Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Goten    21/06/2010    9 recensioni
Adesso cominciavo sinceramente a essere curioso, chissà che razza di uomo era Charlie Swan. Avvertii il rumore dell'acqua provenire dal piano di sopra, sicuramente era una doccia, sospirai, volevo tornare a casa alla svelta. Scesi dall'albero e attesi che finisse i suoi bisogni umani, avevo intenzione di incontrarlo subito e se fosse stato possibile, lo avrei portato via con me ancora quella stessa mattina. Certo che per essere un uomo ce ne metteva di tempo sotto la doccia, erano già ventisei minuti buoni che stava sotto quel getto. Magari si era sentito male... no, il suo cuore batteva forte e armonioso. Decisi di attendere ancora un po'. Finalmente sentii chiudere la manopola dell'acqua e il suo ciabattare al piano superiore. Aveva un passo leggero per essere un uomo, notai. Contai mentalmente fino a mille, prima di bussare gentilmente alla sua porta, quando questa si aprì, mi trovai di fronte lei, la donna delle pulizie.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Eravamo dentro la cucina, l'unico rumore che aleggiava nella stanza era quello dei sacchetti di plastica che venivano svuotati. Non era un silenzio pesante, semplicemente ognuno di noi stava assimilando quello che era successo, o almeno, io lo stavo facendo. Le parole di Bella continuavano a rimbombare nella mia mente, lei mi voleva al suo fianco. Non avrebbe permesso che io mi allontanassi da lei.

Mi voleva con sé anche dopo... e di nuovo quell’incredibile sensazione deliziosa mi pervase.

C'era però un piccolo e insignificante particolare, anch’io non desideravo andarmene da lì.

<< Abbiamo finito. >> Esordì chiudendo l'ultimo cassetto, strappandomi dai miei pensieri.

Mossi le labbra creando un sorriso di circostanza. << Bene, credo però che adesso tu debba riposare. Hai fatto parecchio movimento oggi. >>

Incrociò le braccia sotto il seno e mi fissò scettica. << Senti, non sono malata, sono incinta. Sto bene e non intendo fermarmi. >>

<< Ma.. >>

<< No, niente “ma”. >> Mi zittì sollevando una mano. << Niente discussioni, quando mi sentirò, stanca te lo dirò. Ma fino ad allora, non ho intenzione di cambiare nulla della mia vita. >>

Era cocciuta e testarda, avevo il sentore che se avessi provato a dire qualcosa mi avrebbe incenerito con lo sguardo, ero fortunato che gli esseri umani non potessero farlo. << Va bene. >> Sospirai arrendendomi, per il momento.

Scoprii che in quella casa non esisteva un orario definito, il pranzo poteva avvenire a mezzogiorno come alle quattro del pomeriggio. Le mie notti erano divise fra il vegliare il sonno di Bella e la caccia. Mi piaceva quel tran-tran che aveva preso la mia immortalità, passarono così due settimane dal mio arrivo, sorrisi pensando che fra pochi minuti Bella si sarebbe svegliata, avevo preparato la colazione, quel giorno la futura mammina avrebbe affrontato la sua prima visita. Sospirai, Bella non sapeva ancora che le avevo fissato un appuntamento dal medico.

Osservai tutto quello che avevo preparato e mentalmente cominciai a fare il conto alla rovescia, quando arrivai allo zero, Bella comparve in tutta la sua sonnolenza.

<< Buon giorno. >> Le andai incontro, era già un miracolo che non fosse caduta per le scale, le spostai la sedia e la feci accomodare.

<< 'giorno >> Bofonchiò sbadigliando. Era davvero buffa, i suoi capelli erano molto simili a una balla di fieno, gli occhi sonnacchiosi erano ancora velati dai sogni che l'avevano accompagnata in quelle ore di riposo.

<< Dormito bene? >> Domandai porgendole una buona spremuta d'arancia e un paio di fette tostate con marmellata.

<< Mmm... >> Fu tutto ciò che mi rispose addentando le fette.

Avevo bisogno di parlarle, << Bella >> volevo intavolare il discorso, ma non avevo la più pallida idea di come l'avrebbe presa. Ospitare un vampiro era un conto, ma ospitarne tre era un'altra storia. Presi coraggio. << Pensavo che sarebbe più giusto per te avere una compagnia femminile, oltre la mia. Poter parlare con un'altra donna, potrebbe farti bene, senza contare che Rosalie potrebbe aiutarti in alcune situazioni dove io non potrei... >> Mi stavo incartando da solo e il suo sguardo che cercava di capire cosa stessi dicendo non mi aiutava di certo.

<< Cosa stai cercando di dirmi? >> Domandò cauta, poi spalancò gli occhi. << Vuoi andartene?! >> Il suo battito aumentò la frequenza.

<< No! No! Certo che no. Solo pensavo che la presenza di Rosalie potrebbe aiutarti in alcune situazioni, ecco. >> Mi passai la mano nervoso fra i capelli. Ma perché doveva essere così complicato?!

Rimase in silenzio per qualche secondo. << Quindi non vai via? Ho capito bene? >>

Annuii serio. Certo che non andavo via. Non mi sarei mai allontanato da lei e dal piccolino che cresceva nella sua pancia. Chissà quali catastrofi si sarebbero abbattute su di loro se mi fossi anche solo permesso di allontanarmi un attimo! No, decisamente la mia presenza era essenziale qui. << Non è nei miei piani andarmene via, Bella. >> Queste mie parole sembravano avere un effetto calmante sul suo cuore.

Respirò con più calma. << Quindi, Rosalie verrà qui per aiutarmi con le faccende “femminili”. >> Aggiunse con un tono più sollevato.

<< Esattamente. >>La tensione che avevo provato poco prima se ne stava andando. << Saranno lei ed Emmett. >> La vidi corrugare la fronte, stava riflettendo. << Non ti saranno di disturbo. >>

Sbatté le ciglia concentrando la sua attenzione su di me, un ampio sorriso le apparve sul volto. << Non ti preoccupare pensavo solo di riordinare la stanza del terzo piano. >> Indicò in alto con l'indice. << E' una vita che non salgo, ci sarà parecchio lavoro. >>

<< Tu non farai nulla, ci penserò io. >> Stava per ribattere, ma le misi una mano davanti al volto. << No, niente discussioni. Tu sei incinta e devi fare poco sforzo. >> Stava ancora cercando di controbattere. << Bella, per favore. >>

Si lasciò andare contro lo schienale della sedia, finendo in silenzio la sua fetta tostata. << Lo posso prendere per un si? >> Domandai cauto.

Il suo grugnito mi fece sorridere. << Lo prendo per un sì. >> Ridacchiai sentendomi più leggero.

Adesso dovevo solo portarla dal medico... era un'altra impresa titanica da affrontare. << Ehm Bella >> I suoi occhi si posarono nuovamente su di me. Mi sentivo risucchiato dentro. Ero più che certo che verso di me, avesse uno sguardo speciale. Ed io mi sentivo felice di questa sua concessione.

<< Dimmi. >> Aveva un tono sospettoso, e aveva ragione.

Sorrisi cercando di giocare bene le mie carte. << Oggi andiamo a fare un giro? Che ne dici? >> Osservammo quasi in contemporanea il tempo fuori dalla finestra, il cielo era grigio, le nuvole cariche di pioggia pronta a scendere in qualunque momento.

Un dito affusolato di Bella si mosse indicando appunto i nuvoloni. << Fuori? Con questo tempo? >>

<< Sì. >> Sorrisi nuovamente e il suo cuore batté un po' più veloce. << Fidati, ti piacerà. >>

Sospirò. << Detesto le sorprese. >> Mugugnò. << Ma di te, mi fido. >> Aggiunse finendo la colazione.

E di nuovo quella sensazione rinvigorente prese posto prepotentemente nel mio corpo. Avevo la sua completa fiducia. Era un’emozione e una sensazione unica. << Ti ringrazio. >> Le dissi sincero e lei capì.

Esattamente quarantadue minuti dopo eravamo saliti sul suo pick up rosso malandato. Ero riuscito ad avere il possesso delle chiavi di quell'aggeggio infernale e adesso stavo guidando verso l'ospedale del paese, dove un medico ci stava attendendo per fare la prima visita di controllo.

Gli occhi di Bella continuavano a guardare fuori dal finestrino. << Edward, perché stiamo prendendo questa strada? >>

Adesso forse potevo dirglielo, visto che non avrebbe potuto saltare giù dal pick up in movimento. << E' arrivato il momento di fare la prima ecografia, sei alla dodicesima settimana. >> Sorrisi un po' teso osservandola con la coda dell'occhio.

Isabella si era bloccata, era rigida come un pezzo di legno. << Bella? >> Provai a chiamarla, cominciando a pensare di aver fatto una pessima scelta. << Bella? >>

La sentii deglutire e notai due lacrime scendere dai suoi occhi. << Bella! >> Esclamai fermando immediatamente la macchina. Che stupido! L'avevo ferita. Come avevo potuto essere così insensibile?! Mi voltai verso di lei prendendole il volto fra le mani fredde. << Bella! Ti prego, scusami, non pensavo di ferirti. >> Mi sentii morire dentro quando si scostò dalla mia presa, e mi sentii ancora peggio quando allontanò le mie mani che tentavano di sfiorarle la guancia striata dalle lacrime.

Era così che si sentivano gli esseri umani respinti e colpevoli? Probabilmente sì. Mi sentivo veramente malissimo e quel che peggio, probabilmente avevo anche rotto quel legame sottile che avevamo creato in questi giorni. Come avevo potuto essere così stupido?!

La sensazione di malessere si fece da parte quando mi trovai fra le braccia una piangente Isabella, che versava fiumi di lacrime contro la mia maglietta blu. Istintivamente le mie braccia l'accolsero e la strinsero gentilmente, cullandola.

<< Grazie... >> Sussurrò piano. << Grazie... >>

E di cosa? Di averla fatta piangere? Stavo per porle la mia domanda, quando mi trovai a pochi centimetri da quegli occhi luminosi. << Grazie Edward, hai avuto un pensiero bellissimo. >> Mi sorrise piano. << Ti stai preoccupando per me e per il mio bambino. >> Prese un piccolo respiro. << Grazie. >> E le sue labbra si appoggiarono gentili sulla mia guancia.

Aprii più volte la bocca, volevo dire qualcosa, qualunque cosa, ma la mia mente era completamente fuori uso.

Bella ridacchiò, forse capendo il mio stato. << Ho shockato un vampiro. >> E si aggrappò nuovamente alla mia povera maglietta, ridendoci contro.

Era una scena che aveva decisamente del comico, per fortuna Emmett e Rosalie non erano lì.

Dentro all'ospedale fummo accompagnati nel reparto, dove ci attendeva la ginecologa con le apparecchiature pronte all'uso.

<< Buon giorno. >> Ci accolse gentilmente. << Allora, pronti per vedere il vostro bambino? >>

Il vostro bambino? Mi sarebbe piaciuto avere un figlio, ma questo non mi era purtroppo concesso, i morti non potevano avere figli. Quello che invece mi stupii fu la reazione di Bella. Non aveva negato, né aveva posto obbiezione... probabilmente non aveva fatto caso alle parole della donna.

Nonostante avessi letto centinaia di manuali sull'argomento, avessi due lauree e Carlisle fosse medico, quando vidi nello schermo il piccolo esserino non più grande di un fagiolo mi sentii ebbro dalla gioia. Quel piccolino che stava crescendo dentro Bella era una nuova vita. Dovevo proprio avere una faccia da ebete, eppure, sentii la mia gioia aumentare quando la mano di Bella si strinse nella mia, intrecciando le sue dita calde e affusolate con le mie.

I suoi occhi mi osservarono felici, così come il suo sorriso, genuino.

<< Bene, direi che è tutto a posto. >> Esordì la dottoressa, salvando e stampando le immagini di quel prodigio della vita. << Siete liberi. >> Ci sorrise sempre gentile. << Ci vediamo fra un paio di mesi. >>

Bella si pulì la pancia dal gel e si sistemò i vestiti, scese dal lettino ed io fui subito al suo fianco. << Pronta? >> Le domandai porgendole il braccio che fu preso senza nessun problema.

<< Prontissima. >>

Varcammo la soglia dell'ospedale sorridendo come due scemi, commentando quelle foto che la dottoressa ci aveva dato.

Era tutto perfetto, almeno finché non si affacciò nella mia mente un pensiero insistente.

Isabella Swan è incita! Questa si che è una notizia!

Mi fermai proprio di fronte al pick up rosso, sentivo gli occhi di Bella su di me, esprimevano una muta domanda. << Credo che abbiamo un problema. >> Le dissi indicandole con lo sguardo poche file dopo di noi la macchina di Jessica Stanley allontanarsi.

<< Cosa? >> Mi domandò con voce titubante.

<< Lei sa del tuo stato. Non passerà molto prima che tutti sappiano che sei incinta. >> Le dissi osservandola serio. Ma questo per me era un problema poco importante, quello che mi interessava era sapere come avrebbe reagito Mike-Verme-Newton a questa notizia... e se fosse tornato da Bella? Lei lo avrebbe ripreso con sé?

La mano di Bella sfiorò la propria pancia, era pensierosa, avrei dato tutto quello che possedevo per conoscere i suoi pensieri.

<< Mi dispiace. >> Mormorò piano.

Corrugai le sopracciglia. << Di cosa? >> Non capivo...

<< Crederanno che sei tu il padre... oppure penseranno giustamente a Mike. >> Sollevò lo sguardo verso di me.

<< E ti dispiacerebbe se credessero alla prima possibilità? >> La domanda mi era saltata in bocca ancora prima che potessi collegare il cervello. Vidi i suoi occhi spalancarsi ed io mi sarei volentieri amputato un braccio.

Il rossore sulle sue gote aumentò a dismisura, stavo per scusarmi per la mia domanda poco galante, quando lei mi precedette. << No... non mi darebbe fastidio... e a te? >> La sua voce era flebile.

<< No. >>

Era una sorta di accordo silenzioso il nostro, entrambi eravamo fortemente imbarazzati, ma quello che per me era importante è che avevo il benestare di Bella per far parte della vita di questo nuovo bambino.

   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Goten