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Autore: pervertedsquirrel     25/06/2010    2 recensioni
Hermione è la perla più importante tra i mangiamorte di Voldemort, allevata per attuare il suo più grande piano. Ma quando il Signore Oscuro le assegna la sua più grande missione, essere amica col nemico giurato, Harry Potter, la ragazza non prevederà di innamorarsi perdutamente di lui. Tradotta dalla stupenda fanfic di perverted-squirrel. Traduttrice Giu1212hilary
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Harry/Hermione
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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Primo giorno

Hermione si svegliò molto prima il Lunedì seguente. L'orologio vicino al suo letto mostrava le sei del mattino, ma non si sentiva affatto insonnolita. Si sarebbero chiesti come faceva ad essere così pimpante ad un ora così presta - e, come tante altre cose, ciò aveva una risposta. Quel giorno era l'inizio delle lezioni. Uno studente normale avrebbe avuto paura di quel giorno, come avevano fatto molti altri negli anni passati, ma non Hermione. Era il suo primissimo giorno di lezioni e lei aveva il diritto di essere eccitata, dannazione!

 

L'allarme pre-definito sul magico orologio suonò solo un attimo prima che lei prendesse la sua bacchetta (discretamente nascosta sotto il cuscino) e la mettesse a tacere, non volendo svegliare le sue compagne di stanza ed essere sgridata per essere una tipa così mattiniera. Di solito, avrebbe buttato il malocchio a tutti coloro che si azzardavano soltanto a ridicolizzarla, ma lì si trovava in incognito e non poteva permettersi di rischiare proprio all’inizio della missione. Così, con dignità, sgattaiolò furtivamente fuori dal letto e cominciò a prepararsi per il giorno che le si presentava davanti.

 

Cominciò facendo una lunga doccia per scaricare quella brutta sensazione che aveva sempre la mattina. Quando ebbe finito, uscì assaporando l'aria fresca e cominciò a lavarsi i denti e ad asciugare i capelli con la bacchetta, un trucco che aveva imparato da bambina. Sapendo già cosa indossare, vestì in fretta l'uniforme che si trovava sul letto dalla prima notte; grigi calzini al ginocchio, mocassini alla Mary-Jane, una lunga camicia bianca con maniche stile Oxford, un gilet in maglia grigio con finiture in oro e scarlatto, una gonna nera al ginocchio, e una cravatta a righe rosse e oro.

 

Quando uscì dal bagno, vide alcune ragazze cominciare a muoversi e sorrise, felice di aver avuto il privilegio del bagno vuoto tutto per sé. Hermione realizzò che in cinque minuti quattro strambe ragazze si sarebbero preparate per la giornata in uno spazio assai ristretto, e con pazienza ancora più piccola. Avvicinandosi al letto, afferrò la borsa di libri e uscì dalla stanza in punta di piedi, la portò sopra la spalla e chiuse silenziosamente la porta alle spalle. Proprio mentre regolava le cinghie, Hermione sentì proclamare una voce soffocata "Comincio io il primo bagno!" dall'altro lato della porta. Ridacchiò. Anche se aveva una conoscenza limitata delle altre ragazze della sua età, esse erano ugualmente prevedibili.

 

Scese le scale e non fu sorpresa quando il dormitorio le si presentò vuoto. Nessun sano di mente si sarebbe alzato così presto, a meno che non si era Hermione. Lasciò la torre con passi rimbalzanti e si diresse verso la Sala Grande, canticchiando tra sé lungo la strada. Arrivata lì, venne ricompensata con un'altra stanza vuota, anche se questa era leggermente più grande. Hermione trovò un posto al tavolo dei Grifondoro e cominciò a riempire il piatto con fette di pane tostato e uova. Non ci volle molto perchè gli altri studenti riempissero la hall, mischiando dieci minuti dopo la sua seduta lamenti e gemiti.

 

"Buongiorno!" disse una vivace voce accanto a lei.

Hermione si volse verso il suo fianco e vide il volto sorridente di Ginny Weasley, "Buongiorno Ginny”. Le rispose educatamente.

"Da quanto tempo sei alzata?" le chiese colloquiale.

"Un po’” rispose Hermione semplicemente.

"Oh, beh, i ragazzi saranno qui a breve. Non sono tipi molto mattinieri come te e me." Ginny cominciò a riempire il piatto con fette di pancetta e salsiccia, mentre cercava nuovamente di fare conversazione. "Allora, entusiasta per il primo giorno?"

 

Hermione cercò di resistere alla tentazione di gridare "Sì!" in modo eccessivamente drammatico, vista la sua prima reazione. Ma invece, si morse le labbra e annuì: "Sì, credo."

 

Ginny le sorrise di nuovo. Come fa questa ragazza a sorridere così tanto senza rompersi gli zigomi? Certo, deve sicuramente sforzarsi per essere felice tutto il tempo..? pensava Hermione con amarezza. Venne salvata dallo stress nel pensare a logiche spiegazioni osservando Ginny, che, ancora una volta, le rivolse la parola. "Ho sempre le vertigini all'inizio del semestre ... ma poi, se ne vanno verso la metà."

"Perché?" chiese Hermione curiosa.

Ginny sembrò un po’confusa alla sua domanda, "Beh ci si annoia un tantino dopo un po'. E poi i compiti…Merlino, i compiti diventano addirittura brutali. Specialmente per le superiori! Avevi molti compiti quando andavi a scuola? "

"Non proprio." Rispose Hermione con sincerità. "Facevo per lo più pratica.”

"Beh, doveva essere divertente allora? Niente compiti e tutto divertimento?" Ginny disse dandole una gomitata.

Non hai idea ... "Sì, è stata un'esperienza molto interessante."

Hermione venne risparmiata dallo spiegare ulteriormente, grazie all'arrivo di due ragazzi molto stanchi che si trascinavano verso la tavola. Dovette reprimere una risatina quando Ron rovesciò ciò che sembrava essere una tazza di sciroppo nei suoi cereali. Ma non la frenò invece quando Harry mescolò la farina d'avena con una brocca di succo di zucca. Anche Ginny notò i due, e partecipò alla risata silenziosa di Hermione. "Te l'avevo detto che non erano persone mattiniere." Sussurrò all'orecchio di Hermione.

"Chi z’è di tuanto divertentuhmm?” chiese Ron con voce impastata.

"Eh, chi sta ridendu?" chiese Harry con voce altrettanto soffocata.

Hermione e Ginny continuarono a ridere fra di loro fino a quando quelli cominciarono a mangiare la colazione, poi le loro risa divennero crisi isteriche. Harry sputò la farina d'avena sul viso di Ron, che stava invece consumando il suo pasto. "Oi!" Urlò ad Harry, "Io sto mangiando, Harry!"

"Scusa amico." Disse quello, asciugandosi la bocca con la manica del maglione.

"Avete fatto tarda notte, ragazzi?" chiese Ginny con un sorrisetto familiare.

Harry e Ron arrossirono ed Hermione riuscì vagamente a sentire le parole "la notte scorsa", "ragazzi", e "whisky incendiario". Non ci volle un genio per capirlo- erano entrambi reduci da una sbornia o avevano bevuto troppo per dormire decentemente. Idioti, pensò Hermione, sprecare il tempo bevendo. Vide Ginny roteare gli occhi e capì che condividevano la stessa opinione.

 

"Ohh, gli orari!" Strillò Ginny, posando la forchetta ed intrecciando le mani.

 

Hermione volse il collo verso il punto in cui Ginny guardava e vide la donna che aveva messo il cappello sulla sua testa per smistarla, distribuire dei fogli di pergamena. Indossava un altro set di abiti verde scuro, e Hermione si chiese se fosse l'unica cosa che aveva nell’armadio. La donna si avvicinò al punto in cui era seduta e le porse una pergamena con una sorta di cartina allegata. Aveva uno sguardo passivo ed Hermione scoprì di non poter leggere il suo volto come faceva con molte altre persone. La donna tenne il passo veloce e costante lungo la fila di studenti, scacciando i pensieri di Hermione.

 

Guardò la pergamena e vide che sembrava un tipo di calendario. Prima che potesse guardarla attentamente, tuttavia, la pergamena le venne strappata dalle mani di Ginny, che sembrava saltare su e giù sul posto. Hermione usò tutta la forza che aveva per non maledirla. "Hai incantesimi prima? Fortunata, io sono bloccato con Piton con due ore di Pozioni".

"Che cavolo" disse Ron con la bocca piena di ... beh ... Hermione non seppe dire cosa.

"Anch’io ho incantesimi a prima ora." Disse Harry con un sorriso. "Potrei accompagnarti, se ti va."

Hermione dovette mordersi la lingua e spingere tutte le repliche dal  pensiero cosciente. Doveva diventare sua amica. "Certo, così non rischierò di sbattere in un muro, visto che avrò il naso fiondato sulla mappa."

Harry ridacchiò e annuì. Hermione non poteva fare a meno di sorridergli in risposta. Doveva ammetterlo, la sua risata era contagiosa. Scacciò immediatamente il pensiero. Non avrebbe dovuto essere così ... così ... pateticamente pretestuosa! Lui era il suo nemico, il che significava che non poteva trovarlo divertente... a meno che non stesse subendo delle torture, allora sì che aveva il diritto di ridere.

"E tu, Ron?" chiese Harry.

Il rosso scosse la testa: "Ho Cura delle Creature Magiche".

"Pensavo che l’avessi abbandonato?" chiese
Ginny, mordendo un po’ del toast.

Ron si strinse nelle spalle, "Penso di potermela svignare."

Harry e Ginny alzarono gli occhi al cielo, visto che a quanto pare era normale per loro. Beh, non per Hermione. "Perché vuoi svignartela, proprio all’ultimo anno?"chiese intensamente, anticipando la sua risposta. Sicuramente sarebbe stata spiritosa, in qualche modo umoristica.

 

Ron sembrò offeso, "B-beh ... è che ..."

 

Rise dentro di sé. Era tutto ciò che sapeva dire? Beh, gliel’avrebbe fatta vedere. "Non sai che il tuo punteggio G.U.F.O determina gli sguardi che i futuri datori di lavoro ti faranno? Come farai ad ottenere un lavoro, acquistare una casa, mantenerti?" Hermione sentì che il suo viso cominciava a scaldarsi.

 

Ron sorrise visibilmente rilassato: "E' facile, voglio essere un professionista di Quidditch per i cannoni di Chudley".

Hermione si fece beffe di lui, "E se non funziona? Non hai altri piani?"

Sembrava averlo messo in difficoltà, data la fronte rugosa e il volto ancora una volta teso. "Perché ho bisogno di altri piani?"

"Beh, potresti non-" cominciò, con l’intenzione di dirgli esattamente dove sarebbe finito al posto della sua preziosa squadra di Quidditch.

Hermione venne interrotta da una mano sulla spalla.
"Beh, penso che dovremmo andare a Incantesimi, giusto?"

 

Hermione guardò Harry con sguardo confuso, chiedendosi perché le aveva impedito di incastrare Ron. Certo, si sarebbe stancato di un amico che non poneva attenzione sulla carriera? Guardò l'orologio da polso magico che aveva acquistato a Diagon Alley, stregato per dirle esattamente il tempo e il luogo dove sarebbe dovuta andare. "Umm ... certo."

 

Afferrò la borsa di libri e scivolò via dal tavolo, rispondendo all’amichevole saluto di Ginny. Ron sembrava ancora confuso e Hermione aveva voglia di tornare laggiù per finire ciò che aveva iniziato. Ma non voleva essere in ritardo per la prima lezione, così si voltò e seguì Harry, stando attenta a distanziare i centimetri.

Quando lasciarono la sala, gli parlò, "Perché non mi hai lasciato finire? Ero in pieno discorso."

Harry le gettò uno sguardo, "Ron è molto ... sensibile riguardo alla sua scelta di carriera."

Corrugò la fronte, "Perché?"

Harry inalò un breve lasso di respiro, "Be', sente costantemente il bisogno di mettersi alla prova. Ha cinque fratelli più grandi, capisci? E ognuno è tremendamente bravo in quello che fa. Il maggiore, Bill, lavora per la Gringott come spezza-incantesimi, e ha preso tutti e dodici i G.U.F.O, quando era qui. Il prossimo, Charlie, lavora con i draghi in Romania.-”

 

"Draghi?" chiese Hermione con stupore.

 

"Sì" disse Harry con un sorriso, "Era anche un cercatore stupefacente e sarebbe potuto diventare professionale, ma ha scelto di lavorare all'estero. I suoi fratelli gemelli Fred e George, possiedono un negozio a Diagon Alley chiamato Tiri vispi Weasley, un successo clamoroso. E poi c'è Ginny, l'unica ragazza Weasley nata da generazioni. Ron ha ancora un sacco da vivere, e pensa che la sua unica impresa sia la capacità di resistenza. Non fraintendermi, è un portiere incredibile, ma ha il potenziale per fare tante altre cose. Ma, come suo amico, voglio incoraggiarlo a fare ciò che pensa sia la cosa migliore."

 

Hermione era stupita. Non pensava che la motivazione della scelta di un professionista di Quidditch avesse alle spalle una ragione tanto chiara. Di solito, le decisioni che lei era abituata a fare erano brevi e basate esclusivamente sui nervi. In realtà non aveva mai ascoltato una spiegazione logica prima d’ora, una così dannatamente giusta. "Wow, io ... io non pensavo che-"

 

"È tutto a posto, non lo sapevi.” disse Harry con un sorriso. "Voglio dire, sono piuttosto sicuro che nessuno può capirlo la prima volta che incontra Ron. Beh, sicuramente la mia prima impressione non era molto lontana dal "Sembri una persona triste che ha bisogno mettersi in luce davanti alla tua famiglia, vuoi il mio lecca-lecca? '".

Hermione ridacchiò. “Hai ragione, è come se 'Mordi ancora una volta quella coscia di pollo, e non ti pulisco il vomito.”

Harry si mise a ridere, "Ehi, sei abbastanza divertente."

"Davvero?" chiese lei, chiaramente sorpreso.

"Sì, non credo di aver mai incontrato qualcuno con uno spirito più veloce di te. Tranne forse Ginny, ma ho sempre avuto la netta sensazione che l’ha rubato dai suoi fratelli".

Hermione sentì le guance arrossire, "Nessuno ha mai pensato che io fossi divertente, prima d’ora."

Fu la volta di Harry nel chiedere "Davvero?"

"Sì", confessò, "la famiglia con cui sono cresciuta era molto rigorosa e non ho mai avuto il coraggio di parlare apertamente con loro."

"Quasi quasi assomigli a me," disse Harry, "a parte il fatto che io ne ho preso pieno vantaggio e li ho presi in giro con il vecchio detto 'potrei farvi saltare in aria se mi fate pulire i piatti ancora una volta'. Ho inventato anche delle magie e ho finto di maledire mio cugino per tenere lui e i suoi amici lontani da me. Ma non ha funzionato quando hanno scoperto che non potevo fare magia al di fuori della scuola, finché non avrei avuto l’età."

 

Hermione gli sorrise, "Sembra triste."

 

"Lo è stato per un po’ di tempo. Ma poi ho semplicemente continuato a ricordare a me stesso che era solo un estate, e poi avrei potuto vedere i miei amici e fare nuovamente magie. Mi ha aiutato quando venivo rinchiuso nella vecchia camera da letto di mio cugino senza cena. Avrei solo pensato a dei caldi dolci di zucca e alle rane di cioccolata. Certo, finiva per farmi venire ancora più fame, ma i pensieri mi bastavano."

 

"Andavi a letto senza mangiare?" chiese Hermione sbalordita.

 

"A volte, quando non riuscivo a frenare i commenti spiritosi, per più occasioni. E’ difficile non fare battute quando mia zia e mio zio discutono se mandare o meno mio cugino ad un campo per grassoni." Ridacchiò al ricordo.

 

Hermione si mise a ridere mentre si fermavano davanti a un portone aperto. Harry la fece passare avanti e la seguì nella stanza. Entrata in classe, rimase a bocca aperta. I libri erano sparsi in tutta la classe, accatastati in cima a molti altri, tra loro incastrati da diverse angolazioni. I posti erano simili a quelli del colosseo, disposti a vari livelli e circondati da libri tutti intorno alla stanza. C'era un unica lavagna con le note già scritte col gesso bianco, ed Hermione sentì il soffice profumo di menta piperita. Scelse un posto tra i primi, più vicino alla lavagna, così da avere un buon angolo per prendere appunti. Harry le si sedette accanto e cominciò a tirar fuori il suo materiale. Quando Harry alzò lo sguardo, però, il suo volto impietrì. Hermione stava per chiedergli cosa non andava quando lui rispose alla sua domanda, "Fantastico, siamo in classe con i Serpeverde".

 

Hermione allungò il collo verso la porta e vide gli studenti con cravatte verdi e argento al collo. Il suo volto impallidì. Non aveva confrontato Draco dallo smistamento, e non aveva voglia di condividere una classe con lui, al momento. Si voltò immediatamente quando una testa coi capelli color platino entrò insieme alla folla, e cercò di stappare una bottiglia d’inchiostro. Harry non ci fece caso e fissò semplicemente gli studenti che passavano, non facendo caso a chi vedeva.

 

Per evitarle il dispiacere dello confronto, un uomo robusto con la barba bianca saltò in cima a una pila di libri. Era piuttosto basso, non più alto di due piedi. Sfogliò rapidamente dei fogli e si schiarì la gola emettendo un lamento appena, ma ottenne l'attenzione della classe. Hermione non poté fare a meno di esserne colpita, visto che aveva tale autorità sugli studenti. Ma forse, i professori erano tutti così?

 

"Lì, lì ... sistematevi, sedetevi." Disse con voce acuta. Hermione fece del suo meglio per non ridere, non volendo richiamare l'attenzione su di sé. "Visto che è il primo giorno del semestre e sono sicuro che molti di voi non sono particolarmente felici, ho pensato che potremmo iniziare con una giornata di ripasso, per assicurarci che nessuno alunno di vostra conoscenza si sia perso durante la pausa."

 

Hermione sentì in tutta la classe il sospiro di sollievo collettivo, a causa dell'annuncio. Non poté fare a meno di esserne anch’essa sollevata. Avrebbe voluto sapere se quella classe, così come tutte le altre, sarebbe stata difficile per lei; certo, conosceva gli incantesimi- molti incantesimi- ma non quelle classificati tra la magie buone. Conosceva incantesimi semplici come Wingardium Leviosa e Alohamora, ma non altri. Sperò che sarebbe stato un argomento facile da imparare; ma poi ricordò che era sempre stata brava ad imparare rapidamente.

"Vorrei che apriste i vostri libri a pagina 27, per favore." Indicò.

La classe accondiscese senza lamentarsi e Hermione fece lo stesso. Sfogliò le pagine e vide che era semplicemente L’incantesimo di appello, cosa che aveva già imparato anni prima. Insegnano questo al sesto anno? Patetico!

"Ora, con la persona seduta di fronte a voi, vorrei che praticaste l’incantesimo."

Sembrava abbastanza semplice, fino a quando si rese conto che sarebbe stata in coppia con Harry. Non sarebbe stato così brutto, anche se ... avevano già avuto una conversazione civile durante il tragitto. Dovette ammettere che da quanto aveva capito della sua infanzia, la pesantezza che avrebbe dovuto provare non era poi così pressante. Provò una piccola fitta all’intestino quando i suoi pensieri si soffermarono su di lui, anche se non sapeva perché. Non poteva essere simpatia- non conosceva nemmeno il significato della parola.

 

"Yeah, okay." She replied breezily.

"Hai mai praticato l’Accio?" chiese Harry a fianco.

Hermione annuì semplicemente, "Un po’ di volte."

"Be io so praticarlo dal quarto anno, quindi penso che sia giusto dire che non dobbiamo starci molto." Spiegò con un sorriso.

"Sì, va bene". Rispose con disinvoltura.

 

Harry sorrise e tirò fuori la sua bacchetta, Hermione lo imitò. "Proviamo su quel libro", propose. Hermione guardò la punta del suo dito e fece un cenno di comprensione. Agitò pigramente la bacchetta e recitò l’incantesimo, il libro le volò in mano. Harry la guardò con occhi spalancati, "Puoi attirare le cose senza pronunciare l’incantesimo?"

 

Il cuore di Hermione fece un salto. Non si era resa conto di averlo fatto! Avrebbe giurato di aver mormorato l’incantesimo. Naturalmente, sapeva di essere in grado di farlo, ma si era ripromessa di non rivelarlo ad occhi curiosi, e, soprattutto, a lui. "Umm ... sì, me l’ha insegnato mio p-padre." spiegò debolmente. Hermione sapeva che era inutile negare la sua domanda, poichè sembrava essere un tipo testardo, molto simile a lei.

"Beh tuo padre deve essere un mago grandioso, allora! Mi ci è voluto un sacco per imparare a farlo." Spiegò impressionato.

"Beh, sì, è abbastanza…- aspetta, puoi farlo anche tu?" chiese con stupore.

Harry sembrò a disagio per un attimo, muovendosi sul posto. "Beh, sì, ho bisogno di sapere queste cose per ... sai ... il futuro." Spiegò finendo col silenzio. Hermione solcò la fronte. Non sapeva che era in grado di farlo ... doveva riferirlo al Signore Oscuro quando l’avrebbe contattata.

"Oh, bene.” Rispose, fingendo il nervoso, tono silenzioso.

Le sorrise, felice che avesse compreso. Hermione diede per scontato che l'unico motivo della sua poca chiarezza sul tema era dato dalla presenza dei curiosi Serpeverde, visto che le loro orecchie erano tese per ascoltare la conversazione. Gran parte dei Serpeverde conosceva chi fosse, e sapeva della sua missione. Si sentì a disagio, avendo tutti quei occhi fissi su di lei, che scrutavano ogni sua mossa. Sapeva di essere più potente di tutti, ma ciò non rendeva l’eventuale situazione meno snervante.

"Come ha fatto tuo padre ad insegnarti, con i limiti di età e il resto?" chiese con curiosità.

"Ho compiuto diciassette anni lo scorso novembre, così mi ha insegnato durante l'estate." Mentì spigliamente.

"Il tuo compleanno è a novembre?" Chiese.

Lei annuì: "Sì, il 19 novembre."

"19 Novembre..." mormorò tra sé, "Me ne ricorderò."

Hermione solcò la fronte: "Perché vuoi ricordare il mio compleanno?"

"Così ti farò un regalo, naturalmente." Rispose semplicemente, come se fosse una cosa ovvia.

"Perché vuoi farmi un regalo?"

Harry la guardò in modo strano, non seppe spiegarsi il perchè. Nessuno si era mai preoccupato del suo compleanno prima d’ora, tranne forse Draco e i suoi “regali” annuali; anche se non erano effettivamente dei regali, perché, il più delle volte, ne beneficiava più lui che lei. "Beh, siamo amici, giusto?"

Hermione era senza parole. Amici, di già? Beh, si stava rivelando più facile del previsto. "Giusto, sì, naturalmente."

Harry ridacchiò un po', "Bene, per un momento mi hai fatto preoccupare.”

Hermione sorrise: "Beh, eri un bersaglio facile."

Harry arcuò la fronte, "Un modo per incentivare la mia autostima."

"E' stato un piacere." Disse, fingendo formalità.

Rimasero seduti così per un po', soltanto parlando. Hermione rimase sorpresa di quanto fosse facile parlare con lui. Inizialmente, prima della lezione, e ora durante, stava parlando con lui, senza emettere neppure un pensiero violento che aveva a che fare con il suo destino imminente. Il resto della classe stava lavorando intensamente sul traballante incantesimo d’appello per notare i due ridere, e si sentì grata per questo. Pensò persino che si stesse divertendo. Il che non sarebbe accaduto ... non proprio.

 

"E così poi, è entrato nella stanza con solo la biancheria intima dei Cannoni di Chudley e una canottiera bianca, incazzato nero. Tutto ciò che mi ricordo fu averlo visto strapparsi la camicia, saltare sul tavolo e iniziare a tirare ovunque le cose, gridando come un cowboy 'Sono un idiota fortunato, sono un idiota fortunato!"

Hermione scoppiò a ridere: "Non ci credo!"

"Sì" annuì freneticamente, "Ma neanche dopo cinque minuti, ha trovato un panno e se l’è messo in testa cantando, “Sono un cavallino, frustatemi!"

"Oh dèi", disse lei, arrossendo. "Questa è una immagine mentale di cui non avevo bisogno."

"Bene, ora sei segnata a vita, come il resto del Grifondoro. La lezione da imparare è non dare mai a Ron una burrobirra a stomaco vuoto, dopo una partita di Quidditch."

"Me lo ricorderò due volte." Rispose.

Fu allora che suonò la campanella, a significare la fine della lezione. Entrambi raccolsero le loro borse e il materiale e uscirono spalla contro spalla. "Allora, cos’hai adesso?" le chiese mentre si univano al corridoio affollato.

"Ehm ..." tirò fuori il suo calendario e guardò, "Difesa contro le Arti Oscure".

"Anch'io, potremmo andarci di nuovo insieme. Sperando che non ti sia già stancata di me."

“A stento", rispose senza pensarci.

"Bene" le sorrise.

Lei sorrise e si diressero verso l'aula a ritmo costante. Si mossero rapidi ed entrando nella stanza videro Ron già lì ad attenderli. Harry salutò l’amico e Hermione cominciò stranamente a ridacchiare. Harry la sentì e le sussurrò attraverso l'angolo della bocca, "Prova solo a immaginarlo prima che si strappi la camicia e starai bene."

Hermione ridacchiò ancora più forte ed Harry non poté fare a meno di unirsi a lei. Quando arrivarono, Ron aveva la faccia confusa. "Che avete da ridere voi due?"

"Niente!"

"Puré di patate!"

Risposero entrambi allo stesso tempo, e scoppiarono a ridere ancora una volta. Ron li guardò come se avessero dato di testa: "Sapete, non sono sicuro di volerlo sapere.”

 

Alla fine si calmarono e si sedettero, Ron accanto a uno dei coinquilini di cui Hermione non sapeva il nome, e Harry accanto a Hermione. Ron sembrò un po’triste inizialmente, quando Harry scelse il posto accanto a Hermione, ma agì con nonchalance. Hermione si sorprese, ma si occupò del suo materiale, per mascherare la confusione. La classe chiacchierava silenziosamente, in attesa dell’arrivo del professore. Questo entrò in classe a passi veloci e la classe diventò silenziosa. La prima teoria di Hermione venne dimostrata; i professori facevano effetto sui loro studenti.

 

"Buon giorno." il Professor Lupin salutò la classe con un sorriso. Si sentirono dei borbottii a mo di risposta in tutta la classe ed Hermione borbottò insieme a loro. "Per colori i quali non mi ricordano, io sono il professor Lupin. Sì, sono ancora un lupo mannaro, così chi non riesce ad andare d’accordo col problema può sentirsi libero di andare." Guardò un'altra volta l'aula e annuì, "Quello che pensavo. Ora, andiamo al vero motivo della nostra presenza: Difesa contro le Arti Oscure. Ora che dovete prepararvi per i G.U.F.O., non ho altra scelta, devo andare sul rigido. Quindi sì, ciò significa compiti a casa il primo giorno."

 

In tutta la classe si sentirono molti gemiti ed Hermione cercò di resistere alla necessità di sospirare. Ma insomma, era una scuola, cosa si aspettavano? "Ma, per cominciare la lezione,accingiamoci a prendere appunti sugli incantesimi difensivi. Ora, la maggior parte di questi saranno di ripasso, ma sono ancora essenziali per la vostra interrogazione."

 

Si diresse verso la lavagna e rimosse la copertura, rivelando un diagramma e delle note. Hermione cominciò a copiare la scheda mentre ascoltava la lezione del professor Lupin come molti altri studenti. Era vero, conosceva molti di quei incantesimi, ma le teorie alle loro spalle erano un mistero per lei. La maggior parte era progettata per respingere la Magia Oscura, ciò in cui era specializzata e in cui era limitata maggiormente la sua conoscenza. Era estranea alla lezione, nel senso che quei incantesimi erano destinati ad essere utilizzati in difesa dalle maledizioni, non per respingerli contro il nemico. Hermione non poté credere quanti altri usi vi fossero per quei incantesimi. Quando si parla di voler ampliare gli orizzonti!

 

La lezione consisteva in lunghe note e una lettura ancora più lunga, ma Hermione non si annoiò come il resto dei suoi compagni. L'unica altra persona ad essere altrettanto entusiasta della lezione era Harry, le cui note sembravano similmente lunghe. Fu verso la fine della lezione che sentì russare qualcuno molto vicino a lei. Si girò intercettando Ron appoggiato con la testa sulle mani, che respirava a fatica. Hermione capì che non era l’unica ad averlo notato quando sentì ridacchiare qualcuno vicino a lei. Lupin sembrò essersene accorto e si fermò a metà frase per far levitare un libro piuttosto pesante verso Ron. Hermione pensò che avrebbe fatto cadere il libro sulla sua testa per punizione, ma tutto ciò che fece fu pronunciare l'incantesimo e inviare il libro che si schiantò ai bordo della scrivania, proprio accanto alle sue orecchie.

La testa di Ron scattò, "Cos’-mamma?"

La classe scoppiò a ridere e Ron arrossì quando capì dove si trovava. Il Professor Lupin sollevò un sopracciglio verso di lui, "La mia lezione ti annoia signor Weasley?"

"Beh sì". Rispose sinceramente: "Perché non facciamo le lezioni come quelle del terzo anno?"

"Mi dispiace deluderla, signor Weasley, ma bisogna prepararsi per i test. Non inizieremo la parte fisica fino alla settimana prossima." L'intera classe sembrò averlo recepito. Tutti si lamentavano e gemevano e Lupin si mise a ridere, "Non preoccupatevi, non c’è nessun problema. Cercherò di renderlo il più sopportabile possibile... almeno abbastanza sopportabile per non farvi addormentare.” La classe rise provocando l’arrossamento di Ron.

Fu allora che la campana suonò, a significare la fine della lezione. La classe cominciò a impacchettare le cose mentre il professor Lupin la richiamò tra le chiacchiere, "Il vostro compito è un lungo saggio di due piedi sulla storia dell’incantesimo Diffendo!"

Hermione, Ron ed Harry si diressero verso l’uscita della classe con Hermione un po’ in ritardo, che stava guardando ancora una volta il suo calendario. Stava per mettersi al passo con i due ragazzi, quando un braccio la tirò di lato e la trascinò in un'aula appartata. Hermione non ebbe bisogno di pensare per capire chi fosse.

"Sembravi divertirti oggi ad Incantesimi." Sibilò Draco al suo orecchio, camminando per la stanza.

"E’ una recita, Draco, devo avvicinarmi a lui, ricordi?" disse Hermione elegantemente.

"Non sembrava proprio una recita per i miei gusti." disse realisticamente. "Penso che stai cominciando a dimenticare la realtà per essere risucchiata dal fascino di Potter.”

"Il fascino di Potter?" chiese Hermione ironicamente: "Io non la penso così. Riesco a gestirla Draco, sono nata per questo lavoro."

"Può darsi, ma le tue mura potrebbero non essere sufficientemente spesse per resistere alla tentazione di Potter e dei suoi dolci compari Babbani." Disse Draco con un ghigno.

La tensione di Hermione cominciò a salire, "Stai insinuando che non ne sono in grado?

Draco vide il suo volto contorcersi in rabbia e perse subito il suo atteggiamento fiducioso. "B-beh..."

"Sono pienamente in grado di stringere un falso rapporto col nemico giurato, tu prima di tutti dovresti sapere che ne sono in grado." disse, puntando duramente il dito contro il suo petto.

Si strofinò il punto teneramente, "Lo so, Mia, lo so. Senti, sto solo dicendo che sono preoccupato per te. Non sei mai stata a scuola prima d’ora e potresti essere risucchiata nelle sue grinfie e perdere la concentrazione."

Hermione sorrise leggermente: "Beh, grazie per la tua preoccupazione, ma sto bene. Sto bene e non ho bisogno del tuo aiuto".

Draco le sorrise, in risposta, "Sai che sei davvero sexy quando ti arrabbi." Cominciò a camminare verso di lei, ma Hermione lo spinse con la mano di qualche centimetro. Sembrò confuso quando Hermione scosse la testa.

"Stai cercando di intenerirmi e non funzionerà. Mentre sono qui, è solo lavoro e nient’altro." Draco si accigliò e Hermione rise."No."

"Non sei divertente".

Hermione si limitò a scuotere la testa. Prima di lasciare la stanza, però, l’ha afferrò per l'avambraccio e la fissò intensamente. Lei lo guardò interrogativamente mentre si girava verso di lui. "Non fare niente di stupido, Mia ... Lui ti guarda."

 

Hermione si tirò via dalla presa e scivolò fuori dalla porta. Le sale si stavano svuotando e doveva raggiungere la classe. Adesso aveva Divinazione e seguì la mappa che la portò ad una torre che odorava di fumo e di pot-pourri. Salì su una scala stretta e aprì spingendo una botola per entrare in classe. La campana suonò mentre si sedeva accanto ad Harry e Ron in uno dei tavoli circolari. Harry la guardò interrogativamente e lei rispose con una semplice bugia, "Dovevo andare in bagno."

 

Lui annuì, e non fece ulteriori domande. Ron, invece, sembrava inconsapevole e stava fissando intensamente la sfera fumante di cristallo, appollaiato al centro del tavolo. Il loro insegnante doveva ancora entrare in classe ed Hermione prese tempo per pensare a quello che le aveva detto Draco. Lui la stava guardando. Il signore Oscuro la stava guardando. Non voleva pensare a come avrebbe potuto fare una cosa simile, ma sapeva che aveva i suoi metodi e non si preoccupò di chiedersi quali fossero. Il punto era che lui la stava osservando, e questo significava che non c'era spazio per fare errori. Anche se era abituata a guardarla, quella era una situazione ad alto rischio. Il pensiero di conoscere ogni sua mossa in quel castello appartato la fece sudare sulla parte posteriore del collo.

"Va tutto bene, Hermione?" chiese Harry preoccupato.

"Sì", mentì, "Mai stata meglio."

  
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