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Autore: IsaMarie    28/06/2010    10 recensioni
Bella e Jasper sono i gemelli Swan che vivono con il padre Charlie e la cugina Rosalie a Forks. Le loro vite si intrecceranno con i ragazzi Cullen: Edward, Alice e Emmett.
(Scritta con sara_cullen)
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Emmett/Rosalie, Jacob/Leah
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Ciao ragazze. Vedo che vi è piaciuto anche il capitolo scorso. Quindi dopo aver risposto alle recensioni vi lascio il prossimo. Scusate ma mi è venuto un po' lungo.

 bellina97 [Contatta] Segnala violazione
Non devi farti vedere da nessun specialista altrimenti tocca venire pure a me!!!
Grazie e continua a seguirmi

 giova71 [Contatta] Segnala violazione
Ciao benvenuta e wow addirittura spettacolare!!! Mi fai arrossire. Sono contenta che ti piaccia e goditi il terzo capitolo. Un bacione!!


 vanderbit [Contatta] Segnala violazione

Andresti d'accordissimo con Rosalie (per i motori) ed Alice (per lo shopping). Se vuoi ti presento Alice così andate a fare shopping insieme e mi salvi la povera Bella, che  può dedicarsi al suo hobbie preferito, ovvero Edward!!! Goditi il capitolo e buona lettura. grazie e un bacione!


CAPITOLO 3

Primo giorno di scuola



Pov Bella

-Bella ma possibile che non sei ancora pronta?! Stiamo aspettando tutti te! Ti vuoi dare una mossa?!- mi urlò Jasper dal piano inferiore.
-Sto arrivando!- risposi. In fondo non eravamo in ritardo, avevamo solo deciso di arrivare prima del solito orario per poter accompagnare gli altri in segreteria a presentarsi e ricevere ognuno i propri… orari. E poi non era colpa mia se ero l’ultima, ma di Alice, che aveva occupato il bagno che dividevamo anche con Edward, per quasi tutto il tempo dopo colazione. Per le prossime mattine avrei dovuto organizzarmi e svegliarmi prima.
Scesi di corsa le scale ma agli ultimi due gradini misi male il piede e volai letteralmente addosso a qualcuno, finendo entrambi per terra. Alzai lo sguardo e arrossii all’istante quando mi resi conto di essere sdraiata completamente sopra Edward e che i suoi grandi occhi smeraldo stavano perforando i miei.
-Sc-scusa- balbettai,  mentre i miei palmi aperti erano appoggiati al suo petto. Mmm… dio che fisico!
-Quando hai finito di farti gli affaracci tuoi sopra di me, mi fai un fischio, eh? Vedi di sgombrare e alla svelta!- mi ordinò, sgarbatamente.
Mi alzai di scatto e l’imbarazzo lasciò il posto all’irritazione… come sempre, quando avevo a che fare con lui.
-Non l’ho mica fatto apposta! E poi tu cosa ci facevi davanti alle scale? Dovevi stare per forza a mezzo?- gli urlai; quel ragazzo aveva la capacità di fare uscire il peggio di me ogni giorno di più.
-Ah! Adesso sarebbe anche colpa mia?! Mi piombi addosso sbattendomi per terra, te la prendi comoda sopra di me, neanche fossi un materasso, e come se già questo non fosse sufficiente, è almeno mezz’ora che ti stai facendo attendere da tutti…- sbraitò, mentre la mia rabbia saliva a livelli pericolosi… lo interruppi immediatamente, prima che aggiungesse qualche altra cattiveria gratuita.
-Guarda che non eri affatto obbligato ad aspettarmi, hai la tua auto! Potevi iniziare ad andare!- sibilai, con tono glaciale.
-Ehi, ehi ragazzi… adesso basta. Datevi una calmata! E’ meglio avviarci, altrimenti arriveremo veramente in ritardo- cercò di calmarci Jasper, interrompendo il nostro battibecco.
Lanciai ancora un’occhiataccia ad Edward e senza aggiungere una parola, mi voltai e uscii di casa con gli altri.
Noi salimmo, come al solito, sul pick-up; mentre gli altri sulla Volvo di Edward.

Pov Edward

Appena salii in auto, un piccolo uragano di nome Alice, mi investì.
-Ma si può sapere cos’hai contro Bella? Ogni volta ti rivolgi a lei come se fosse niente di più che spazzatura! Con Rosalie non ti comporti così male! Bella è molto  simpatica, carina, gentile ed educata e ti ricordo che ora fa parte della famiglia; quindi potresti cercare di andarci un po’ più d’accordo e lasciarla in pace? Quando parli con lei non ti riconosco neanche! C’è qualcosa che non va? Mi sembrava che non fossi così arrabbiato per il cambiamento, ne avevamo parlato tutti insieme e avevamo deciso che per il bene della mamma avremmo fatto uno sforzo. E poi sinceramente mi sembra che siamo capitati bene, no? Sono tutti molto simpatici e anche Charlie è forte. La casa è uno sballo e  anche la nuova scuola potrebbe incontrare i nostri gusti! Ci saranno un sacco di belle ragazze e magari finalmente troverai qualcuna come si deve e metterai la testa a posto… certo sarebbe il massimo se ci fosse il sole un po’ più spesso, ma non si può avere tutto, no? Io proprio non ti capisco…- mi rimproverò tutto d’un fiato. Come diavolo facesse a non prendere nemmeno fiato, per me continuava a restare un enorme mistero.
-Ehi, ehi folletto! Frena la lingua che mi stai già intontendo di prima mattina. Mi sono sempre chiesto come fai a respirare quando parli  così velocemente- la canzonai, ridendo.
-Vedi di non sviare il discorso: non sono nata ieri!- mi ammonì, con le braccia incrociate sul petto.
-Veramente Edward… questa volta devo dare ragione alla nana. A me Bella piace, e mi dispiace che la tratti così. È una tipa tosta e molto simpatica. Certo che se le dessi una piccola possibilità, magari cambieresti idea e scopriresti che non è poi tanto male- intervenne Emmett.
-Mi sa che per te la tipa tosta è solo Rosalie. Ho visto come la guardi e come rimani imbambolato quando ti parla. Ho come l’impressione che qui qualcuno abbia perso la testa- ghignai, sviando il discorso. Non avevo nessuna intenzione di farmi fare la predica! Più restavo lontano da Bella e meglio era per tutti!
-Cosa?! Fratellino non diciamo cavolate per favore, la guardo come guardo qualsiasi altra bella ragazza, niente di più. Però… è vero che mi mette un po’ di soggezione; a volte mi sembra di avere a che fare con una professoressa che mi bacchetta, e questo…. be’ devo ammettere che questo un po’ mi eccita- rispose Emm, facendomi scoppiare in una sonora risata.
-Tu sei malato, lasciatelo dire col cuore. Da quando se i professori ti bacchettano, ti ecciti?- gli domandò mia sorella, sbellicandosi anche lei dal ridere. Perfetto! Missione compiuta!
Ero un vero campione nel distogliere l’attenzione da me, per evitare di rispondere a domande decisamente  
scomode. Anche perché non avrei saputo che scusa trovare per giustificare il mio comportamento assurdo. Cosa avrei dovutofare? Ammettere che quando siamo finiti per terra, l’avevo maltrattata per farla alzare in fretta, prima che si accorgesse del mio amico dei piani bassi che si era improvvisamente risvegliato?! Quando il dolce profumo di fragola dei suoi capelli si era insinuato nelle mie narici… il mio cuore aveva perso un battito… quando i miei suoi occhi avevano incrociato i suoi… ero sprofondato in quelle pozze di cioccolato fuso… e soprattutto, quando avevo percepito la morbidezza del suo piccolo corpo completamente abbandonato sopra al mio… le sue mani calde delicatamente appoggiate sul mio petto… il mio cervello si era scollegato del tutto, innescando quella reazione naturale, ma alquanto imbarazzante! Se non fossi riuscito a reagire così prontamente, avrei rischiato grosso! E poi, comunque, il mio comportamento odioso nei suoi confronti era ampiamente ricambiato! Non ero solo io a trattarla  male, anche lei ci andava giù pesante con me e non lo faceva di certo per i miei stessi motivi.
Perso nelle mie elucubrazioni mentali, mi resi conto che eravamo già arrivato nel parcheggio della scuola, e parcheggiai accanto al pick-up.

Pov Bella

Scendemmo tutti dalle auto e ci avviammo verso la segreteria attraversando il parcheggio ancora deserto.
Una volta raggiunta, presentammo i ragazzi Cullen alla signorina Cope che consegnò loro gli orari, augurando un buon inizio di anno scolastico a tutti.
Noi ragazze eravamo contente perché condividevamo l’ultima ora di ginnastica;  io ed Alice anche le prime due ore di letteratura inglese, la mia materia preferita; e con Rosalie, invece, solo un’ora di spagnolo. Dell’orario dei ragazzi non me ne interessai.
Intanto la scuola si era animata e poco prima di varcare l’entrata mi sentii mancare la terra sotto i piedi e sollevare per aria sulla spalla di qualcuno.
-Bellaaaaa!!! Non vedevo l’ora che arrivassi!!! Questa volta non accetto un no come risposta- urlò, con tono entusiasta una voce che conoscevo fin troppo bene, anche se nella mia posizione non potevo scorgere il viso del mio interlocutore.
-Mike! Ma sei impazzito! Mettimi subito giù! E poi a cosa dovrei dirti di no, se ancora non mi hai chiesto niente?- esclamai, irritata. Potevo vedere i volti degli altri stupiti e notai che mio fratello iniziava a innervosirsi: non aveva mai sopportato Mike Newton, il capitano della squadra di football. Anche se faceva parte della sua ristretta cerchia di amici, non aveva mai nascosto il fatto che lo volesse a chilometri di distanza da me.
-Ah Bella, Bella. Cosa dovrei chiederti se non un appuntamento?- dichiarò Mike, come se fosse la cosa più ovvia di questo mondo.
-Se mi metti subito giù potrebbe anche essere un sì, stavolta- mentii. Dopo un attimo riuscii di nuovo a toccare terra con le mie gambe… il movimento però fu troppo veloce e mi fece barcollare pericolosamente… ero già convinta di sentire l’impatto del mio sedere col suolo, quando due possenti e robuste braccia  mi afferrarono saldamente, mantenendomi dritta. Pericolo scampato!
-Bellina cara, certo che tu in piedi dritta mai, eh?- mi schernì Emmett, scoppiando in una sonora risata.
-Ma tu che ci stai a fare altrimenti, orsetto dolce?- risposi ridacchiando, mentre tutti ci guardavano divertiti.
Tutti tranne Mike che stava fissando Emmett in cagnesco.
-E tu chi saresti?- si rivolse a lui con tono sgarbato. I miei occhi si sgranarono per la sorpresa.
Ma cosa diavolo voleva, quel mentecatto mentale, tutto muscoli senza cervello?! Non ero mica proprietà privata, e se anche avessi mai avuto un minima intenzione di accettare (cosa comunque impossibile!), ora mi aveva fornito la scusa per rifiutare su un piatto d’argento.
-Mike non credo siano affari tuoi, e comunque prima che esca con te vedrai gli asini volare!- esclamai ancora indignata. Gli diedi le spalle senza aspettare una risposta e feci cenno agli altri di avviarci. Alice e Rosalie non smettevano di ridere per la faccia di Mike quando me ne ero andata. Jasper invece parlottava con Emmett, spiegandogli quanto fosse cretino, secondo lui, il nostro capitano. Edward invece mi sembrava seccato. Probabilmente perché pensava che gli stessi facendo di nuovo perdere tempo. Ognuno si avviò alla propria ora di lezione, dandoci appuntamento in mensa per il pranzo.


Pov Edward

Quando entrai in classe mi presentai al professore e poi mi sedetti in un banco libero. Prima che iniziasse la lezione ripensavo a quello che era successo all’entrata. Avrei preso volentieri a pugni quel Mike solo per aver osato toccarla. E poi l’avevo visto chiaramente che quando se l’era tirata sulla spalla le aveva messo una mano sul culo. Come si permetteva?! Non sapevo perché mi avesse dato così fastidio… non aveva senso… ma forse, era semplicemente per il fatto che avrei tanto voluto essere in grado anche io di scherzare in quel modo con Bella…
No! Ma cosa diavolo mi passava per la testa?! Lei non era la mia ragazza, anzi… non avrei neanche dovuto vederla come una ragazza. Una voce mi riscosse dai miei assurdi pensieri.
-Ciao, io sono Lauren- si presentò, una ragazza molto carina. Bene! Qualcuna con cui distrarsi!
-Ciao, io sono Edward Cullen- risposi, con un enorme sorriso che di solito  abbagliava tutte le ragazze.
-Sei nuovo… sai? Spero che diventeremo amici… amici molto intimi!- azzardò, molto maliziosamente.
-Penso proprio che si possa fare- dichiarai, stando al suo gioco, e facendole l’occhiolino.
 Perfetto! Avevo già trovato il mio diversivo quotidiano. Pensavo che in un paese così piccolo, magari fossero tutte delle santarelline… Ma come si dice: tutto il mondo è paese!
La lezione cominciò e la mattinata passò molto velocemente. Suonò anche l’ultima campanella e mentre mi dirigevo in mensa mi sentii tirare per un braccio e mi ritrovai in un’aula vuota. Non feci neanche in tempo a vedere chi fosse che due mani mi stavano già tirando giù la zip dei jeans. Mi resi conto a fatica che era Lauren e dopo un attimo la mia eccitazione era tra le sue mani e poi nella sua bocca. Dovevo ammettere che la bimba ci sapeva proprio fare e così dopo qualche giochetto in cui io rimasi appoggiato beato su un banco senza neanche muovere un dito, il piacere si impossessò dei miei sensi esplodendo nella sua bocca. Lauren si alzò con un sorrisino e quando si avvicinò per baciarmi, mi scostai bruscamente e mi risistemai i pantaloni. Le rivolsi un bel sorriso e mi avviai verso la porta, facendole un cenno di saluto.
La sua espressione da sorpresa di venne immediatamente furiosa.
-Cullen sei proprio uno stronzo!- urlò, mentre aprivo la porta.
-Lo so! Ma nessuno ti ha mai detto il contrario! E poi io non ti avevo chiesto niente, hai fatto tutto da sola!- risposi, sorridendole e andandomene.
 Era carina, sì, ma non volevo che si montasse la testa. Doveva capire subito chi era Edward Cullen, non uno  che si lasciava abbindolare per due servizietti. IO mi prendevo ciò che volevo, IO decidevo e se non avevo voglia di dare niente in cambio, non lo facevo. Ma soprattutto non ero uno da relazioni stabili, per di più con una che probabilmente l’unico hobby che aveva era farsi tutta la scuola. E poi non meno importante, non potevo mica perdere il pranzo! Dovevo pur sostenermi in qualche modo!
Entrai in mensa che ancora mi stavo sistemando la camicia e mi avvicinai al tavolo con i miei parenti.
-Uhhhhh Edward,  hai già colpito!!!- esclamò Emmett, sghignazzando.
-Nooo! Sei qui da appena mezza giornata e sei già riuscito a fare un touch-down. Sei un mito! E si può sapere il nome della fortunata?- continuò Jasper.
-Non potrei mai, io sono un gentiluomo!- risposi ridendo.
-Per me non lo sa neanche- affermò sicura mia sorella, lanciandomi un’occhiataccia nauseata. Uffa! Che palle!
Alice, non aveva mai sopportato il mio modo di fare. Asseriva, convinta, che sprecassi solo il mio tempo. Ma la cosa che mi faceva più incazzare era la sua convinzione che la mia fosse solo una facciata! Non riusciva ad accettare il fatto che non volessi avere una relazione stabile, e mi canzonava sempre prevedendo (neanche avesse avuto la sfera di cristallo!) che prima o poi avrei trovato la ragazza che mi avrebbe fatto capitolare. E sarebbero stati dolori per il sottoscritto, perché avrei dovuto fare i conti anche col mio passato, che senz’altro avrei voluto cancellare! Bah! Donne!
Rosalie mi fissava con lo stesso sguardo di mia sorella; Bella, invece, non mi guardava neanche in faccia, sembrava troppo intenta a spezzettare il suo polpettone con la forchetta, senza però toccarne neanche un pezzo. Sembrava… triste. Forse le era successo qualcosa a lezione.
Ma ancora?! Non dovevo assolutamente preoccuparmi di cosa facesse! Finalmente mi ero potuto sfogare un po’… e allora perché i miei pensieri verso di lei non cambiavano? Probabilmente quella Lauren avrei dovuto farmela, magari mi sarei sentito più appagato.
-Scusate ma io devo andare, ho un impegno, ci vediamo dopo in palestra ragazze. Ciao a tutti- mormorò, e se ne andò senza una spiegazione e senza dare il tempo alle ragazze di chiederle niente.
Pian piano, l’idea che magari dovesse incontrarsi con un ragazzo, iniziò a farsi strada dentro di me… improvvisamente la pace raggiunta grazie a Lauren scemò e un’irritazione pungente mi rovinò la pausa pranzo.
Non capivo perché dovesse darmi così fastidio! Basta! Dovevo assolutamente concentrarmi su altro! Presi così a chiacchierare con Jasper, perché mi indicasse le pollastrelle che ci sarebbero state subito.

Pov Bella

Corsi fuori dalla mensa e mi rinchiusi in bagno. Mi accorsi che sul mio viso erano iniziate a scendere calde lacrime. Perché stavo piangendo? Non lo sapevo nemmeno io. Stavo bene fino a qualche minuto prima e poi dopo che Edward era comparso, e dopo quello che si era capito benissimo avesse combinato, avevo iniziato a sentire una stretta alla bocca dello stomaco e una terribile angoscia si era propagata nella mia testa e nel mio cuore.
Ma era mai possibile che mi dovesse fare quell’effetto? Proprio lui, che non mi sopportava e che per di più, a quanto avevo capito, ne aveva una diversa ogni giorno? Ma poi perché stavo piangendo? Solo perché aveva fatto sesso con qualche sgualdrinella già al primo giorno di scuola? E allora? A me cosa interessava? No, dovevo assolutamente riprendermi prima che mi venissero gli occhi gonfi. Rosalie si sarebbe subito accorta che avevo pianto e mi avrebbe tempestato di domande e con lei Alice, visto che saremmo state insieme a lezione. E io non avevo nessuna voglia di rispondere né tantomeno di parlare di una situazione così strana. Anche perché non sapevo neanche io cosa raccontar loro. Nessun ragazzo mi aveva mai fatto quell’effetto, nemmeno Dylan. L’unica cosa di cui ero certa ora è che ero gelosa di una persona che, se ancora non mi odiava, poco ci mancava.
Sentii suonare la campanella, mi risciacquai il viso e corsi a recuperare i libri e poi verso l’aula di trigonometria sicura ormai che sarei arrivata in ritardo dato che si trovava in un altro edificio.
Accaldata dalla corsa entrai in aula dove il professore stava già parlando alla classe.
-Oh, signorina Swan! Siamo molto lieti che abbia deciso di onorarci della sua presenza. La prossima volta, se non le è di troppo disturbo, potrebbe essere puntuale così da non interrompere la lezione? Magari, i suoi colleghi, a differenza di lei, hanno piacere di imparare questa materia?- mi schernì il professor Varner (il mio incubo personale!), facendo sghignazzare tutta la classe. Mi aveva sempre odiato e la cosa era perfettamente ricambiata. L’unica consolazione era che avrei dovuto sopportare lui e la sua orribile materia, di cui non capivo una mazza, e che tra l’altro rischiava di rovinarmi la media quasi perfetta,  solo ancora per quest’anno.
Mi guardai intorno per vedere dove potevo sedermi e per poco non mi prese un colpo. L’unico banco libero era quello vicino ad Edward. Fantastico, di male in peggio!
-Signorina Swan ce la fa ad accomodarsi o vuole che le chiami un maggiordomo che le indichi il suo posto?- continuò Varner; e altra risata della classe. Se prima ero solo rossa ora sicuramente tendevo ad un cremisi. Mi accomodai velocemente e vidi Edward, sogghignare spudoratamente.
Mi stavo ancora sistemando quando qualcuno bussò alla porta e la bidella fece capolino per chiedere al professore di assentarsi un attimo.
-Vedo che il professor Varner ti ama!- sussurrò una voce che ormai conoscevo fin troppo bene. Feci finta di niente e non gli risposi, ma lui continuò.
-Come mai in ritardo? Sei andata a divertirti con Mike?- mi domandò. Nonostante avessi voluto gridargli in faccia con che coraggio si faceva gli affari miei, rimasi impassibile e continuai a tirare fuori le mie cose dallo zaino.
-Be’, che fai adesso? Neanche mi rivolgi la parola?- esclamò, sorpreso.
-No, dico… ma tu sei tutto matto! Prima mi tratti come una merda e poi pretendi che ti parli come se niente fosse? A casa ci p mancato poco che mi scannassi per una cosa che, per altro, non ho fatto apposta e di cui ti ho chiesto subito scusa e ora fai finta di niente?- mi irritai. Non riuscivo proprio a comprendere il suo atteggiamento.
-Evidentemente non sono un tipo che porta rancore- dichiarò, come se fosse la cosa più normale di questo mondo. Scossi la testa incredula.
-Senti Edward… visto che stiamo parlando civilmente per la prima volta da quando ci conosciamo, posso chiederti come mai non mi sopporti? Non mi sembra di averti mai fatto niente e non penso neanche che sia per la situazione in casa dato che con gli altri non ci sono problemi- gli chiesi sincera, guardandolo negli occhi. Improvvisamente si irrigidì e per un attimo rimase in silenzio. La mascella era contratta e i pugni serrati… sembrava che fosse combattuto se rispondermi o meno. Ma che diavolo gli avevo fatto?!
-Che vuoi che ti risponda! Non si può essere simpatici a tutti- affermò d’un tratto, voltandosi nella direzione opposta e guardando fuori dalla finestra come se niente fosse.
Stavo per mandarlo a quel paese quando il professore rientrò per continuare la lezione.
Appena suonò la campanella, mi alzai raccolsi i miei libri e senza dirgli una parola mi avviai a biologia, dove trovai Jessica, la pettegola della scuola che mi aspettava ansiosa. Si sbracciava per farmi sedere vicino a lei e così feci, anche se sapevo benissimo dove voleva andare a parare.
-Bella, ma chi sono quei fichi stratosferici con cui siete arrivati stamattina?- domandò immediatamente, senza nemmeno salutarmi.
Non feci in tempo a risponderle che dalla porta vidi entrare Edward. No! Non era possibile! Pure qui!

Pov Edward

Entrai nell’aula di biologia e mi presentai al professor Banner.
-Buongiorno professore, sono Edward Cullen- salutai, mentre gli porgevo il foglio, da riportare in segreteria a fine giornata.
-Oh signor Cullen, sono proprio contento di fare la sua conoscenza. Ho letto dalla sua scheda che ha degli ottimi voti e anche le lettere di presentazione dei miei colleghi di New York le rendono onore- affermò il professore, mettendomi un po’ in imbarazzo.
-Grazie, non sapevo che i miei ex professori avessero spedito delle lettere, dato il poco preavviso con cui ci siamo trasferiti- mi sorpresi.
-Oh sì, di tutte le materie. Evidentemente ci tenevano molto a lei, signor Cullen. Spero che non mi deluderà, anche perché se vuole essere ammesso al college di Harvard, come ho letto, dovrà impegnarsi molto quest’anno. Ma prego, si accomodi che fra poco inizieremo- dichiarò.
Mi voltai e vidi che anche Bella frequentava quest’ora. Era occupata a parlare con una ragazza molto carina, che continuava a fissarmi maliziosa mentre Bella, quando le passai accanto, non mi degnò nemmeno di uno sguardo. Fantastico! Più cercavo di starle lontano e più me la ritrovavo davanti. Prima a trigo, mi aveva chiesto spiegazioni, fissandomi con quei suoi grandi occhi nocciola, stavo per confessarle tutto quanto. Ma per fortuna non avevo ceduto, anche se sapevo che ci era rimasta male. Infatti finita la lezione se ne era andata senza neanche salutarmi… ero dispiaciuto veramente, ma non sapevo come altro comportarmi per tenerla lontana da me.
Il professore iniziò la lezione, ma dopo qualche minuto si interruppe.
-Signorine Swan e Stanley, c’è qualcosa  che volete condividere con l’intera classe? Qualcosa che evidentemente è molto più importante della mia lezione?-  le rimproverò. Vidi Bella arrossire violentemente. Certo che non era proprio la sua giornata fortunata, poverina.
-No. Ci scusi professore, non succederà più- gli rispose, decisamente imbarazzata.
-Su questo non ci sono dubbi! Anche perché ora, signorina Swan, cambierà posto, così eviterà di distrarsi. Si metta a sedere accanto al signor Cullen. Quest’anno faremo molti lavori a coppie che vi procureranno, se eseguiti bene, dei crediti extra, per l’ammissione al college. Vorrei vedervi lavorare insieme, dato che siete i più bravi- ordinò il professore. Bella si alzò e fece cambio di posto col mio vicino, evidentemente molto scocciata.
Non ci potevo credere! Ma questa era una congiura!
Potevo proprio affermare che il primo giorno era decisamente iniziato male. Il resto dell’anno scolastico, se non mi fossi dato una regolata quando le stavo vicino, sarebbe potuto solo peggiorare.
L’ora passò senza che Bella mi rivolgesse nemmeno mezza parola, e senza che mi guardasse neanche per un momento. Io, invece, anziché ascoltare la lezione, non feci altro che spiarla con la coda dell’occhio. Non potevo farne a meno.
Finalmente anche quella maledetta ora finì e anche stavolta, lei, senza una parola, si alzò e se ne andò.
Sì, sarebbe stato un anno molto lungo…

Pov Bella

Mi incamminai a passo spedito verso la palestra e entrai negli spogliatoi sbattendo lo zaino su una panca e sbuffando sonoramente. Notai subito Rose ed Alice, già pronte, che mi aspettavano. Rose mi squadrò.
-Siamo un tantino nervosette? Sembra quasi che tu voglia far fuori qualcuno- dichiarò, meravigliata dalla mia espressione rabbiosa.
-Sì effettivamente farei fuori volentieri un paio di persone, oggi!- mi infervorai ancora di più.
-Ehi! Calmati, cosa è successo?- mi domandarono in coro.
Raccontai per filo e per segno le due ore precedenti, con gli occhi lucidi per il nervoso. Purtroppo la rabbia e il nervoso erano legate a doppio filo con i miei occhi.
-Certo che il comportamento di mio fratello è proprio strano. Di solito è molto gentile con tutti. Non sembra neanche lui. Di solito quando non sopporta qualcuno, il suo atteggiamento è di indifferenza totale, del tipo “non ti sopporto, non ti calcolo”. Invece con te è diverso… ci deve essere sotto qualcos’altro- mi spiegò Alice, sempre più pensierosa.
-Cosa vuoi che ci sia sotto? E’ tutto molto semplice e lineare: non mi sopporta quindi mi tratta male- le risposi, forse un po’ troppo malamente.
-Bella, come mai te la prendi tanto? So che può essere una situazione spiacevole, ma io ti conosco bene e non te n’è mai importato niente se non eri simpatica a qualcuno. Adesso perché questo cambiamento?- mi chiese Rose sospettosa.
Cercai di essere più indifferente possibile, era troppo umiliante dirgli come stavano realmente le cose… se poi avesse saputo che avevo anche pianto per lui, sarebbe stato il massimo!
-Nessun cambiamento, Rose! Il fatto è che lui non è come tutti gli altri, fa parte della nostra famiglia ora, e sai quanto è importante la famiglia per me. Mi spiace che non possiamo andare tutti d’accordo. Poi mettici anche che in bio dovremo lavorare a stretto contatto molte volte e siamo a posto. Non penso che a te farebbe molto piacere passare tanto tempo con una persona che sai che non ti sopporta e che non fa altro che trattarti come se fossi la cosa più spiacevole che ha sotto gli occhi- dichiarai, sempre più nervosa.
-Ok, ok hai ragione! Ma ora cerca di calmarti. Ora andiamo che si sta facendo tardi, così poi potremmo tornarcene a casa- mi consolò Rose, abbracciandomi.
L’ora passò velocemente e per fortuna non riuscii a non cadere nemmeno una volta, non mi feci nessun livido e non ammazzai nessuno.
Ci ritrovammo tutti nel parcheggio e tornammo finalmente a casa.

   
 
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