Titolo: ~ A step back
Genere: Generale,
Romantico, Sentimentale
Capitolo:
26°,
Under the rain
Autrice:
ForgottenSnow
Personaggi:
Leah
Clearwater, Jacob Black
Note
dell’autrice: Oddio, sono in
ritardo. Ancora .___.
Cavolo! Ma ad ogni modo, guardate che bel capitolo! *_* No ok, non
esageriamo,
però sono fiera di me. L’ho scritto in una sola
giornata (l’ho appena finito di
scrivere, in realtà) e poi l’ho pubblicato
immediatamente :)
Quello scorso
non era un
granché, lo ammetto, ma questo… Ok basta,
sennò poi vi aspettate chissà che e
deludo le aspettative U_U Non sia
Ad ogni
modo… mentre leggete…
provate ad ascoltare Running Up That
Hill dei Placebo; ho scritto tutto con quella canzone in
ripetizione, forse
non c’azzecca tanto ma così potrete vederlo anche
come l’ho visto io XD
E
ora… buona lettura *_*
Capitolo 26
Under the rain
POV Jacob
Avevo visto
Leah inoltrarsi nel bosco e l’avevo seguita
senza pensarci due volte; mi ero lanciato anche io dal balcone, ero
atterrato
sull’erba fresca ed ero corso verso il limitare della
foresta. Sentivo nel
petto il bisogno impellente di raggiungerla, di stringerla a me e di
dirle che
tutto sarebbe andato bene; Paul aveva avuto l’imprinting con
mia sorella e io
gli avevo mollato un cazzotto così forte che nella mia mano
qualche osso doveva
essere andato fuori posto. Ma nulla, nulla aveva più
importanza di Leah in quel
momento: dovevo trovarla, lei non meritava di affrontare quel0 dolore
da sola.
Mi sentivo in
colpa, incredibilmente in colpa: se io non
fossi andato da Edward noi avremmo finalmente potuto stare insieme e
tutto ciò
non sarebbe successo. Lei non sarebbe stata ancora male, non avrebbe
sofferto
di nuovo…
Mi inoltrai
nel bosco aguzzando l’udito, l’olfatto e la
vista: Leah non si era trasformata, non l’avrebbe mai fatto.
In quel momento il
lupo che era in lei le era nemico, e per di più avrebbe
corso il rischio troppo
grande di far conoscere a qualcuno i suoi sentimenti. Probabilmente si
era
rintanata sotto le fronde di un albero, uno di quegli alberi enormi che
le
piacevano tanto: ma ce n’erano così tanti nella
foresta che non potevo girare a
caso.
Fu solo dopo
alcuni minuti che, finalmente, individuai una
traccia: era sottile, quasi inesistente, ma c’era. La seguii
senza esitazione
fermandomi ogni qualvolta la sentivo sparire; ero in agitazione, il
cuore mi
batteva come un tamburo nel petto e la mia fronte era imperlata di
sudore. Poi,
proprio quando sentivo di essere vicino alla meta, un fulmine ruppe il
silenzio
facendomi sobbalzare: neanche dieci minuti dopo ci fu il diluvio.
-
Dannazione!- imprecai mentre il debole odore di Leah
veniva soppiantato da quello della pioggia scrosciante. Nel giro di
pochi
secondi divenni una vera e propria zuppa: ora, almeno, non faceva
più così
tanto caldo. Per un attimo pensai di fermarmi e tornare indietro, tanto
le mie
possibilità di trovarla erano decisamente poche, ma poi
immaginai lei da sola,
in lacrime, e capii che se avessi mollato non me lo sarei mai perdonato.
Riuscii a
trovare Leah dopo non so quanto tempo: ne era
trascorso così tanto che avevo perso il conto dei vari
minuti. La intravidi,
come avevo previsto, sotto un albero, la schiena appoggiata al tronco,
le
ginocchia tirate al petto e le braccia che le stringevano; anche lei
era
completamente bagnata ma sembrava non essersene neanche accorta. Il
viso era
puntato verso l’alto e lo sguardo era vacuo, perso in
chissà quali pensieri. In
ogni caso il mio cuore emise un sospiro di sollievo quando ebbi
finalmente la
certezza di poterla aiutare in modo concreto.
Coprii la
distanza che ci separava in un paio di balzi
quasi felini e una volta lì mi inginocchiai di fronte a lei,
che si era
soltanto vagamente accorta di me.
Volevo dire qualcosa, volevo parlarle di tutto ciò che avevo
pensato fosse
adeguato ma in quel momento avvertivo la gola secca: salivazione
azzerata più o
meno come la voglia di parlare. Così mi sedetti al suo
fianco esattamente come
lei aveva fatto con me molto tempo prima, appoggiai il capo sulla sua
spalla e
le sfiorai appena una mano. Io c’ero per lei come lei
c’era stata per me: si
trattava dello stesso dolore, di quello che continuava a dilaniarci
ripetutamente.
Eravamo accomunati, eravamo vicini.
Leah per un
po’ fece come se accanto a lei non ci fosse
nessuno; poi scoppiò in lacrime. Il viso era bagnato dalla
pioggia, non mi
sarei mai accorto del suo pianto se non fosse stato per i singhiozzi.
- Sono una
stupida.- balbettò, asciugandosi il volto con
la manica della felpa a sua volta fradicia.
-
No… non sei affatto stupida.-
-
Sì, lo sono! E merito di stare qui a soffrire per quello
che ho fatto. Sono soltanto patetica.-
Il cuore mi
si strinse in una morsa dolorosa a vederla in
quello stato e le cinsi le spalle con un braccio, stringendola di
più a me.
- Non meriti
di soffrire; tu non hai fatto nulla, non è
colpa tua.-
- Invece lo
è.- singhiozzò Leah, caparbia. – Non
avrei
dovuto stare con Paul. Sapevo che prima o poi avrebbe avuto
l’imprinting, lo
sapevo ma ho voluto ignorarlo, come se non avessi idea che poi avrei
dovuto
soffrire di nuovo…-
-
L’hai fatto per essere felice per un po’,
perché eri
stanca di provare sempre dolore.-
- Non sono
stata felice come dovevo essere.- mormorò lei.
– Ho soltanto assaporato il riflesso della
felicità, una minima parte, per poi
soffrire adesso.-
Non sapevo
cosa dire: per me quello che stava confessando
in quel momento di debolezza era come arabo. Perché non era
stata felice?
Perché non aveva assaporato la reale
felicità? Quelle domande premevano contro le mie labbra,
desiderose di venire
fuori; ma non era il momento di soddisfare la mia curiosità,
quindi quando Leah
appoggiò il capo sulla mia spalla mi limitai a stringerla di
più. Si rannicchiò
contro di me e continuò a piangere; le sue spalle si
muovevano lentamente,
scattavano ad ogni singhiozzo, si alzavo e si abbassavano.
Eravamo
immersi tra la pioggia. L’acqua ci separava dal
resto del mondo, creandoci una barriera attorno. Era come se al mondo
esistessimo solo io e Leah, soltanto noi due e nessun altro che potesse
disturbarci. Avrei pagato per fare in modo che tutto rimanesse
così per sempre,
con la sola differenza che Leah doveva essere felice.
- Lo
ucciderei.- mi lasciai sfuggire a un certo punto,
senza potermelo impedire.
- Chi?- fu il
suo sussurro.
- Paul. Non
doveva comportarsi così, non avrebbe dovuto
permettersi di…-
- Non
è dipeso da lui.- biascicò Leah senza alzare il
volto, continuando a tenere il viso premuto sul mio petto.
- Avrebbe
potuto ridimensionarsi.-
La
conversazione terminò lì, anche se la mia rabbia
era
ancora viva da qualche parte nel mio petto; ma ora, soprattutto,
soffrivo.
Soffrivo per Leah, per il fatto che dovevo sopportare di vederla in
quel modo.
Persi la
cognizione del tempo ma a un certo punto i
singhiozzi si placarono e il suo corpo si rilassò
notevolmente; continuava a
piovere e, a giudicare dal cielo plumbeo, non avrebbe smesso per ancora
molto
tempo. Intanto il senso di colpa mi stava divorando: non potevo fare a
meno di
pensare che il dolore di Leah fosse causato da me, da me e dalla mia
stupida
impulsività.
- Voglio
andare via.- disse lei, roca.
- Dove vuoi
andare?-
- Voglio
andare… via. Non so dove, non voglio neanche
pensarci, voglio solo allontanarmi da
Fu forse il
modo in cui pronunciò il mio nome a
costringere il mio stomaco a esibirsi in una serie di capriole. Lei era
bellissima,
lo era sempre stata, ma in quel momento aveva qualcosa di speciale: la
pelle
bruna era resa lucida dalla pioggia, gli occhi scuri luccicavano a
causa delle
lacrime e le labbra erano arrossate e sembravano ancora più
morbide del solito.
Le sensazioni che avevo provato quando, tempo prima, ci eravamo
scambiati il
nostro primo bacio tornarono a investirmi con sorprendente prepotenza.
-
Leah…- mormorai, distogliendo lo sguardo da lei per
evitare gesti troppo impulsivi. – Perché non sei
stata davvero felice con
Paul?-
- Come se non
lo sapessi…- rispose lei con un sorriso
spento.
-
Io… io penso davvero di non saperlo.- dissi ma, appena
terminai di parlare, realizzai che una vaga idea ce l’avevo.
- Per causa
tua.- spiegò Leah semplicemente; così
semplicemente che restai di stucco. Immaginavo che si sarebbe fatta
più
problemi a confessarmi una cosa del genere, invece l’aveva
rivelato con
tranquillità; certo, il suo sguardo era rivolto ovunque
tranne che verso il mio
viso, ma poco importava.
- Tu e
Shine…- Sorrise, riluttante, e scrollò le spalle.
–
A volte mi avete scatenato degli istinti omicidi…-
-
Addirittura?!-
-
Beh…- Leah abbassò il capo e appoggiò
i gomiti sulle
ginocchia. -… Sì, addirittura. E non amavo Paul,
gli volevo bene: eravamo una
coppia d’attesa, lo sapevo fin troppo bene. Tutta la reazione
che ho avuto è
stata… esagerata.-
Ora se ne
stava convincendo, non ne era sicura.
- Non è stata esagerata se consideriamo quello che hai già passato.- le sussurrai, rassicurandola. Leah annuì vagamente e si scostò da me, appoggiando il capo al tronco e chiudendo gli occhi. Rimasi ad osservarla per qualche minuto, soffermandomi su quanto fossero perfetti il suo profilo, la forma dei suoi occhi, il suo naso leggermente all’insù, le sue labbra carnose. Per non parlare della sua pelle imperlata d’acqua…
Non bisogna affatto essere dei
vampiri per essere così belli...
-
Leah…- la chiamai. -… Penso di amarti.-
Sbarrò
gli occhi e si mise diritta, di scatto; mi fissava
come se fossi stato un fantasma o qualcosa del genere. Poi,
all’improvviso,
esplose:
- “Pensi”?!-
ripeté, su tutte le furie. – Tu “pensi”
di amarmi?! Non funziona così, Jacob! Tu o mi ami oppure no!
E la cosa è molto
relativa, perché mi puoi amare come si ama una ragazza
d’attesa, una persona
che non rimarrà con te per sempre!-
- E questo
chi l’ha stabilito?!- ribattei alzando la voce
anche io.
-
L’ha stabilito la tua natura e lo metterà in
pratica
l’imprinting! E ne ho abbastanza, io non voglio
più essere una ragazza
d’attesa.-
- Ti sei
fissata con questa storia della “ragazza
d’attesa”?? Non lo sei, non lo saresti mai per me!-
- Ah, no? E
perché? Andrai in giro con gli occhi chiusi a
vita per non incontrare la ragazza con cui avrai
l’imprinting?!-
- Lo farei!
Lo farei se potesse servire per stare con te
per sempre!-
Leah
aprì la bocca per ribattere, poi la richiuse e scosse
il capo.
- Non
funziona così.- disse soltanto, e fece per alzarsi.
- Hai detto
di non essere stata davvero felice con Paul
per causa mia. Tu vuoi me, hai sempre voluto me e anche quando hai
scelto Paul
dentro di te hai continuato a volere me!-
- Sei
così presuntuoso da crederlo?! Io volevo bene a
Paul, non lo amavo ma sono stata felice di aver scelto lui!-
Mi alzai
anche io in modo da poterla guardare negli occhi.
- Tu ti sei
soltanto accontentata; quella non era
felicità. Era solo sollievo, sollievo perché non
eri più sola. Ma Paul era un
amico, io invece ero il ragazzo che volevi e lo sono ancora.-
- Ho scelto
Paul per dei motivi!-
- Dannazione,
lo so! E ti ho chiesto scusa, e se
necessario te lo chiederò ancora, e ancora e ancora! Mi
dispiace, sono stato un
idiota, ho agito senza pensare e ne ho pagato le conseguenze!-
- A me sembra
che ti sia piaciuto stare con Shine!-
-
Sì, mi è piaciuto stare con Shine.- mi trovai ad
ammettere,
non potendo mentire.
- E inoltre
pensi ancora a Bella…-
- Bella
è sposata con Edward, è lontana da me e io
l’ho
messa da parte.-
- E per
quanto tempo ancora, Jacob?! Fino a quando non
tornerà dalla luna di miele?!-
- Bella
sarà morta quando tornerà dalla luna di miele!-
- Oh, allora
sono l’ultima scelta, eh?! Sono come… una
specie di ruota di scorta!-
- No! Non lo
sei, sei la ragazza che amo e lo sento, lo
sento qua.- Mi portai una mano sul petto, in corrispondenza del cuore,
e
piantai i miei occhi nei suoi.
- Non
è possibile, Jacob.- dichiarò Leah, distogliendo
lo
sguardo dal mio. – Ci sono milioni di ragioni per cui non
posso.-
- Non ne ho
ancora trovata una valida.-
-
L’unica valida è che quando tu avrai
l’imprinting io ci
rimarrò davvero male,
perché non
considererei la nostra come una coppia d’attesa, ma come una
coppia vera, di
quelle composte da persone innamorate senza una data di scadenza!-
- Io sono
innamorato di te senza una data di scadenza! Io
voglio amarti per sempre!-
- Ma non
puoi!-
Continuava a
piovere, i fulmini ci sovrastavano, eppure
capii immediatamente che aveva ripreso a singhiozzare.
- Invece
sì! Vivremo su un’isola deserta, vivremo nella
foresta Amazzonica, ci trasferiremo qui, sotto questo albero se vorrai!
Non
incontrerò la ragazza del mio imprinting, e se pure fosse
sono sicuro che con
tutto quello che provo per te potrò rifiutarlo!-
Ora Leah
rideva; rideva e singhiozzava insieme, quasi
tremava per l’insieme di emozioni che sembravano starla
sconvolgendo. Mi trovai
a ridere con lei, all’improvviso, di gusto, senza una ragione.
- Sei tutto
matto, Jake.- mormorò lei dopo qualche
secondo, passandosi una mano tra i capelli bagnati.
- Noi ce la
possiamo fare, Leah.- insistei, caparbio.
-
Non… non ne ho la forza; sono stanca di lottare per
stare insieme a chi voglio, ne ho abbastanza.-
-
Ma…-
Ed ecco che
era di nuovo lontana, di nuovo fuori dalla mia
portata. Poi, però, non resistetti più. La
attirai a me e feci scontrare le
nostre labbra bagnate; le sue mani finirono tra i miei capelli, le mie
sulla
sua schiena.
Ora capivo
cosa significava sentirsi completi: ora, con un
bacio, eravamo diventati una cosa sola. Non volevo
nient’altro, volevo soltanto
stare con lei fino a… fino a sempre, sempre e per sempre;
volevo lei, e mi
sembrava irreale poterla finalmente stringere tra le braccia.
Si
separò da me per riprendere fiato ma non la lasciai
andare, continuando a stringerla in un abbraccio quasi soffocante.
- Non
funziona così…- mormorò lei con il
fiatone.
-
Perché, hai trovato la forza?-
Ridacchiò
scuotendo il capo ma non
rispose; il suo sguardo, però, mi fu sufficiente. Avevamo
trovato la forza,
tutti e due, di affrontare ancora una volta qualcosa di nuovo, di
rischioso e
di incontrollabile.
Lasciamo stare
queste frasi a
effetto finali .__. Non sempre mi riescono bene XD
Il capitolo
è più corto degli
altri ma è molto pieno, diciamo così XD Mi
è piaciuto scriverlo, mi ha
divertito particolarmente *_*
A parte questi
due piccioni… vi
assicuro che mi concentrerò anche sulla coppia Seth/Shine,
che mi piace molto e
che proverò a rendere più verosimile possibile.
Ora devo
scappare (chi l’avrebbe
mai detto che l’estate è + impegnativa
dell’inverno? .-.), ma voglio
ringraziare voi stupendissime persone che recensite! A proposito, mi fa
piacere
che le recensioni si siano un po’… risollevate,
diciamo così XD
Spero che
questo capitolo vi
piaccia *0*, ci tengo particolarmente :)
Fatemi sapere
cosa ne pensate,
mi raccomando! *_*