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Autore: LadyMorgan    20/06/2010    11 recensioni
Una storia senza pretese ai limiti del Flash che mi era venuta in mente una sera intorno alle tre di notte, e che malgrado tutto non ho voluto modificare.
Parte tutto da una cosa così piccola, una citazione per ciascun Malandrino.
James:È più vergognoso diffidare dei propri amici che esserne ingannati.
(La Rochefoucauld)
Sirius: Un amico è un regalo che si fa a se stessi.
(Robert L. Stevenson)
Remus: Lo splendore dell'amicizia non è la mano tesa né il sorriso gentile né la gioia della compagnia: è l'ispirazione spirituale quando scopriamo che qualcuno crede in noi ed è disposto a fidarsi di noi.
(Ralph Waldo Emerson)
Peter: Non è tanto l’aiuto degli amici a giovarci, quanto la fiduciosa certezza che essi ci aiuteranno.
(Epicuro)

Dal punto di vista di un James dell'età dei Malandrini, una piccola riflessione su ciascuno di loro.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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- Questa storia fa parte della serie 'Deficienti si nasce'
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È più vergognoso diffidare dei propri amici che esserne ingannati.

(La Rochefoucauld)

 

Una cosa che ho sempre saputo è che quando avrei avuto un amico sarebbe stato per sempre. Per questo, checché ne possano dire gli altri, i miei Amici sono tre: Sirius, Remus e Peter.

Tutti dicono sempre che siamo sociali, parliamo con tutti, siamo “i secondi migliori amici di tutti”, a parte i Serpeverde, ovviamente, ma la realtà è ben diversa. Il nostro gruppo è chiuso, né potrebbe essere altrimenti. Perché noi siamo diversi. Non per forza superiori, per quanto la maggior parte delle volte sia così, ma diversi. Siamo parte di un meccanismo che funziona con noi quattro, ma che crollerebbe con qualcuno in più come una valigia con troppi vestiti. E senza incantesimi ad aiutarla.

Però, noi quattro, per noi quattro, siamo tutto. Siamo fratelli, siamo amici, siamo compagni, siamo famiglia, siamo figli, siamo padri. Il nostro è un piccolo mondo di per sé autosufficiente, non impermeabilizzato ma comunque chiuso.

Perché sebbene siamo quattro persone distinte e notevolmente divergenti, insieme siamo una forza impossibile da ignorare. Per i miei amici darei tutto. E so che loro farebbero altrettanto. Mi fido ciecamente di loro come so che loro ciecamente si fidano di me.

È una sensazione straordinaria, sapere cosa siamo perché siamo insieme.

Uno per tutti, tutti per uno.

 

Un amico è un regalo che si fa a se stessi.

(Robert L. Stevenson)

 

Sirius.

Sirius credo sia uno dei miei migliori risultati. L’essere riuscito a liberare i suoi occhi da quell’ombra che li velava, che li offuscava, è una soddisfazione come se ne provano poche volte nell’arco di una vita.

Mi ricordo com’era quando arrivò, aveva un che di disperato in ogni gesto, e al contempo una forza che gli impediva di chiedere aiuto e un orgoglio che lo portava avanti, malgrado tutto. Era una persona tanto forte da riuscire a stare accanto a me senza spezzarsi. L’ho costretto io, in realtà. Lui era ancora convinto di essere solo una pedina dei Black, anche se a livello inconscio sapeva già che era qualcosa in più, qualcosa di diverso. Il suo smistamento l’ha confermato.

E l’essere riuscito a indurlo a mostrarsi è una cosa per cui non sarò mai abbastanza soddisfatto.

È un regalo che avevo deciso di farmi fin dal primo momento in cui l’ho visto, perché sapevo, riuscivo a vedere come sarebbe potuto essere se gliene fosse stata data la possibilità.

E quando lo è diventato… oh, ho pensato di aver fatto davvero dei miseri sforzi per un dono così grande. Un amico. No, il mio migliore amico. Il primo, fino alla fine.

Il fratello che non avevo mai avuto.

Una volta disinibito, è diventato autenticamente la metà mancante della mia mente: eravamo un tutt’uno, due entità con un’empatia talmente forte, talmente naturale da non aver bisogno di spiegazioni. È sempre stato così fra me e Sirius: basta un’occhiata per capirci, perché in quell’occhiata c’è tutto.

 

Lo splendore dell'amicizia non è la mano tesa né il sorriso gentile né la gioia della compagnia: è l'ispirazione spirituale quando scopriamo che qualcuno crede in noi ed è disposto a fidarsi di noi.

(Ralph Waldo Emerson)

 

Remus.

Remus è stata la persona che più mi ha aiutato a trovare fiducia in me stesso. Non perché avesse fatto qualcosa in particolare, per quanto quei suoi modi pacati, gentili e garbati erano talmente complementari a quelli più vivaci e chiassosi di me e Sirius che era un piacere anche solo lo stargli accanto. E poi ci aiutava con i compiti, cosa molto importante.

No, era il fatto che ha riposto la massima fiducia possibile in me. In noi.

Si è mostrato il più coraggioso di tutti noi. Il suo segreto così grande, così pericoloso, così odiato, è stato riposto in tre ragazzini di poco più di dodici anni senza remore, basandosi solo sulla nostra promessa che gli volevamo bene, che non avevamo intenzione di abbandonarlo.

Non si crede a quanto possa fare bene la fiducia degli altri.

Remus ce l’ha dimostrato: non in gesti o parole, ma nel semplice fatto che semplicemente guardandoci, conoscendoci, ha deciso di credere in noi, di riporre in noi quella fiducia che io morirei prima di tradire. È stato in grado di farmi sentire un dio, per la sua fiducia.

 

Non è tanto l’aiuto degli amici a giovarci, quanto la fiduciosa certezza che essi ci aiuteranno.

(Epicuro)

 

Peter.

Peter è un caso strano. Guardandoci, uno potrebbe chiedersi cosa fa fra noi. So che molti lo fanno.

Eppure senza di lui i Malandrini sarebbero mozzati di un braccio. Peter  non è solo un satellite, è come un fratellino più piccolo, di cui bisogna prendersi cura ma da cui in cambio riceviamo affetto e ammirazione e collaborazione incrollabile: Peter ci vuole bene, perché sa che non lo tradiremo mai, e che se si trovasse nei guai lo aiuteremmo, come abbiamo sempre fatto e come sempre faremo.

Peter per noi farebbe tutto, ci aiuta, ci supporta e ci segue, e anche se a volte è un po’ ansioso o esagerato è un Malandrino come tutti gli altri. È in grado di infiltrarsi ovunque, Peter. Sa tutto, vede tutto. È il nostro informatore più fidato.

La gente è stupida. La gente non si accorge di lui quando è da solo, solo perché è piccolo, poco appariscente, silenzioso. Non sa che attraverso di lui passano le basi per i nostri piani più eclatanti, non sa che senza di lui dovremmo sprecare il doppio delle energie per raggiungere i nostri scopi.

Non sa che Peter è un bravissimo attore, che finge idiozia solo perché è utile. Da idioti si possono osservare molte più cose.

  
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