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Autore: candidalametta    25/06/2010    1 recensioni
un Jared troppo giovane, alle prese con uno dei suoi primi film, il cuore chiaro di speranze e l'anima forse, ancora intatta. un Angelo distratto che ne in contra un'altro, diverso e forse opposto che fa a pugni con il cielo. un non-amore... e in fondo, forse, una lezione da imparare... -(spostata dalla sezione 'attori' a quella 'cantanti' dopo attenta riflessione)- "volevo solo distruggere qualcosa di bello"
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Jared Leto
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Jared spossato si buttò sul pavimento di legno senza la forza di assumere una posizione degna se non quella rannicchiata. Ad un cenno gli alunni allargarono le gambe fino ad una semi spaccata, Jared sapeva di essere abbastanza elastico ma non credeva di poter reggere in confronto.
Il Maestro si aggirava tra gli alunni facendoli abbassare ancora di più con movimenti precisi, solo qualche smorfia ma nessun lamento. Quando il piede della donna sfiorò quello di Jared però la tensione accumulata cadde in un muscolo dell’inguine che non ricordava neanche di avere.
Si lasciò scappare un gemito soffocato facendo chinare la donna fino al suo volto.
“buono Leto, ti prometto che funzionerà ancora” bisbigliò al suo orecchio, Jared dolorosamente concentrato non poté che spiare con la coda dell’occhio il luccichio dorato dei suoi capelli accanto il suo viso.
La donna si alzò ridacchiando spostandosi di qualche passo, verso quello che sembrava il ragazzo più anziano si chinò al centro sfiorando con la testa il pavimento. Si sedette con nonchalance sulla sua schiena costringendolo a tagliare anche quei pochi centimetri, “il segreto è nella concentrazione, dovete ‘determinare’ i vostri obiettivi, il mondo la fuori non esiste quando siete qui”, si alzò dal ragazzo che rimase immobile per controllare che tutti gli altri lavorassero pienamente.
Jared provò ad abbassarsi con scarsi risultati, bloccandosi esattamente a metà, maledicendosi mentre il pavimento davanti a lui prendeva una lucentezza irraggiungibile.
Sbuffò irritato.
“in piedi” ordinò con calma scavalcando il suo alunno più piccolo, il ragazzino gli sorrise speranzoso per qualche secondo torturando la fine della sua cinta gialla e il Maestro si lasciò sfuggire una carezza sul capo spettinato dell’allievo.
“mi sembra sia giusto spiegare al signor Leto cosa facciamo qui esattamente” declamò al centro esatto della sala, “Gabriel, Mark, mettetevi le protezioni”. I due ragazzi sui venti recuperarono dalle sacche in un angolo dei copri piedi di gomma e guantoni dall’aria minacciosa, Jared insieme agli altri si andò a sedere a terra contro la parete. “cosa stanno facendo?” gli chiese sottovoce il ragazzino accanto a lui gli rivolse un’occhiata esaltata, “vedrai, sono i più bravi di tutti”.
La donna dall’altra parte della sala girò velocemente la testa verso loro due, “zitti” li intimorì, “cominciate”, aggiunse ai ragazzi.
I due si guardarono un attimo rubando un sorriso mentre i loro guantoni si sfioravano per la prima volta con lentezza. Poi, saltellando cominciarono a descrivere dei cerchi sempre più stretti, incatenando lo sguardo con quel ghigno giocoso che Jared aveva visto troppe volte in Shannon quando da piccolo si preparava a suonargliele di santa ragione. Prima che Jared se ne rendesse conto i due si erano toccati in un incastro perfetto di calci e pugni, staccandosi immediatamente senza rompere il circolo stretto che formavano sul parquet.
Li vedeva avvicinarsi e allontanarsi con grazia, solo il lieve movimento del capo del perdente e il rilassarsi tonico dei muscoli di chi aveva mandato a segno il colpo. Con un’eleganza che nascondeva davvero troppa forza per quella sorta di danza studiata, il bruno alzò il ginocchio al petto e con un movimento veloce affondò la pianta del piede contro il ventre dell’altro. Un attimo di esitazione e si fermarono, sorridenti, vagamente ansanti, l’uno davanti all’altro. Il Maestro fece un cenno e i combattenti si liberarono delle protezioni raggiungendo il resto del gruppo sul bordo della sala. Si alzarono con velocità allineandosi in silenzio, la donna dinnanzi a loro si chinò in un saluto seguito dagli altri e un Jared in ritardo.

Il silenzio rotto dalle esclamazioni del ragazzino e le risate dei più grandi, in meno di una manciata di minuti la sala si svuotò lasciando Jared e la donna da soli, tra gli specchi mentitori.
Il Maestro spense le luci di mezza sala lasciando solo quelle sopra le loro teste, la penombra intorno a loro era quella classica di un palcoscenico.
“e così tu saresti Jared Leto” sorrise la donna.
Jared si rese conto di non aver studiato i tratti di quella donna per quello che erano i secondi rubati ai piegamenti, la luce più bassa e la vicinanza rendevano indiscutibilmente interessante i suoi tratti, sembrava quasi dolce adesso.
“mettiti sul profilo sinistro … così”, Jared cercò di assumere la posizione della figura sottile davanti a lui, “non devi copiarmi Leto, piuttosto cerca di comprendere il perché di quello che ti chiedo”, lo rimproverò sorridendo della sua aria perplessa. “se resto di profilo l’avversario avrà meno parti da colpire e quindi ti farai meno male nel combattimento … tutto chiaro?”, Jared annuì silenziosamente cercando di mantenere l’equilibrio, “… ora allunga il braccio senza alzare il gomito, il dorso della tua mano contro il mio viso” Jared allungò la mano fino a sfiorare la guancia liscia della donna, il contrasto tra la sua pelle bianca e quella dorata di lei era sconcertante.
Sembrava essere un concentrato di sole contro l’inverno della sua mano, si fermò a contemplarne la sfumatura di miele prima di essere richiamato all’ordine dalla sua risata.
“Leto sei davvero digiuno di risse!”, l’altro si ritrovò ad arrossire lievemente, “ma non ….” , “si vede immediatamente, nessuno ti ha mai detto che non si tiene il pollice dentro il pugno?” ridacchiò dell’imbarazzo di Jared. Gli prese la mano posizionando le dita nel modo più corretto, “direi che evitare di romperci le dita al primo cazzotto sia il minimo, che ne pensi?”
Jared si limitò ad annuire mentre la donna lo invitava a riprovare lo stesso movimento fino ad avere un movimento fluido.
“qualunque cosa ti abbiano raccontato sulla lotta Leto, è bene che la dimentichi. Non ti servirà nulla immaginare che ci sia qualcosa di incredibilmente romantico, o addirittura trascendentale nel picchiare un altro essere umano se non hai la minima idea di quello che succede realmente. Fin quando non capirai perché due individui hanno voglia di farsi del male non hai nessun diritto di immaginarti una filosofia in proposito”. Fermò la mano di Jared ancora incantata nel movimento lento della mossa appena insegnata, guardandolo negli occhi di azzurro perfetto, lasciando che trovasse la profondità dei suoi occhi neri, “almeno finché non sei tu uno dei due contendenti nella rissa”.
Jared annuì poco convinto, del tutto perso in quello sguardo di nero infinito su quel viso angelico, dimentico di tutto, fin quando non si ritrovò con i sedere per terra con un calcio ben assestato allo stomaco.
“direi che dobbiamo lavorare un po’ sulla tua resistenza, ci vediamo giovedì Leto” rise divertita mentre spegneva l’ultima luce accesa in sala e usciva leggera dalla porta, lasciando il suo ultimo allievo ancora per terra.

Adamic:
che tenera che sei con il piccolo Jared ;P La verità è che lui ha sempre usato la sua bellezza un po’ come scusa per non fare il lavoro pesante… peccato che abbia incontrato qualcuno determinato a farlo lavorare sodo ;) Grazie per il commento a presto!

Per_Aspera_Ad_Astra:
che bello ritrovarti! Hem, si, diciamo che le scuse dell’allenatrice sono state … ben poco formali! ;P in compenso a quanto pare Shannon non smette mai di guadagnarsi dai guai di suo fratello! ;) Sono contentissima che ti piaccia questa storia, a me è partito come piccolo flash dall’intervista che Jared ha rilasciato a jq l’anno scorso e dalla visione di quel film in cui non ha una grande parte… ma è così piccolo e tenero! Vedremo coa gli combinerà il “maestro” ;P A prestissimo!
  
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