Ciao ragazze. Vedo che vi
è piaciuto anche il capitolo scorso. Quindi dopo aver
risposto alle recensioni vi lascio il prossimo. Scusate ma mi
è venuto un po' lungo.
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giova71
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Ciao benvenuta e wow
addirittura spettacolare!!! Mi fai arrossire. Sono contenta che ti
piaccia e goditi il terzo capitolo. Un bacione!!
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vanderbit
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Andresti d'accordissimo con
Rosalie (per i motori) ed Alice (per lo shopping). Se vuoi ti presento
Alice così andate a fare shopping insieme e mi salvi la
povera Bella, che può dedicarsi al suo hobbie
preferito, ovvero Edward!!! Goditi il capitolo e buona lettura. grazie
e un bacione!
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CAPITOLO
3
Primo giorno di scuola
Pov Bella
-Bella
ma possibile che non sei ancora pronta?! Stiamo aspettando tutti te! Ti
vuoi dare una mossa?!- mi urlò Jasper dal piano inferiore.
-Sto
arrivando!- risposi. In fondo non eravamo in ritardo, avevamo solo
deciso di arrivare prima del solito orario per poter accompagnare gli
altri in segreteria a presentarsi e ricevere ognuno i
propri… orari. E poi non era colpa mia se ero
l’ultima, ma di Alice, che aveva occupato il bagno che
dividevamo anche con Edward, per quasi tutto il tempo dopo colazione.
Per le prossime mattine avrei dovuto organizzarmi e svegliarmi prima.
Scesi di
corsa le scale ma agli ultimi due gradini misi male il piede e volai
letteralmente addosso a qualcuno, finendo entrambi per terra. Alzai lo
sguardo e arrossii all’istante quando mi resi conto di essere
sdraiata completamente sopra Edward e che i suoi grandi occhi smeraldo
stavano perforando i miei.
-Sc-scusa-
balbettai, mentre i miei palmi aperti erano appoggiati al suo
petto. Mmm… dio che fisico!
-Quando
hai finito di farti gli affaracci tuoi sopra di me, mi fai un fischio,
eh? Vedi di sgombrare e alla svelta!- mi ordinò,
sgarbatamente.
Mi alzai
di scatto e l’imbarazzo lasciò il posto
all’irritazione… come sempre, quando avevo a che
fare con lui.
-Non
l’ho mica fatto apposta! E poi tu cosa ci facevi davanti alle
scale? Dovevi stare per forza a mezzo?- gli urlai; quel ragazzo aveva
la capacità di fare uscire il peggio di me ogni giorno di
più.
-Ah!
Adesso sarebbe anche colpa mia?! Mi piombi addosso sbattendomi per
terra, te la prendi comoda sopra di me, neanche fossi un materasso, e
come se già questo non fosse sufficiente, è
almeno mezz’ora che ti stai facendo attendere da
tutti…- sbraitò, mentre la mia rabbia saliva a
livelli pericolosi… lo interruppi immediatamente, prima che
aggiungesse qualche altra cattiveria gratuita.
-Guarda
che non eri affatto obbligato ad aspettarmi, hai la tua auto! Potevi
iniziare ad andare!- sibilai, con tono glaciale.
-Ehi,
ehi ragazzi… adesso basta. Datevi una calmata! E’
meglio avviarci, altrimenti arriveremo veramente in ritardo-
cercò di calmarci Jasper, interrompendo il nostro battibecco.
Lanciai
ancora un’occhiataccia ad Edward e senza aggiungere una
parola, mi voltai e uscii di casa con gli altri.
Noi
salimmo, come al solito, sul pick-up; mentre gli altri sulla Volvo di
Edward.
Pov
Edward
Appena
salii in auto, un piccolo uragano di nome Alice, mi investì.
-Ma si
può sapere cos’hai contro Bella? Ogni volta ti
rivolgi a lei come se fosse niente di più che spazzatura!
Con Rosalie non ti comporti così male! Bella è
molto simpatica, carina, gentile ed educata e ti ricordo che
ora fa parte della famiglia; quindi potresti cercare di andarci un
po’ più d’accordo e lasciarla in pace?
Quando parli con lei non ti riconosco neanche! C’è
qualcosa che non va? Mi sembrava che non fossi così
arrabbiato per il cambiamento, ne avevamo parlato tutti insieme e
avevamo deciso che per il bene della mamma avremmo fatto uno sforzo. E
poi sinceramente mi sembra che siamo capitati bene, no? Sono tutti
molto simpatici e anche Charlie è forte. La casa
è uno sballo e anche la nuova scuola potrebbe
incontrare i nostri gusti! Ci saranno un sacco di belle ragazze e
magari finalmente troverai qualcuna come si deve e metterai la testa a
posto… certo sarebbe il massimo se ci fosse il sole un
po’ più spesso, ma non si può avere
tutto, no? Io proprio non ti capisco…- mi
rimproverò tutto d’un fiato. Come diavolo facesse
a non prendere nemmeno fiato, per me continuava a restare un enorme
mistero.
-Ehi,
ehi folletto! Frena la lingua che mi stai già intontendo di
prima mattina. Mi sono sempre chiesto come fai a respirare quando
parli così velocemente- la canzonai, ridendo.
-Vedi di
non sviare il discorso: non sono nata ieri!- mi ammonì, con
le braccia incrociate sul petto.
-Veramente
Edward… questa volta devo dare ragione alla nana. A me Bella
piace, e mi dispiace che la tratti così. È una
tipa tosta e molto simpatica. Certo che se le dessi una piccola
possibilità, magari cambieresti idea e scopriresti che non
è poi tanto male- intervenne Emmett.
-Mi sa
che per te la tipa tosta è solo Rosalie. Ho visto come la
guardi e come rimani imbambolato quando ti parla. Ho come
l’impressione che qui qualcuno abbia perso la testa- ghignai,
sviando il discorso. Non avevo nessuna intenzione di farmi fare la
predica! Più restavo lontano da Bella e meglio era per tutti!
-Cosa?!
Fratellino non diciamo cavolate per favore, la guardo come guardo
qualsiasi altra bella ragazza, niente di più.
Però… è vero che mi mette un
po’ di soggezione; a volte mi sembra di avere a che fare con
una professoressa che mi bacchetta, e questo…. be’
devo ammettere che questo un po’ mi eccita- rispose Emm,
facendomi scoppiare in una sonora risata.
-Tu sei
malato, lasciatelo dire col cuore. Da quando se i professori ti
bacchettano, ti ecciti?- gli domandò mia sorella,
sbellicandosi anche lei dal ridere. Perfetto! Missione compiuta!
Ero un
vero campione nel distogliere l’attenzione da me, per evitare
di rispondere a domande decisamente
scomode.
Anche perché non avrei saputo che scusa trovare per
giustificare il mio comportamento assurdo. Cosa avrei dovutofare?
Ammettere che quando siamo finiti per terra, l’avevo
maltrattata per farla alzare in fretta, prima che si accorgesse del mio
amico dei piani bassi che si era improvvisamente risvegliato?! Quando
il dolce profumo di fragola dei suoi capelli si era insinuato nelle mie
narici… il mio cuore aveva perso un battito…
quando i miei suoi occhi avevano incrociato i suoi… ero
sprofondato in quelle pozze di cioccolato fuso… e
soprattutto, quando avevo percepito la morbidezza del suo piccolo corpo
completamente abbandonato sopra al mio… le sue mani calde
delicatamente appoggiate sul mio petto… il mio cervello si
era scollegato del tutto, innescando quella reazione naturale, ma
alquanto imbarazzante! Se non fossi riuscito a reagire così
prontamente, avrei rischiato grosso! E poi, comunque, il mio
comportamento odioso nei suoi confronti era ampiamente ricambiato! Non
ero solo io a trattarla male, anche lei ci andava
giù pesante con me e non lo faceva di certo per i miei
stessi motivi.
Perso
nelle mie elucubrazioni mentali, mi resi conto che eravamo
già arrivato nel parcheggio della scuola, e parcheggiai
accanto al pick-up.
Pov Bella
Scendemmo
tutti dalle auto e ci avviammo verso la segreteria attraversando il
parcheggio ancora deserto.
Una
volta raggiunta, presentammo i ragazzi Cullen alla signorina Cope che
consegnò loro gli orari, augurando un buon inizio di anno
scolastico a tutti.
Noi
ragazze eravamo contente perché condividevamo
l’ultima ora di ginnastica; io ed Alice anche le
prime due ore di letteratura inglese, la mia materia preferita; e con
Rosalie, invece, solo un’ora di spagnolo.
Dell’orario dei ragazzi non me ne interessai.
Intanto
la scuola si era animata e poco prima di varcare l’entrata mi
sentii mancare la terra sotto i piedi e sollevare per aria sulla spalla
di qualcuno.
-Bellaaaaa!!!
Non vedevo l’ora che arrivassi!!! Questa volta non accetto un
no come risposta- urlò, con tono entusiasta una voce che
conoscevo fin troppo bene, anche se nella mia posizione non potevo
scorgere il viso del mio interlocutore.
-Mike!
Ma sei impazzito! Mettimi subito giù! E poi a cosa dovrei
dirti di no, se ancora non mi hai chiesto niente?- esclamai, irritata.
Potevo vedere i volti degli altri stupiti e notai che mio fratello
iniziava a innervosirsi: non aveva mai sopportato Mike Newton, il
capitano della squadra di football. Anche se faceva parte della sua
ristretta cerchia di amici, non aveva mai nascosto il fatto che lo
volesse a chilometri di distanza da me.
-Ah
Bella, Bella. Cosa dovrei chiederti se non un appuntamento?-
dichiarò Mike, come se fosse la cosa più ovvia di
questo mondo.
-Se mi
metti subito giù potrebbe anche essere un sì,
stavolta- mentii. Dopo un attimo riuscii di nuovo a toccare terra con
le mie gambe… il movimento però fu troppo veloce
e mi fece barcollare pericolosamente… ero già
convinta di sentire l’impatto del mio sedere col suolo,
quando due possenti e robuste braccia mi afferrarono
saldamente, mantenendomi dritta. Pericolo scampato!
-Bellina
cara, certo che tu in piedi dritta mai, eh?- mi schernì
Emmett, scoppiando in una sonora risata.
-Ma tu
che ci stai a fare altrimenti, orsetto dolce?- risposi ridacchiando,
mentre tutti ci guardavano divertiti.
Tutti
tranne Mike che stava fissando Emmett in cagnesco.
-E tu
chi saresti?- si rivolse a lui con tono sgarbato. I miei occhi si
sgranarono per la sorpresa.
Ma cosa
diavolo voleva, quel mentecatto mentale, tutto muscoli senza cervello?!
Non ero mica proprietà privata, e se anche avessi mai avuto
un minima intenzione di accettare (cosa comunque impossibile!), ora mi
aveva fornito la scusa per rifiutare su un piatto d’argento.
-Mike
non credo siano affari tuoi, e comunque prima che esca con te vedrai
gli asini volare!- esclamai ancora indignata. Gli diedi le spalle senza
aspettare una risposta e feci cenno agli altri di avviarci. Alice e
Rosalie non smettevano di ridere per la faccia di Mike quando me ne ero
andata. Jasper invece parlottava con Emmett, spiegandogli quanto fosse
cretino, secondo lui, il nostro capitano. Edward invece mi sembrava
seccato. Probabilmente perché pensava che gli stessi facendo
di nuovo perdere tempo. Ognuno si avviò alla propria ora di
lezione, dandoci appuntamento in mensa per il pranzo.
Pov
Edward
Quando
entrai in classe mi presentai al professore e poi mi sedetti in un
banco libero. Prima che iniziasse la lezione ripensavo a quello che era
successo all’entrata. Avrei preso volentieri a pugni quel
Mike solo per aver osato toccarla. E poi l’avevo visto
chiaramente che quando se l’era tirata sulla spalla le aveva
messo una mano sul culo. Come si permetteva?! Non sapevo
perché mi avesse dato così fastidio…
non aveva senso… ma forse, era semplicemente per il fatto
che avrei tanto voluto essere in grado anche io di scherzare in quel
modo con Bella…
No! Ma
cosa diavolo mi passava per la testa?! Lei non era la mia ragazza,
anzi… non avrei neanche dovuto vederla come una ragazza. Una
voce mi riscosse dai miei assurdi pensieri.
-Ciao,
io sono Lauren- si presentò, una ragazza molto carina. Bene!
Qualcuna con cui distrarsi!
-Ciao,
io sono Edward Cullen- risposi, con un enorme sorriso che di
solito abbagliava tutte le ragazze.
-Sei
nuovo… sai? Spero che diventeremo amici… amici
molto intimi!- azzardò, molto maliziosamente.
-Penso
proprio che si possa fare- dichiarai, stando al suo gioco, e facendole
l’occhiolino.
Perfetto!
Avevo già trovato il mio diversivo quotidiano. Pensavo che
in un paese così piccolo, magari fossero tutte delle
santarelline… Ma come si dice: tutto il mondo è
paese!
La
lezione cominciò e la mattinata passò molto
velocemente. Suonò anche l’ultima campanella e
mentre mi dirigevo in mensa mi sentii tirare per un braccio e mi
ritrovai in un’aula vuota. Non feci neanche in tempo a vedere
chi fosse che due mani mi stavano già tirando giù
la zip dei jeans. Mi resi conto a fatica che era Lauren e dopo un
attimo la mia eccitazione era tra le sue mani e poi nella sua bocca.
Dovevo ammettere che la bimba ci sapeva proprio fare e così
dopo qualche giochetto in cui io rimasi appoggiato beato su un banco
senza neanche muovere un dito, il piacere si impossessò dei
miei sensi esplodendo nella sua bocca. Lauren si alzò con un
sorrisino e quando si avvicinò per baciarmi, mi scostai
bruscamente e mi risistemai i pantaloni. Le rivolsi un bel sorriso e mi
avviai verso la porta, facendole un cenno di saluto.
La sua
espressione da sorpresa di venne immediatamente furiosa.
-Cullen
sei proprio uno stronzo!- urlò, mentre aprivo la porta.
-Lo so!
Ma nessuno ti ha mai detto il contrario! E poi io non ti avevo chiesto
niente, hai fatto tutto da sola!- risposi, sorridendole e andandomene.
Era
carina, sì, ma non volevo che si montasse la testa. Doveva
capire subito chi era Edward Cullen, non uno che si lasciava
abbindolare per due servizietti. IO mi prendevo ciò che
volevo, IO decidevo e se non avevo voglia di dare niente in cambio, non
lo facevo. Ma soprattutto non ero uno da relazioni stabili, per di
più con una che probabilmente l’unico hobby che
aveva era farsi tutta la scuola. E poi non meno importante, non potevo
mica perdere il pranzo! Dovevo pur sostenermi in qualche modo!
Entrai
in mensa che ancora mi stavo sistemando la camicia e mi avvicinai al
tavolo con i miei parenti.
-Uhhhhh
Edward, hai già colpito!!!- esclamò
Emmett, sghignazzando.
-Nooo!
Sei qui da appena mezza giornata e sei già riuscito a fare
un touch-down. Sei un mito! E si può sapere il nome della
fortunata?- continuò Jasper.
-Non
potrei mai, io sono un gentiluomo!- risposi ridendo.
-Per me
non lo sa neanche- affermò sicura mia sorella, lanciandomi
un’occhiataccia nauseata. Uffa! Che palle!
Alice,
non aveva mai sopportato il mio modo di fare. Asseriva, convinta, che
sprecassi solo il mio tempo. Ma la cosa che mi faceva più
incazzare era la sua convinzione che la mia fosse solo una facciata!
Non riusciva ad accettare il fatto che non volessi avere una relazione
stabile, e mi canzonava sempre prevedendo (neanche avesse avuto la
sfera di cristallo!) che prima o poi avrei trovato la ragazza che mi
avrebbe fatto capitolare. E sarebbero stati dolori per il sottoscritto,
perché avrei dovuto fare i conti anche col mio passato, che
senz’altro avrei voluto cancellare! Bah! Donne!
Rosalie
mi fissava con lo stesso sguardo di mia sorella; Bella, invece, non mi
guardava neanche in faccia, sembrava troppo intenta a spezzettare il
suo polpettone con la forchetta, senza però toccarne neanche
un pezzo. Sembrava… triste. Forse le era successo qualcosa a
lezione.
Ma
ancora?! Non dovevo assolutamente preoccuparmi di cosa facesse!
Finalmente mi ero potuto sfogare un po’… e allora
perché i miei pensieri verso di lei non cambiavano?
Probabilmente quella Lauren avrei dovuto farmela, magari mi sarei
sentito più appagato.
-Scusate
ma io devo andare, ho un impegno, ci vediamo dopo in palestra ragazze.
Ciao a tutti- mormorò, e se ne andò senza una
spiegazione e senza dare il tempo alle ragazze di chiederle niente.
Pian
piano, l’idea che magari dovesse incontrarsi con un ragazzo,
iniziò a farsi strada dentro di me…
improvvisamente la pace raggiunta grazie a Lauren scemò e
un’irritazione pungente mi rovinò la pausa pranzo.
Non
capivo perché dovesse darmi così fastidio! Basta!
Dovevo assolutamente concentrarmi su altro! Presi così a
chiacchierare con Jasper, perché mi indicasse le
pollastrelle che ci sarebbero state subito.
Pov Bella
Corsi
fuori dalla mensa e mi rinchiusi in bagno. Mi accorsi che sul mio viso
erano iniziate a scendere calde lacrime. Perché stavo
piangendo? Non lo sapevo nemmeno io. Stavo bene fino a qualche minuto
prima e poi dopo che Edward era comparso, e dopo quello che si era
capito benissimo avesse combinato, avevo iniziato a sentire una stretta
alla bocca dello stomaco e una terribile angoscia si era propagata
nella mia testa e nel mio cuore.
Ma era
mai possibile che mi dovesse fare quell’effetto? Proprio lui,
che non mi sopportava e che per di più, a quanto avevo
capito, ne aveva una diversa ogni giorno? Ma poi perché
stavo piangendo? Solo perché aveva fatto sesso con qualche
sgualdrinella già al primo giorno di scuola? E allora? A me
cosa interessava? No, dovevo assolutamente riprendermi prima che mi
venissero gli occhi gonfi. Rosalie si sarebbe subito accorta che avevo
pianto e mi avrebbe tempestato di domande e con lei Alice, visto che
saremmo state insieme a lezione. E io non avevo nessuna voglia di
rispondere né tantomeno di parlare di una situazione
così strana. Anche perché non sapevo neanche io
cosa raccontar loro. Nessun ragazzo mi aveva mai fatto
quell’effetto, nemmeno Dylan. L’unica cosa di cui
ero certa ora è che ero gelosa di una persona che, se ancora
non mi odiava, poco ci mancava.
Sentii
suonare la campanella, mi risciacquai il viso e corsi a recuperare i
libri e poi verso l’aula di trigonometria sicura ormai che
sarei arrivata in ritardo dato che si trovava in un altro edificio.
Accaldata
dalla corsa entrai in aula dove il professore stava già
parlando alla classe.
-Oh,
signorina Swan! Siamo molto lieti che abbia deciso di onorarci della
sua presenza. La prossima volta, se non le è di troppo
disturbo, potrebbe essere puntuale così da non interrompere
la lezione? Magari, i suoi colleghi, a differenza di lei, hanno piacere
di imparare questa materia?- mi schernì il professor Varner
(il mio incubo personale!), facendo sghignazzare tutta la classe. Mi
aveva sempre odiato e la cosa era perfettamente ricambiata.
L’unica consolazione era che avrei dovuto sopportare lui e la
sua orribile materia, di cui non capivo una mazza, e che tra
l’altro rischiava di rovinarmi la media quasi
perfetta, solo ancora per quest’anno.
Mi
guardai intorno per vedere dove potevo sedermi e per poco non mi prese
un colpo. L’unico banco libero era quello vicino ad Edward.
Fantastico, di male in peggio!
-Signorina
Swan ce la fa ad accomodarsi o vuole che le chiami un maggiordomo che
le indichi il suo posto?- continuò Varner; e altra risata
della classe. Se prima ero solo rossa ora sicuramente tendevo ad un
cremisi. Mi accomodai velocemente e vidi Edward, sogghignare
spudoratamente.
Mi stavo
ancora sistemando quando qualcuno bussò alla porta e la
bidella fece capolino per chiedere al professore di assentarsi un
attimo.
-Vedo
che il professor Varner ti ama!- sussurrò una voce che ormai
conoscevo fin troppo bene. Feci finta di niente e non gli risposi, ma
lui continuò.
-Come
mai in ritardo? Sei andata a divertirti con Mike?- mi
domandò. Nonostante avessi voluto gridargli in faccia con
che coraggio si faceva gli affari miei, rimasi impassibile e continuai
a tirare fuori le mie cose dallo zaino.
-Be’,
che fai adesso? Neanche mi rivolgi la parola?- esclamò,
sorpreso.
-No,
dico… ma tu sei tutto matto! Prima mi tratti come una merda
e poi pretendi che ti parli come se niente fosse? A casa ci p mancato
poco che mi scannassi per una cosa che, per altro, non ho fatto apposta
e di cui ti ho chiesto subito scusa e ora fai finta di niente?- mi
irritai. Non riuscivo proprio a comprendere il suo atteggiamento.
-Evidentemente
non sono un tipo che porta rancore- dichiarò, come se fosse
la cosa più normale di questo mondo. Scossi la testa
incredula.
-Senti
Edward… visto che stiamo parlando civilmente per la prima
volta da quando ci conosciamo, posso chiederti come mai non mi
sopporti? Non mi sembra di averti mai fatto niente e non penso neanche
che sia per la situazione in casa dato che con gli altri non ci sono
problemi- gli chiesi sincera, guardandolo negli occhi. Improvvisamente
si irrigidì e per un attimo rimase in silenzio. La mascella
era contratta e i pugni serrati… sembrava che fosse
combattuto se rispondermi o meno. Ma che diavolo gli avevo fatto?!
-Che
vuoi che ti risponda! Non si può essere simpatici a tutti-
affermò d’un tratto, voltandosi nella direzione
opposta e guardando fuori dalla finestra come se niente fosse.
Stavo
per mandarlo a quel paese quando il professore rientrò per
continuare la lezione.
Appena
suonò la campanella, mi alzai raccolsi i miei libri e senza
dirgli una parola mi avviai a biologia, dove trovai Jessica, la
pettegola della scuola che mi aspettava ansiosa. Si sbracciava per
farmi sedere vicino a lei e così feci, anche se sapevo
benissimo dove voleva andare a parare.
-Bella,
ma chi sono quei fichi stratosferici con cui siete arrivati
stamattina?- domandò immediatamente, senza nemmeno salutarmi.
Non feci
in tempo a risponderle che dalla porta vidi entrare Edward. No! Non era
possibile! Pure qui!
Pov
Edward
Entrai
nell’aula di biologia e mi presentai al professor Banner.
-Buongiorno
professore, sono Edward Cullen- salutai, mentre gli porgevo il foglio,
da riportare in segreteria a fine giornata.
-Oh
signor Cullen, sono proprio contento di fare la sua conoscenza. Ho
letto dalla sua scheda che ha degli ottimi voti e anche le lettere di
presentazione dei miei colleghi di New York le rendono onore-
affermò il professore, mettendomi un po’ in
imbarazzo.
-Grazie,
non sapevo che i miei ex professori avessero spedito delle lettere,
dato il poco preavviso con cui ci siamo trasferiti- mi sorpresi.
-Oh
sì, di tutte le materie. Evidentemente ci tenevano molto a
lei, signor Cullen. Spero che non mi deluderà, anche
perché se vuole essere ammesso al college di Harvard, come
ho letto, dovrà impegnarsi molto quest’anno. Ma
prego, si accomodi che fra poco inizieremo- dichiarò.
Mi
voltai e vidi che anche Bella frequentava quest’ora. Era
occupata a parlare con una ragazza molto carina, che continuava a
fissarmi maliziosa mentre Bella, quando le passai accanto, non mi
degnò nemmeno di uno sguardo. Fantastico! Più
cercavo di starle lontano e più me la ritrovavo davanti.
Prima a trigo, mi aveva chiesto spiegazioni, fissandomi con quei suoi
grandi occhi nocciola, stavo per confessarle tutto quanto. Ma per
fortuna non avevo ceduto, anche se sapevo che ci era rimasta male.
Infatti finita la lezione se ne era andata senza neanche
salutarmi… ero dispiaciuto veramente, ma non sapevo come
altro comportarmi per tenerla lontana da me.
Il
professore iniziò la lezione, ma dopo qualche minuto si
interruppe.
-Signorine
Swan e Stanley, c’è qualcosa che volete
condividere con l’intera classe? Qualcosa che evidentemente
è molto più importante della mia
lezione?- le rimproverò. Vidi Bella arrossire
violentemente. Certo che non era proprio la sua giornata fortunata,
poverina.
-No. Ci
scusi professore, non succederà più- gli rispose,
decisamente imbarazzata.
-Su
questo non ci sono dubbi! Anche perché ora, signorina Swan,
cambierà posto, così eviterà di
distrarsi. Si metta a sedere accanto al signor Cullen.
Quest’anno faremo molti lavori a coppie che vi procureranno,
se eseguiti bene, dei crediti extra, per l’ammissione al
college. Vorrei vedervi lavorare insieme, dato che siete i
più bravi- ordinò il professore. Bella si
alzò e fece cambio di posto col mio vicino, evidentemente
molto scocciata.
Non ci
potevo credere! Ma questa era una congiura!
Potevo
proprio affermare che il primo giorno era decisamente iniziato male. Il
resto dell’anno scolastico, se non mi fossi dato una regolata
quando le stavo vicino, sarebbe potuto solo peggiorare.
L’ora
passò senza che Bella mi rivolgesse nemmeno mezza parola, e
senza che mi guardasse neanche per un momento. Io, invece,
anziché ascoltare la lezione, non feci altro che spiarla con
la coda dell’occhio. Non potevo farne a meno.
Finalmente
anche quella maledetta ora finì e anche stavolta, lei, senza
una parola, si alzò e se ne andò.
Sì,
sarebbe stato un anno molto lungo…
Pov Bella
Mi
incamminai a passo spedito verso la palestra e entrai negli spogliatoi
sbattendo lo zaino su una panca e sbuffando sonoramente. Notai subito
Rose ed Alice, già pronte, che mi aspettavano. Rose mi
squadrò.
-Siamo
un tantino nervosette? Sembra quasi che tu voglia far fuori qualcuno-
dichiarò, meravigliata dalla mia espressione rabbiosa.
-Sì
effettivamente farei fuori volentieri un paio di persone, oggi!- mi
infervorai ancora di più.
-Ehi!
Calmati, cosa è successo?- mi domandarono in coro.
Raccontai
per filo e per segno le due ore precedenti, con gli occhi lucidi per il
nervoso. Purtroppo la rabbia e il nervoso erano legate a doppio filo
con i miei occhi.
-Certo
che il comportamento di mio fratello è proprio strano. Di
solito è molto gentile con tutti. Non sembra neanche lui. Di
solito quando non sopporta qualcuno, il suo atteggiamento è
di indifferenza totale, del tipo “non ti sopporto, non ti
calcolo”. Invece con te è diverso… ci
deve essere sotto qualcos’altro- mi spiegò Alice,
sempre più pensierosa.
-Cosa
vuoi che ci sia sotto? E’ tutto molto semplice e lineare: non
mi sopporta quindi mi tratta male- le risposi, forse un po’
troppo malamente.
-Bella,
come mai te la prendi tanto? So che può essere una
situazione spiacevole, ma io ti conosco bene e non te
n’è mai importato niente se non eri simpatica a
qualcuno. Adesso perché questo cambiamento?- mi chiese Rose
sospettosa.
Cercai
di essere più indifferente possibile, era troppo umiliante
dirgli come stavano realmente le cose… se poi avesse saputo
che avevo anche pianto per lui, sarebbe stato il massimo!
-Nessun
cambiamento, Rose! Il fatto è che lui non è come
tutti gli altri, fa parte della nostra famiglia ora, e sai quanto
è importante la famiglia per me. Mi spiace che non possiamo
andare tutti d’accordo. Poi mettici anche che in bio dovremo
lavorare a stretto contatto molte volte e siamo a posto. Non penso che
a te farebbe molto piacere passare tanto tempo con una persona che sai
che non ti sopporta e che non fa altro che trattarti come se fossi la
cosa più spiacevole che ha sotto gli occhi- dichiarai,
sempre più nervosa.
-Ok, ok
hai ragione! Ma ora cerca di calmarti. Ora andiamo che si sta facendo
tardi, così poi potremmo tornarcene a casa- mi
consolò Rose, abbracciandomi.
L’ora
passò velocemente e per fortuna non riuscii a non cadere
nemmeno una volta, non mi feci nessun livido e non ammazzai nessuno.
Ci
ritrovammo tutti nel parcheggio e tornammo finalmente a casa.