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Autore: Less_    19/06/2010    2 recensioni
Una ragazza brillante, ma solitaria e senza amici, che vive in un piccolo paese che non ama con la sua famiglia, e un ragazzo particolare con una famiglia che cerca la tranquillità di un borgo di montagna, hanno un destino comune, troppo più grande di loro.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alessia uscì di casa con la busta della spazzatura che la costringeva a bilanciare il suo peso inclinandosi leggermente.

I bidoni non erano troppo lontani, né troppo vicini all'“area contaminata”.

Alessia chiamava “area contaminata” tutto lo spazio che i ragazzi del suo paese erano soliti percorrere. Si avvicinò ai bidoni. Qualche rara macchina percorreva la strada. Il paese era piccolo, e già questo implicava l'assenza totale di traffico. Inoltre era giugno, mese in cui o nessuno lavorava più o i turni non si avvicinavano neanche a quell'ora.

Erano le tre del pomeriggio, il sole era scomparso da un pezzo. Faceva abbastanza fresco, sicuramente più piacevole del caldo e dell'afa, ma discordante con la stagione.

Era sabato. Alessia aveva concluso quella mattina l'esame di inglese, non l'ultimo né il primo della serie.

Non aveva intenzione di studiare per quello di matematica, del lunedì a venire. Come per il resto, non ne aveva bisogno, anche se doveva ripassare qualche materia in previsione degli esami orali di licenza media.

Alessia si avvicinò all'ultimo bidone della fila; oggi non c'era raccolta differenziata.

Gettata la busta, si voltò in direzione di casa sua, ma un richiamo la fermò.

«Ehi, aspetta!» era la voce di una donna di mezza età, veniva da un'auto anonima che aveva accostato poco dietro di lei.

Alessia si avvicinò al finestrino abbassato. La donna era amichevole, non sembrava volerla rapire, ma la ragazzina si tenne comunque a distanza di sicurezza.

«Per favore, sapresti indicarmi la casa di Danilo e Sara De Franceschi?» chiese la donna.

Sembrava avere una quarantina d'anni, aveva i capelli d'un biondo scuro legati in una coda disordinata, e non era truccata. Al posto del guidatore c'era un uomo, anch'egli sui quaranta, che guardava dall'altra parte.

Alessia soffocò una risata, al pensiero che sicuramente lui fosse contrario alla sosta per la richiesta di informazioni.

Poi rispose: «Sì, certo. Deve proseguire dritto fino al bivio, poi giri a sinistra. Incontrerà quasi subito una piccola chiesa, sulla sinistra, con un altro bivio con una casa gialla davanti, e una svolta a destra. I coniugi che cerca abitano nella prima casa a sinistra della svolta».

«Grazie mille» sorrise la donna.

Tirò una gomitata eloquente al guidatore, e Alessia sorrise. Fu solo allora che notò il ragazzo. Era seduto sul sedile posteriore, mezzo mimetizzato fra gli scatoloni di cartone che riempivano quella parte dell'abitacolo.

Doveva avere circa quattordici anni, proprio come lei, era vestito di nero e teneva uno scatolone in grembo.

Poco dietro la macchina giunsero due grossi camion dei traslochi, e si fermarono finché la macchina non ripartì, indicando la strada.

«Aspetti, signora» disse forte Alessia prima che la macchina fosse troppo lontana.

La macchina fermò di nuovo.

«Dove state andando le strade sono strette. Non sono sicura che i camion ci passino. Forse dovrebbe dire loro di fare attenzione...» suggerì.

La donna sorrise, e rispose qualcosa sul fatto che avrebbe provveduto e che la ringraziava moltissimo. Alessia però stava guardando il ragazzo. Anche lui la guardava, ma abbassò lo sguardo appena si accorse di essere fissato.

Alessia fece un cenno con la mano, e tornò a casa.

Solo quando era da un pezzo in camera sua si chiese quale famiglia desiderasse trasferirsi in quel paesino della malora, e perché. E si chiese cosa provasse quel ragazzo al riguardo.

Il pensiero durò un istante solo, e lei poté tornare a leggere il libro che aveva per le mani.

 

   
 
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