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Autore: Nami    22/11/2003    1 recensioni
Shank il rosso giunge con i suoi uomini su un'isola dove incontrerà una misteriosa ragazza molto affascinante e dalle capacità fisiche straordinarie. Da che cosa saranno dovute? E inoltre per quale motivo Shank vuole ritrovarla? Più avanti si scoprirà che tra i due non c'è molta differenza di età e quindi qualcosa potrebbe anche scaturire..
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 31: Futuro..


RUFY: Quanto vi fermate?
Domandò Rufy felice alla ragazza.
MAX: Non lo so.. Shank?
Si rivolse al suo uomo non sapendo cosa rispondergli.
SHANK: Ci fermiamo per qualche giorno! E poi.. dritto verso la Rotta Maggiore!
Esclamò mettendosi un boccone in bocca.
RUFY: Cosa? Vuoi dire che non tornerai più qui?
Lo sguardo di Rufy si riempì di tristezza. A Max fece molta pena..quegli occhioni le trasmettevano una sensazione di malinconia.. era strano vedere quel viso triste dopo aver ammirato con il suo sorriso fino a un attimo prima.
SHANK: Beh.. dopo il viaggio.. se sopravviveremo!
Sapeva che ce l’avrebbero fatta, sentiva che sarebbe filato tutto liscio e che l’avventura alla Rotta Maggiore si sarebbe conclusa bene. Anche Max non aveva alcuna paura. Accanto al suo Shank sentiva di poter affrontare tutto. E se per disgrazia il loro viaggio sarebbe terminato laggiù impedendo loro di solcare ancora i mari per sempre, le andava bene se non era sola, le andava bene se c’era anche lui.
RUFY: Capisco...
Rispose tristemente ma riprese il sorriso immediatamente.
RUFY: Vabbè! Vorrà dire che ti aspetterò. Nel frattempo mi allenerò per affinare le mie tecniche così da diventare un bravo pirata!
Si portò una mano sul cappello di paglia.
RUFY: Te l'ho promesso no?
Guardò Shank con sguardo fiero come se stesse dicendo “Vedrai che ce la farò! Troverò lo One Piece e diventerò il re dei pirati”
SHANK: Mpf! Certo e so che lo diventerai!
Sorrise anche lui ingoiando il cibo che stava masticando.
RUFY: Davvero? Eppure l’altra volta mi hai detto che secondo te non ci sarei mai riuscito!
Fece il punto il piccolo.
SHANK: Già! Ma prima di averti regalato il cappello che porti in testa sul quale mi hai fatto quella promessa!
Gli fece l’occhiolino, come faceva sempre con Max. Poi la ragazza sentì una manina toccarle il braccio.
MAX: Mh?
RUFY: Anche tu tornerai Max?
La ragazza diede un bacio sulla fronte del bambino per rassicurarlo.
MAX: Certo! E con questo bacio ti ho fatto una promessa!
Il bambino arrossì leggermente mentre Shank decise di unirsi a loro dando un bacio sulla guancia di Max.
SHANK: Torneremo insieme Rufy!
Gli disse stringendo la sua compagnia.
RUFY: Mi piacerebbe venire con voi!
Osservò toccando ancora una volta quel cappello di paglia al quale era tanto affezionato.
SHANK: Sei ancora un moccioso! Non potrei mai farlo!
E riprese a fargli la linguaccia.
RUFY: Antipatico!
Max scoppiò in una dolce risata. Loro due la facevano divertire quando discutevano. Ma soprattutto le piaceva l’affetto che entrambi si dimostravano, in modo bizzarro forse.. ma comunque si vedeva che ormai erano diventati inseparabili.
SHANK: Pensa ad allenarti! Makino! Mi raccomando, pensaci tu a lui!
MAKINO: Tranquillo! Lascia fare a me!
Rispose la donna, anche lei molto affezionata al bambino. SHANK: Ci conto!

Erano ormai passate due ora da quando i pirati erano giunti al villaggio Fusha. Fuori dalla locanda tutti facevano baldoria, festeggiando con canti, balli, brindisi in onore dei giovani avventirieri.
SHANK: Ehi Max! Vieni! Uniamoci agli altri!
Esclamò il rosso mentre la locanda si era rapidamente svuotata.
MAX: Si vengo!
Rufy si precipitò fuori in un lampo cominciando a saltellare al ritmo della musica. Max posò stranamente lo sguardo su Makino che stava finendo di pulire i tavoli. Era molto silenziosa e Max pensava che forse doveva parlarle.
SHANK: Max?
La richiamò per attirare la sua attenzione.
MAX: Tu vai pure, ti raggiungo fra un secondo!
Disse senza staccare gli occhi dalla proprietaria della locanda.
SHANK: Ok! Sbrigati però! Non sai ancora che sono un grande ballerino!
E uscì euforico dalla locanda lasciando le due ragazze sole nel silenzio. Alla fine fu Makino a decidere di romperlo in quanto Max non aveva la minima idea di cosa dirle per attaccare discorso.
MAKINO: Non vai a divertirti? Lui ti aspetta!
Le disse con un tono non molto amichevole.
MAX: Senti..
Si decise a parlare.
MAX: Io non ti sto affatto simpatica vero?
Le domandò conoscendo già la risposta.
MAKINO: Cosa te lo fa credere?
Le rispose invece lei continuando a passare lo straccio sui tavoli di legno.
MAX: E’.. a causa di Shank.. ho visto come lo guardavi!
Confessò.
MAKINO: Beh..
Riprese subito l’altra.
MAKINO: Non te lo porterò certo via, puoi stare tranquilla! Io non rubo i fidanzati alle altre!
Max rimase in silenzio. Makino aveva frainteso la frase. Lei non parlava di quello.. non voleva farle credere di essere gelosa.
MAX: No, lo so.. veramente io intendevo qualcos’altro.. lui ti piace vero? Da tempo..sii sincera!
Le disse cercando di esserle più amica che poteva sperando di non essere mandata al diavolo.
MAKINO: Se anche fosse?
MAX: Ecco.. allora.. ti chiedo scusa!
Arrivò dritta al punto.
MAKINO: Perché?
Non si fermava un attimo. Continuava a sistemare le sedie e a pulire i tavoli e questo a Max non faceva tanto piacere.
MAX: Senti, ti spiacerebbe fermarti un attimo? Sto cercando di parlarti e ti sarei grata se mi guardassi in faccia!
Si irritò ma cercò di non essere troppo aggressiva né maleducata. Si aspettava un “Esci da qui allora! Io sto facendo il mio lavoro!” Ma invece Makino si fermò. Posò lo straccio e si girò verso Max guardandola negli occhi.. quegli occhi che per tutto il tempo aveva cercato di evitare per non sentirsi ancora più invidiosa e ancora più messa da parte.
MAKINO: Ti ascolto!
Disse tranquillamente lei. In realtà voleva davvero che Max sparisse da lì lasciandola sola, sola nel suo dolore ma non ebbe il coraggio di domandarglielo.. non sapeva perché ma aveva un po’ paura di quella ragazza.. forse perché aveva saputo che aveva le potenzialità del frutto del divolo..
MAX: Come ti dicevo io.. ti chiedo scusa!
MAKINO: Ma..
MAX: Per favore, lasciami finire! Dopo potrai mandarmi al diavolo, picchiarmi, fare quello che vorrai per sentirti meglio ma.. ora ti prego.. resta solo a sentirmi!
Makino rimase sorpresa. Non si aspettava di certo quelle parole.. ma non capiva proprio cosa lei volesse dirle.
MAX: Tu ami Shank da tempo! E ora sapere che si è trovato una ragazza ti farà si certo stare male! Penserai che non è giusto che la prima sconosciuta se lo sia preso portandolo via da te.. per questo mi dispiace! Sul serio! Mi sento malissimo per te! E non sto cercando di fare la vittima perché so che non ne ho il diritto..
Terminò la frase sospirando riprendendo fiato. Non aveva lasciato un attimo di spazio tra una parola e l’altra.
MAKINO: Capisco!
Disse solamente la proprietaria della locanda.
MAKINO: Ma ora ce l’ho io una cosa da dirti!
Ecco. Era arrivato il momento del confronto.. erano faccia a faccia.. probabilmente Makino la vedeva come una nemica mortale..
MAKINO: Sinceramente.. io trovo che non sia giusto! Quindi hai ragione! L’ho pensato.. quello che hai detto.. continuo a ripetermelo tutt’ora..
Si interruppe ma riprese subito vedendo gli occhi preoccupati di Max.. in attesa del seguito.
MAKINO: Ma dopotutto tu.. che colpa ne hai?
E per la prima volta in due ore le sorrise, un sorriso vero, non come quello mostrato debolmente quando si erano strette la mano.
MAX: Beh.. io..
MAKINO: Non è colpa tua se Shank si è innamorato di te! Evidentemente tu sei la sua donna ideale!
Max le disse che prima di mettersi insieme avevano passato un periodo non molto facile. Il litigio.. Sandro.. ma poi tutto era finito nel modo migliore.
MAKINO: Capisco.. non è stato tutto rose e fiori quindi.. ma senti.. ora ti faccio una domanda!
Max rimase immobile ad ascoltare.
MAKINO: Che cosa provi per lui?
Credeva fosse ovvio.. se stava con lui era perché lo amava.. ma probabilmente lei temeva che lui soffrisse, era solo nel suo interesse..
MAX: Lo amo! E dico davvero! Lo amo più della mia stessa vita.. l’ho quasi persa per lui e sarei disposta a farlo ancora mille volte.. è tutto per me.. perché non mi ha mai lasciata sola.. non mi ha mai abbandonata.. nemmeno durante il periodo in cui non ci siamo rivolti la parola.. un pirata mi aveva catturata e.. stava per violentarmi.. ma lui mi ha salvata.. nonostante quello che ci eravamo detti! Quindi non sono disposta a lasciarlo andare!
Mise le cose in chiaro, convincendo Makino. Ora lei aveva capito il valore della loro storia. Se dopo tutto quello che avevano passato stavano ancora insieme, il loro amore doveva essere immenso.
MAKINO: Ok! Si vede che i tuoi occhi sono sinceri!
MAX: Beh..gli occhi sono lo specchio dell’anima!
MAKINO: Si!
Si guardarono in silenzio per un po’ sorridendosi. In fondo non era una cattiva persona quella Max, anzi.. aveva cercato di scusarsi per qualcosa che non aveva commesso.. si vedeva che era una donna generosa.
MAX: Allora! Andiamo a buttarci nelle danze?
La invitò lei.
MAKINO: Ma veramente.. devo finire di sistemare qui..
Max le si avvicinò, le tolse lo straccio di mano e la tirò fuori prendendola per mano.
MAX: Hai tutto il tempo per farlo.. e poi questo posto è già uno specchio! Pensa anche a divertirti!
E la trascinò fuori sotto il suo sbigottimento. Aveva una forza incredibile.. bastava vedere il modo in cui la stava tirando fuori.. in un lampo erano già fra la folla.
SHANK: E’ successo qualcosa?
Domandò il rosso alle due ragazze. Aveva visto Max che la osservava e si capiva che voleva parlarle.. sperava non si fossero date addosso.. temeva che Max fosse gelosa e se doveva essere sincero la cosa non gli faceva altro che piacere.
MAKINO: Mh mh! No niente! Abbiamo solo parlato di voi!
Esclamò Makino mettendosi ormai il cuore in pace.
SHANK: Ah si?
MAKINO: Sei fortunato! Hai trovato una donna in gamba! Che ti ama moltissimo!
E decise di seguire il consiglio di Max e divertirsi con i suoi amici. Non le faceva bene starsene tutto il giorno chiusa nella locanda a pulire. Si allontanò dai due raggiungendo Rufy che aveva appena preso una fetta di anguria iniziando a trangugiarla velocemente.
SHANK: E così sei perdutamente innamorata di me eh?
Le circondò la vita.
MAX: Credevo fosse ovvio!
Era così. Lei dipendeva completamente da lui. Era pazza di quel pirata.. fin dall’inizio. E anche lui come lei, sapeva di essere solo per Max, non avrebbe potuto mai amare una persona più di lei e nemmeno a quel modo.
La giornata proseguì fra balli e storielle divertenti raccontate dai pirati o dalla gente ubriaca del villaggio. Finchè tutti non si addormentarono lì,all’aria aperta, tutti insieme aspettando un altro giorno. Mai come allora il tempo passò così veloce e arrivò il momento di ripartire. Tutti riuniti al porto ancora una volta ma per dare i loro saluti a degli amici che non avrebbero rivisto per parecchio tempo.. mesi anni.. forse non li avrebbero rivisti mai più.
RUFY: Devi proprio andare via?
Domandò Rufy con le lacrime agli occhi. Sapeva che Shank aveva come lui un sogno e cioè inoltrarsi nel tratto di mare più pericoloso ma sentiva che era stato poco con lui.. solo quattro giorni..
SHANK: Smettila di fare il moccioso! Pensa a diventare un bravo pirata!
Gli disse scherzosamente sfiorandogli la fronte con il pugno.
SHANK: Guarda che se scopro che non hai mantenuto la promessa torno qui e mi riprendo il mio cappello!
Rufy scosse la testa asciugandosi le lacrime ben visibili e cercando di trattenere quelle che lottavano per straboccare. RUFY: Sta’ tranquillo! Diventerò il re dei pirati!
E dopo aver dato un abbraccio anche a Max, che era diventata già importante per lui, lasciò che i suoi amici salpassero verso l’orizzonte, per vivere l’avventura che nel giro di dieci anni avrebbe vissuto anche lui.

SHANK: Allora piccola! Come ti senti adesso?
Domandò a Max che rimase immobile a guardare l’immagine di Rufy che si allontanava facendosi sempre più piccola.
MAX: Benissimo!
Sorrise sinceramente.
SHANK: Che te ne pare di quel rompiscatole?
MAX: E’ adorabile! Mi piace tantissimo!
Esclamò sapendo che per Shank la parola “rompiscatole” voleva dire “bambino che amo tanto”.
SHANK: Sapevo che ti avrebbe adorata!
E dopo averle dato un dolce bacio sulle labbra sparì dietro alla porta mentre lei rimase sul ponte a pensare al futuro. Cosa le avrebbe riservato? Come sarebbero state le cose? Non le restava altro che vivere bene ogni giorno fino all’ultimo. E fu così che la nave di Shank il rosso sparì all’orizzonte.

Undici anni dopo..

Lucky era comodamente sdraiato sul ponte con gli occhi chiusi mentre masticava un morbido e sugoso cosciotto. Era stordito, sospeso tra la realtà e il mondo dei sogni. Sotto quel sole caldo e quell’arietta fresca che ogni tanto soffiava su di lui, starsene spaparanzato senza far niente era il massimo. Ma poi qualcosa lo scaraventò bruscamente e completamente nel mondo reale. Con la gola stranamente in fiamme lasciò cadere la coscia di arrosto urlando come un pazzo.
LUCKY: BRUCIAAAAAAAAAAAAA!
Riuscì solo a dire mentre Yasop che si trovava sull’albero maestro e Ben, che ronfava beatamente non fecero un balzo di un metro per l’improvviso grido del compagno.
Mentre il grassone tossicchiava con la facciona completamente rossa e sudata, una risatina dolce ma antipatica nello stesso tempo si fece sentire catturando la sua attenzione.
LUCKY: ENNIE! PICCOLA PESTE!
Esclamò furioso.
ENNIE: Beh? Com’era l’arrosto ben piccante?
Domandò una bambina di circa dieci anni mostrando un tubetto di salsa forte.
LUCKY: Quando la smetterai di fare questi scherzi? Sei tale e quale a tuo padre!
Si rialzò sistemandosi la pancia e ritornando in sé dopo il brutto tiro della piccola Ennie. Lucky amava mangiare ma detestava il piccante. Era una cosa che lo faceva andare a fuoco proprio come un attimo prima.
ENNIE: Sai com’è.. eri così in catalessi che.. ho pensato di cogliere l’occasione!
Ridacchiò nuovamente la bambina.
BEN: Rassegnati Lucky!
Intervenne Ben avvicinandosi a Ennie mettendole una mano sul capo.
BEN: La nostra Ennie è più astuta di tutti noi messi insieme!
La piccola circondò la gamba del vice tutta contenta strusciando la guancia contro i suoi pantaloni.
ENNIE: Ciao zio Ben!
Esclamò.
BEN: Ben fatto Ennie! Migliori ogni giorno che passa! Continua così, mi raccomando!
La bambina annuì felice mentre Yasop scoppiò in una fragorosa risata divertito per la faccia ancora tutta rossa come un lampone di Lucky.
LUCKY: MA QUESTO NON LE DA IL DIRITTO DI USARE ME COME CAVIA!!!!
Sbraitò l’uomo infuriato per i continui tiri mancini che Ennie gli faceva. La piccola in tutta rispose gli fece la linguaccia senza mollare la gamba muscolosa di Ben.
LUCKY: Brutta mocciosa! Se ti prendo..
Si gettò verso la bambina che staccandosi dalla gamba di Ben con un balzo felino schivò la presa di Lucky che sbattè violentemente la faccia. Si rialzò con il naso sanguinolento e si voltò per riavere Ennie sotto i suoi occhi così da ritentare a prenderla per darle tante sculacciate. Ma ancora una volta finì col prenderle lui. Ennie infatti gli scagliò un pugno che lo mise KO.
LUCKY: Maledetta mocciosa viziata! Prima o poi riuscirò a vendicarmi!
Si massaggiò la guancia dolorante mentre Ben le mostrò il pollice per congratularsi e lei fece lo stesso.
SHANK: Che succede qui? Sento qualcuno di mia conoscenza che si sta lamentando!
Il rosso uscì sul ponte con una bpttiglia di vino in mano. Ormai riusciva a controllarsi con il bere ma non poteva comunque rinunciare a una bottiglia al giorno.. di solito se ne faceva addirittura quattro.
ENNIE: Papà!
Esclamò euforica la bambina correndo verso il pirata che la sollevò in un lampo prendendola in braccio.
SHANK: Ehi! Allora tesoro ti stai divertendo?
La figlia gli rispose annuendo sempre con il sorriso stampato sulle labbra, proprio come suo padre. Assomigliava moltissimo a lui, anche come carattere.
LUCKY: Ehi capo! Dovresti insegnare le buone maniere a tua figlia! E’ un demonio!
Si lmentò nuovamente il ciccione.
SHANK: Come come? Lucky che ha paura di una bambina indifesa?
Lucky gridò tutto il suo disappunto. Se quella era una bambina indifesa allora lui pesava cinquanta chili anziché i suoi centodue..
SHANK: Che ci vuoi fare! Ennie è una pirata.. come tutti noi del resto! Quanto a te Ennie..
Si rivolse alla bambina. Lucky era convinto che Shank le dicesse di comportarsi comunque con più delicatezza nei confronti di Lucky..
SHANK: Continua pure a torturarlo come merita!
Rispose invece lui mentre il povero Lucky cadde a terra con una goccia enorme sulla testa.
SHANK: Senti amore! Perché non vai a vedere cosa fa la mamma?
ENNIE: Mh mh! Va bene papy! Ti voglio tanto bene!
Gli diede un bacio sulla guancia dopo averlo abbracciato forte. SHANK: Anch’io ti voglio bene piccola mia!
E la rimise a terra. La bambina fece un’ultima pernacchia al povero Lucky e corse in direzione della cabina. Bussò con il suo pugnetto e aprì la porta entrando nella stanza più gioiosa che mai.
ENNIE: Mamy! Posso?
Si soffermò sulla soglia mentre Max stava finendo di scrivere il suo diario di bordo. Il viaggio lungo la Rotta Maggiore aveva riservato loro non pochi percoli ma tutto si era risolto per il meglio. Avevano visitato quasi tutte le isole.. tranne l’ultima.. era praticamente impossibile raggiungerla.. l’isola Raftel era il luogo in cui Gold Roger nascose il suo grande tesoro.. ma in fondo Shank non era poi così interessato a quel bottino.. non quanto Rufy almeno.. per questo decise di non proseguire oltre.. nessuno prima di loro oltre naturalmente a Gold Roger era riuscito a giungere così lontano in quella rotta. Ennie era nata un anno dopo quell’avventura e ora vivevano tutti insieme su quella nave. Max e Shank non erano sposati ma erano comunque inseparabili, uniti forse anche di più di una normale coppia sposata, dal grande amore che cresceva giorno dopo giorno.
MAX: Ennie! Tesoro mio! Vieni pure!
La intimò ad entrare chiudendo il suo diario e alzandosi dalla sedia spegnendo la luce sulla scrivania. Saltellò allegramente verso sua madre che la prese, la buttò sul letto e una volta sollevatole la maglietta le soffiò sulla pancia facendole il solletico.
ENNIE: Ha ha ha ha! No! Basta mamma! Ha ha ha ha!
Si dimenava per staccare Max dalla sua pancia in quanto non sopportava il solletico. Non aveva mangiato alcun frutto maledetto, eppure aveva una grande forza in corpo.. tutto merito del padre probabilmente.. Fisicamente la bambina somigliava molto più a sua madre. Aveva i capelli mossi, lunghi fino al collo, castani, gli occhi neri, il sorriso forse di entrambi i genitori.. il carattere invece era praticamente tutto quello di suo padre..
MAX: Ho sentito Lucky gridare! Dì la verità! Lo hai preso di nuovo in castagna vero?
La guardò maliziosamente.
ENNIE: Mh mh! Mi diverto troppo! Lui è proprio un idiota!
Esclamò ridacchiando ripensando alla sua faccia cicciona.
MAX: Ennie! Non si dice così! Povero Lucky! Non fa niente di male!
Disse riprendendo a farle il solletico per punirla.
ENNIE: Ha ha ha! Lo so.. ma.. ha ha ha! Mi diverto troppo a fargli gli scherzi.. ha ha ha ha ha! Zio Ben e papà dicono che faccio bene! Ha ha ha ha!
Si fermò mentre la piccola si tirò giù la maglietta scendendo dal letto grattandosi la pancia.
MAX: Ci avrei giurato! Ben lo sai come è fatto! Quanto a tuo padre.. è sempre il solito! Non cambierà mai!
Sorrise tra sé. Shank era un vero birichino a volte, proprio come un bambino. Ma dopo undici anni ci era abituata.
SHANK: Sento la mia bambina ridere a crepapelle! Cosa le stai facendo tu?
Entrò nella stanza sentendo un gran baccando fino al ponte. MAX: Proprio niente! Tu piuttosto! Quando la smetterai di insegnare cose strane a nostra figlia?
Esclamò sarcasticamente.
SHANK: Del tipo?
Fece lo stesso.
MAX: Ti sembra corretto insegnarle a dare fastidio alla gente? Farai venire l’esaurimento nervoso al povero Lucky!
SHANK: Ma figurati! Quello è un osso duro! Piuttosto! Ennie.. usalo quanto vuoi!
Si rivolse alla figlia dicendogli quelle cose apposta per far innervosire Max che lo afferrò per la camicia minacciandolo con il pugno. Shank scoppiò a ridere sguaiatamente seguito dalla figlia, afferrò Max per la vita baciandola sul collo ripetutamente per farla calmare. Ennie si sedette a terra per vedere come sarebbe finito il round e soprattutto chi dei due l’avrebbe spuntata. Le giornate erano sempre così a bordo di quella nave. Ennie che si prendeva gioco di Lucky, Max e Shank che pomiciavano innamorati persi l’uno dell’altra o che discutevano scherzosamente come in quel momento. Che dire il loro futuro non era quello che Max si era immaginata in passato.. o meglio che non si era immaginata.. era perfetto.. anche troppo.. ed era felice.. questo contava.

Quanto a Rufy, mangiò un frutto del diavolo circa un mese dopo la partenza di Shank che gli donarono un corpo invincibile fatto di gomma. Si allenò duramente fino a diventare praticamente inbattibile. Partì alla ricerca di compagni valorosi e forti quanto lui e riunì una ciurma di sette ragazzi forti, simpatici.. con cui aveva legato tantissimo facendoli diventare la sua famiglia. Si dice che oggi sia circondato dall’oro del tesoro di Gold Roger che continui ad aiutare i deboli insieme ai suoi inseparabili compagni. Naturalmente Rufy, soprannominato dai suoi nemici “Il pirata dal cappello di paglia” è diventato il re dei pirati e la notizia è giunta a Shank e a Max che hanno brindato per una settimana intera in suo onore. Con questo si concludono le loro avventure anche se in futuro.. probabilmente quando Ennie avrà l’età di Rufy, diventerà una ragazza indipendente in grado di battere i suoi nemici senza alcuna difficoltà. Probabilmente diventerà una piratessa in gamba come suo padre e valorosa come sua madre. Una cosa è certa. La loro storia verrà tramandata di generazione in generazione.


- FINE -
  
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