue coetanee, non provava interesse nessuno e nulla che non fosse lo scrivere e neanche faceva caso a che abiti indossava la mattina. Molti la definivano apatica, gli stessi suoi professori dicevano che il lavoro eccellente da lei svolto era in parte messo a tacere dall'inespressività del suo volto e dal modo in cui essa reagiva alle situazioni. In realtà lei reagiva in tal modo con in mondo solamente perchè non voleva soffrire.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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AMELIE 4
L'amicizia di Amelie Dumas e Bill Kaulitz
Quattro

Da ascoltare con "Undisclosed Desires" dei MUSE



-Addio-.

La sua voce risuonava nella mente di Amelie Dumas come se nel cervello ci fosse stato un ripetitore dalle batterie inesauribili. Il sole stava calando e, essendo quasi alla fine di quel suo cammino giornaliero, disegnava giochi di luci ed ombre colorando tutto di rosso. Amelie era sdraiata sul tetto di casa sua: una costruzione semplice e abbastanza piccola. Bastava per quattro persone, il numero dei membri della sua famiglia. Lei veniva spesso su quel tessto spiovente, quando doveva pensare, quando doveve ascoltare la musica... era l'unico posto dove poteva essere sè stessa.
Sospirò, ripensando a Bill. Si era comportata malissimo, lo sapeva e nulla avrebbe potuto cancellare il ricordo di quelle parole che, al pari di mille spade, li avevano feriti entrambi.Ma stavano ancoa sanguinando e un incontro a fine di un'eventuale chiarimento sarebbe stato come il sale. Avrebbe causato molto dolore inutile. Amelie si alzò dalla sua postazione e ritornò in casa. La tristezza e la rabbia non gli erano ancora passate e l'unica cosa da fare era andare in palestra.
La palestra.. dopo tanti giri di parole i suoi l'avevano iscritta a pugilato, uno sport rozzo e futile che era necessario se dovevi calmarti, e lei doveva. Sfogavi tutti i sentimenti su di un sacco con delle fascette che ti consumavano le mani, ma ad Amelie questo non importava. 

-Mamma... vado in palestra!- urlò prendendo il borsone

-Ancora!?- urlò la donna, uscendo dalla cucina, forse la sua stanza preferita.

Amelie non rispose. Era inutile parlare con quella donna, certe volte. Era irrecuperabilmente ipocrita. Così la ragazza uscì dalla porta di casa senza prestare troppa attenzione a ciò che diceva. Il metodo migliore era accendere l'Ipod -costantemente in modalità random-, e immergersi nella musica. Undisclosed desires dei Muse partì a tutta forza. Un segno del destino, penso Amelie storcendo la bocca.
Descriveva la situazione che stava vivendo con Bill. Cavolo.

I know you've suffered
But I don't want you to hide
It's cold and loveless
I won't let you be denied

Aveva sofferto, e non poco. Si era chiusa a riccio in un mondo in cui non c'era spazio per nulla, un mondo dove viveva solo lei.

Soothing
I'll make you feel pure
Trust me
You can be sure

Bill Kaulitz, la cui voce la faceva emozionare appena la udiva, voleva che per una volta abbandonasse quel mondo che stava diventando fin troppo piccolo per lei. Voleva che si fidasse di lui, voleva renderla così forte da mostrarsi alla gente per quella che era. Ma Amelie aveva paura. Chi le assicurava che Bill non l'avrebbe lasciata sola? E se l'avesse fatto lei non si sarebbe più ripresa. 
La prima volta che aveva visto quel ragazzo da vicino, il giorno in cui avevano cenato assieme, aveva notato che lui non la vedeva, la guardava e queste sono due cose diverse. Sin dal primo momento Bill l'aveva studiata, voleva capire chi si celava dietro quella maschera  e questo Amelie l'aveva inteso subito, chiudendosi ancor di più a riccio e limitando i convenevoli. Poi il ragazzo aveva iniziato a fare domande che mai nessuno le aveva posto e quella franchezza l'aveva sconcertata.

-Perchè.. sei così... inespressiva?-

Ponendogliela aveva messo la mano destra sotto al mento e l'aveva scrutata, quasi in modo impercettibile, con quel suo sguardo apparentemente normale. Amelie Dumas aveva risposto sinceramente, quasi impnotizzata da lui.

-Non voglio soffrire...vivo nella convinzione che ogni emozione, ogni espressione del volto e ogni minimo cedimento mi renda più fragile di quanto io sia-

La risposta l'aveva sconcertato e se in quel momento non si fosse concentrato sulle parole che erano state appena pronunciate, avrebbe intravisto per un attimo la vera lei, che era fuoriuscita da quel mondo stretto a causa di una distrazione.
Amelie scosse la testa, un po' infastidita da quel flusso di ricordi. Era arrivata in palestra, doveva andarsi a cambiare. Salutò con un cenno del capo l'allenatore e s'avviò verso lo spogliatoio femminile, completamente deserto. Si infilò i pantaloncini e la maglia e iniziò a mettere le fasce alle mani. Nonostante i continui lavaggi alle nocche c'erano ancora alcune macchie di sangue.

Questi colpi sono per te... Bill...

Si avvicinò al sacco ed iniziò a sfogarsi. Non pensava, quando tirava cazzotti. Era come se il corpo compisse quei gesti automaticamente, senza che il cervello facesse niente. Era d'obbligo, quando facevi pugilato, di riposarti per due minuti ogni serie. Ma questa regola Amelie non voleva proprio rispettarla.

-Amelie! Basta- la sua voce la colpì come se fosse stata in un incontro -FERMATI-

Era una visione? Stava forse sognado? Per la prima volta si rese conto di quanto lo aveva desiderato. Era lui il suo desiderio irrivelato. Lui che da quando l'aveva conosciuta voleva vedere la sua vera indole, la ragazza nascosta.

-Cosa ci fai tu quì?- disse la regina dei ghiacci, sbucando all'improvviso.

-Ti ho cercato ovunque...-

-Ah, sì?- continuò la regina, fredda e marmorea -Mi pare che ci eravamo detti addio-

-Tu veramente volevi che ci dicessimo addio?-

Baaam. Quella era una domanda da un milione di euro. La concorrente avrebbe saputo dare la risposta esatta o sarebbe tornata a casa a mani vuote?


Ringraziamento (al singolare, dato che solo lei recensisce):

M_Lucry_J:  Grazie per aver recensito. Ti aspettavi un capitolo diverso, eh? L'intervista... l'ascensore... no... il cervello non ha partorito un capitolo decente e così ho elaborato quest'altro. Mh... che ne pensi??? A oggi pomeriggio xD


Ai Muse... che hanno fatto una canzone che non ha deluso i fan
e a Vittoria Cabello che mi fa schiattare dalle risate con il suo programma.

Deeper_and_Deeper










  
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